Quale terapia scegliere?
Buonasera,
Sono una ragazza di 36 anni, carina, mediamente simpatica, autoironica e credo anche mediamente intelligente.
Ho tutto ma sono eternamente insoddisfatta.
Sono stata 13 anni, dai 20 ai 33, con un ragazzo che non ho mai amato, che non riuscivo a lasciare, che trattavo malissimo, al quale dicevo che non lo amavo e che per essere amato doveva cambiare in tantissime cose, ma con il quale rimanevo nonostante sapessi che la mia vita sarebbe stata perennemente uno schifo.
A un mese dal matrimonio ho scoperto il tradimento e questo ha fatto sì che io uscissi da questa gabbia (ho dovuto lasciarlo per forza).
Ho avuto finalmente la possibilità di ricominciare la mia vita e dire posso anche essere felice.
Dopo qualche mese incontro un ragazzo che mi piaceva più o meno al quale piacevo abbastanza ma che ho trattato male, se così si può dire, per un paio di mesi, e che mi ha Lasciato dicendo di volersi preservare.
Dopo altri 7 mesi ho incontrato un uomo meraviglioso di 45 anni che mi ha fatto innamorare di lui piano piano ma che per 11 mesi ho fatto tribolare.
Mi spiego: ho una visione, e quindi anche sensazioni annesse, dell’amore da 15enne.
Io sento solo le farfalle.
Se l’altra persona fa un minimo errore (Mangia la polpetta in un modo che a me non piace o non risponde perfettamente a tutte le domande al trivial o una mattina secondo me non è in gran forma) automaticamente passano le farfalle, mi cala, non mi sento più innamorata, e glielo faccio notare in maniera abbastanza onesta... Sono una persona a cui piace discutere.
Penso in continuazione al lo amo non lo amo (l’ho fatto anche con quell’altro 13 anni e con quello dopo per 2 mesi), e sono completamente egocentrica, fondamentalmente non do niente, a nessuno.
Chiaramente anche l’ultimo, una persona molto valida, sicura di sé e innamorata di me (qualcosa di positivo ce l’ho), non ce l’ha fatta e sono stata mollata, giustamente.
Pensavo fosse l’uomo della mia vita ma non capisco perché a cadenze regolari io debba avere questi disturbi ossessivo compulsivi da relazione, comunicarlI al mio compagno, diventare aggressiva e poi farmi mollare...perché spesso in realtà voglio quello, farmi mollare.
Poi dopo un po’ passa e magari per giorni sono la persona più innamorata del mondo e ho paura di perdere l’uomo con cui sto, ma dopo un po’ tornano e mi fanno diventare quella che sono.
Mi domando.
Ma so amare?
Non ho mai amato?
Amo ma non me ne accorgo?
Perché do tutto quel peso a piccoli errori che fa l’uomo con cui sto e mi fa perdere interesse nei suoi confronti?
Perché pensare e dire ce ne sono in giro meglio di te.
Perché non do niente e ricevo e basta?
Perché non penso mai all’altro e agli altri in generale?
Pare che io sia talmente concentrata su me stessa che non riesco a vedere oltre e mi incastro su queste dinamiche ma la domanda è: perché entro in queste dinamiche?
Sono meccanismi di difesa?
Non mi innamoro veramente?
Io non voglio passare una vita così! Quale terapia mi serve?
Grazie
Sono una ragazza di 36 anni, carina, mediamente simpatica, autoironica e credo anche mediamente intelligente.
Ho tutto ma sono eternamente insoddisfatta.
Sono stata 13 anni, dai 20 ai 33, con un ragazzo che non ho mai amato, che non riuscivo a lasciare, che trattavo malissimo, al quale dicevo che non lo amavo e che per essere amato doveva cambiare in tantissime cose, ma con il quale rimanevo nonostante sapessi che la mia vita sarebbe stata perennemente uno schifo.
A un mese dal matrimonio ho scoperto il tradimento e questo ha fatto sì che io uscissi da questa gabbia (ho dovuto lasciarlo per forza).
