Capire meglio la mia situazione con un uomo
Buongiorno, non so se mi possiate essere d’aiuto.
La questione è questa: a dicembre ho conosciuto una persona, più o meno, a me coetanea ed abbiamo iniziato ad uscire qualche volta insieme fino a che alle uscite, alle conversazioni, si è aggiunta l’attrazione fisica; chiaramente sin dall’inizio l’ho trovato fisicamente carino.
Abbiamo continuato ad uscire, tendenzialmente nei fine settinana, sino al lockdown di marzo.
Sin dall’inizio devo dire- i nostri contatti sono stati essenzialmente tramite messaggi scritti o vocali, di rado telefonate; nel lockdown: messaggi scritti, messaggi vocali; rare telefonate.
Ho provato a proporre videochiamate o telefonate, soprattutto, per far fronte alla situazione di lockdown ma non l’ho trovato molto disponibile.
Terminato il lockdown ci siamo rivisti.
Ma c’è qualcosa che non decolla; c’è questa conoscenza che non si approfondisce, che non si evolve.
Lui nel potenziale mi piace: fisicamente molto, abbiamo interessi comuni ed entrambi un mondo interiore da condividere, ma questa conoscenza non decolla.
Sono 6 mesi che ci conosciamo; se dovessi definire questa conoscenza, la definirei una amicizia in cui i due vanno anche a letto insieme.
Il punto che a me manca la quotidianità, manca sentire di piacergli davvero.
Ma non so che fare.
Ho paura di parlare, perché non ho voglia di sentirmi dire che a lui, le cose vanno bene così; questo mi farebbe sentire una parentesi, una di cui gli uomini non si innamorano, una che va bene fin tanto che non si trova di meglio.
Certo, mi sentirei così, perché è la storia del mio passato.
Mi manca il dialogo e non so come comportarmi.
Tra l’altro questa situazione non mi sta trasmettendo serenità ed entusiasmo con i seguenti effetti: bisogno di mangiare dolci; voglia di conoscere qualcun altro (del resto devo considerarmi single, immagino!) e di ricevere attenzioni da altri (al fine di dirmi, che nonostante- le mie criticità non sono così scarsa/non interessante).
Tra l’altro, in virtù di tutto quanto sopra nulla mi fa escludere che intanto abbia anche altre persone; io vorrei saperlo.
Devo semplicemente attendere che la cosa finisca così per mancanza di alimentazione e cura?
Che devo fare?
E’ solamente un problema di comunicazione con lui, il mio?
Oppure dipende, solamente, dal fatto io stia ancora costruendo la mia vita (quindi non sono pienamente indipendente)?
Grazie, spero possiate aiutarmi.
Un saluto
La questione è questa: a dicembre ho conosciuto una persona, più o meno, a me coetanea ed abbiamo iniziato ad uscire qualche volta insieme fino a che alle uscite, alle conversazioni, si è aggiunta l’attrazione fisica; chiaramente sin dall’inizio l’ho trovato fisicamente carino.
Abbiamo continuato ad uscire, tendenzialmente nei fine settinana, sino al lockdown di marzo.
Sin dall’inizio devo dire- i nostri contatti sono stati essenzialmente tramite messaggi scritti o vocali, di rado telefonate; nel lockdown: messaggi scritti, messaggi vocali; rare telefonate.
Ho provato a proporre videochiamate o telefonate, soprattutto, per far fronte alla situazione di lockdown ma non l’ho trovato molto disponibile.
Terminato il lockdown ci siamo rivisti.
Ma c’è qualcosa che non decolla; c’è questa conoscenza che non si approfondisce, che non si evolve.
Lui nel potenziale mi piace: fisicamente molto, abbiamo interessi comuni ed entrambi un mondo interiore da condividere, ma questa conoscenza non decolla.
Sono 6 mesi che ci conosciamo; se dovessi definire questa conoscenza, la definirei una amicizia in cui i due vanno anche a letto insieme.
