Disturbo ossessivo-compulsivo (doc)
Salve... sono alessandra e avrei bisogno di aiuto. Il problema non riguarda me ma il mio ragazzo che ultimamente ha riscontrato dei problemi i quali ci portano a credere che è un paziente che soffre di DOC. Uno dei problemi riscontrati, oltre all'ossessione della pulizia delle mani, è il disturbo del desiderio sessuale.
Il problema è che si masturba in cam facendosi vedere da altre ragazze... è successo più volte; non pensate che sia un maniaco o cose del genere... il suo penso che sia un problema serio anche perchè soffre anche di ansia e depressione quindi penso che le cose abbiano un collegamento tra loro. Vorrei sapere come si può risolvere questa facenda... avrei bisogno di alcuni consigli. Il suo non è un capriccio ma un problema serio che spero che si possa risolvere. Per favore rispondete al più presto.
Distinti saluti
Alessandra
Il problema è che si masturba in cam facendosi vedere da altre ragazze... è successo più volte; non pensate che sia un maniaco o cose del genere... il suo penso che sia un problema serio anche perchè soffre anche di ansia e depressione quindi penso che le cose abbiano un collegamento tra loro. Vorrei sapere come si può risolvere questa facenda... avrei bisogno di alcuni consigli. Il suo non è un capriccio ma un problema serio che spero che si possa risolvere. Per favore rispondete al più presto.
Distinti saluti
Alessandra
[#1]
Gentile utente,
per quanto possibile e' necessario comprendere che le diagnosi devono essere fatte davanti ad uno specialista che possa valutare la situazione.
Il comportamento che descrive e' molto comune nell'era di internet si deve solo comprendere se per il suo ragazzo costituisce un problema oppure si configura come un 'parzialismo'.
Detto questo, e' necessario rivolgersi ad uno psichiatra, ma chi dovra' farlo sara' il suo ragazzo personalmente in modo da poter discutere con calma la situazione.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
per quanto possibile e' necessario comprendere che le diagnosi devono essere fatte davanti ad uno specialista che possa valutare la situazione.
Il comportamento che descrive e' molto comune nell'era di internet si deve solo comprendere se per il suo ragazzo costituisce un problema oppure si configura come un 'parzialismo'.
Detto questo, e' necessario rivolgersi ad uno psichiatra, ma chi dovra' farlo sara' il suo ragazzo personalmente in modo da poter discutere con calma la situazione.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
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[#2]
Gentile Alessandra,
la prima questione da approfondire sarebbe proprio perchè la richiesta di aiuto proviene da te e non direttamente dal tuo ragazzo ( prova forse timore o vergogna a parlare dei suoi diasagi? Tende a delegare ad altri? O semplicemente non vive questi comportamenti come problematici e non pensa di aver bisogno di alcun aiuto?). Parimenti va indagato se e in che modo i sintomi da te descritti interferiscono con il funzionamento sociale e lavorativo del tuo fidanzato e come ne modificano la qualità della vita.
L'aspetto della masturbazione in cam potrebbe essere letto come un "parzialismo" di tipo parafiliaco o più probabilmente come un comportamento compulsivo riconducibile alla problematica ossessiva, ma è tutto da accertare: resta comunque un aspetto limitato da indagare congiuntamente ai restanti sintomi ansiosi e depressivi. E' quindi indispensabile un consulto psichiatrico a cui segua un'accurata psicodiagnosi che, data la pluriassialità della problematica, potrebbe avvalersi dell'uso di test. (Potrebbero risultare in questo caso utili sia in un primo momento dignostico che in un secondo per l'impostazione di un piano terapeutico un paio di test proiettivi - ex Rorscach e Blacky Pictures- che indagano nello specifico i significati e l'utilizzo dei sintomi ansiosi e depressivi.) Tieni presente però che è fondamentale per una buon lavoro clinico sia di diagnosi che di terapia un "autoinvio" del paziente,in altre parole il tuo ragazzo deve trovare una sufficiente motivazione in sè stesso per rivolgersi autonomamente a persone competenti.
