Ansie, panico e paure

Salve, soffro di ansia e panico.

Il tutto iniziò 10 anni fa e oer questo mi recai (per paura) da un neurologo che mi segnò delle gocce ansiolitiche per aiutarmi.

Per anni presi queste e mi sentii meglio, godendomi la vita.

Da piu di un anno ho smesso di prenderle e tutti i miei allarmi, paure ecc mi sono tornate, ricadendo nell'oblio come 10 anni fa.

Questo mi porta disagi, molte paure, vedere pericoli in tutto, e per questa da circa un anno sono in cura da una psicologa.

Nei primi momenti mi sentivo sicura, come se tutto funzionasse, ma ad un certo punto é come se tuttomi fosse tornato.

Dalla paura al panico, al disturbo del sonno, sensazione di nausea, vertigini, inappetenza.

Nonostante questo continuo ad andare dalla psicologa che nel momento della seduta mi fa sentire serena, ma dopo qualche ora che esco é come se finisse l effetto.

Ce la sto mettendo tutta, ma sento di non farcela anche se le persone intorno a me mi incitano.

Sento che la mia mente non regge più, è stufa di tutto questo e sto pensando di tornare dal neurologo e ricorrere (come ultima spiaggia) a quelle gocce che in passato mi aiutarono.

Cosa mi consigliate?

Come posso attutire queste paure e ansie naturalmente, che percorso potrei fare?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
secondo me sarebbe importante un cambio di prospettiva, ossia un'assunzione di "responsabilità" riguardo la cura del disagio così a lungo vissuto.
Da quanto scrive, pare ci sia una delega a ciò, alternativamente ai farmaci o alla psicologa: se Lei non fa attivamente la sua parte, non stupisce che dopo un po' il beneficio ottenuto in seduta svanisca.
Non sta alla psicologa farla "sentire più serena", ma aiutarla ad apportare quei minimi cambiamenti necessari (nel modo di "leggere" la realtà e di rapportarsi con essa) ad un cambiamento di rotta.
Allo stesso modo, i farmaci non possono essere risolutivi se, ad esempio, il suo dialogo interno continua ad essere disfunzionale. Assumere farmaci o intraprendere una psicoterapia non devono essere viste come "ultima spiaggia", ma come una preziosa opportunità per ritrovare equilibrio e benessere psicologico.
Il problema sta spesso nel legittimare a se stessi e al mondo una problematica in questo ambito, esattamente al pari di come si fa nel caso di problemi fisici.

Due annotazioni:
- verifichi che la psicologa che la segue sia anche specializzata in psicoterapia: https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi
- se intende ricorrere nuovamente ai farmaci, si rivolga ad uno psichiatra (specialista di riferimento per questo tipo di problemi) e non ad un neurologo: per semplificare, il primo è il medico per la mente, il secondo è il medico per il cervello.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
Salve dottoressa, grazie per l'immediata risposta. La mia psicoterapeuta é iscritta all'albo naturalmente. Ad oggi mi chiedo cosa sia piu indicato se continuare il mio percorso con lei, ricorrere ad uno psichiatra per un eventuale cura farmacologica. Mi trovo forse ad un bivio perche vorrei farcela con tutta me stessa senza ricorrere a questi ultimi. Forse dovrei anche intraprenderr un attività fisica per scaricare un po quello che c é in me. Premetto la mia giornata è costituita da 8 ore di lavoro 9/17 dopodiché nient altro. Ho una ragazza e sfogo su di lei le mie rabbie cercando di fargli vedere chi si trova di fianco desceivendomi come la persona sbagliata per questo (anche se é lei piu delle volte a trasmettermi serenità avendo passato anni cosi anche lei). Secondo lei sbaglio tutto cio?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
La decisione sul proseguimento o meno della terapia va presa dopo averne discusso con la terapeuta, così come la necessità di affiancare o no all'attuale percorso una terapia farmacologica.
Spesso una maggior efficacia terapeutica si ottiene proprio con una terapia integrata (psicoterapia+farmaci), ma ogni situazione va valutata singolarmente.

L'unica cosa certa è che la sua ragazza non può fungere da parafulmine della sua rabbia, né essere lei a rasserenarla: equilibrio e benessere vanno ricercati dentro se stessi, senza attenderli dall'esterno.

Le allego una lettura su cui riflettere: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/849-perche-non-andare-dallo-psicologo.html

Saluti.
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