Ho avuto finalmente la possibilità di ricominciare la mia vita e dire posso anche essere felice.
Dopo qualche mese incontro un ragazzo che mi piaceva più o meno al quale piacevo abbastanza ma che ho trattato male, se così si può dire, per un paio di mesi, e che mi ha Lasciato dicendo di volersi preservare.
Dopo altri 7 mesi ho incontrato un uomo meraviglioso di 45 anni che mi ha fatto innamorare di lui piano piano ma che per 11 mesi ho fatto tribolare.
Mi spiego: ho una visione, e quindi anche sensazioni annesse, dell’amore da 15enne.
Io sento solo le farfalle.
Se l’altra persona fa un minimo errore (Mangia la polpetta in un modo che a me non piace o non risponde perfettamente a tutte le domande al trivial o una mattina secondo me non è in gran forma) automaticamente passano le farfalle, mi cala, non mi sento più innamorata, e glielo faccio notare in maniera abbastanza onesta... Sono una persona a cui piace discutere.
Penso in continuazione al lo amo non lo amo (l’ho fatto anche con quell’altro 13 anni e con quello dopo per 2 mesi), e sono completamente egocentrica, fondamentalmente non do niente, a nessuno.
Chiaramente anche l’ultimo, una persona molto valida, sicura di sé e innamorata di me (qualcosa di positivo ce l’ho), non ce l’ha fatta e sono stata mollata, giustamente.
Pensavo fosse l’uomo della mia vita ma non capisco perché a cadenze regolari io debba avere questi disturbi ossessivo compulsivi da relazione, comunicarlI al mio compagno, diventare aggressiva e poi farmi mollare...perché spesso in realtà voglio quello, farmi mollare.
Poi dopo un po’ passa e magari per giorni sono la persona più innamorata del mondo e ho paura di perdere l’uomo con cui sto, ma dopo un po’ tornano e mi fanno diventare quella che sono.
Mi domando.
Ma so amare?
Non ho mai amato?
Amo ma non me ne accorgo?
Perché do tutto quel peso a piccoli errori che fa l’uomo con cui sto e mi fa perdere interesse nei suoi confronti?
Perché pensare e dire ce ne sono in giro meglio di te.
Perché non do niente e ricevo e basta?
Perché non penso mai all’altro e agli altri in generale?
Pare che io sia talmente concentrata su me stessa che non riesco a vedere oltre e mi incastro su queste dinamiche ma la domanda è: perché entro in queste dinamiche?
Sono meccanismi di difesa?
Non mi innamoro veramente?
Io non voglio passare una vita così! Quale terapia mi serve?
Grazie
[#1]
Gentile ragazza,
sì, una terapia potrebbe giovarLe.
Dico "potrebbe" se prendiamo in considerazione i sintomi che Lei descrive,
ma non sappiamo nulla del Suo reale desiderio di cambiare
e dell'impegno che profonderebbe.
Una terapia introspettiva sarebbe indicata a metter mano alle dinamiche relative all'attaccamento,
ma - tenendo conto che le stesse possono scattare anche nei confonti del/la Psicoterapeuta - la domanda è anche
"Quale Terapeuta scegliere?"
Tuttavia, al fine di documentarsi sui differenti approcci,
Le sarà utile leggere
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
sì, una terapia potrebbe giovarLe.
Dico "potrebbe" se prendiamo in considerazione i sintomi che Lei descrive,
ma non sappiamo nulla del Suo reale desiderio di cambiare
e dell'impegno che profonderebbe.
Una terapia introspettiva sarebbe indicata a metter mano alle dinamiche relative all'attaccamento,
ma - tenendo conto che le stesse possono scattare anche nei confonti del/la Psicoterapeuta - la domanda è anche
"Quale Terapeuta scegliere?"
Tuttavia, al fine di documentarsi sui differenti approcci,
Le sarà utile leggere
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 662 visite dal 11/06/2020.
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