Dovrei perdonare?

Quando ho conosciuto il mio ragazzo, a Luglio, lui usciva da una storia di 3 anni, con una ragazza 10 anni più giovane, dove ha sofferto molto e i primi tempi la nostra frequentazione si muoveva molto lentamente.
(Lui è un ragazzo timido e insicuro, abbandonato dal padre, cresciuto con il compagno della madre con problemi di alcohol, sembra come il ragazzo perfetto proprio come reazione alla sua situazione, gentile, dolce...)
Dopo 3 mesi circa ho iniziato a percepirlo più distante e mi sono allontanata anche io pensando di lasciargli spazio.
Ho sempre avuto il timore che fosse dovuto dalla sua ex e che la sentisse, senza mai dirlo.

Sembrava comunque coinvolto e insieme stavamo benissimo.
Dopo 4 mesi mi ha presentato sua madre e abbiamo speso un weekend da lei.
Ho avuto per tutto il tempo la sensazione di essere al posto sbagliato, nonostante la madre mi adorasse.

È il mese di Dicembre e lui cambia atteggiamento e si avvicina molto, dice che con me è felice.

A Gennaio lo vedo di nuovo distante e decido di parlarci ed essere diretta.
Mi dice che ha visto la sua ex una volta, che le ha detto di me, e lei ci è rimasta molto male.
(??
) Non ci vedo chiaro e ci lasciamo, lui d’accordo a chiudere mi dice che mi merito di più e lui non è maturo abbastanza per me.
Due settimane dopo ci risentiamo, dice che gli sono mancata, di riprovarci.
Pian piano dico di sì e lui inizia a fare progetti su di noi, siamo felici, fin quando partiamo per il primo weekend insieme a Maggio, (dopo due mesi distanti per la pandemia).
La prima sera lui riceve una videochiamata della sua ex.
Mi prova che la sente una volta ogni 2 settimane circa, io lo costringo a richiamarla e a dirle che è con me.
Lei scoppia in un pianto disperato.
Lui si è persino scusato con lei per non averglielo detto prima.
L’ho mollato tra le sue preghiere di restare e tutt’ora spera che ci ripensi.
Nonostante 30enni, mi ha chiesto di parlare con sua madre al telefono (per farmi convincere??
).
In quel momento cerca di raccontarmi la verità ovvero che tra loro è finita perché lei lo aveva tradito, lui a Novembre le aveva raccontato di me e lei gli aveva chiesto di riprovarci.
Sono andati a letto insieme.
Dopodiché lui si rende conto che non funziona e che vuole stare con me.
Tutto il mese di Dicembre e Gennaio lei lo ricontatta chiedendo di raggiungerla, che voleva uccidersi, facendo finta di svenire per convincerlo ad andare da lei.
Poco prima che finisse tra me e lui erano stati a letto insieme una seconda volta.
Lui dice che è stato un errore e si è fatto schifo.
Lei gli ha detto che non lo ama ma non vuole perderlo e lui dice che ha agito così solo per proteggerla giacché è fragile e sperava che, non dicendole che stavamo di nuovo insieme, lei si allontanasse da sola.
Mi sento vuota e vorrei solo capire come essere felice di nuovo, se voltare pagina o perdonarlo e fidarmi, come capire se lui ha problemi o è stata la situazione sfortunata.
Mi fa paura qualsiasi decisione adesso.
Grazie
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Si chiede e ci chiede:
"Dovrei perdonare?"

Dai fatti raccontati emerge un ragazzo confuso, o fragile, o dibattuto, o combattuto interiormente.

"Perdonarlo" non chiarisce alcunchè, non Le sembra?

Se perdonare vuol dire "metterci una pietra sopra",
ricorda da bambini quando su un prato si sollevava un pietra per guardarci sotto.. cosa si trovava?

Perdonare è un processo lungo,
nel quale ognuno dei due fa la propria parte.
E, in ogni caso, come dice il titolo di un bel libro di Recalcati "Non è più come prima" (R. Cortina):
"Cosa accade se chi tradisce chiede perdono e dopo aver decretato che non era più come prima, vuole che tutto torni come prima?... Questo libro elogia il perdono come lavoro lento e faticoso che non rinuncia alla promessa di eternità che accompagna ogni amore vero."