Il punto che a me manca la quotidianità, manca sentire di piacergli davvero.
Ma non so che fare.
Ho paura di parlare, perché non ho voglia di sentirmi dire che a lui, le cose vanno bene così; questo mi farebbe sentire una parentesi, una di cui gli uomini non si innamorano, una che va bene fin tanto che non si trova di meglio.
Certo, mi sentirei così, perché è la storia del mio passato.
Mi manca il dialogo e non so come comportarmi.
Tra l’altro questa situazione non mi sta trasmettendo serenità ed entusiasmo con i seguenti effetti: bisogno di mangiare dolci; voglia di conoscere qualcun altro (del resto devo considerarmi single, immagino!) e di ricevere attenzioni da altri (al fine di dirmi, che nonostante- le mie criticità non sono così scarsa/non interessante).
Tra l’altro, in virtù di tutto quanto sopra nulla mi fa escludere che intanto abbia anche altre persone; io vorrei saperlo.
Devo semplicemente attendere che la cosa finisca così per mancanza di alimentazione e cura?
Che devo fare?
E’ solamente un problema di comunicazione con lui, il mio?
Oppure dipende, solamente, dal fatto io stia ancora costruendo la mia vita (quindi non sono pienamente indipendente)?
Grazie, spero possiate aiutarmi.
Un saluto
[#1]
Gentile utente,
sarebbe meglio chiarire la frase: "Oppure dipende, solamente, dal fatto io stia ancora costruendo la mia vita (quindi non sono pienamente indipendente)?"
Frase sibillina, sia per l'età che ci dichiara, sia perché l'eventuale convivenza coi genitori -se parla di questo- non ha mai impedito di costruire relazioni di coppia ben definite.
Molto più significativo è il suo timore di essere: "una di cui gli uomini non si innamorano, una che va bene fin tanto che non si trova di meglio. Certo, mi sentirei così, perché è la storia del mio passato".
Queste frasi indicano, non un destino fatale, bensì quella che la Psicologia chiama una "profezia autoavverantesi".
In poche parole, lei è così convinta di non poter essere amata che assume atteggiamenti e dice frasi idonei a testimoniare una sua indifferenza al legame di coppia, e di conseguenza attira uomini che non vogliono impegnarsi o che comunque non si impegnano con lei.
Scrive: "a me manca la quotidianità, manca sentire di piacergli davvero"; e poco oltre: "Mi manca il dialogo e non so come comportarmi".
Analizzi la sua comunicazione con questo suo "friend with benefits", come lo chiamano gli inglesi, o come più brutalmente lo definiscono gli italiani "trombamico".
Risalga alle prime uscite, e soprattutto alla prima volta che ha fatto l'amore con lui.
In genere quello è il punto di svolta: o si vuole una relazione d'amore, o si vuole una relazione senza impegno. Cosa ha dichiarato di cercare, con le parole e coi gesti?
Per lei sarebbe utilissimo un corso sulla costruzione del rapporto di coppia, sulla comunicazione o sulla seduzione.
Attraverso questo conoscerebbe anche meglio sé stessa, i suoi desideri e le sue risorse.
Auguri.
sarebbe meglio chiarire la frase: "Oppure dipende, solamente, dal fatto io stia ancora costruendo la mia vita (quindi non sono pienamente indipendente)?"
Frase sibillina, sia per l'età che ci dichiara, sia perché l'eventuale convivenza coi genitori -se parla di questo- non ha mai impedito di costruire relazioni di coppia ben definite.
Molto più significativo è il suo timore di essere: "una di cui gli uomini non si innamorano, una che va bene fin tanto che non si trova di meglio. Certo, mi sentirei così, perché è la storia del mio passato".
Queste frasi indicano, non un destino fatale, bensì quella che la Psicologia chiama una "profezia autoavverantesi".
