Deriso dai colleghi per la mia invalidità
Gentile dott.
ssa, Stimato dottore,
Sono un uomo di 39 anni, laureato in antropologia culturale, impiegato presso un negozio di elettrodomestici del nord italia, purtroppo affetto da ansia, dp e poblemi alla colonna vertebrale, per la quale ho una invalidità
L' ambiente in cui lavoro non è per me sereno.
Molto cordiale e comprensivo il capo negozio, ma molto meno i vice responsabili e i colleghi.
Questi ultimi, a causa della mia timidezza e della mia poca agilità nei movimenti, continuano a deridermi.
Sono spesso trattato male.
Tutto questo mi fa stare molto male, tanto che ho preso un periodo di pausa.
Ho fatto loro anche dei doni, nella speranza di placare la cosa, ma senza risultati.
Mi deridono anche per i miei studi.
Sono unico laureato, a parete il responsabile e un vice.
Durante la pausa pranzo mi isolo e leggo.
Questo fa di me un idiota.
Ho provato a socializzare, come mi ha suggerito la psiciloga, ma senza risultati.
Non fumo, non bevo caffè, bon ho tatuaggi, quindi io sono il diverso in tutto.
Un collega mi chiama il matto.
Sono davvero sconfortato.
Cosa posso fare?
Ho pensato di licenziarmi ma al momento non sono sicuro.
Grazie anticipatamente.
ssa, Stimato dottore,
Sono un uomo di 39 anni, laureato in antropologia culturale, impiegato presso un negozio di elettrodomestici del nord italia, purtroppo affetto da ansia, dp e poblemi alla colonna vertebrale, per la quale ho una invalidità
L' ambiente in cui lavoro non è per me sereno.
Molto cordiale e comprensivo il capo negozio, ma molto meno i vice responsabili e i colleghi.
Questi ultimi, a causa della mia timidezza e della mia poca agilità nei movimenti, continuano a deridermi.
Sono spesso trattato male.
Tutto questo mi fa stare molto male, tanto che ho preso un periodo di pausa.
Ho fatto loro anche dei doni, nella speranza di placare la cosa, ma senza risultati.
Mi deridono anche per i miei studi.
Sono unico laureato, a parete il responsabile e un vice.
Durante la pausa pranzo mi isolo e leggo.
Questo fa di me un idiota.
Ho provato a socializzare, come mi ha suggerito la psiciloga, ma senza risultati.
Non fumo, non bevo caffè, bon ho tatuaggi, quindi io sono il diverso in tutto.
Un collega mi chiama il matto.
Sono davvero sconfortato.
Cosa posso fare?
Ho pensato di licenziarmi ma al momento non sono sicuro.
Grazie anticipatamente.
[#1]
Gentile utente,
ho letto naturalmente anche le sue precedenti richieste.
Per chiarezza d'informazione, potrebbe precisare esattamente quali sono le sue lauree, e se sono magistrali o triennali?
A quel che vedo non ha poi cambiato il suo lavoro con uno più consono ai suoi interessi, come prospettava.
Nella sede attuale, non so se i colleghi arrivino a tanta bassezza da deriderla per la sua invalidità, ma certo quando si è inseriti a forza in un ambiente non adeguato, o si trova modo di reagire, in maniera pacata ma ferma, oppure si è destinati ad un'irritazione e ad un malessere crescenti.
"Ho fatto loro anche dei doni, nella speranza di placare la cosa, ma senza risultati". Mi perdoni, ma questo è un comportamento timoroso e improduttivo.
A quel che pare, lei fa parte di una categoria differente da quella dei suoi colleghi. Perché ha scelto proprio il suo lavoro?
Se per mancanza di meglio, e lei è alla ricerca di qualcosa di più congeniale, può tentare di scherzare coi colleghi nei loro stessi modi, consapevole della loro "semplicità", chiarendo però dove lo scherzo finisce e non è più gradito.
Se invece si è messo volontariamente in una situazione dispari, dove la sua differente cultura deve per forza destare l'irrisione compensatoria degli altri... be', occorre indagare sul perché ha fatto questo, con l'aiuto della sua psicologa.
Molti auguri.
ho letto naturalmente anche le sue precedenti richieste.
Per chiarezza d'informazione, potrebbe precisare esattamente quali sono le sue lauree, e se sono magistrali o triennali?
A quel che vedo non ha poi cambiato il suo lavoro con uno più consono ai suoi interessi, come prospettava.
Nella sede attuale, non so se i colleghi arrivino a tanta bassezza da deriderla per la sua invalidità, ma certo quando si è inseriti a forza in un ambiente non adeguato, o si trova modo di reagire, in maniera pacata ma ferma, oppure si è destinati ad un'irritazione e ad un malessere crescenti.
"Ho fatto loro anche dei doni, nella speranza di placare la cosa, ma senza risultati". Mi perdoni, ma questo è un comportamento timoroso e improduttivo.
A quel che pare, lei fa parte di una categoria differente da quella dei suoi colleghi. Perché ha scelto proprio il suo lavoro?
Se per mancanza di meglio, e lei è alla ricerca di qualcosa di più congeniale, può tentare di scherzare coi colleghi nei loro stessi modi, consapevole della loro "semplicità", chiarendo però dove lo scherzo finisce e non è più gradito.
Se invece si è messo volontariamente in una situazione dispari, dove la sua differente cultura deve per forza destare l'irrisione compensatoria degli altri... be', occorre indagare sul perché ha fatto questo, con l'aiuto della sua psicologa.
Molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Gentile dott.ssa, grazie per la sua risposta. Ho una laurea triennale in filosofia e la magistrale in antropologia culturale, conseguita presso l'università degli studi di Torino, relatore prof P. Viazzo, antropologia sociale.
Attualmente sono iscritto al corso di laurea magistrale in sociologia del medesimo ateneo.
Attualmente sono iscritto al corso di laurea magistrale in sociologia del medesimo ateneo.
[#4]
Ex utente
Gentile dott.ssa,
Le comunico che il professor Maurizio Ferraris è ancora attivo e docente presso l'ateneo torinese. Incerto se seguire il suo corso o quello del professor Vattimo optai, nell'ormai lontano 2005, per il prof. Vattimo.
Ringraziandola nuovamente,
Porgo cordiali saluti.
Ezio D. C.
Le comunico che il professor Maurizio Ferraris è ancora attivo e docente presso l'ateneo torinese. Incerto se seguire il suo corso o quello del professor Vattimo optai, nell'ormai lontano 2005, per il prof. Vattimo.
Ringraziandola nuovamente,
Porgo cordiali saluti.
Ezio D. C.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 21/05/2020.
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