Come recuperare l alleanza terapeutica?
Buona sera a tutti,
mi scuso ma sono in un momento molto difficile.
Ho avuto la mia prima crisi depressiva a 19 anni per una ragazza (adesso ne ho 32).
Questa persona aveva già un ragazzo anche se mi dichiarava amore e io alla fine sono crollato perché mi innamoravo ma non riuscivo a capire la sua ambiguità.
Dico questa cosa solo perché è collegata al mio problema.
Ho preso farmaci e per alcuni anni con l aiuto di una psicoterapeuta nella mia città di origine mi sono riuscito a riprendere.
Sono uscito dalla mia città per studio e sono rinato dopo tanti anni.
Con il presentarsi del primo lavoro nuovi problemi.
Mi ambiento difficilmente ed è spesso così.
Con la mia terapeuta abbiamo deciso che era Meglio stare nella città in cui avevo studiato anche per non cadere in grandi conflitti con i miei genitori visti i miei problemi (non capiti).
La strategia ha funzionato portandomi però a molte forme di evitamento.
La cosa è andata avanti così finché non ho avuto il nominativo di un altra terapeuta nella città in cui vivo.
Devo dire che mi è stata da subito utile per la mia fiducia e ho avuto qualche momento di felicità.
Per me l andare in terapia mi dava speranza fiducia forza.
Negli ultimi mesi avevo preso la decisione di fare uno stop da lavoro per stanchezza.
Anche con il Covid avevo sempre la mia terapeuta qui che mi supportava e ero felice.
Ad un certo punto però un nuovo crack.
Ho scoperto casualmente che la mia terapeuta è sposata con figli e mi è caduto il mondo addosso.
Sono stato malissimo ne ho parlato subito con lei del perché non me l aveva fatto mai intuire etc.
e è da due mesi che ne parliamo ma mi sento sempre più debole.
Con un sogno cercherò di spiegare come mi sento.
ho sognato che con il marito erano i vicini di casa dei miei genitori quando ero piccolo.
Volto la testa e interrompo il filo conduttore del transfert perché non siamo più in due ma in tre e non una terapia a domicilio anche se per un ora nella propria/mia casa ma nella casa del vicino.
Per questo sto malissimo anche per il punto di riferimento che rappresenta/va in una citta Dove sono + o - solo.
ho iniziato a fare fantasie sulla sua vita coniugale e non riesco più a comcentrarmi sui miei problemi e sul nostro rapporto terapeutico.
Ho riportato il motivo della mia prima crisi depressiva per il tema del "terzo" che poi è come mi sento (anche di questo abbiamo parlato).
Poi stimo molto questa persona e mi ha regalato delle bellissime ore di terapia quindi adesso non so veramente più cosa fare.
Di notte mi manca il respiro o tossisco anche se fa molto caldo (sono arrivato a pensieri suicidari).
Nel frattempo ho accettato un lavoro preso con queste preoccupazioni in testa e non sto benissimo.
In cambiamento più che mai avevo/ho bisogno di una mano amica che mi supporti e speravo tanto potesse essere quella di questa persona.
Questo è un po' il quanto e purtroppo sono sempre più stanco.
Chiedo qualche vostro gentile spunto.
Grazie a chiunque mi risponderà.
F.
mi scuso ma sono in un momento molto difficile.
Ho avuto la mia prima crisi depressiva a 19 anni per una ragazza (adesso ne ho 32).
Questa persona aveva già un ragazzo anche se mi dichiarava amore e io alla fine sono crollato perché mi innamoravo ma non riuscivo a capire la sua ambiguità.
Dico questa cosa solo perché è collegata al mio problema.
Ho preso farmaci e per alcuni anni con l aiuto di una psicoterapeuta nella mia città di origine mi sono riuscito a riprendere.
Sono uscito dalla mia città per studio e sono rinato dopo tanti anni.
Con il presentarsi del primo lavoro nuovi problemi.
Mi ambiento difficilmente ed è spesso così.
Con la mia terapeuta abbiamo deciso che era Meglio stare nella città in cui avevo studiato anche per non cadere in grandi conflitti con i miei genitori visti i miei problemi (non capiti).
