Mio marito non mi desidera e mi sento svalutata come donna e femmina. sono molto arrabbiata
Buonasera, Vado subito al dunque: inizio con il dire che mio marito ha delle tendenze parafiliache relative al masochismo ed al sadismo.
In alcune occasioni mi ha raccontato alcune sue fantasie collegate all’umiliazione fisica e mentale che lui vorrebbe sia subire che infliggere.
Mi ha raccontato che fino a prima di conoscermi ed innamorarsi di me, per lui, o il sesso veniva fatto a modo suo o non lo si sarebbe fatto affatto.
Io ho 40 anni e stiamo assieme da 7 (sposati da 1), sono una bella donna e sono sempre stata abbastanza disinibita nel sesso, non ho mai avuto problemi nelle mie relazioni precedenti (anche se non sono state molte), sono sempre stata felice di dare e ricevere piacere in qualunque modo andasse a me ed al mio partner.
Devo ammettere che, sebbene il mondo del sadomasochismo in qualche forma molto, molto soft mi abbia in qualche modo attratta, le pratiche di umiliazione ad esso connesse le ho sempre trovate sgradevoli e disturbanti.
Quando ci siamo conosciuti io e mio marito non abbiamo mai avuto una grandissima intesa sessuale, ho sempre avuto la sensazione che in qualche modo lui mi attraesse e mi respingesse allo stesso tempo.
Inizialmente facevamo sesso abbastanza spesso e, anche se lui non ha mai palesato le sue tendenze, io avevo intuito qualcosa (senza però davvero comprendere il mondo intorno al quale la sua psiche gravitava).
Dice di non aver frequentato club o cose simili perché, a suo dire, è schifato dall’ambiente e le mistress non lo eccitano: preferisce persone normali come me e come le sue ex.
Ad un certo punto io ho smesso di assecondarlo e fare le cose esclusivamente a modo suo perché, dopo circa un anno ho realizzato che quello che lui chiamava sesso, per me altro non era che una masturbazione a due senza alcun tipo di coinvolgimento emotivo o affettivo.
Iniziando ad esprimere i miei desideri e necessità lui ha iniziato a tirarsi indietro, e pian piano negarsi a me con mille scuse diverse.
Sono stata molto male a causa dei suoi rifiuti e dopo mille domande e sensi di colpa, dopo aver completamente perso la mia autostima e la mia identità femminile e anni nei quali riuscivamo a stento ad avere uno o due rapporti sessuali al mese e solo per necessità, l’ho convinto a rivolgersi ad uno specialista e devo ammettere che ci siamo impegnati per trovare la nostra dimensione...Una volta terminata la terapia, c’è stato un problema di salute in famiglia: la mamma si è ammalata e nel giro di due anni è venuta a mancare a causa di un cancro.
Capendo la situazione ho cercato di essere più empatica, di rispettare i suoi spazi e stargli vicino meglio che potevo, tuttavia ben presto mi sono resa conto che per lui era l’ennesima validIssi ma scusa per negarsi alla nostra intimità.
Così il mondo mi è crollato addosso ora mi trovo con un uomo che se fa l’amore con me lo fa per farmi contenta; mi sento insignificante e brutta e ho voglia di mollare tutto e di tradirlo per sentirmi di nuovo donna, desiderata ed apprezzata.
In alcune occasioni mi ha raccontato alcune sue fantasie collegate all’umiliazione fisica e mentale che lui vorrebbe sia subire che infliggere.
Mi ha raccontato che fino a prima di conoscermi ed innamorarsi di me, per lui, o il sesso veniva fatto a modo suo o non lo si sarebbe fatto affatto.
Io ho 40 anni e stiamo assieme da 7 (sposati da 1), sono una bella donna e sono sempre stata abbastanza disinibita nel sesso, non ho mai avuto problemi nelle mie relazioni precedenti (anche se non sono state molte), sono sempre stata felice di dare e ricevere piacere in qualunque modo andasse a me ed al mio partner.
Devo ammettere che, sebbene il mondo del sadomasochismo in qualche forma molto, molto soft mi abbia in qualche modo attratta, le pratiche di umiliazione ad esso connesse le ho sempre trovate sgradevoli e disturbanti.
Quando ci siamo conosciuti io e mio marito non abbiamo mai avuto una grandissima intesa sessuale, ho sempre avuto la sensazione che in qualche modo lui mi attraesse e mi respingesse allo stesso tempo.
Inizialmente facevamo sesso abbastanza spesso e, anche se lui non ha mai palesato le sue tendenze, io avevo intuito qualcosa (senza però davvero comprendere il mondo intorno al quale la sua psiche gravitava).
Dice di non aver frequentato club o cose simili perché, a suo dire, è schifato dall’ambiente e le mistress non lo eccitano: preferisce persone normali come me e come le sue ex.
Ad un certo punto io ho smesso di assecondarlo e fare le cose esclusivamente a modo suo perché, dopo circa un anno ho realizzato che quello che lui chiamava sesso, per me altro non era che una masturbazione a due senza alcun tipo di coinvolgimento emotivo o affettivo.