In poche parole, lei è così convinta di non poter essere amata che assume atteggiamenti e dice frasi idonei a testimoniare una sua indifferenza al legame di coppia, e di conseguenza attira uomini che non vogliono impegnarsi o che comunque non si impegnano con lei.
Scrive: "a me manca la quotidianità, manca sentire di piacergli davvero"; e poco oltre: "Mi manca il dialogo e non so come comportarmi".
Analizzi la sua comunicazione con questo suo "friend with benefits", come lo chiamano gli inglesi, o come più brutalmente lo definiscono gli italiani "trombamico".
Risalga alle prime uscite, e soprattutto alla prima volta che ha fatto l'amore con lui.
In genere quello è il punto di svolta: o si vuole una relazione d'amore, o si vuole una relazione senza impegno. Cosa ha dichiarato di cercare, con le parole e coi gesti?
Per lei sarebbe utilissimo un corso sulla costruzione del rapporto di coppia, sulla comunicazione o sulla seduzione.
Attraverso questo conoscerebbe anche meglio sé stessa, i suoi desideri e le sue risorse.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Grazie Dr.ssa Potenza,
davvero ci provo ad analizzare la comunicazione con lui, ma mi manca il verbale soprattutto.
La prima volta con lui non è stata di impulso, è avvenuta dopo qualche uscita ed avevo il desiderio di conoscerlo anche da quel punto di vista e, pure, di comunicare con lui anche da quel punto di vista. No, in passato non ho fatto così, sono stata meno attenta a me e bruciavo i momenti.
Quando ci siamo conosciuti, io mi sono limitata a dire che speravo di conoscere qualcuno di sensibile; non ho mai avuto storie lunghe.
Lui, invece, proviene da storie 'serie'; chissà forse io sono arrivata proprio come rottura rispetto ai suoi precedenti..
Forse il mio cv fa credere, per default, che io non desideri una storia 'seria'.
Resta che non so che devo fare; vorrei capire se c'è possibilità di evoluzione con lui e lui con me o meno. E non capisco se queste cose si capiscano verbalmente (perchè lo si esplicita) o dai comportamenti. Forse da entrambi; ma resta che penso che in 6 mesi si possa dire se si ha voglia di un pò di più con una persona o meno. O sbaglio?
Il punto è che ho paura di prendere il discorso; non voglio rimanerci male. Mi sento di non piacergli in modo speciale ed, allora, a questo punto che devo fare? Lasciare che la conoscenza si interrompa in autonomia?
P.s.: esistono corsi di costruzione della coppia, di seduzione, etc etc? E chi li effettua?
Di nuovo grazie, un saluto
davvero ci provo ad analizzare la comunicazione con lui, ma mi manca il verbale soprattutto.
La prima volta con lui non è stata di impulso, è avvenuta dopo qualche uscita ed avevo il desiderio di conoscerlo anche da quel punto di vista e, pure, di comunicare con lui anche da quel punto di vista. No, in passato non ho fatto così, sono stata meno attenta a me e bruciavo i momenti.
Quando ci siamo conosciuti, io mi sono limitata a dire che speravo di conoscere qualcuno di sensibile; non ho mai avuto storie lunghe.
Lui, invece, proviene da storie 'serie'; chissà forse io sono arrivata proprio come rottura rispetto ai suoi precedenti..
Forse il mio cv fa credere, per default, che io non desideri una storia 'seria'.
Resta che non so che devo fare; vorrei capire se c'è possibilità di evoluzione con lui e lui con me o meno. E non capisco se queste cose si capiscano verbalmente (perchè lo si esplicita) o dai comportamenti. Forse da entrambi; ma resta che penso che in 6 mesi si possa dire se si ha voglia di un pò di più con una persona o meno. O sbaglio?
Il punto è che ho paura di prendere il discorso; non voglio rimanerci male. Mi sento di non piacergli in modo speciale ed, allora, a questo punto che devo fare? Lasciare che la conoscenza si interrompa in autonomia?
