Attacchi di panico
Buongiorno,
sono una ragazza di 20 anni e studentessa universitaria.
Al mio 3 anno di Liceo (più di 4 anni fa) ho iniziato ad avere i miei primi attacchi di panico (oggi ritengo sia stato a causa di qualche professore troppo esigente e del mio ex ragazzo che non dimostrava più di tenere a me e nonostante questo io ho esitato molto prima di chiudere il rapporto). La situazione è andata man mano peggiorando perchè il mio bisogno di compagnia e di comprensione durante questi momenti non è mai stato soddisfatto. Così tutt’oggi. L’unica differenza è che prima mi sono lasciata totalmente abbattere da questi attacchi di panico, passavo le giornate a letto e ho pensato di rinunciare alla scuola, lasciando che persino il desiderio di morte mi divorasse. Oggi riesco a controllare molto di più i pensieri negativi, ma i sintomi non sembrano affatto diversi, anzi. È come se cercassi di opprimere aspetti della mia vita che non voglio affrontare, il che va bene al momento dell’attacco di panico poiché mi aiuta a superarlo, ma è inevitabile che questo modo di fare non impedisca la possibilità di futuri attacchi.
Mi sono rivolta inizialmente ad uno psicologo, ma dopo le prime 3/4 sedute non mi sentivo affatto soddisfatta, anzi credo che quegli incontri abbiano solo favorito l’aggiunta di restrizioni da parte dei miei genitori nei miei confronti (e non ne avevo affatto bisogno dal momento che, invece, avevo un terribile bisogno di evasione).
In seguito ho fatto una visita neurologica, ma il Dottore, direi con troppa leggerezza e sveltezza, ha concluso che fossero solo ansie normalissime dovute alla scuola e mi ha raccomandato l’uso di qualche pillola di valeriana.
Come temevo la situazione non si è mai risolta, anzi con gli anni è andata sempre peggiorando e adesso soffro di attacchi di panico già dal risveglio.
Inoltre, contemporaneamente agli attacchi di panico, ho iniziato a soffrire di incubi, puntualmente ogni notte! Questa sensazione di malessere mi capita 7 mattine su 10, e se non ho nessun impegno fuori casa mi dura dalle 2 alle 3 ore, ed è accompagnata da tachicardia e giramenti di testa (come se la sentissi più leggera rispetto al resto del corpo), inoltre devo muovere spesso molto veloce le gambe altrimenti lascerei spazio a delle sorta di scatti di qualsiasi parte del corpo.
Purtroppo mi ritrovo anche stavolta coinvolta in una relazione che non contribuisce alla mia serenità, e nemmeno l’ansia per le questioni riguardanti lo studio è sparita.
Vorrei disperatamente qualche consiglio dal momento che in questo stato non riesco a studiare e questo pensiero durante l’attacco di panico paradossalmente non fa altro che peggiorare la mia situazione.
sono una ragazza di 20 anni e studentessa universitaria.
Al mio 3 anno di Liceo (più di 4 anni fa) ho iniziato ad avere i miei primi attacchi di panico (oggi ritengo sia stato a causa di qualche professore troppo esigente e del mio ex ragazzo che non dimostrava più di tenere a me e nonostante questo io ho esitato molto prima di chiudere il rapporto). La situazione è andata man mano peggiorando perchè il mio bisogno di compagnia e di comprensione durante questi momenti non è mai stato soddisfatto. Così tutt’oggi. L’unica differenza è che prima mi sono lasciata totalmente abbattere da questi attacchi di panico, passavo le giornate a letto e ho pensato di rinunciare alla scuola, lasciando che persino il desiderio di morte mi divorasse. Oggi riesco a controllare molto di più i pensieri negativi, ma i sintomi non sembrano affatto diversi, anzi. È come se cercassi di opprimere aspetti della mia vita che non voglio affrontare, il che va bene al momento dell’attacco di panico poiché mi aiuta a superarlo, ma è inevitabile che questo modo di fare non impedisca la possibilità di futuri attacchi.
Mi sono rivolta inizialmente ad uno psicologo, ma dopo le prime 3/4 sedute non mi sentivo affatto soddisfatta, anzi credo che quegli incontri abbiano solo favorito l’aggiunta di restrizioni da parte dei miei genitori nei miei confronti (e non ne avevo affatto bisogno dal momento che, invece, avevo un terribile bisogno di evasione).
In seguito ho fatto una visita neurologica, ma il Dottore, direi con troppa leggerezza e sveltezza, ha concluso che fossero solo ansie normalissime dovute alla scuola e mi ha raccomandato l’uso di qualche pillola di valeriana.
Come temevo la situazione non si è mai risolta, anzi con gli anni è andata sempre peggiorando e adesso soffro di attacchi di panico già dal risveglio.
Inoltre, contemporaneamente agli attacchi di panico, ho iniziato a soffrire di incubi, puntualmente ogni notte! Questa sensazione di malessere mi capita 7 mattine su 10, e se non ho nessun impegno fuori casa mi dura dalle 2 alle 3 ore, ed è accompagnata da tachicardia e giramenti di testa (come se la sentissi più leggera rispetto al resto del corpo), inoltre devo muovere spesso molto veloce le gambe altrimenti lascerei spazio a delle sorta di scatti di qualsiasi parte del corpo.
Purtroppo mi ritrovo anche stavolta coinvolta in una relazione che non contribuisce alla mia serenità, e nemmeno l’ansia per le questioni riguardanti lo studio è sparita.
Vorrei disperatamente qualche consiglio dal momento che in questo stato non riesco a studiare e questo pensiero durante l’attacco di panico paradossalmente non fa altro che peggiorare la mia situazione.
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Gent.le ragazza,
stante che lei, come ci riferisce, ha già indagato possibili cause organiche alla base del suo disturbo, dal mio punto di vista risulta necessario, adesso, valutare possibili fattori psicologici.
Dalla sua storia, si evince che il suo disturbo va avanti da diverso tempo ed è iniziato in concomitanza ad eventi stressanti che le sono successi.
Come è ben noto in psicologia clinica, infatti, lo stress è un fattore di rischio che può, se protratto nel tempo, squilibrare i sistemi neurofisiologici deputati al controllo delle emozioni, in particolare nel suo caso dell'ansia.
Pertanto, il mio consiglio è quello di riprendere il percorso psicologico e, se lo ritiene opportuno, valutare anche la modalità on-line, ormai abbastanza diffusa, che risulta utile in molte situazioni per superare le inibizioni che possono caratterizzare il primo contatto psicologo-paziente.
stante che lei, come ci riferisce, ha già indagato possibili cause organiche alla base del suo disturbo, dal mio punto di vista risulta necessario, adesso, valutare possibili fattori psicologici.
Dalla sua storia, si evince che il suo disturbo va avanti da diverso tempo ed è iniziato in concomitanza ad eventi stressanti che le sono successi.
Come è ben noto in psicologia clinica, infatti, lo stress è un fattore di rischio che può, se protratto nel tempo, squilibrare i sistemi neurofisiologici deputati al controllo delle emozioni, in particolare nel suo caso dell'ansia.
Pertanto, il mio consiglio è quello di riprendere il percorso psicologico e, se lo ritiene opportuno, valutare anche la modalità on-line, ormai abbastanza diffusa, che risulta utile in molte situazioni per superare le inibizioni che possono caratterizzare il primo contatto psicologo-paziente.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 915 visite dal 03/06/2020.
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