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia1@libero.it
la prima questione da approfondire sarebbe proprio perchè la richiesta di aiuto proviene da te e non direttamente dal tuo ragazzo ( prova forse timore o vergogna a parlare dei suoi diasagi? Tende a delegare ad altri? O semplicemente non vive questi comportamenti come problematici e non pensa di aver bisogno di alcun aiuto?). Parimenti va indagato se e in che modo i sintomi da te descritti interferiscono con il funzionamento sociale e lavorativo del tuo fidanzato e come ne modificano la qualità della vita.
L'aspetto della masturbazione in cam potrebbe essere letto come un "parzialismo" di tipo parafiliaco o più probabilmente come un comportamento compulsivo riconducibile alla problematica ossessiva, ma è tutto da accertare: resta comunque un aspetto limitato da indagare congiuntamente ai restanti sintomi ansiosi e depressivi. E' quindi indispensabile un consulto psichiatrico a cui segua un'accurata psicodiagnosi che, data la pluriassialità della problematica, potrebbe avvalersi dell'uso di test. (Potrebbero risultare in questo caso utili sia in un primo momento dignostico che in un secondo per l'impostazione di un piano terapeutico un paio di test proiettivi - ex Rorscach e Blacky Pictures- che indagano nello specifico i significati e l'utilizzo dei sintomi ansiosi e depressivi.) Tieni presente però che è fondamentale per una buon lavoro clinico sia di diagnosi che di terapia un "autoinvio" del paziente,in altre parole il tuo ragazzo deve trovare una sufficiente motivazione in sè stesso per rivolgersi autonomamente a persone competenti.
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia1@libero.it
F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica
studiopsicologia@hotmail.it
[#3]
Gentile Alessandra,
Dalle informazioni che ci comunichi si possono fare diverse congetture, si ha l'impressione comunque che il disturbo descritto vada avanti da un pò di tempo. La cosa va certamente affrontata con uno psicoterapeuta od uno psichiatra che abbia una certa casistica alle spalle. Occorre tener presente che una terapia per funzionare bene deve essere accettata e condivisa dal paziente, quindi quello che si può fare è cercare di far accettare a questo ragazzo l'idea di parlarne con uno specialista. Questo implica una modalità di affrontare lo stesso con costanza ed una buona dose di pazienza. Per quanto non sia possibile effettuare una diagnosi con così pochi elementi, non escluderei comunque del tutto la possibilità di un disturbo di personalità alla base delle varie manifestazioni.
Cordiali Saluti
Dr. G. Ronzani
Dalle informazioni che ci comunichi si possono fare diverse congetture, si ha l'impressione comunque che il disturbo descritto vada avanti da un pò di tempo. La cosa va certamente affrontata con uno psicoterapeuta od uno psichiatra che abbia una certa casistica alle spalle. Occorre tener presente che una terapia per funzionare bene deve essere accettata e condivisa dal paziente, quindi quello che si può fare è cercare di far accettare a questo ragazzo l'idea di parlarne con uno specialista. Questo implica una modalità di affrontare lo stesso con costanza ed una buona dose di pazienza. Per quanto non sia possibile effettuare una diagnosi con così pochi elementi, non escluderei comunque del tutto la possibilità di un disturbo di personalità alla base delle varie manifestazioni.