Iniziando ad esprimere i miei desideri e necessità lui ha iniziato a tirarsi indietro, e pian piano negarsi a me con mille scuse diverse.
Sono stata molto male a causa dei suoi rifiuti e dopo mille domande e sensi di colpa, dopo aver completamente perso la mia autostima e la mia identità femminile e anni nei quali riuscivamo a stento ad avere uno o due rapporti sessuali al mese e solo per necessità, l’ho convinto a rivolgersi ad uno specialista e devo ammettere che ci siamo impegnati per trovare la nostra dimensione...Una volta terminata la terapia, c’è stato un problema di salute in famiglia: la mamma si è ammalata e nel giro di due anni è venuta a mancare a causa di un cancro.
Capendo la situazione ho cercato di essere più empatica, di rispettare i suoi spazi e stargli vicino meglio che potevo, tuttavia ben presto mi sono resa conto che per lui era l’ennesima validIssi ma scusa per negarsi alla nostra intimità.
Così il mondo mi è crollato addosso ora mi trovo con un uomo che se fa l’amore con me lo fa per farmi contenta; mi sento insignificante e brutta e ho voglia di mollare tutto e di tradirlo per sentirmi di nuovo donna, desiderata ed apprezzata.
[#1]
Gentile utente,
la vostra storia sessuale ha avuto una serie di alti e bassi fin dall'inizio:
dal confessare le proprie fantasie e dall'essere forse interpretate come concreti desideri,
da un iniziale venirsi incontro, forse non completamente soddisfacente per nessuno dei due,
al trincerarasi sulle proprie posizioni e di conseguenza con una sessualità scarsa e non appagante,
ad un periodo migliore durante la terapia di coppia quando ".. ci siamo impegnati per trovare la nostra dimensione...",
ad uno scivolone drastico degli ultimi due anni.
La domanda più ovvia sarebbe:
"Perchè non riprendere la terapia di coppia?"
ma la Sua delusione attuale renderebbe forse impraticabile questa proposta. O forse no?
Spostando l'attenzione dalla coppia a Lei, come mai le difficoltà nell'ambito della sessualità hanno l'effetto di provocarLe
"...sensi di colpa, dopo aver completamente perso la mia autostima e la mia identità femminile..",
e di farLa sentire ai propri occhi
".. insignificante e brutta e ho voglia di mollare tutto e di tradirlo per sentirmi di nuovo donna, desiderata ed apprezzata."?
E, un quest'ultimo caso, cosa penserebbe di fare della relazione?
Dott. Brunialti
la vostra storia sessuale ha avuto una serie di alti e bassi fin dall'inizio:
dal confessare le proprie fantasie e dall'essere forse interpretate come concreti desideri,
da un iniziale venirsi incontro, forse non completamente soddisfacente per nessuno dei due,
al trincerarasi sulle proprie posizioni e di conseguenza con una sessualità scarsa e non appagante,
ad un periodo migliore durante la terapia di coppia quando ".. ci siamo impegnati per trovare la nostra dimensione...",
ad uno scivolone drastico degli ultimi due anni.
La domanda più ovvia sarebbe:
"Perchè non riprendere la terapia di coppia?"
ma la Sua delusione attuale renderebbe forse impraticabile questa proposta. O forse no?
Spostando l'attenzione dalla coppia a Lei, come mai le difficoltà nell'ambito della sessualità hanno l'effetto di provocarLe
"...sensi di colpa, dopo aver completamente perso la mia autostima e la mia identità femminile..",
e di farLa sentire ai propri occhi
".. insignificante e brutta e ho voglia di mollare tutto e di tradirlo per sentirmi di nuovo donna, desiderata ed apprezzata."?
E, un quest'ultimo caso, cosa penserebbe di fare della relazione?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Buongiorno dottoressa e grazie per la risposta.
Ho proposto varie volte a mio marito di riprendere la terapia ma lui non vuole o meglio, prima mi dice ok ma poi si tira indietro e io sono consapevole che se lui non è disposto a fare questo passo la terapia sarebbe del tutto inutile e controproducente. Da un po’ di tempo gli propongo di sentire il suo medico per farsi prescrivere qualche esame specifico per controllare i livelli ormonali ma, nonostante mi dica che lo farà, alla fine non lo fa mai.
