Studentessa universitaria in crisi e rapporto con i genitori

Buonasera,
Vi scrivo qui, oggi, perché è da quando ho iniziato l'università che mi sento molto depressa.

Ho 24 anni e sono fuoricorso da un anno.
Partendo dal principio vorrei narrarvi di uno dei miei primi esami all'università per farvi comprendere tutte le mie decisioni prese: mi presento all'esame e vengo clamorosamente bocciata.
Una cosa che capita, mi dico.
Torno a casa e comunico a mia madre della mia bocciatura.
Non lo avessi mai fatto: mi ha urlato addosso, insultata, tirato oggetti contro...Una sfuriata in piena regola.
Il giorno dopo mi viene detto che alla fine va tutto bene e che devo impegnarmi di più.

Sta di fatto che, durante questi 4 anni, più e più volte ho reiterato nella menzogna e non ho comunicato gli esiti dei miei esami.
Avvicinandomi sempre di più al presente e alla laurea; Verso gennaio di nuovo viene a galla il fatto che mi mancassero ancora degli esami e di nuovo uguale sfuriata in cui mi si dice che sono una pusillanime, che mi serve la badante perché non rispondo e piango, che tanto nella vita comunque non sarò in grado di ottenere nulla perché non lotto in quello che faccio e sopratutto che ho perso la stima, la fiducia e l'amore che mia madre provava per me.
Di nuovo, il giorno dopo, come se nulla fosse, si va avanti con la vita di tutti i giorni.

Arriviamo a ieri, in questi mesi ho nuovamente mentito ma questa volta ho superato tutti gli esami e mi manca veramente poco alla laurea.
Inutile questa volta la sfuriata, mia madre tira fuori come tutte le volte la carta delle lacrime dicendomi che lei non si merita di essere trattata così, che io nella vita ho sempre avuto tutto e che quindi non posso permettermi un simile comportamento.
In tutto questo io ogni volta non riesco ad aprirmi e a dire quello che penso, mi blocco proprio e rimango in silenzio.
Non riesco proprio a parlare e di sottofondo ho il commentario di mia madre, sarcastico: "ecco, la martire, sembri handicappata, ti serve la badante, non sai parlare".
Io temo di aver perso qualsiasi voglia di comunicare con mia madre, di confidarmi o di aprirmi con lei.
Anche oggi ho superato un'esame e mia madre ha detto: "Non mi interessa nemmeno, tanto ti inventi solo balle", per poi scoppiare a piangere chiedendomi perché le faccio questo, che lei è tristissima per colpa mia, che non si merita una figlia così e che le dispiace per me che sono una pusillanime che non sa affrontare le persone.
Anche oggi sono rimasta in silenzio.
Non riesco nemmeno più ad aprirmi ed esprimermi con lei.
Sento che mia madre sia presente solo nel momento in cui devo essere criticata e punita ma mai nei momenti di gioia e che quindi io abbia innalzato questo muro di silenzio e bugie per non affrontarla e subire i suoi insulti ogni volta.
Vorrei trovare qualcuno che possa indirizzarmi su qualche percorso psicologico per cercare di abbattere questo muro che ho creato e che mi impedisce di affrontare mia madre in maniera più vincente.

Grazie mille
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Ragazza,
nel titolo ha scritto "rapporto con i genitori", ma poi all'interno del post c'è un grande assente, ossia suo padre.
Che ruolo ha ad oggi e che ruolo ha avuto in passato suo papà nella sua vita e nella sua educazione?
Cosa dice, cosa fa durante gli episodi che ci ha raccontato?

Prima di iniziare il percorso universitario come andavano le cose tra Lei e sua madre?

Lei è figlia unica?

