Come capire quanti danni ha fatto la bulimia dopo 5 anni (ancora in corso)

Buonasera,
Sono una ragazza di 20 anni, classe 1999, ormai soffro di bulimia nervosa da quando ne avevo 15 (2015) e ho già affrontato 2 ricoveri in un centro specializzato alla cura dei disturbi alimentari.
Da circa 2 anni ho abbandonato le cure farmacologiche e cognitive, causa lavoro.
Ultimamente mi sembra di accusare particolarmente gli effetti negativi del vomito (forse anche perché la reclusione ha fatto esponenzialmente aumentare il circolo vizioso abbuffata/vomito) e vorrei sapere dopo quanti anni vi sia una cronicizzazione permanente, se ci siano degli integratori specifici che possano aiutarmi nel gestire i vari scompensi ormonali, elettrolitici e cardiaci, e se sia a rischio di lacerazioni, infarto etc.
Sono abbastanza terrorizzata dalla cosa, visto che ho come un leggero fastidio al lato sx e che le giunture delle ginocchia mi facciano male anche da ferma, come se andassero "oliate".

Confido nel vostro aiuto
Cordialmente
Camilla
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Camilla,
faccio fatica a tenere insieme queste sue affermazioni:
"Sono abbastanza terrorizzata dalla cosa"
"Da circa 2 anni ho abbandonato le cure farmacologiche e cognitive, causa lavoro."

E trovo quantomeno curioso che richieda nella sezione Psicologia un parere medico sulla sua situazione.

Le domando: se fosse in ritardo ad un appuntamento importante e stesse per terminare la benzina, si fermerebbe a far rifornimento, o sceglierebbe di accelerare per non perdere tempo?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, il fatto che abbia usato questa sezione è dovuto ai parametri che ho inserito, se ha altre sezioni a suo parere più consone da consigliarmi, sono tutt'orecchie.
Per quanto riguarda ciò che ho scritto, la mia situazione attuale è alquanto dicotomica: da un lato penso al suicidio, a come non riuscirò mai veramente ad uscire da questa malattia e a quanto sia dunque inutile combattere, dall'altro vorrei provare ad avere un assaggio di normalità, trovare un equilibrio. La mia vera difficoltà è il bisogno impellente di assumere cibo, a qualsiasi ora, di qualsiasi tipo, il non riuscire più a comprendere pienezza e sazietà e l'aver perso la capacità di (questa è una mia supposizione) digerire completamente ciò che ingerisco, visto che ho un costante reflusso gastroesofageo/ ruminazione che poi mi inducono ancor più al vomito.
Non lo so cosa farei dottoressa, so cosa dovrei fare, ma tra fare ciò che ha più senso e ciò che in quel momento sembrerebbe più accomodante, ho sempre avuto moltissima difficoltà a scegliere.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Io credo che "l'algoritmo" del sito l'abbia condotta nel posto giusto.
Ma se vuole che sposti il suo quesito in gastroenterologia, lo posso fare.

Il mio consglio, però e questo: si appigli con forza a quel desiderio di assaggiare la serenità (chi di noi è "normale"?)e alla consapevolezza espressa nel titolo di essere ancora immersa nel problema e torni a chiedere aiuto di persona.
Si fermi a fare benzina.
Da qui, l'aiuto di cui Lei necessita purtroppo non glielo possiamo fornire, con tutta la buona volontà.
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