Momento di forte confusione
Buongiorno a tutti.
Sono un ragazzo di quasi 26 anni e mi trovo in un forte momento di confusione in merito al mio percorso professionale.
Due anni fa, dopo alcune esperienze di lavoro, ho deciso di tornare a studiare.
Ero motivato, anche se intimorito per via della sfida (in particolare mi sentivo vecchio, disagio che ho poi affrontato in psicoterapia) pieno di entusiasmo e sicuro della mia scelta (lettere).
A distanza di un anno e mezzo la confusione regna sovrana, ho dato anche qualche esame, alcuni sono andati anche bene, ma non riesco più a capire perchè sto studiando.
Premetto che esco da un lungo periodo di forte depressione, sto andando da uno psicoterapeuta e ho smesso a febbraio con il cipralex dopo circa due anni.
Già all'età di 20 anni mollai giurisprudenza in quanto mi sono accorto ben presto che non faceva per me, da quel momento ho fatto diversi lavori, che però mi hanno solo fatto capire che nella vita è importante scegliere una strada che ti piace.
Con la terapia ho raggiunto un buon grado di consapevolezza di me stesso, migliorato il mio auto-dialogo ma da qualche mese ho cominciato a mettere in forte discussione questa scelta.
Mi sono reso conto di voler fare qualcosa per gli altri, una professione di aiuto (mi sono informato sulla figura dell'educatore, sull'infermiere ma anche oss) Non voglio certo trascinare gli studi giusto per, e non voglio certo continuare a studiare solo per dire di avere un pezzo di carta in mano, vorrei prendere in mano la mia vita e fare qualcosa che mi piace, senza dover sempre cambiare idea!! Il motivo che mi spinge a sentire un vostro parere è proprio il fatto che per la seconda volta rischio di mandare all'aria un percorso, e questo mi fa sentire molto a disagio con me stesso.
Sto lavorando in terapia su questo ma mi piacerebbe sentire un punto di vista differente.
Vi ringrazio.
Sono un ragazzo di quasi 26 anni e mi trovo in un forte momento di confusione in merito al mio percorso professionale.
Due anni fa, dopo alcune esperienze di lavoro, ho deciso di tornare a studiare.
Ero motivato, anche se intimorito per via della sfida (in particolare mi sentivo vecchio, disagio che ho poi affrontato in psicoterapia) pieno di entusiasmo e sicuro della mia scelta (lettere).
A distanza di un anno e mezzo la confusione regna sovrana, ho dato anche qualche esame, alcuni sono andati anche bene, ma non riesco più a capire perchè sto studiando.
Premetto che esco da un lungo periodo di forte depressione, sto andando da uno psicoterapeuta e ho smesso a febbraio con il cipralex dopo circa due anni.
Già all'età di 20 anni mollai giurisprudenza in quanto mi sono accorto ben presto che non faceva per me, da quel momento ho fatto diversi lavori, che però mi hanno solo fatto capire che nella vita è importante scegliere una strada che ti piace.
Con la terapia ho raggiunto un buon grado di consapevolezza di me stesso, migliorato il mio auto-dialogo ma da qualche mese ho cominciato a mettere in forte discussione questa scelta.
Mi sono reso conto di voler fare qualcosa per gli altri, una professione di aiuto (mi sono informato sulla figura dell'educatore, sull'infermiere ma anche oss) Non voglio certo trascinare gli studi giusto per, e non voglio certo continuare a studiare solo per dire di avere un pezzo di carta in mano, vorrei prendere in mano la mia vita e fare qualcosa che mi piace, senza dover sempre cambiare idea!! Il motivo che mi spinge a sentire un vostro parere è proprio il fatto che per la seconda volta rischio di mandare all'aria un percorso, e questo mi fa sentire molto a disagio con me stesso.
Sto lavorando in terapia su questo ma mi piacerebbe sentire un punto di vista differente.
Vi ringrazio.
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Gentile Utente,
fa benissimo a continuare la psicoterapia con il Collega che, a differenza di quanto posso dire io da qui, La conosce bene. Quindi, con i limiti del consulto a distanza, cercherò di offrire qualche spunto di riflessione
Intanto, può capitare a chiunque di avere una crisi a metà del percorso o comunque ad un certo punto e di perdere le coordinate, fino a pensare "non so più perché sto studiando ".
Non capita solo negli studi, ma anche in altri percorsi, di scoraggiarsi ed è più facile che questa avvenga quando non vediamo immediatamente la meta. Le è mai capitato di scoraggiarsi quando guida nella nebbia e non vede molto bene la strada? Ecco, non sa dove si trova e ha la convinzione di essere lontanissimo dalla meta, quando magari è proprio dietro l'angolo!
Ciò che può rappresentare la nebbia sono le nostre idee, le nostre paure e i nostri dubbi, ecc... e spesso ciò che facciamo come conseguenza è lasciar perdere, perché non sappiamo dove siamo e soprattutto perché non vediamo la meta.
A tutto ciò aggiungiamo la depressione, di cui io non so nulla della Sua vita, ma che molto probabilmente ha un ruolo.
Ora, perché non prova a fare un elenco di tutte le ragioni che l'hanno portata a scegliere di studiare lettere, a che cosa Le piaceva e cosa Le piace?
Provi anche a fare una lista dei vantaggi e svantaggi che avrebbe se lasciasse gli studi.
Cordiali saluti,
fa benissimo a continuare la psicoterapia con il Collega che, a differenza di quanto posso dire io da qui, La conosce bene. Quindi, con i limiti del consulto a distanza, cercherò di offrire qualche spunto di riflessione
Intanto, può capitare a chiunque di avere una crisi a metà del percorso o comunque ad un certo punto e di perdere le coordinate, fino a pensare "non so più perché sto studiando ".
Non capita solo negli studi, ma anche in altri percorsi, di scoraggiarsi ed è più facile che questa avvenga quando non vediamo immediatamente la meta. Le è mai capitato di scoraggiarsi quando guida nella nebbia e non vede molto bene la strada? Ecco, non sa dove si trova e ha la convinzione di essere lontanissimo dalla meta, quando magari è proprio dietro l'angolo!
Ciò che può rappresentare la nebbia sono le nostre idee, le nostre paure e i nostri dubbi, ecc... e spesso ciò che facciamo come conseguenza è lasciar perdere, perché non sappiamo dove siamo e soprattutto perché non vediamo la meta.
A tutto ciò aggiungiamo la depressione, di cui io non so nulla della Sua vita, ma che molto probabilmente ha un ruolo.
Ora, perché non prova a fare un elenco di tutte le ragioni che l'hanno portata a scegliere di studiare lettere, a che cosa Le piaceva e cosa Le piace?
Provi anche a fare una lista dei vantaggi e svantaggi che avrebbe se lasciasse gli studi.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 992 visite dal 04/06/2020.
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