Non so che fare
Buongiorno, non so che fare con mio marito... 4 anni fa è stato molto male a livello gastroenterico, ha dovuto fare molti accertamenti che non hanno portato a niente, tanto che hanno spinto lo specialista a definire il suo stato psicosomatico.
Quindi dal gastroenterologo siamo passati allo psicologo.
Durante i consulti, si presentava abbastanza ostile, rifiutava di avere un problema psicologico.
Questi incontri però con il passare del tempo lo hanno reso molto fragile, si era convinto che era tutto nella sua testa, aggiungendo ai sintomi gastroenterici anche paure come uscire, addirittura di essere matto e poter arrivare a chissà che.
Poi però stanca di non avere risultati, vederlo star male di pancia anche mentre dormiva, ho deciso di fargli fare l'unico controllo che la gastroenterologa aveva rifiutato di prescrivergli.
Il test per l'intolleranza al lattosio.
Durante il test si sente male, dovendo ricorrere subito al bagno.
A metà test lo chiamano confermando di avere una grave intolleranza al lattosio.
Improvvisamente capiamo il perché di tutti quei sintomi, e il perché era anche peggiorato, la gastroenterologa gli aveva aumentato i latticini per il calcio.
Non erano quindi cose frutto della sua testa ma un problema di natura organica.
Dopo mesi di dieta ferrea ritorna ad essere quello di sempre... Solo che questa spiacevole parentesi lo hanno "segnato".
Durante il corso di questi 4 anni si chiedeva se il problema fosse di natura organica o psicologica, dove finiva una o iniziava l'altra.
Tutto ciò per il percorso psicoterapeutico che ha dovuto affrontare.
Se non lo avesse fatto, non avrebbe avuto questi dubbi.
Dopo 4 anni a seguito di una chiacchierata fatta con un vicino, mio marito con la mascherina e l'altro no, viene a sapere da quest'ultimo di essere positivo.
Viene a casa tra impaurito e arrabbiato, dopo esattamente due gg inizia a star male, con il lockdown aveva mangiato le peggio cose, tutte cose contenenti lattosio.
Dopo 10 gg di dieta ferrea passa tutto... Dopo 15 giorni di normalità, un nostro amico che dopo un mese che faceva casa/Ps perché diceva di sentirsi male, ma hanno detto che aveva solo un problema psicologico, muore a causa di un infarto a soli 40 anni.
Non aveva nessun problema psicologico ma cardiaco, non se ne erano accorti.
Siamo rimasti tutti sconvolti e dopo due gg, mio marito è stato nuovamente male.
All'inizio perché negli ultimi gg aveva riniziato a mangiare male, poi però nonostante il metterlo nuovamente in carreggiata, niente, non ci sono risultati! Dal punto di vista dell'intestino sta bene, stomaco no, ha un'esofagite da reflusso che sta curando.
Acufene ad un'orecchio.
E tutti i sintomi di 4 anni fa, quando aveva fatto il percorso psicoterapeutico.
Il problema allo stomaco è reale, lo vedo.
L'acufene, sono anni che va è viene, ha anche una leggera ipoacusia.
È agitato, impanicato.
Ci parlo tutti i gg e quando lo faccio si tranquillizza e va tutto ok, per iniziare il gg dopo.
Che posso fare?
Quindi dal gastroenterologo siamo passati allo psicologo.
Durante i consulti, si presentava abbastanza ostile, rifiutava di avere un problema psicologico.
Questi incontri però con il passare del tempo lo hanno reso molto fragile, si era convinto che era tutto nella sua testa, aggiungendo ai sintomi gastroenterici anche paure come uscire, addirittura di essere matto e poter arrivare a chissà che.
Poi però stanca di non avere risultati, vederlo star male di pancia anche mentre dormiva, ho deciso di fargli fare l'unico controllo che la gastroenterologa aveva rifiutato di prescrivergli.
Il test per l'intolleranza al lattosio.
Durante il test si sente male, dovendo ricorrere subito al bagno.
A metà test lo chiamano confermando di avere una grave intolleranza al lattosio.
Improvvisamente capiamo il perché di tutti quei sintomi, e il perché era anche peggiorato, la gastroenterologa gli aveva aumentato i latticini per il calcio.
Non erano quindi cose frutto della sua testa ma un problema di natura organica.
Dopo mesi di dieta ferrea ritorna ad essere quello di sempre... Solo che questa spiacevole parentesi lo hanno "segnato".
Durante il corso di questi 4 anni si chiedeva se il problema fosse di natura organica o psicologica, dove finiva una o iniziava l'altra.
Tutto ciò per il percorso psicoterapeutico che ha dovuto affrontare.
Se non lo avesse fatto, non avrebbe avuto questi dubbi.
Dopo 4 anni a seguito di una chiacchierata fatta con un vicino, mio marito con la mascherina e l'altro no, viene a sapere da quest'ultimo di essere positivo.
Viene a casa tra impaurito e arrabbiato, dopo esattamente due gg inizia a star male, con il lockdown aveva mangiato le peggio cose, tutte cose contenenti lattosio.