La scelta della facoltà che frequenta è stata condivisa dai suoi genitori?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Utente
Utente
Il rapporto con mio padre è positivo nonostante lui da sempre abbia lavorato molto e quindi non fosse quasi mai presente nei vari momenti della mia vita. Praticamente tornando a casa la sera, mia madre gli fa il resoconto della giornata e lui, affaticato dal lavoro, probabilmente non ha nemmeno troppa voglia di affrontare le situazioni. Però a differenza di mia madre, non mi ha mai urlato contro e quindi ai miei occhi è sicuramente una figura più positiva. Ci tengo a precisare che mia madre anche con mio padre usa la stessa tecnica aggressiva passiva, cercando sempre di farlo sentire in colpa perché lei non si merita nulla di quello che succede, che non la si può trattare così perché lei non ha mai fatto niente di male etcetera.
Nella mia infanzia comunque entrambi erano abbastanza assenti per motivi lavorativi, tanto che mia madre mi raccontò che era gelosa della babysitter (una ragazza giovane che lavorava anche nella gelateria sotto casa) perché quando lei rientrava io mi mettevo a piangere e io abbracciavo la ragazza anziché mia madre.
Prima del periodo universitario il rapporto con mia madre era buono, circa, sono stata bocciata al liceo scientifico statale, al primo anno, e poi sono stata iscritta in una scuola privata con indirizzo tecnico e ho potuto essere seguita di più dai professori e le materie mi piacevano e risciuvo molto bene nelle prove. Ho un fratello più piccolo invece che frequenta il liceo classico statale ed è sempre stato il favorito di mia madre, un po' per ragioni condivisibili, altre invece che tutt'ora faccio fatica a capire; una sera dopo le solite litigate pensi che ho sentito mia madre dire: "Non potevo essere fortunata con entrambi". Riferendosi ovviamente in tono positivo a mio fratello: lui è abbastanza il figliol prodigo, però non gliene faccio una colpa anzi, lo adoro e non ho mai pensato al suicidio perchè saperlo solo mi fa solo sentire in colpa e sicuramente dovrebbe subire le angherie di mia madre e lui non se le merita però sì, dopotutto io ho dovuto scegliere una scuola privata che mi ha aiutato molto perché "facile", mio fratello invece ha scelto il liceo classico e mia madre lo aiuta in tutto da quando ha lasciato il lavoro. Inoltre io non faccio nessuno sport e sono cicciottella e invece lui gioca a basket in una squadra locale ottenendo ottimi risultati.
Per la scelta universitaria non è stata esattamente una scelta, io sapevo, come sapevo alle medie, cosa NON volessi fare, filtrando sempre di più i corsi di laurea ho scelto quello che ora sto concludendo ma se potessi tornare indietro non lo sceglierei sicuramente, in parte perché essendo a carattere umanistico, il lavoro scarseggia, in più per come è strutturato il corso che proprio mi ha delusa. Quindi più che parlare di scelta la definirei come una selezione di quella meno peggio e che si avvicinava alla mia indole maggiormente.
[#3]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"non mi ha mai urlato contro e quindi ai miei occhi è sicuramente una figura più positiva"
"probabilmente non ha nemmeno troppa voglia di affrontare le situazioni"

In fondo, dunque, non ha detto o fatto cose contro di Lei, ma neppure a favore.
Viene da domandarsi cosa sia venuto prima: se l'atteggiamento di difesa di suo padre nei confronti di una donna da Lei definita passivo-aggressiva, o la rabbia e la frustrazione di sua madre nei confronti di un uomo che, come ha scritto, era assente da mattina a sera e poco propenso a farsi carico dei problemi familiari... Ma né Lei né io c'eravamo con loro per comprendere come abbiano costruito insieme questo tipo di rapporto che si può osservare ad oggi...

"ho scelto quello che ora sto concludendo ma se potessi tornare indietro non lo sceglierei sicuramente"

Questo spiega, almeno in parte, le difficoltà che trova: se mancano entusiasmo e motivazione, lo studio diventa più pesante.
Proprio per questo, però, le converrebbe cercare di terminare al più presto, così da poter cercare di capire se e come spendere questo titolo di studio o indirizzare la sua vita verso altro.
Si dimostri matura nei comportamenti (non raccontando più frottole, ad esempio) e nelle decisioni e vedrà che sarà questo il modo di uscire vincenti per entrambe, perché immagino che anche sua mamma non sia particolarmente contenta del rapporto che c'è ora tra voi due.

Saluti.