situazione psicologica e giusta terapia
Ciao a tutti
Sono una ragazza di 21 anni
Da adolescente mi è stata diagnosticata una fobia sociale con cali dell'umore (avevo circa 16 anni) a seguito cure farmacologiche e psicoterapie (poi interrotte poiché prive di stimoli).
Tuttavia i miei problemi non sono svaniti, l'anno scorso mi è stata diagnosticata una depressione ricorrente e un disturbo d'ansia.
Mi porto dietro una situazione di malessere cronicizzata.
Ho provato di psicoterapeuti da quando ho dato i primi cenni del problema ma la mia situazione con la pasicoterapia non è variata, pur essendo una persona spirituale, aperta al dialogo e andandoci di buon gusto alle sedute, mi rendo conto che non sortisce l'effetto sperato anche a distanza di mesi...cosi sto valutando di abbandonare... Mi rendo conto che nelle sedute si trattra l'analisi del soggetto in maniera troppo generica senza mai mirare il punto ma spaziando da un argomento ad un altro e senza trovare effettive strategie per poter attutire l'effetto depressivo.
Questa è stata la mia esperienza.
Vorrei chiedere un consulto a voi psicologi /psicoterapeuti in cosa consiste una buona terapia per uscire dalla depressione ricorrente?
In che termini mi rendo conto che mi sta aiutando... Perché io non ne trovo gran beneficio, se non il piacere di sfogarmi un po' in quell'oretta, dopodiché mi trovo completamente inerme dinanzi alle mie crisi depressive e non riesco a sollevarmi su e la vita continua a essere un peso, la terapia non dovrebbe aiutare anche a questo oltre agli psicofarmaci?
Sono una ragazza di 21 anni
Da adolescente mi è stata diagnosticata una fobia sociale con cali dell'umore (avevo circa 16 anni) a seguito cure farmacologiche e psicoterapie (poi interrotte poiché prive di stimoli).
Tuttavia i miei problemi non sono svaniti, l'anno scorso mi è stata diagnosticata una depressione ricorrente e un disturbo d'ansia.
Mi porto dietro una situazione di malessere cronicizzata.
Ho provato di psicoterapeuti da quando ho dato i primi cenni del problema ma la mia situazione con la pasicoterapia non è variata, pur essendo una persona spirituale, aperta al dialogo e andandoci di buon gusto alle sedute, mi rendo conto che non sortisce l'effetto sperato anche a distanza di mesi...cosi sto valutando di abbandonare... Mi rendo conto che nelle sedute si trattra l'analisi del soggetto in maniera troppo generica senza mai mirare il punto ma spaziando da un argomento ad un altro e senza trovare effettive strategie per poter attutire l'effetto depressivo.
Questa è stata la mia esperienza.
Vorrei chiedere un consulto a voi psicologi /psicoterapeuti in cosa consiste una buona terapia per uscire dalla depressione ricorrente?
In che termini mi rendo conto che mi sta aiutando... Perché io non ne trovo gran beneficio, se non il piacere di sfogarmi un po' in quell'oretta, dopodiché mi trovo completamente inerme dinanzi alle mie crisi depressive e non riesco a sollevarmi su e la vita continua a essere un peso, la terapia non dovrebbe aiutare anche a questo oltre agli psicofarmaci?
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Gentile utente,
se ha cambiato diversi terapeuti, mi sembra strano che ne abbia ricavato questa visione: "Mi rendo conto che nelle sedute si trattra l'analisi del soggetto in maniera troppo generica senza mai mirare il punto ma spaziando da un argomento ad un altro e senza trovare effettive strategie per poter attutire l'effetto depressivo".
Sembra una futile chiacchierata al bar, raccontata in questi termini. Infatti lei aggiunge: "io non ne trovo gran beneficio, se non il piacere di sfogarmi un po' in quell'oretta".
Ne ha accennato al suo terapeuta?
E' appunto il terapeuta che deve monitorare i risultati, ascoltando il paziente, e modulare di conseguenza il suo intervento, che in nessun caso può essere unìanalisi generica che non mira mai al punto.
Chieda per prima cosa al suo terapeuta qual è la sua specializzazione, gli esponga le stesse cose che ha detto a noi, e ci faccia sapere.
Auguri.
se ha cambiato diversi terapeuti, mi sembra strano che ne abbia ricavato questa visione: "Mi rendo conto che nelle sedute si trattra l'analisi del soggetto in maniera troppo generica senza mai mirare il punto ma spaziando da un argomento ad un altro e senza trovare effettive strategie per poter attutire l'effetto depressivo".
Sembra una futile chiacchierata al bar, raccontata in questi termini. Infatti lei aggiunge: "io non ne trovo gran beneficio, se non il piacere di sfogarmi un po' in quell'oretta".
Ne ha accennato al suo terapeuta?
E' appunto il terapeuta che deve monitorare i risultati, ascoltando il paziente, e modulare di conseguenza il suo intervento, che in nessun caso può essere unìanalisi generica che non mira mai al punto.
Chieda per prima cosa al suo terapeuta qual è la sua specializzazione, gli esponga le stesse cose che ha detto a noi, e ci faccia sapere.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 978 visite dal 22/05/2020.
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