Strana mancanza di desiderio sessuale
Buongiorno,
sono una donna di 40 anni, bisessuale dall'età di 25 anni, sposata con una donna da qualche anno.
Sessualmente sono sempre stata abbastanza attiva, parecchi partner sessuali (la maggioranza uomini) coi quali non ho mai avuto problemi ad avere piacere ed orgasmo.
Non ho avuto problemi col mio coming-out, anzi forse ho avuto più problemi a digerire il fatto che, dopo aver scoperto che mi piacciono le donne, ho scoperto che mi piacevano ancora gli uomini.
Io e mia moglie abbiamo avuto una storia "normale", come qualsiasi coppia all'inizio sono fuoco e fiamme e poi piano piano la cosa si calma.
Sono in terapia analitica da 2 anni con un terapista maschio e in effetti abbiamo lavorato (stiamo ancora lavorando) sul "complesso paterno".
Ho avuto diversi problemi di erotizzazione in fase di transfert, ma insieme li abbiamo superati.
In effetti è stato un periodo in cui tendevo a erotizzare qualsiasi relazione in cui ero in posizione "inferiore".
Con mia moglie le cose andavano un po' così-così: lei dice di non essere in grado di sedurmi, e in effetti io non la trovo seducente, spesso faccio l'amore con lei più bisogno di vicinanza, o per acconsentire, che per un reale mio desiderio.
Paradossalmente non ho mai trovato difficoltà a raggiungere l'orgasmo.
Poi è successa una cosa spiacevole.
In un periodo in cui ero interessata ad esperienze BDSM, mi sono spinta in un locale col mio migliore amico.
Lui voleva giocare con me e io non sono stata in grado di sottrarmi, nonostante fuori dal locale avessi già espresso la mia volontà di non fare alcunché di sessuale con lui, mi sono ritrovata nella situazione in cui lui mi ha messo le mani addosso e io non ho potuto sottrarmi.
Questa cosa mi ha segnata per diverso tempo, l'abbiamo trattata in terapia.
Non sono sicura di cosa mi stia succedendo, il desiderio sessuale in effetti non è assente, quando sono da sola mi soddisfo volentieri, ma è il farlo con un'altra persona che mi da problemi.
Adesso non ho più desideri di cercare cose strane tipo BDSM, tanto meno cercare sesso e soddisfazione altrove, piuttosto non ho più alcun desiderio conscio.
Se volessi fare sesso lo faccio e non ho problemi a raggiungere l'orgasmo, solo lo trovo poco coinvolgente e poco attraente.
Questa cosa mi fa sentire in colpa verso mia moglie, che crede di non essere attraente e sexy.
Anche se lo fa per problemi psicologici suoi (non si piace e si sente costantemente in torto e mai "abbastanza"), mi rendo conto che finché lei non smette di approcciarsi a me in modalità "ti prego amami, non mi sento amabile" a me sembra di fare l'amore con una bambina e proprio ho difficoltà in questo.
Ecco, stranamente in questo periodo siamo più affiatate che mai, emotivamente molto vicine e in sintonia.
Ma non tra le coperte.
Nemmeno lei mi cerca più come una volta, ma quando succede poi il rapporto è sbrigativo e genitale.
Sono un po' confusa a riguardo.
sono una donna di 40 anni, bisessuale dall'età di 25 anni, sposata con una donna da qualche anno.
Sessualmente sono sempre stata abbastanza attiva, parecchi partner sessuali (la maggioranza uomini) coi quali non ho mai avuto problemi ad avere piacere ed orgasmo.
Non ho avuto problemi col mio coming-out, anzi forse ho avuto più problemi a digerire il fatto che, dopo aver scoperto che mi piacciono le donne, ho scoperto che mi piacevano ancora gli uomini.
Io e mia moglie abbiamo avuto una storia "normale", come qualsiasi coppia all'inizio sono fuoco e fiamme e poi piano piano la cosa si calma.
Sono in terapia analitica da 2 anni con un terapista maschio e in effetti abbiamo lavorato (stiamo ancora lavorando) sul "complesso paterno".
Ho avuto diversi problemi di erotizzazione in fase di transfert, ma insieme li abbiamo superati.
In effetti è stato un periodo in cui tendevo a erotizzare qualsiasi relazione in cui ero in posizione "inferiore".
Con mia moglie le cose andavano un po' così-così: lei dice di non essere in grado di sedurmi, e in effetti io non la trovo seducente, spesso faccio l'amore con lei più bisogno di vicinanza, o per acconsentire, che per un reale mio desiderio.
Paradossalmente non ho mai trovato difficoltà a raggiungere l'orgasmo.
Poi è successa una cosa spiacevole.
