Ansia ed esami universitari
Sono uno studente che deve sostenere l'esame di Anatomia.
La lunghezza e la complessità della materia mi ha sempre dato molta ansia, già da quando studiavo per altri esami, rallentandomi nello studio e portandomi ad avere uno scarso rendimento.
Adesso la situazione sta peggiorando: da un paio di mesi la paura di non farcela, di non riuscirci, mi fa stare per giorni senza concludere nulla.
Riesco a calmarmi quando ricordo che ogni cosa grande va scomposta in piccoli pezzi da affrontare uno alla volta, ma non appena inizio ad affrontare uno di essi, il pensiero di metterci troppo tempo per affrontarli uno ad uno mi crea di nuovo problemi e torno al punto di partenza.
A causa di tutto ciò, non riuscirò a presentarmi agli appelli estivi ed ho paura di non farcela nemmeno per quelli autunnali.
Non riesco nemmeno a godermi momenti di relax, come un sabato sera: il pensiero torna anche lì, talvolta penso che avrei potuto usare quel tempo per studiare anzichè stare con gli amici.
Questa sensazione sta diventando oppressiva e non so come fare, confrontarmi con parenti ed amici non mi ha aiutato e non so come sbloccarmi.
La lunghezza e la complessità della materia mi ha sempre dato molta ansia, già da quando studiavo per altri esami, rallentandomi nello studio e portandomi ad avere uno scarso rendimento.
Adesso la situazione sta peggiorando: da un paio di mesi la paura di non farcela, di non riuscirci, mi fa stare per giorni senza concludere nulla.
Riesco a calmarmi quando ricordo che ogni cosa grande va scomposta in piccoli pezzi da affrontare uno alla volta, ma non appena inizio ad affrontare uno di essi, il pensiero di metterci troppo tempo per affrontarli uno ad uno mi crea di nuovo problemi e torno al punto di partenza.
A causa di tutto ciò, non riuscirò a presentarmi agli appelli estivi ed ho paura di non farcela nemmeno per quelli autunnali.
Non riesco nemmeno a godermi momenti di relax, come un sabato sera: il pensiero torna anche lì, talvolta penso che avrei potuto usare quel tempo per studiare anzichè stare con gli amici.
Questa sensazione sta diventando oppressiva e non so come fare, confrontarmi con parenti ed amici non mi ha aiutato e non so come sbloccarmi.
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Caro utente,
a parte quell'esame, che è da sempre considerato un vero mattone, in questo periodo in cui appena timidamente riaffioriamo dall'isolamento imposto dal Covid, sono moltissimi gli studenti che si trovano nella sua stessa situazione.
Non ci siamo "goduti la vita", siamo stati reclusi senza colpa, e anziché riuscire a studiare di più e meglio siamo andati indietro nelle capacità di applicazione, di comprensione, di memoria, dicono.
Le cose che lei scrive rimandano anche ad una sorta di burnout: la stanchezza e la sensazione di incapacità e fallimento sembrano pervadere tutto, tanto che lei non si gode neanche le uscite con gli amici e teme di non farcela a dare l'esame non solo a luglio, ma nemmeno in seguito.
In poche parole, è sotto stress.
Eppure lei ha buon senso e buone conoscenze, infatti adotta la prescrizione del grande Cartesio nel Discorso sul Metodo: "ogni cosa grande va scomposta in piccoli pezzi da affrontare uno alla volta".
Ma ecco che lo stress le gioca il solito scherzo, suggerendole che così non ce la farà mai.
Invece non aprendo nemmeno il libro, o tenendolo in mano e pensando ad altro, pensa di fare prima e meglio?
Ovviamente le capiterà di leggere e di non capire, di leggere e non saper ripetere, insomma di aggiungere all'ansia la sensazione frustrante di buttare il suo tempo senza concludere nulla.
Che cosa può tentare? Anzitutto mangiare correttamente, pesce e legumi, che alimentano il cervello, frutta e verdura. Bere molta acqua e fare tutti i giorni lunghe passeggiate, dopo aver registrato la lezione da lei letta, per riascoltarla mentre passeggia.
Ma soprattutto dare a questa attività un termine orario perentorio: dalle 8 alle 12 si studia, ma non oltre. Metta la sveglia al telefono. Chi crede di avere tutto il giorno a disposizione non si impegna mai.
Procedere anche se le pare di non sapere niente, non ricordare niente. Lo studio, se fatto così, è un allenamento come quello dei muscoli, e vedrà che improvvisamente, quando meno se lo aspetta, il cervello intorpidito si sveglierà. Non lo appesantisca con l'ansia! Non sia in apprensione per luglio. Arriverà dove potrà, e forse sarà opportuno tentare l'esame in ogni caso: deciderà al momento.
Ci provi, anche tenendo presente che tanti ci sono riusciti.
Ci tenga al corrente dei risultati.
In bocca al lupo e buono studio.
a parte quell'esame, che è da sempre considerato un vero mattone, in questo periodo in cui appena timidamente riaffioriamo dall'isolamento imposto dal Covid, sono moltissimi gli studenti che si trovano nella sua stessa situazione.
Non ci siamo "goduti la vita", siamo stati reclusi senza colpa, e anziché riuscire a studiare di più e meglio siamo andati indietro nelle capacità di applicazione, di comprensione, di memoria, dicono.
Le cose che lei scrive rimandano anche ad una sorta di burnout: la stanchezza e la sensazione di incapacità e fallimento sembrano pervadere tutto, tanto che lei non si gode neanche le uscite con gli amici e teme di non farcela a dare l'esame non solo a luglio, ma nemmeno in seguito.
In poche parole, è sotto stress.
Eppure lei ha buon senso e buone conoscenze, infatti adotta la prescrizione del grande Cartesio nel Discorso sul Metodo: "ogni cosa grande va scomposta in piccoli pezzi da affrontare uno alla volta".
Ma ecco che lo stress le gioca il solito scherzo, suggerendole che così non ce la farà mai.
Invece non aprendo nemmeno il libro, o tenendolo in mano e pensando ad altro, pensa di fare prima e meglio?
Ovviamente le capiterà di leggere e di non capire, di leggere e non saper ripetere, insomma di aggiungere all'ansia la sensazione frustrante di buttare il suo tempo senza concludere nulla.
Che cosa può tentare? Anzitutto mangiare correttamente, pesce e legumi, che alimentano il cervello, frutta e verdura. Bere molta acqua e fare tutti i giorni lunghe passeggiate, dopo aver registrato la lezione da lei letta, per riascoltarla mentre passeggia.
Ma soprattutto dare a questa attività un termine orario perentorio: dalle 8 alle 12 si studia, ma non oltre. Metta la sveglia al telefono. Chi crede di avere tutto il giorno a disposizione non si impegna mai.
Procedere anche se le pare di non sapere niente, non ricordare niente. Lo studio, se fatto così, è un allenamento come quello dei muscoli, e vedrà che improvvisamente, quando meno se lo aspetta, il cervello intorpidito si sveglierà. Non lo appesantisca con l'ansia! Non sia in apprensione per luglio. Arriverà dove potrà, e forse sarà opportuno tentare l'esame in ogni caso: deciderà al momento.
Ci provi, anche tenendo presente che tanti ci sono riusciti.
Ci tenga al corrente dei risultati.
In bocca al lupo e buono studio.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.2k visite dal 23/06/2020.
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