P.s.: esistono corsi di costruzione della coppia, di seduzione, etc etc? E chi li effettua?
Di nuovo grazie, un saluto
[#3]
Gentile utente,
tutta la sua storia, anche se solo accennata, sembra rimandare a una certa superficialità nella gestione dei rapporti sentimentali, compresa la sfera sessuale.
Sottolineo il termine SEMBRA per farle capire che questo è il messaggio che lei invia al mondo maschile: una ragazza, o meglio una donna, che non ha bisogno di innamorarsi, al limite nemmeno di essere veramente attratta da un uomo per far l'amore con lui, quindi, per ovvia reciprocità, non chiede nemmeno di essere amata.
Se questo avviene nella sfera più intima e riservata, quella in cui nascono le grandi emozioni, i più intensi attaccamenti, cosa può avvenire a livello di dialogo?
In altre parole, quale riconoscimento reciproco, quale simpatia esclusiva lei prova per un uomo e di conseguenza gli manifesta?
In assenza di questo, perché meravigliarsi se un partner si mantiene sul terreno dell'occasionalità, preservando i propri sentimenti?
Lei scrive: "Quando ci siamo conosciuti, io mi sono limitata a dire che speravo di conoscere qualcuno di sensibile; non ho mai avuto storie lunghe".
Diciamo che le dichiarazioni d'intenti hanno senso in un rapporto di lavoro, non in una storia d'amore nemmeno cominciata, che altrimenti ne risulta condizionata, morta sul nascere.
Di seguito lei scrive una cosa giusta: l'interesse di una persona si capisce sia dalle parole che dai comportamenti, certo. Ma aggiunge: "penso che in 6 mesi si possa dire se si ha voglia di un pò di più con una persona o meno".
Anche se questa persona ha sistematicamente smontato la parte emotivo/affettiva della relazione? In che modo pensa di aver esercitato la sua forza di attrazione, se lei stessa appare tiepida e per nulla attaccata?
"Ho paura di prendere il discorso; non voglio rimanerci male". Ma che genere di discorso vorrebbe fare? Fra due innamorati non si fanno discorsi programmatici, ci si scambiano baci e carezze, si dice con parole struggenti il proprio piacere/bisogno di appartenenza reciproca.
Lei sembra non provare nulla di questo, e con il meccanismo noto in psicologia col nome di "proiezione" attribuisce a lui questa indifferenza, per cui conclude: "Mi sento di non piacergli in modo speciale ed, allora, a questo punto che devo fare? Lasciare che la conoscenza si interrompa in autonomia?"
Tanto poco le interessa quest'uomo? E si meraviglia se lui ha frenato il processo di attaccamento e si guarda bene dal lanciarsi in manifestazioni d'amore?
Ma soprattutto, cara utente: tanto poco le interessa lei stessa?
E' così dipendente da quello che vuole, sente, pensa un uomo qualsiasi? Come mai?
Nel suo caso, quello che urge è aprire il dialogo con sé stessa, per capire chi lei sia e cosa voglia davvero. Solo questo le permetterà di conoscere e perseguire le sue mete.
Venendo alla sua domanda finale: "esistono corsi di costruzione della coppia, di seduzione, etc etc? E chi li effettua?".
Li conducono gli psicologi, se sono corsi seri. Se non lo sono, vari "maestri di vita", coach, counselor e altre figure suggestive, fino ai maghi e alle cartomanti, che non dovendo rispondere legalmente di quello che fanno e mancando di vera conoscenza dei meccanismi psicologici, per lo più risultano inutili o dannosi.
Si riconoscono perché promettono la luna, danno sempre ragione al cliente e le persone che ci vanno, per misteriose ragioni, ritengono che le loro prestazioni possano essere più economiche, mentre è stato dimostrato che costano più del doppio della tariffa di uno psicologo.