A volte discutiamo perché io sono molto depressa per la mancanza di intimità nel nostro rapporto, perché per me il sesso è molto importante per costruire una relazione sana ed equilibrata, allora lui per un giorno o due mi avvicina fingendo interesse perché vuole accontentarmi ma, a parte essere umiliante per me, questa cosa dura poco e poi si ritorna alla solita, triste routine. Capita spesso che, durante l’atto sessuale io mi accorga che lui lo sta facendo solo per accontentarmi e a me questa cosa deprime, perché è come se mi stesse dicendo che si sforza per farmi contenta visto che non ha la minima attrazione nei miei confronti. Quando lo facciamo lui non mi permette di lasciarmi andare, spesso l’unica condizione per farlo è che io me ne stia distesa sulla schiena a lasciarmi fare come e quello che preferisce lui. I miei tentativi di cambiare posizione o di essere in qualche modo parte attiva vengono accolti con diffidenza e con qualcosa simile all’indifferenza: è capitato in questi frangenti che la sua erezione crollasse. Nonostante io non faccia nulla di particolarmente diverso da tutte le altre persone normali , spesso sono stata criticata da lui per il modo, di accarezzarlo, di baciarlo, di toccarlo...per questo i suoi rifiuti e il suo modo di (NON) guardarmi, mi danno la sensazione di non essere adeguata alle sue necessità, di non essere abbastanza; abbastanza provocante, abbastanza capace , abbastanza sexy da stimolare il suo desiderio, inadeguata perché non posso essere quello che lui vorrebbe e come lui vorrebbe. Molte volte gli ho chiesto che cosa gli piacerebbe, ma lui (a parte le sue morbose fantasie di umiliazione) mi risponde che non sa; questo mi rende ancora più difficile il relazionarmi a lui e capire le sue esigenze. Possibile che sia impossibile per lui di accettare un gioco più soft , possibile che se non posso essere una mistress, a lui non interessi nient’altro? Se io sono disposta ad andargli incontro, perché lui non può fare altrettanto?
Ho solo voglia di un po’ di normalità ... del semplice sesso tra due persone che si desiderano (e si amano) ed hanno voglia di stare insieme. Ho voglia di sentirmi fisicamente amata, toccata, accarezzata, baciata, di essere guardata con desiderio e passione.
Ho proposto varie volte a mio marito di riprendere la terapia ma lui non vuole o meglio, prima mi dice ok ma poi si tira indietro e io sono consapevole che se lui non è disposto a fare questo passo la terapia sarebbe del tutto inutile e controproducente. Da un po’ di tempo gli propongo di sentire il suo medico per farsi prescrivere qualche esame specifico per controllare i livelli ormonali ma, nonostante mi dica che lo farà, alla fine non lo fa mai.
A volte discutiamo perché io sono molto depressa per la mancanza di intimità nel nostro rapporto, perché per me il sesso è molto importante per costruire una relazione sana ed equilibrata, allora lui per un giorno o due mi avvicina fingendo interesse perché vuole accontentarmi ma, a parte essere umiliante per me, questa cosa dura poco e poi si ritorna alla solita, triste routine. Capita spesso che, durante l’atto sessuale io mi accorga che lui lo sta facendo solo per accontentarmi e a me questa cosa deprime, perché è come se mi stesse dicendo che si sforza per farmi contenta visto che non ha la minima attrazione nei miei confronti. Quando lo facciamo lui non mi permette di lasciarmi andare, spesso l’unica condizione per farlo è che io me ne stia distesa sulla schiena a lasciarmi fare come e quello che preferisce lui. I miei tentativi di cambiare posizione o di essere in qualche modo parte attiva vengono accolti con diffidenza e con qualcosa simile all’indifferenza: è capitato in questi frangenti che la sua erezione crollasse. Nonostante io non faccia nulla di particolarmente diverso da tutte le altre persone normali , spesso sono stata criticata da lui per il modo, di accarezzarlo, di baciarlo, di toccarlo...per questo i suoi rifiuti e il suo modo di (NON) guardarmi, mi danno la sensazione di non essere adeguata alle sue necessità, di non essere abbastanza; abbastanza provocante, abbastanza capace , abbastanza sexy da stimolare il suo desiderio, inadeguata perché non posso essere quello che lui vorrebbe e come lui vorrebbe. Molte volte gli ho chiesto che cosa gli piacerebbe, ma lui (a parte le sue morbose fantasie di umiliazione) mi risponde che non sa; questo mi rende ancora più difficile il relazionarmi a lui e capire le sue esigenze. Possibile che sia impossibile per lui di accettare un gioco più soft , possibile che se non posso essere una mistress, a lui non interessi nient’altro? Se io sono disposta ad andargli incontro, perché lui non può fare altrettanto?
Ho solo voglia di un po’ di normalità ... del semplice sesso tra due persone che si desiderano (e si amano) ed hanno voglia di stare insieme. Ho voglia di sentirmi fisicamente amata, toccata, accarezzata, baciata, di essere guardata con desiderio e passione.
[#3]
"...io sono molto depressa per la mancanza di intimità nel nostro rapporto, .."
Sembrerebbe che la sessualità rappresenti la punta dell'iceberg di un certo allontanamento affettivo ed emozionale tra Voi.
In conclusione,
si può ragionevolmente supporre che la ripresa della terapia di coppia potrebbe nuovamente aiutarVi,
sempre che si creino le condizioni di avvio della stessa.
Dott. Brunialti
Sembrerebbe che la sessualità rappresenti la punta dell'iceberg di un certo allontanamento affettivo ed emozionale tra Voi.
In conclusione,
si può ragionevolmente supporre che la ripresa della terapia di coppia potrebbe nuovamente aiutarVi,
sempre che si creino le condizioni di avvio della stessa.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6.9k visite dal 30/05/2020.
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