Non riesco a parlare di ciò che è successo. come fare?
In passato ho dovuto attraversare una situazione molto difficile, che mi ha portata a stare molto male.
Per quel poco che mi sono documentata e che ho studiato nel mio corso di studi, e quindi senza una diagnosi da parte di persone qualificate, credo di aver sofferto di depressione, ansia e attacchi di panico.
Adesso sto meglio, sono passati molti anni.
Ma ancora non riesco a parlarne con nessuno.
Ho provato ad andare da una psicologa, ma non sono mai riuscita a parlare nemmeno con lei.
Abbiamo parlato della mia timidezza, ma niente di più e vedendo che non c'era nessun progresso, dopo diversi incontri ho lasciato perdere.
So che se ci riprovassi andrebbe allo stesso modo, vorrei sinceramente provare a fare un altro tentativo, ma mi conosco e so che sarebbe una perdita di tempo e soldi perché io non collaboro.
Con il passare degli anni sento che sto meglio, non ho più avuto attacchi di panico, credo di aver superato la depressione, l'ansia è una costante, ma in qualche modo riesco a gestirla.
In ogni caso nessuno si è mai accorto che io sia stata male, né genitori né amici, credo di essere ormai piuttosto brava a dissimulare, nessuno direbbe che ho bisogno di aiuto.
Ma ci sono dei momenti in cui è come se tornassi indietro nel tempo e sto proprio come allora; succede sempre meno, magari 1 volta al mese quando solo da sola e il dolore è tanto, non solo a livello mentale, ma anche fisico.
Ha senso riprovare ad andare da uno psicologo?
Cosa dovrei fare per fare per riuscire a parlare o anche solo a fare capire al terapista che c'è qualcosa che non va?
Per quel poco che mi sono documentata e che ho studiato nel mio corso di studi, e quindi senza una diagnosi da parte di persone qualificate, credo di aver sofferto di depressione, ansia e attacchi di panico.
Adesso sto meglio, sono passati molti anni.
Ma ancora non riesco a parlarne con nessuno.
Ho provato ad andare da una psicologa, ma non sono mai riuscita a parlare nemmeno con lei.
Abbiamo parlato della mia timidezza, ma niente di più e vedendo che non c'era nessun progresso, dopo diversi incontri ho lasciato perdere.
So che se ci riprovassi andrebbe allo stesso modo, vorrei sinceramente provare a fare un altro tentativo, ma mi conosco e so che sarebbe una perdita di tempo e soldi perché io non collaboro.
Con il passare degli anni sento che sto meglio, non ho più avuto attacchi di panico, credo di aver superato la depressione, l'ansia è una costante, ma in qualche modo riesco a gestirla.
In ogni caso nessuno si è mai accorto che io sia stata male, né genitori né amici, credo di essere ormai piuttosto brava a dissimulare, nessuno direbbe che ho bisogno di aiuto.
Ma ci sono dei momenti in cui è come se tornassi indietro nel tempo e sto proprio come allora; succede sempre meno, magari 1 volta al mese quando solo da sola e il dolore è tanto, non solo a livello mentale, ma anche fisico.
Ha senso riprovare ad andare da uno psicologo?
Cosa dovrei fare per fare per riuscire a parlare o anche solo a fare capire al terapista che c'è qualcosa che non va?
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Gentile utente,
scrive proprio a noi - Psicologi Psicoterapeuti -
che se ritornasse da uno/a Psicologo "..mi conosco e so che sarebbe una perdita di tempo e soldi perché io non collaboro."
E ci chiede come fare.
Come potremmo noi convincerLa a fare una cosa (collaborare, aprirsi)
se Lei stessa non riesce a convincersi?
Al contempo il fatto che abbia scritto qui sembrerebbe rappresentare un primo passo.
E dunque rispondo alla sua domanda "Cosa dovrei fare per .. fare capire al terapista che c'è qualcosa che non va?" con un consiglio:
Si presenti in prima seduta con una lettera nella quale scrive tutto.
Gli chieda di leggerla: o lui/lei silenziosamente, o Lei a lui/lei.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
scrive proprio a noi - Psicologi Psicoterapeuti -
che se ritornasse da uno/a Psicologo "..mi conosco e so che sarebbe una perdita di tempo e soldi perché io non collaboro."
E ci chiede come fare.
Come potremmo noi convincerLa a fare una cosa (collaborare, aprirsi)
se Lei stessa non riesce a convincersi?
Al contempo il fatto che abbia scritto qui sembrerebbe rappresentare un primo passo.
E dunque rispondo alla sua domanda "Cosa dovrei fare per .. fare capire al terapista che c'è qualcosa che non va?" con un consiglio:
Si presenti in prima seduta con una lettera nella quale scrive tutto.
Gli chieda di leggerla: o lui/lei silenziosamente, o Lei a lui/lei.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 908 visite dal 24/06/2020.
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