Convivenza
Buonasera... spiego brevemente la mia situazione.
Sono una donna separata con tre figli, da quasi 4 anni ho un compagno che amo.
Il primo anno non è stato semplice, io vivevo ancora il fallimento della separazione, i continui litigi con il mio ex marito, quindi abbiamo passato momenti difficili.
Ma con tanta forza di volontà siamo ancora qui.
Lui ama me ed i miei figli al punto tale che nell ultimo anno avevamo iniziato a parlare di convivenza.
Il problema è che nonostante lui continuasse a dirmi che era ciò che voleva, non si muoveva concretamente per fare il grande passo.
E qualche giorno fa mi ha comunicato che non si sente di lasciare definitivamente casa sua.
Che ancora ha bisogno di tornare una o due sere a casa sua.
Che avendo 45 anni anni ha bisogno ancora delle sue abitudini.
Che ancora ha paura viste le sue esperienze precedenti.
Io distrutta.
Ma ho cercato di capirlo perché di fatto la nostra e quasi una convivenza.
pero ora mi chiedo ho fatto bene.
Devo aspettarlo.
O lui non riuscirà mai a fare questo passo.
E soprattutto io come posso approcciarmi, perché per me è stata una batosta.
Sono una donna separata con tre figli, da quasi 4 anni ho un compagno che amo.
Il primo anno non è stato semplice, io vivevo ancora il fallimento della separazione, i continui litigi con il mio ex marito, quindi abbiamo passato momenti difficili.
Ma con tanta forza di volontà siamo ancora qui.
Lui ama me ed i miei figli al punto tale che nell ultimo anno avevamo iniziato a parlare di convivenza.
Il problema è che nonostante lui continuasse a dirmi che era ciò che voleva, non si muoveva concretamente per fare il grande passo.
E qualche giorno fa mi ha comunicato che non si sente di lasciare definitivamente casa sua.
Che ancora ha bisogno di tornare una o due sere a casa sua.
Che avendo 45 anni anni ha bisogno ancora delle sue abitudini.
Che ancora ha paura viste le sue esperienze precedenti.
Io distrutta.
Ma ho cercato di capirlo perché di fatto la nostra e quasi una convivenza.
pero ora mi chiedo ho fatto bene.
Devo aspettarlo.
O lui non riuscirà mai a fare questo passo.
E soprattutto io come posso approcciarmi, perché per me è stata una batosta.
[#1]
Gentile utente,
la convivenza è una scelta che sembra il culmine dell'amore, e spesso ne è la tomba.
Anche senza arrivare ad una visione troppo pessimistica, perfino per una coppia di ventenni non ancora segnati da relazioni fallite, la convivenza è una dura prova.
Oltre una certa età vanno d'accordo le coppie che non convivono, che non si impongono reciprocamente la routine, le bollette da pagare, le pulizie, le spese in comune.
Se ci sono dei figli di precedenti legami, poi, la simpatia di chi non ne è genitore si trasforma facilmente in disagio e spesso diventa insofferenza.
Purtroppo ho visto coloro che non lasciano al partner la libertà di mantenere una propria casa e proprie abitudini, farlo troppo spesso per ragioni che nulla hanno a che vedere con l'amore.
Alcuni sacrificano una buona relazione, che da una certa distanza spaziale può solo guadagnare, ad interessi economici, pratici o di facciata.
Mi ha colpito la sua eccessiva reazione verso un partner che spiega molto serenamente perché vuole mantenere suoi spazi privati: "io distrutta", scrive; "per me è stata una batosta".
Eppure dice anche: "di fatto la nostra e quasi una convivenza".
Rifletta bene su cosa le manca, allora. Rifletta sulla limitazione di libertà che imporrebbe ai suoi figli, immagino ancora bambini o adolescenti. Valuti se quello che non apprezza non sia invece il meglio, per ora.
Auguri, e ci tenga al corrente.
la convivenza è una scelta che sembra il culmine dell'amore, e spesso ne è la tomba.
Anche senza arrivare ad una visione troppo pessimistica, perfino per una coppia di ventenni non ancora segnati da relazioni fallite, la convivenza è una dura prova.
Oltre una certa età vanno d'accordo le coppie che non convivono, che non si impongono reciprocamente la routine, le bollette da pagare, le pulizie, le spese in comune.
Se ci sono dei figli di precedenti legami, poi, la simpatia di chi non ne è genitore si trasforma facilmente in disagio e spesso diventa insofferenza.
Purtroppo ho visto coloro che non lasciano al partner la libertà di mantenere una propria casa e proprie abitudini, farlo troppo spesso per ragioni che nulla hanno a che vedere con l'amore.
Alcuni sacrificano una buona relazione, che da una certa distanza spaziale può solo guadagnare, ad interessi economici, pratici o di facciata.
Mi ha colpito la sua eccessiva reazione verso un partner che spiega molto serenamente perché vuole mantenere suoi spazi privati: "io distrutta", scrive; "per me è stata una batosta".