La strategia ha funzionato portandomi però a molte forme di evitamento.
La cosa è andata avanti così finché non ho avuto il nominativo di un altra terapeuta nella città in cui vivo.
Devo dire che mi è stata da subito utile per la mia fiducia e ho avuto qualche momento di felicità.
Per me l andare in terapia mi dava speranza fiducia forza.
Negli ultimi mesi avevo preso la decisione di fare uno stop da lavoro per stanchezza.
Anche con il Covid avevo sempre la mia terapeuta qui che mi supportava e ero felice.
Ad un certo punto però un nuovo crack.
Ho scoperto casualmente che la mia terapeuta è sposata con figli e mi è caduto il mondo addosso.
Sono stato malissimo ne ho parlato subito con lei del perché non me l aveva fatto mai intuire etc.
e è da due mesi che ne parliamo ma mi sento sempre più debole.
Con un sogno cercherò di spiegare come mi sento.
ho sognato che con il marito erano i vicini di casa dei miei genitori quando ero piccolo.
Volto la testa e interrompo il filo conduttore del transfert perché non siamo più in due ma in tre e non una terapia a domicilio anche se per un ora nella propria/mia casa ma nella casa del vicino.
Per questo sto malissimo anche per il punto di riferimento che rappresenta/va in una citta Dove sono + o - solo.
ho iniziato a fare fantasie sulla sua vita coniugale e non riesco più a comcentrarmi sui miei problemi e sul nostro rapporto terapeutico.
Ho riportato il motivo della mia prima crisi depressiva per il tema del "terzo" che poi è come mi sento (anche di questo abbiamo parlato).
Poi stimo molto questa persona e mi ha regalato delle bellissime ore di terapia quindi adesso non so veramente più cosa fare.
Di notte mi manca il respiro o tossisco anche se fa molto caldo (sono arrivato a pensieri suicidari).
Nel frattempo ho accettato un lavoro preso con queste preoccupazioni in testa e non sto benissimo.
In cambiamento più che mai avevo/ho bisogno di una mano amica che mi supporti e speravo tanto potesse essere quella di questa persona.
Questo è un po' il quanto e purtroppo sono sempre più stanco.
Chiedo qualche vostro gentile spunto.
Grazie a chiunque mi risponderà.
F.
[#1]
Gentile F.,
é con la Sua Psicoterapeuta che dovrete affrontare il problema.
D'altra parte lavorando sulla relazione con la terapeuta lavorate anche sul "tema del terzo": la relazione terapeutica rappresenta infatti una esperienza correttiva,
non un luogo/tempo dove "sfogarsi" o dove ricevere rassicurazioni, come molti ritengono sbagliando.
E dunque se la situazione Le risulta pesante
veda in controluce il lavoro che state facendo
sull'ieri e sull'oggi contemporaneamente.
Solo così ci si spiega il Suo smarrimento di fronte alla scoperta che la Professionista è coniugata
e che non glielo aveva detto (è ovvio, naturalmente!).
Noi qui possiamo unicamente indicarLe la via,
come già è stato fatto nel precedente consulto.
E' la via che peraltro Lei sta già percorrendo
sia pure con fatica.
Saluti cordiai.
Dott. Brunialti
é con la Sua Psicoterapeuta che dovrete affrontare il problema.
D'altra parte lavorando sulla relazione con la terapeuta lavorate anche sul "tema del terzo": la relazione terapeutica rappresenta infatti una esperienza correttiva,
non un luogo/tempo dove "sfogarsi" o dove ricevere rassicurazioni, come molti ritengono sbagliando.
E dunque se la situazione Le risulta pesante
veda in controluce il lavoro che state facendo
sull'ieri e sull'oggi contemporaneamente.
Solo così ci si spiega il Suo smarrimento di fronte alla scoperta che la Professionista è coniugata
e che non glielo aveva detto (è ovvio, naturalmente!).
Noi qui possiamo unicamente indicarLe la via,
come già è stato fatto nel precedente consulto.
E' la via che peraltro Lei sta già percorrendo
sia pure con fatica.
Saluti cordiai.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
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