Ognuno comunque è libero di scegliere quel che meglio crede.
Le faccio tanti auguri, con simpatia. Ci tenga al corrente.
tutta la sua storia, anche se solo accennata, sembra rimandare a una certa superficialità nella gestione dei rapporti sentimentali, compresa la sfera sessuale.
Sottolineo il termine SEMBRA per farle capire che questo è il messaggio che lei invia al mondo maschile: una ragazza, o meglio una donna, che non ha bisogno di innamorarsi, al limite nemmeno di essere veramente attratta da un uomo per far l'amore con lui, quindi, per ovvia reciprocità, non chiede nemmeno di essere amata.
Se questo avviene nella sfera più intima e riservata, quella in cui nascono le grandi emozioni, i più intensi attaccamenti, cosa può avvenire a livello di dialogo?
In altre parole, quale riconoscimento reciproco, quale simpatia esclusiva lei prova per un uomo e di conseguenza gli manifesta?
In assenza di questo, perché meravigliarsi se un partner si mantiene sul terreno dell'occasionalità, preservando i propri sentimenti?
Lei scrive: "Quando ci siamo conosciuti, io mi sono limitata a dire che speravo di conoscere qualcuno di sensibile; non ho mai avuto storie lunghe".
Diciamo che le dichiarazioni d'intenti hanno senso in un rapporto di lavoro, non in una storia d'amore nemmeno cominciata, che altrimenti ne risulta condizionata, morta sul nascere.
Di seguito lei scrive una cosa giusta: l'interesse di una persona si capisce sia dalle parole che dai comportamenti, certo. Ma aggiunge: "penso che in 6 mesi si possa dire se si ha voglia di un pò di più con una persona o meno".
Anche se questa persona ha sistematicamente smontato la parte emotivo/affettiva della relazione? In che modo pensa di aver esercitato la sua forza di attrazione, se lei stessa appare tiepida e per nulla attaccata?
"Ho paura di prendere il discorso; non voglio rimanerci male". Ma che genere di discorso vorrebbe fare? Fra due innamorati non si fanno discorsi programmatici, ci si scambiano baci e carezze, si dice con parole struggenti il proprio piacere/bisogno di appartenenza reciproca.
Lei sembra non provare nulla di questo, e con il meccanismo noto in psicologia col nome di "proiezione" attribuisce a lui questa indifferenza, per cui conclude: "Mi sento di non piacergli in modo speciale ed, allora, a questo punto che devo fare? Lasciare che la conoscenza si interrompa in autonomia?"
Tanto poco le interessa quest'uomo? E si meraviglia se lui ha frenato il processo di attaccamento e si guarda bene dal lanciarsi in manifestazioni d'amore?
Ma soprattutto, cara utente: tanto poco le interessa lei stessa?
E' così dipendente da quello che vuole, sente, pensa un uomo qualsiasi? Come mai?
Nel suo caso, quello che urge è aprire il dialogo con sé stessa, per capire chi lei sia e cosa voglia davvero. Solo questo le permetterà di conoscere e perseguire le sue mete.
Venendo alla sua domanda finale: "esistono corsi di costruzione della coppia, di seduzione, etc etc? E chi li effettua?".
Li conducono gli psicologi, se sono corsi seri. Se non lo sono, vari "maestri di vita", coach, counselor e altre figure suggestive, fino ai maghi e alle cartomanti, che non dovendo rispondere legalmente di quello che fanno e mancando di vera conoscenza dei meccanismi psicologici, per lo più risultano inutili o dannosi.
Si riconoscono perché promettono la luna, danno sempre ragione al cliente e le persone che ci vanno, per misteriose ragioni, ritengono che le loro prestazioni possano essere più economiche, mentre è stato dimostrato che costano più del doppio della tariffa di uno psicologo.
Ognuno comunque è libero di scegliere quel che meglio crede.
Le faccio tanti auguri, con simpatia. Ci tenga al corrente.