Cordiali Saluti
Dr. G. Ronzani
Cordiali Saluti
dr Giovanni Ronzani
[#5]
Gentile Alessandra,
in genere per affrontare un problema bisogna prima capire i termini del problema stesso. Occorerebbe capire se stà seguendo una psicoterapia o solo un "sostegno" e che orientamento ha lo psicoterapeuta (cognitivista, psicoterapia analitica ...) in quanto ciascun orientamento può essere più o meno efficace per uno specifico problema. E' anche importante capire se il terapeuta abbia fatto una diagnosi o meno. Qualora avessimo già queste condizioni ( psicoterapia in corso e diagnosi) ma non ci sono miglioramenti in un tempo congruo (dopo 12 - 16 sedute si dovrebbe notare qualcosa), potrebbe essere sbagliata la diagnosi oppure non si è realizzata la necessaria "relazione terapeutica" tra paziente e terapeuta. Queste ovviamente sono solo delle ipotesi e vanno considerate come tali. Cordiali Saluti
Dr. G. Ronzani
in genere per affrontare un problema bisogna prima capire i termini del problema stesso. Occorerebbe capire se stà seguendo una psicoterapia o solo un "sostegno" e che orientamento ha lo psicoterapeuta (cognitivista, psicoterapia analitica ...) in quanto ciascun orientamento può essere più o meno efficace per uno specifico problema. E' anche importante capire se il terapeuta abbia fatto una diagnosi o meno. Qualora avessimo già queste condizioni ( psicoterapia in corso e diagnosi) ma non ci sono miglioramenti in un tempo congruo (dopo 12 - 16 sedute si dovrebbe notare qualcosa), potrebbe essere sbagliata la diagnosi oppure non si è realizzata la necessaria "relazione terapeutica" tra paziente e terapeuta. Queste ovviamente sono solo delle ipotesi e vanno considerate come tali. Cordiali Saluti
Dr. G. Ronzani
[#6]
Gentile utente,
come in qualsiasi problema medico, l'iter diagnostico e terapeutico deve seguire una gerarchia. Intendo dire che la psicoterapia deve senza alcun dubbio essere un passo successivo alla valutazione di un medico specialista in psichiatria. In alcuni casi la terapia medica è sufficiente da sola, in altri può essere associata ad una forma di psicoterapia che deve essere decisa dalla specialista stesso. Andare dallo psicoterapeuta prima del consulto medico specialistico è come se, in caso di frattura ad una gamba, si andasse dal riabilitatore prima che dall'ortopedico.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
come in qualsiasi problema medico, l'iter diagnostico e terapeutico deve seguire una gerarchia. Intendo dire che la psicoterapia deve senza alcun dubbio essere un passo successivo alla valutazione di un medico specialista in psichiatria. In alcuni casi la terapia medica è sufficiente da sola, in altri può essere associata ad una forma di psicoterapia che deve essere decisa dalla specialista stesso. Andare dallo psicoterapeuta prima del consulto medico specialistico è come se, in caso di frattura ad una gamba, si andasse dal riabilitatore prima che dall'ortopedico.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#7]
Gentile utente,
concordo con quanto affermato dal collega Presta.
La valutazione psichiatrica e' indispensabile per poter diagnosticare il disturbo ed eventualmente procedere con una psicoterapia solo dopo la valutazione psichiatrica.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
concordo con quanto affermato dal collega Presta.
La valutazione psichiatrica e' indispensabile per poter diagnosticare il disturbo ed eventualmente procedere con una psicoterapia solo dopo la valutazione psichiatrica.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#8]
Perfezionato in medicine non convenzionali
Egregia Alessandra,
è da apprezzare la sua apprensione e la ricerca di una soluzione, per alleviare una situazione che protraendosi nel tempo, può condurre a problematiche veramente importanti.
Il mio approccio a questi disturbi, è di carattere fisico, integrando la letteratura internazionale, la medicina convenzionale, immunologia, ormesi e medicina biologica. Poiché quello che io applico, quotidianamente, alle persone che esamino, può sembrare non avere un fondamento scientifico, le metto una delle prime pubblicazioni che mi hanno confortato nell’applicazione della terapia.