Dopo 10 gg di dieta ferrea passa tutto... Dopo 15 giorni di normalità, un nostro amico che dopo un mese che faceva casa/Ps perché diceva di sentirsi male, ma hanno detto che aveva solo un problema psicologico, muore a causa di un infarto a soli 40 anni.
Non aveva nessun problema psicologico ma cardiaco, non se ne erano accorti.
Siamo rimasti tutti sconvolti e dopo due gg, mio marito è stato nuovamente male.
All'inizio perché negli ultimi gg aveva riniziato a mangiare male, poi però nonostante il metterlo nuovamente in carreggiata, niente, non ci sono risultati! Dal punto di vista dell'intestino sta bene, stomaco no, ha un'esofagite da reflusso che sta curando.
Acufene ad un'orecchio.
E tutti i sintomi di 4 anni fa, quando aveva fatto il percorso psicoterapeutico.
Il problema allo stomaco è reale, lo vedo.
L'acufene, sono anni che va è viene, ha anche una leggera ipoacusia.
È agitato, impanicato.
Ci parlo tutti i gg e quando lo faccio si tranquillizza e va tutto ok, per iniziare il gg dopo.
Che posso fare?
[#1]
Gentile utente,
sembrerebbe che Suo marito soffra di concreti problemi organici (intolleranze), che vanno curati,
e che in più abbia una permeabilità notevole al timore di malattie,
e questo è un problema psicologico.
Le due cose spesso si intrecciano inestricabilmente causando malesseri anche seri.
Il secondo aspetto avrebbe bisogno di una ripresa del percorso psicologico, ma secondo un approccio di "terapia focale breve".
Lo Psicologo che fa psicoterapia deve essere Psicoterapeuta, ovviamente.
Dott. Brunialti
sembrerebbe che Suo marito soffra di concreti problemi organici (intolleranze), che vanno curati,
e che in più abbia una permeabilità notevole al timore di malattie,
e questo è un problema psicologico.
Le due cose spesso si intrecciano inestricabilmente causando malesseri anche seri.
Il secondo aspetto avrebbe bisogno di una ripresa del percorso psicologico, ma secondo un approccio di "terapia focale breve".
Lo Psicologo che fa psicoterapia deve essere Psicoterapeuta, ovviamente.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Grazie per la pronta risposta. Questa permeabilità di cui parla, me ne ero convinta anch'io, solo che riflettendo in realtà ha reazioni diverse. Per es due anni fa siamo giunti al Ps per coliche renali, le ha affrontate tranquillamente, niente panico. Un anno prima dell'episodio dell'intolleranza aveva, tramite controlli clinici per lavoro, scoperto di avere un problema alla prostata. Affrontato anch'esso tranquillamente, e la cosa non era poi niente di che... È stato il percorso psicoterapeutico affrontato a creare tutto ciò. Lui si c'era arrivato agitato, del resto stava male, non riusciva più neanche a fare palestra, andava talmente tante volte al bagno che gli usciva anche sangue. Ed era stato "convinto" da tutti che tutto ciò era frutto della sua testa. Fargli intraprendere un percorso nuovo psicoterapeuta sarebbe come confermare di avere un disturbo psicologico, quindi controproducente. Il problema è che avendo disturbi come allora, la sensazione è quella che lui non riesca a scrollarsi da dosso il contorno dei sintomi psicologici che si erano creati allora...
[#3]
La "permeabilità" non riguarda le malattie reali,
bensì la "PAURA delle malattie", come dicevo sopra.
".. È stato il percorso psicoterapeutico affrontato a creare tutto ciò..."
Mi permetta di non condividere;
in questi casi il percorso psicologico slatentizza un fondo ansioso che in realtà c'è GIA'.
Tutto sta a vedere se assieme allo Psicologo che - ribadisco - deve essere anche Psicoterapeuta, la persona riesce a affrontare la situazione e a porvi rimedio.
Che Suo marito nel frattempo a seguito della vicenda narrata abbia rivelato tratti ipocondriaci non è strano,
ma da soli non se ne andranno.
Deciderete Voi quale strada intraprendere.
Noi qui Vi abbiamo fornito l'orientamento che riteniamo ottimale in questa situazione.
Dott. Brunialti
bensì la "PAURA delle malattie", come dicevo sopra.
".. È stato il percorso psicoterapeutico affrontato a creare tutto ciò..."
Mi permetta di non condividere;
in questi casi il percorso psicologico slatentizza un fondo ansioso che in realtà c'è GIA'.
Tutto sta a vedere se assieme allo Psicologo che - ribadisco - deve essere anche Psicoterapeuta, la persona riesce a affrontare la situazione e a porvi rimedio.
Che Suo marito nel frattempo a seguito della vicenda narrata abbia rivelato tratti ipocondriaci non è strano,
ma da soli non se ne andranno.
Deciderete Voi quale strada intraprendere.
Noi qui Vi abbiamo fornito l'orientamento che riteniamo ottimale in questa situazione.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 713 visite dal 22/05/2020.
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