In un periodo in cui ero interessata ad esperienze BDSM, mi sono spinta in un locale col mio migliore amico.
Lui voleva giocare con me e io non sono stata in grado di sottrarmi, nonostante fuori dal locale avessi già espresso la mia volontà di non fare alcunché di sessuale con lui, mi sono ritrovata nella situazione in cui lui mi ha messo le mani addosso e io non ho potuto sottrarmi.
Questa cosa mi ha segnata per diverso tempo, l'abbiamo trattata in terapia.
Non sono sicura di cosa mi stia succedendo, il desiderio sessuale in effetti non è assente, quando sono da sola mi soddisfo volentieri, ma è il farlo con un'altra persona che mi da problemi.
Adesso non ho più desideri di cercare cose strane tipo BDSM, tanto meno cercare sesso e soddisfazione altrove, piuttosto non ho più alcun desiderio conscio.
Se volessi fare sesso lo faccio e non ho problemi a raggiungere l'orgasmo, solo lo trovo poco coinvolgente e poco attraente.
Questa cosa mi fa sentire in colpa verso mia moglie, che crede di non essere attraente e sexy.
Anche se lo fa per problemi psicologici suoi (non si piace e si sente costantemente in torto e mai "abbastanza"), mi rendo conto che finché lei non smette di approcciarsi a me in modalità "ti prego amami, non mi sento amabile" a me sembra di fare l'amore con una bambina e proprio ho difficoltà in questo.
Ecco, stranamente in questo periodo siamo più affiatate che mai, emotivamente molto vicine e in sintonia.
Ma non tra le coperte.
Nemmeno lei mi cerca più come una volta, ma quando succede poi il rapporto è sbrigativo e genitale.
Sono un po' confusa a riguardo.
[#1]
Gentile signora,
non ne ha mai parlato apertamente con Sua moglie?
Perché non Le dice chiaramente ma con delicatezza ciò di cui ha bisogno con lei?
Ha provato a chiarire questo aspetto in terapia, anche valutando l'opportunità di coinvolgere la partner nelle sedute?
Cordiali saluti,
non ne ha mai parlato apertamente con Sua moglie?
Perché non Le dice chiaramente ma con delicatezza ciò di cui ha bisogno con lei?
Ha provato a chiarire questo aspetto in terapia, anche valutando l'opportunità di coinvolgere la partner nelle sedute?
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Ho provato ad affrontare il discorso sulla sessualità col terapista, ma ho sempre provato un forte imbarazzo e, siccome al di fuori dello studio l'argomento non mi imbarazza, ho pensato non fosse "mio" l'imbarazzo, ma del terapeuta.
Con mia moglie ne parlo da tempo, ma non trovo supporto o volontà di risolvere, solo una continua richiesta (di attenzione, di affetto, di approvazione) che io non sono in grado di soddisfare. È come se si aspettasse che facessi tutto il lavoro io, anche quello "suo", e chiaramente non posso.
Probabilmente in effetti il discorso è troppo complicato per una risposta su un forum.
Grazie comunque per il tentativo :-)
Con mia moglie ne parlo da tempo, ma non trovo supporto o volontà di risolvere, solo una continua richiesta (di attenzione, di affetto, di approvazione) che io non sono in grado di soddisfare. È come se si aspettasse che facessi tutto il lavoro io, anche quello "suo", e chiaramente non posso.
Probabilmente in effetti il discorso è troppo complicato per una risposta su un forum.
Grazie comunque per il tentativo :-)
[#3]
Gentile signora,
di solito il paziente non si occupa del terapeuta; è il terapeuta che si occupa del paziente! Quindi, dal momento che Lei è già in terapia, quella è la sede per affrontare e risolvere il problema. Senz'altro non sarà possibile senza la piena collaborazione della partner, ma anche per questo è il terapeuta che deve occuparsene.
Ma fino a quando Lei penserà che il terapeuta è in imbarazzo (cosa magari non vera e comunque non un Suo problema) e che la situazione è troppo complicata, Lei stessa ostacolerà il percorso di cambiamento.
Cordiali saluti,
di solito il paziente non si occupa del terapeuta; è il terapeuta che si occupa del paziente! Quindi, dal momento che Lei è già in terapia, quella è la sede per affrontare e risolvere il problema. Senz'altro non sarà possibile senza la piena collaborazione della partner, ma anche per questo è il terapeuta che deve occuparsene.
Ma fino a quando Lei penserà che il terapeuta è in imbarazzo (cosa magari non vera e comunque non un Suo problema) e che la situazione è troppo complicata, Lei stessa ostacolerà il percorso di cambiamento.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 04/06/2020.
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