Alcune sedute di coppia Vi potrebbero aiutare.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille per le sue parole. Ha ragione sul discorso del perdono.
Purtroppo è la seconda volta che vengo tradita da un fidanzato. Una delle cose che mi ha attratto del ragazzo attuale era l’importanza che dava all’ onestà, il suo mostrarsi così genuino e risoluto nei valori. E invece proprio lui, fino a che non a incontrato me non aveva mai tradito.
Insomma, sono stata single un anno e mezzo prima di fidarmi di nuovo di qualcuno e questo è veramente difficile da mandare giù.
Avrei potuto capire e farmi indietro se me lo avesse detto all’inizio della presenza della sua ex. Ma non l’ha fatto.
Tutto quello che fa ora è scrivermi per sapere come sto, sempre in punta di piedi, mi ha chiesto di andare a vivere da lui, questa è la sua soluzione. Ma non lo è per me.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
".... andare a vivere da lui, questa è la sua soluzione. Ma non lo è per me...."

La convivenza non risolve i problemi interpersonali della coppia,
semmai amplifica le difficoltà.

Si faccia aiutare da una Psy di persona, per capire e per decidere.
La incoraggio a non traccheggiare,
a non temporeggiare,
a non perdere tempo di vita prezioso.

Faccia in modo che il consulto qui rappresenti il primo passo per chiarirsi vis-à-vis.

Saluti cari.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dott.sa grazie, ho ascoltato il suo consiglio di non perdere tempo e sto cercando di dedicarmi di più ad uscire, agli amici e al lavoro.
Ma in questo periodo, ci siamo sentiti ogni giorno. Abbiamo passato tre giorni insieme per parlare e cercare di capire se dare un'altra possibilità alla nostra storia.
Io ho ascoltato le sue ragioni, le sue parole, ho lasciato che mi dimostrasse come vuole recuperare e in quel momento, ho pensato che potevamo star bene di nuovo.
Invece qualcosa dentro di me è cambiato, sono iniziate una serie di discussioni in cui io ho voglia di litigare e sfogare la rabbia ogni volta che ripenso alle sue bugie, che se non lo avessi messo alle strette non avrebbe mai confessato.
Penso che dovrei chiudere perché non sarà mai come prima, non ci siamo mai detti ti amo, ne lui ha mai espresso apertamente i suoi sentimenti.
Tutti i suoi discorsi sono razionali, mi dice: "cerca di lavorare con me, non contro, io sto cercando di dimostrarti quanto ci tengo a te, ogni giorno - mi odio per quello che ho fatto - mi comporterei diversamente se avessi lo stesso problema ora".
Eppure è come se non bastasse.
Poi altre volte penso che potrei riprovarci, in fondo lui è buono, mi ascolta, non gli sfugge nulla di quello che dico, cerca di farmi stare bene e se ho bisogno di qualcosa posso contare su di lui.
Certo non sento più le emozioni dell'inizio, non parlo più di quanto sono felice con lui con le mie amiche, non penso più di essere cosi fortunata ad averlo incontrato. Penso che ero cosi felice all'inizio che ho ignorato segnali anche evidenti che lui avesse questioni non risolte e non ho mai detto niente se non quando era troppo tardi.

Così gli ho detto che preferisco stare da sola per qualche settimana e lui ha accettato, dicendomi che se ho bisogno di stare sola, non mi scriverà, che non vedrà l'ora di risentirmi e che mi penserà nel mentre.
E' una settimana che non ci sentiamo e lui, non so perché, mi sembra un ricordo lontano. Non ho idea di cosa verrà fuori da questo silenzio.

Grazie :)
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

ritengo ci siano due ordini di problemi:

1. "..Certo non sento più le emozioni dell'inizio.."

2. "..qualcosa dentro di me è cambiato, .. ho voglia di litigare e sfogare la rabbia ogni volta che ripenso alle sue bugie.."

Se il primo può aver a che fare con la dimensione temporale e con la conclusione dell'innamoramento
(come può leggere in questo articolo ciò non è una questione solo .. romantica https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5734-sei-innamorato-a-il-cervello-ti-si-illumina.html ),
il secondo chiama in causa il risentimento. E questo non afferisce all'evoluzione naturale dei rapporti affettivi, bensì al sentirsi "tradita", ingannata.

Su questo secondo punto avevo suggerito un percorso psy di elaborazione. Ma non so dirLe se avrebbe modificato l'evolversi degli eventi.

Conclude dicendo:
"..Non ho idea di cosa verrà fuori da questo silenzio".
Lo capirà ascoltandosi.
Se non capirà da sola si farà aiutare.

Nel frattempo, saluti cari.
Dott. Brunialti