[#4]
Ex utente
Grazie Dr.ssa Potenza, ha colto diversi punti, anche se...(e passo ad esplicitare).
In passato, sicuramente, mi sono rapportata alle relazioni con gli uomini in modo superficiale; dopo la prima storia sentimentale conclusasi con molta sofferenza da parte mia (per l'insensibilità percepita da lui nel modo di porre termine alla storia) decisi avrei avuto solo situazioni senza impegno sentimentale e così è stato per anni.
Negli ultimi, poi, ho cercato di cambiare rotta ed atteggiamento: maggior attenzione alla prima volta, maggior conoscenza come premessa; quindi anche condivisione di aspetti della vita e di situazioni, che non fosse solo il letto.
Ma niente che si sia evoluto.
Il punto, adesso, secondo me, è questo: 1) ha ragione quando lei dice che non mi sente innamorata; il problema -per me- è dato dal fatto che in passato mi sono fatta venire gli occhi a cuore con un entusiasmo mal riposto, verso cioè qualcuno a cui di me non interessava niente e che,anzi, neppure mostrava accortezza verso di me e, allora, adesso ho il freno a mano tirato. 2) ha ragione anche a dire che mi sento 'non amabile' e questo perchè ho fatto errori vari nella mia vita che mi hanno pregiudicato sul piano lavorativo e, dunque, di realizzazione personale ed indipendenza economica; nonostante stia comunque cercando di darmi più da fare.
Con questa persona ho fatto cose che non avevo mai fatto con nessuno; cose di vita semplice ed anche con una frequenza maggiore rispetto al passato.
E' chiaro però che mi rendo conto che in 6 mesi qualcosa in pù sarebbe 'dovuto' accadere, ma per mancanza di esperienza non so cosa e neppure so come muovermi.
A me lui piace; fisicamente più di tutti gli altri, ma anche come valori ed abbiamo interessi comuni. Mi sembra un peccato non aiutare questa possibilità.
Grazie di nuovo, un cordiale saluto
In passato, sicuramente, mi sono rapportata alle relazioni con gli uomini in modo superficiale; dopo la prima storia sentimentale conclusasi con molta sofferenza da parte mia (per l'insensibilità percepita da lui nel modo di porre termine alla storia) decisi avrei avuto solo situazioni senza impegno sentimentale e così è stato per anni.
Negli ultimi, poi, ho cercato di cambiare rotta ed atteggiamento: maggior attenzione alla prima volta, maggior conoscenza come premessa; quindi anche condivisione di aspetti della vita e di situazioni, che non fosse solo il letto.
Ma niente che si sia evoluto.
Il punto, adesso, secondo me, è questo: 1) ha ragione quando lei dice che non mi sente innamorata; il problema -per me- è dato dal fatto che in passato mi sono fatta venire gli occhi a cuore con un entusiasmo mal riposto, verso cioè qualcuno a cui di me non interessava niente e che,anzi, neppure mostrava accortezza verso di me e, allora, adesso ho il freno a mano tirato. 2) ha ragione anche a dire che mi sento 'non amabile' e questo perchè ho fatto errori vari nella mia vita che mi hanno pregiudicato sul piano lavorativo e, dunque, di realizzazione personale ed indipendenza economica; nonostante stia comunque cercando di darmi più da fare.
Con questa persona ho fatto cose che non avevo mai fatto con nessuno; cose di vita semplice ed anche con una frequenza maggiore rispetto al passato.
E' chiaro però che mi rendo conto che in 6 mesi qualcosa in pù sarebbe 'dovuto' accadere, ma per mancanza di esperienza non so cosa e neppure so come muovermi.
A me lui piace; fisicamente più di tutti gli altri, ma anche come valori ed abbiamo interessi comuni. Mi sembra un peccato non aiutare questa possibilità.
Grazie di nuovo, un cordiale saluto
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.6k visite dal 19/06/2020.
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