Paura e ansia costante
Buonasera scusate il disturbo
Sono una ragazza di 22 anni e per tutta la vita sono stata una persona ansiosa.
Purtroppo però in questo ultimo anno questa ansia si è trasformata in un vero e proprio terrore per la vita, mi spiego meglio.
L’anno scorso sono venuti a mancare due ragazzi più o meno della mia età, uno a causa di un tumore al cervello che non sapeva di avere e l’altro per una patologia al cuore.
Da lì la mia paura per la morte è aumentata e il solo pensiero di dover lasciare tutti mi fa stare male.
Ogni dolore che ho lo so prendo come un sintomo di una malattia terminale.
Non riesco più a capire quali sintomi sono portati dall’ansia e quali sono reali.
Mi sono sempre sfogata con miei genitori, ma adesso si sono stufati di sentire le mie patologie e ormai non mi ascoltano più, per questo vado più in ansia.
Se mi venisse mai qualcosa loro mi prenderebbero sul serio?
Ma la cosa che mi preme di più è che per adesso sono a casa con i miei, ma a settembre ripartirò per l’università che si trova dall’altra parte d’Italia e in questi giorni mi sto chiedendo quando sarò sola riuscirò a farcela senza crollare in attacchi di panico continui?
Non so più come controllare l’ansia, come controllare questo senso di oppressione.
Sento di star perdendo il controllo.
Scusate il messaggio chilometrico
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
Sono una ragazza di 22 anni e per tutta la vita sono stata una persona ansiosa.
Purtroppo però in questo ultimo anno questa ansia si è trasformata in un vero e proprio terrore per la vita, mi spiego meglio.
L’anno scorso sono venuti a mancare due ragazzi più o meno della mia età, uno a causa di un tumore al cervello che non sapeva di avere e l’altro per una patologia al cuore.
Da lì la mia paura per la morte è aumentata e il solo pensiero di dover lasciare tutti mi fa stare male.
Ogni dolore che ho lo so prendo come un sintomo di una malattia terminale.
Non riesco più a capire quali sintomi sono portati dall’ansia e quali sono reali.
Mi sono sempre sfogata con miei genitori, ma adesso si sono stufati di sentire le mie patologie e ormai non mi ascoltano più, per questo vado più in ansia.
Se mi venisse mai qualcosa loro mi prenderebbero sul serio?
Ma la cosa che mi preme di più è che per adesso sono a casa con i miei, ma a settembre ripartirò per l’università che si trova dall’altra parte d’Italia e in questi giorni mi sto chiedendo quando sarò sola riuscirò a farcela senza crollare in attacchi di panico continui?
Non so più come controllare l’ansia, come controllare questo senso di oppressione.
Sento di star perdendo il controllo.
Scusate il messaggio chilometrico
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
da quanto ci racconta è possibile che vari episodi della sua vita abbiano innescato una forte sensibilità verso le tematiche di malattia, che le causano forte ansia. Qualora fossimo in un contesto clinico, l'ipotesi diagnostica potrebbe orientarsi verso ansia da malattia ma anche di ansia generalizzata, cosa che però non è possibile fare in questa sede.
Si preoccupa (pre-occupa) molto di ogni eventualità, anche delle più estreme. Probabilmente, la sua quotidianità è caratterizzata da forte rimuginio che alimenta continuamento lo stato ansioso.
Inoltre, mi sembra che le sue credenze rispetto ai suoi pensieri siano caratterizzate, in sintesi, dal "bisogno di controllare i pensieri e l'ansia". Questo, probabilmente, è uno dei fattori di mantenimento del suo disagio che le impedisce la remissione ("guarigione") spontanea. Collegato a questo, sembra che il pensiero di "perdere il controllo" come conseguenza dell'attività mentale di rimuginio le crei ulteriore ansia.
In questi casi, secondo una visione di questo tipo, la terapia cognitiva è consigliata.
da quanto ci racconta è possibile che vari episodi della sua vita abbiano innescato una forte sensibilità verso le tematiche di malattia, che le causano forte ansia. Qualora fossimo in un contesto clinico, l'ipotesi diagnostica potrebbe orientarsi verso ansia da malattia ma anche di ansia generalizzata, cosa che però non è possibile fare in questa sede.
Si preoccupa (pre-occupa) molto di ogni eventualità, anche delle più estreme. Probabilmente, la sua quotidianità è caratterizzata da forte rimuginio che alimenta continuamento lo stato ansioso.
Inoltre, mi sembra che le sue credenze rispetto ai suoi pensieri siano caratterizzate, in sintesi, dal "bisogno di controllare i pensieri e l'ansia". Questo, probabilmente, è uno dei fattori di mantenimento del suo disagio che le impedisce la remissione ("guarigione") spontanea. Collegato a questo, sembra che il pensiero di "perdere il controllo" come conseguenza dell'attività mentale di rimuginio le crei ulteriore ansia.
In questi casi, secondo una visione di questo tipo, la terapia cognitiva è consigliata.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 21/06/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.