Eppure dice anche: "di fatto la nostra e quasi una convivenza".
Rifletta bene su cosa le manca, allora. Rifletta sulla limitazione di libertà che imporrebbe ai suoi figli, immagino ancora bambini o adolescenti. Valuti se quello che non apprezza non sia invece il meglio, per ora.
Auguri, e ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
La mia sofferenza nasce dal fatto che per un anno lui in un certo senso mi abbia illusa. Io capisco benissimo quello che dice però forse mi sarebbe piaciuto essere al corrente di questo un po prima. Ci sono state affermazioni forti da parte sua, ad esempio ho avuto un ritardo importante per problemi di salute, e lui addirittura si dimostrava contento per un eventuale gravidanza. Forse la mia tristezza nasce dall aspettativa che si è creata in tutto questo tempo e che è stata disattesa in maniera così brusca.
[#3]
Cara utente,
probabilmente ha individuato la causa della sua delusione, ma forse non del tutto.
Forse, ingenuamente, lei voleva rivivere un amore e un matrimonio giovanile, come se non ci fossero di mezzo le esperienze già trascorse?
A me sembra una cosa positiva che il suo partner le abbia parlato con tutta sincerità.
Forse quando progettava di convivere ci credeva, specie se pensava di avere da lei un figlio e desiderava condividere la responsabilità della sua crescita; ma alla vostra età, forse anche lui con figli, una nuova nascita rivoluzionerebbe tutto, dagli spazi agli affetti, e non è necessariamente il centro delle aspirazioni.
Forse lui non ha voluto esternare, per gentilezza, le perplessità che può avere all'idea di convivere coi tre figli di un altro, con i quali c'è affetto, ma non la familiarità e nemmeno il ruolo giuridico di un genitore.
Inoltre, essere in cinque vuol dire avere una casa con almeno tre bagni. Ci ha pensato? Siete attrezzati?
Se doveste prendere una casa più grande, lei è in grado di assumerne la spesa? Fare a metà col nuovo partner potrebbe creare malumore.
In poche parole, a me sembra che così come stanno, le cose possano rappresentare il meglio per tutti e cinque.
Se poi vuole pensare al futuro, ci saranno altre basi per una convivenza.
Auguri ancora.
probabilmente ha individuato la causa della sua delusione, ma forse non del tutto.
Forse, ingenuamente, lei voleva rivivere un amore e un matrimonio giovanile, come se non ci fossero di mezzo le esperienze già trascorse?
A me sembra una cosa positiva che il suo partner le abbia parlato con tutta sincerità.
Forse quando progettava di convivere ci credeva, specie se pensava di avere da lei un figlio e desiderava condividere la responsabilità della sua crescita; ma alla vostra età, forse anche lui con figli, una nuova nascita rivoluzionerebbe tutto, dagli spazi agli affetti, e non è necessariamente il centro delle aspirazioni.
Forse lui non ha voluto esternare, per gentilezza, le perplessità che può avere all'idea di convivere coi tre figli di un altro, con i quali c'è affetto, ma non la familiarità e nemmeno il ruolo giuridico di un genitore.
Inoltre, essere in cinque vuol dire avere una casa con almeno tre bagni. Ci ha pensato? Siete attrezzati?
Se doveste prendere una casa più grande, lei è in grado di assumerne la spesa? Fare a metà col nuovo partner potrebbe creare malumore.
In poche parole, a me sembra che così come stanno, le cose possano rappresentare il meglio per tutti e cinque.
Se poi vuole pensare al futuro, ci saranno altre basi per una convivenza.
Auguri ancora.
[#4]
Ex utente
Forse si, onestamente non lo so...comunque ha intuito anche un alteo.problema,lui vuole prendere tempo per trovare una casa per noi, più grande e solo nostra. La casa familiare non la sente sua, non si sente a casa. Quindi lei dice che devo star tranquilla, sono una persona un po ansiosa e spesso mi faccio prendere da supposizioni e pensieri solo miei. Comunque si io avrei le possibilità per cambiare casa e lui non ha figli
[#5]
Cara utente,
certo deve stare tranquilla, perché l'ansia altera la percezione della realtà e può solo confonderla.
Non ho capito bene il senso delle parole "lui vuole prendere una casa per noi, più grande e solo nostra. La casa familiare non la sente sua, non si sente a casa".
Ma lei con i suoi figli vive a casa dei suoi genitori? Per questo la chiama "casa familiare"?
Cordialmente.
certo deve stare tranquilla, perché l'ansia altera la percezione della realtà e può solo confonderla.
Non ho capito bene il senso delle parole "lui vuole prendere una casa per noi, più grande e solo nostra. La casa familiare non la sente sua, non si sente a casa".
Ma lei con i suoi figli vive a casa dei suoi genitori? Per questo la chiama "casa familiare"?
Cordialmente.
