Perché non riesco a stare solo con me stesso?

Buonasera ho 28 anni e 9 mesi fa ho chiuso una relazione durata più di 10 anni.
È stata una decisione presa sul momento, della quale non mi pento assolutamente.
Purtroppo con lei ho anche perso la mia compagnia di amici.

Qualcosa in me è cambiato, non riuscivo più a fermarmi.
Ho fatto un viaggio da solo, ero sempre in giro, ho iniziato a frequentare i colleghi e a cogliere qualunque occasione.
L’idea era di ricostruire tutto.
Ho anche comprato un piccolo appartamento a Milano e sono andato a vivere da solo
La mia ragazza dimenticata.
Da subito in realtà; a lei non ho più pensato, mi sembra la vita di un altro.

Poi è arrivato il freddo, le occasioni sempre meno e mi ritrovo di nuovo solo.

In realtà non sono proprio solo.
In questi mesi ho conosciuto 2 ragazze e siamo diventati molto amici.
Ho anche un buon numero di conoscenti.

Nonostante ciò mi sento sempre solo.
Sono rapporti superficiali, persone che riesco a frequentare raramente.
È vero, con le mie amiche ho un rapporto molto bello, sono presenti e ci sentiamo quasi tutti i giorni ma sento la mancanza di amicizie maschili o forse di una fidanzata.
Inoltre frequentare ragazze fidanzate non è così semplice.

Il 2020 è iniziato con depressione e ansia, al punto da pensare di andare da uno psichiatra.
Mai andato a causa del coronavirus
Durante i 2 mesi di isolamento sono stato meglio, l’ansia è passata.
Ero a casa da solo ma lo erano tutti.
In parte perché ho sentito di più la vicinanza, seppur virtuale, di conoscenti e colleghi: tutti si sentivano un po’ soli.
(Ho anche conosciuto alcune ragazze tramite un’app famosa, con una sono uscito appena è stato possibile.
Non è andata bene, non importa, ma qui si aprirebbe un capitolo di preoccupazioni che ho sul non aver avuto esperienze con ragazze sconosciute negli ultimi 10 anni).

Purtroppo ora la situazione di isolamento è peggiore.
Ho cambiato azienda durante il lockdown, non conosco nessun collega e sarò in smart working fino ad ottobre.
Le persone di cui ho parlato sopra sono tornate alle loro regioni d’origine e ci resteranno tutta l’estate.
A cui si aggiunge l’isolamento sociale generale per cui tutte le attività sono state sospese.

L’idea di passare 3-4 mesi in casa più solo che mai mi spaventa.

Tutte queste esperienze mi hanno fatto crescere di anni in pochi mesi, mi sono buttato a fare cose per me prima impensabili ma non trovo stabilità emotiva e mentale.
È vero, rispetto ad 1 anno fa non c’è nulla che sia rimasto uguale nella mia vita, forse ci vuole tempo ma quanto ancora?
Vorrei un po’ di serenità, ma non riesco a trovarla, corro continuamente in cerca di persone.
Porto avanti lavoro, università, sport perché devo.
Prima erano cose che mi piacevano.
I successi personali non mi interessano perché non ho nessuno con cui condividerli.
Perché non riesco a stare solo con me stesso?
In fondo, anche se con fatica, 1-2 occasioni di uscita a settimana sono sempre riuscito a crearmele ma per stare bene ho bisogno di frequentare persone h24
[#1]
Dr.ssa Claudia Giangregorio Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 2
Buongiorno Albero123,
curioso nickname!
Quello che scrive fa pensare ad un giovane uomo pieno di risorse ( lavoro, università, autonomia abitativa, conoscenze...), ma che fatica a finalizzare le sue energie, in cerca di una strada. Provi a capire cosa davvero è importante per lei; le relazioni sembrano vitali, ma un'area sulla quale lavorare.
Ha tutta la vita davanti, se ne prenda cura.
In bocca al lupo
Dottoressa Claudia Giangregorio

Dr.ssa Claudia Giangregorio
Psicologa, psicoterapeuta ad Orientamento sistemico relazionale

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, grazie della risposta.

Penso abbia ragione, ma non ho obiettivi significativi.
Lavoro e studi vanno già bene, investire ulteriori energie per avere una casa più grande, un'auto più bella... non è qualcosa che mi interessa più di tanto perché ho già molto più di quel che mi serve.
Sto investendo la maggior parte delle energie nelle relazioni, fondamentalmente perché la mia felicità dipende da questo.
Mi sento solo da quando mi alzo a quando vado a dormire. Quando esco e vedo coppie, gruppi di persone sto pure peggio. Quindi trovare soluzioni a questo è il mio pensiero fisso. Però i risultati sono scarsi e le possibilità sono poche.
Più passa il tempo e più tutto quanto è influenzato da questo... non so più cosa fare.
[#3]
Dr.ssa Claudia Giangregorio Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 2
Ha ragione Albero 123, il punto è proprio questo. Il suo obiettivo ora non è conquistare un bene materiale ( auto, casa più grande etc), ma imparare a conoscersi meglio e a stare bene.
Inizi a pensare cosa non funziona nelle relazioni, se ci sono delle ricorrenze, se ha capito cosa le impedisce di sentirsi a suo agio nei rapporti con gli altri; provi a capire se questa situazione le genera ansia, stress o affaticamento.
Le psicoterapie serve a questo a capire cosa le impedisce di essere felice.
Buona domenica

Dott.ssa Claudia Giangregorio
[#4]
Utente
Utente
Buonasera dottoressa, mi sono preso qualche giorno per pensare a quello che mi ha detto.
Ansia, stress, affaticamento riguardano sempre le mie relazioni, in misure diverse a seconda della situazione. Non nel momento in cui le frequento "dal vivo", ma nell'insieme della situazione.

Penso che le persone passino volentieri il tempo con me, non di rado qualcuno mi chiede di fare weekend/gite insieme... cosa impegnativa e che non fai con ti sta antipatico.
Tuttavia nessuno è mai interessato ad approfondire il rapporto oltre ad una semplice frequentazione per cui ci mettono un attimo a "mollarmi" se trovano qualcosa di meglio (ad es. nuovi amici, un partner...) oppure una volta ottenuto ciò che vogliono.
Queste ultime sono persone che allontano, se posso, una volta capito che mi vogliono solo usare.

Per gli altri, credo che la maggior parte delle persone sia così, specialmente gli uomini, dove tutto si riduce a frequentarsi solo perché si condivide qualcosa di concreto (uno sport, lavoro, hobby) ma nulla di più. Una volta che l'attività termina, queste persone scompaiono nonostante poco prima facessero gli amiconi. E 9 volte su 10 mi ritrovo a cercare piuttosto che essere cercato.
Per questo motivo trovo più appaganti amicizie femminili dove vedo interesse alla persona e sono le uniche amicizie che mi sento di considerare tali. Forse perché essendo un rapporto difficile (differenza di genere, attrazione...), si costruisce solo se sono persone con cui c'è davvero affinità. Oppure dipende da me. Non lo so.

Da qui la mia ansia, che potrei tradurre come paura di abbandono/rifiuto: mi chiedo quando qualcuno che frequento scomparirà, se faccio bene ad investire su una certa persona dopo tutte le delusioni, se rimarrò solo per sempre... e rimanere da solo mi spaventa, perché non ne sono capace.
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