Cominciando la ricerca bibliografica partendo da questo lavoro: Int J Psychiatry Med. 2001;31(3):311-20. Obsessive-compulsive disorder and immunocompetence effettuato dalla Boston University, Massachusetts, USA. Ho iniziato un riscontro sulle persone che venivano alla mia osservazione, con questi disturbi, anche in forma lieve, sia bambini che adulti. Ho constatato l’impegno della immunologia nelle alterazioni psichiche. La reazione autoimmune distrugge i circuiti dei gangli talamo corticali della base e genera sintomi ossessivo compulsivi. Una applicazione di questo consiste nel constatare che una prolungata azione dello stress immunologico può essere un fattore di rischio per i disturbi ossessivo compulsivi. Questo può compromettere la barriera ematoencefalica e permettere l’influsso degli autoanticorpi nel sistema nervoso centrale.
Da questo, è possibile stabilire una terapia che agisca sui reali motivi fisici che hanno determinato il disturbo, eliminando gli agenti patogeni, che ne hanno determinato la patologia. Sicuramente, non tutte le persone che hanno avuto infezioni, presenteranno disturbi psichici, ma considerando che moltissime persone presentano disturbi psichici, ansia, compulsioni, sicuramente, un approccio di questo tipo, può costituire una valida conseguenza di terapia, che agisca sugli agenti patogeni che hanno provocato l‘inizio della malattia autoimmune, con il mimetismo molecolare.
Dopo questo lavoro, successivi, recentissimi, ne hanno confermato la validità di queste terapie. ( Immunology of obsessive-compulsive disorder. 1: Psychiatr Clin North Am. 2006 Jun;29(2):445-69.), non soltanto i risultati positivi ottenuti, procedendo alla eliminazione di questi agenti patogeni.
Saluti
è da apprezzare la sua apprensione e la ricerca di una soluzione, per alleviare una situazione che protraendosi nel tempo, può condurre a problematiche veramente importanti.
Il mio approccio a questi disturbi, è di carattere fisico, integrando la letteratura internazionale, la medicina convenzionale, immunologia, ormesi e medicina biologica. Poiché quello che io applico, quotidianamente, alle persone che esamino, può sembrare non avere un fondamento scientifico, le metto una delle prime pubblicazioni che mi hanno confortato nell’applicazione della terapia.
Cominciando la ricerca bibliografica partendo da questo lavoro: Int J Psychiatry Med. 2001;31(3):311-20. Obsessive-compulsive disorder and immunocompetence effettuato dalla Boston University, Massachusetts, USA. Ho iniziato un riscontro sulle persone che venivano alla mia osservazione, con questi disturbi, anche in forma lieve, sia bambini che adulti. Ho constatato l’impegno della immunologia nelle alterazioni psichiche. La reazione autoimmune distrugge i circuiti dei gangli talamo corticali della base e genera sintomi ossessivo compulsivi. Una applicazione di questo consiste nel constatare che una prolungata azione dello stress immunologico può essere un fattore di rischio per i disturbi ossessivo compulsivi. Questo può compromettere la barriera ematoencefalica e permettere l’influsso degli autoanticorpi nel sistema nervoso centrale.
Da questo, è possibile stabilire una terapia che agisca sui reali motivi fisici che hanno determinato il disturbo, eliminando gli agenti patogeni, che ne hanno determinato la patologia. Sicuramente, non tutte le persone che hanno avuto infezioni, presenteranno disturbi psichici, ma considerando che moltissime persone presentano disturbi psichici, ansia, compulsioni, sicuramente, un approccio di questo tipo, può costituire una valida conseguenza di terapia, che agisca sugli agenti patogeni che hanno provocato l‘inizio della malattia autoimmune, con il mimetismo molecolare.
Dopo questo lavoro, successivi, recentissimi, ne hanno confermato la validità di queste terapie. ( Immunology of obsessive-compulsive disorder. 1: Psychiatr Clin North Am. 2006 Jun;29(2):445-69.), non soltanto i risultati positivi ottenuti, procedendo alla eliminazione di questi agenti patogeni.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 11.5k visite dal 24/07/2006.
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