[#6]
Ex utente
Mi scuso mi sono spiegata male, per casa familiare intendo quella che mi è stata assegnata dal tribunale a seguito della separazione. In sostanza lui mi ha detto che vuole continuare così per un po, ovvero 1/2giorni a casa sua, vivere entrambe le realtà con i bambini:ad esempio organizzare cene anche a casa sua tutti insieme, continuare ad amarci e sostenerci come facciamo ora e cercare senza ansia e fretta una casa che ci permetta di vivere bene tutti e 5 nel rispetto dei propri spazi. Ha ribadito che mi ama ed ama i miei figli ma ha ancora bisogno di questi piccoli spazi.
[#7]
Cara utente,
le sue parole rimandano a quello che le ho scritto in #1.
A me sembra che il suo partner stia esternando sincerità, affetto, e anche capacità di capire i propri bisogni e il proprio ruolo, con buon senso.
La convivenza dei giovani sposi è (o vorrebbe essere, spesso senza riuscirci) la scelta della coppia quando i due progettano insieme l'uscita dalla casa paterna, la fine della condizione di figli, la costruzione di una famiglia.
Nel vostro caso rischia di essere la perdita degli spazi autonomi conquistati.
A me sembra giusto che il suo partner voglia far partecipare i suoi figli alla sua vita, anche invitandoli a casa sua: devono avere chiaro, soprattutto per il futuro, che lui non è il sostituto del padre.
Dico questo non per limitare il suo ruolo affettivo che può essere fondamentale, ma per non creare confusioni che i ragazzi, a partire dall'adolescenza, potrebbero avvertire come costrizioni, forzature a cui ribellarsi.
Si affidi serenamente al buon senso e all'amore del suo compagno, signora. Avete tutto il tempo di maturare un vostro progetto di convivenza al momento giusto.
Auguri.
le sue parole rimandano a quello che le ho scritto in #1.
A me sembra che il suo partner stia esternando sincerità, affetto, e anche capacità di capire i propri bisogni e il proprio ruolo, con buon senso.
La convivenza dei giovani sposi è (o vorrebbe essere, spesso senza riuscirci) la scelta della coppia quando i due progettano insieme l'uscita dalla casa paterna, la fine della condizione di figli, la costruzione di una famiglia.
Nel vostro caso rischia di essere la perdita degli spazi autonomi conquistati.
A me sembra giusto che il suo partner voglia far partecipare i suoi figli alla sua vita, anche invitandoli a casa sua: devono avere chiaro, soprattutto per il futuro, che lui non è il sostituto del padre.
Dico questo non per limitare il suo ruolo affettivo che può essere fondamentale, ma per non creare confusioni che i ragazzi, a partire dall'adolescenza, potrebbero avvertire come costrizioni, forzature a cui ribellarsi.
Si affidi serenamente al buon senso e all'amore del suo compagno, signora. Avete tutto il tempo di maturare un vostro progetto di convivenza al momento giusto.
Auguri.
[#8]
Ex utente
Grazie Dottoressa per le sue parole, razionalmente capisco tutto, ogni tanto invece mi faccio prendere dalla tristezza, come se questo suo passo indietro nasconda una carenza di sentimenti. Di conseguenza a volte non riesco a contenere la mia delusione, rovinando di fatto momenti che potrebbero essere belli e creando tensioni, che con il senno di poi, mi rendo conto essere inutili. Quindi in sostanza ci sono giorni in cui mi sento forte ed ottimista, altri in cui invece sono vulnerabile, triste e affranta e a tratti rancorosa nei.confronti del mio compagno che per un anno ha progettato qualcosa in cui forse non credeva fino in fondo. Quindi razionalmente capisco tutto, ma il mio cuore ogni tanto si perde.
[#9]
Gentile signora,
anche nell'ultima mia risposta ero tentata di suggerirle di accedere ad una consulenza psicologica, perché avverto queste sue incertezze dolorose.
Sembra che lei non abbia elaborato completamente il lutto della fine del precedente legame.
In questo modo, però, rischia di danneggiare la nuova relazione.
Attenta.
anche nell'ultima mia risposta ero tentata di suggerirle di accedere ad una consulenza psicologica, perché avverto queste sue incertezze dolorose.
Sembra che lei non abbia elaborato completamente il lutto della fine del precedente legame.
In questo modo, però, rischia di danneggiare la nuova relazione.
Attenta.
[#10]
Ex utente
Io Dottoressa dopo la fine del mio matrimonio, tra l altro separazione dolorosa e conflittuale, ho intrapreso un percorso che mi ha molto aiutata. Io non credo di non aver superato separazione, come le ripeto in quest ultimo anno da parte del mio compagno, c e stato un atteggiamento costruttivo, dimostrava di voler realizzare questo progetto. Magicamente dopo la quarantena che ha trascorso con noi ha cambiato idea. Pensa che non sia normale un po di delusione e tristezza?
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 3.4k visite dal 24/05/2020.
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