Cambiare psicoterapeuta serve o no?
Egregi psicologi,
sono in terapia da 7 mesi con una psicologa di orientamento cognitivo comportamentale e sto pensando seriamente di lasciare.
La motivazione principale riguarda lo scopo della terapia che, dal mio punto di vita, doveva servire a ridurre dei sintomi ossessivi, depressivi e ansiosi legati ad un disturbo alimentare ormai cronicizzato.
Non ho più l'illusione che si tratti di manifestazioni venute dal nulla, perciò ho voluto aprirmi su alcuni aspetti molto difficili della mia infanzia, sperando ricevere finalmente la comprensione e l'empatia che mi è mancata a suo tempo.
Avrei voluto riuscire ad accettare i miei bisogni profondi e trovare modi sani per soddisfarli senza la paura di essere aggredita, umiliata o inibita con il senso di colpa.
Anche questa psicologa invece, come le precedenti, ha ritenuto più opportuno ergersi a protettrice di mio figlio (da me, evidentemente).
Questo perché prendo farmaci per ansia e depressione, con un sillogismo puro e lineare paziente psichiatrico=pessimo genitore.
Ne abbiamo parlato, ha concordato che non eravamo d'accordo sugli obiettivi della terapia, ma dopo un paio di sedute ecco di nuovo il tema del mio rapporto con mio figlio.
Non potete capire quanto è offensivo prima di tutto dare per scontato che chi è stato maltrattato maltratterà, in secondo luogo vederla rinunciare a mettersi nei miei scomodi panni per vestire sempre e comunque quelli dell'aiuto esterno tecnico e poco coinvolto.
Esco dalle sedute sentendomi sola, arrabbiata e disperata.
Mi consigliano di cambiare di nuovo terapeuta, ma ha senso a questo punto?
Grazie in anticipo per la risposta.
sono in terapia da 7 mesi con una psicologa di orientamento cognitivo comportamentale e sto pensando seriamente di lasciare.
La motivazione principale riguarda lo scopo della terapia che, dal mio punto di vita, doveva servire a ridurre dei sintomi ossessivi, depressivi e ansiosi legati ad un disturbo alimentare ormai cronicizzato.
Non ho più l'illusione che si tratti di manifestazioni venute dal nulla, perciò ho voluto aprirmi su alcuni aspetti molto difficili della mia infanzia, sperando ricevere finalmente la comprensione e l'empatia che mi è mancata a suo tempo.
Avrei voluto riuscire ad accettare i miei bisogni profondi e trovare modi sani per soddisfarli senza la paura di essere aggredita, umiliata o inibita con il senso di colpa.
Anche questa psicologa invece, come le precedenti, ha ritenuto più opportuno ergersi a protettrice di mio figlio (da me, evidentemente).
Questo perché prendo farmaci per ansia e depressione, con un sillogismo puro e lineare paziente psichiatrico=pessimo genitore.
Ne abbiamo parlato, ha concordato che non eravamo d'accordo sugli obiettivi della terapia, ma dopo un paio di sedute ecco di nuovo il tema del mio rapporto con mio figlio.
Non potete capire quanto è offensivo prima di tutto dare per scontato che chi è stato maltrattato maltratterà, in secondo luogo vederla rinunciare a mettersi nei miei scomodi panni per vestire sempre e comunque quelli dell'aiuto esterno tecnico e poco coinvolto.
Esco dalle sedute sentendomi sola, arrabbiata e disperata.
Mi consigliano di cambiare di nuovo terapeuta, ma ha senso a questo punto?
Grazie in anticipo per la risposta.
[#1]
Gentile utente,
"..Anche questa psicologa invece, come le precedenti, ha ritenuto più opportuno ergersi a protettrice .."
Sembra piuttosto bizzarro che varie differenti Psy assumano la stessa posizione,
pur senza essersi precedentemente accordate,
semplicemente perchè Lei assume farmaci:
mezza umanità sarebbe catalogata in questo modo.
Lei come lo spiega?
Ha provato ad interrogarsi su ciò, anzichè indispettirsi?
Concordo che "..cambiare di nuovo terapeuta.." la riporterebbe al punto di prima se non cambiano altri fattori.
Dott. Brunialti
"..Anche questa psicologa invece, come le precedenti, ha ritenuto più opportuno ergersi a protettrice .."
Sembra piuttosto bizzarro che varie differenti Psy assumano la stessa posizione,
pur senza essersi precedentemente accordate,
semplicemente perchè Lei assume farmaci:
mezza umanità sarebbe catalogata in questo modo.
Lei come lo spiega?
Ha provato ad interrogarsi su ciò, anzichè indispettirsi?
Concordo che "..cambiare di nuovo terapeuta.." la riporterebbe al punto di prima se non cambiano altri fattori.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Dottoressa,
grazie per la risposta. Non so cosa per certo cosa è successo, fatto sta che è la seconda volta, con due terapeute diverse, che discuto gli obiettivi della terapia e in particolare la cosa del rapporto con mio figlio. Quello che ho detto a lei ho detto a loro. Sono simpatica e gentile? No, non lo sono, ma merito una riflessione che sia bilaterale, e sopratutto merito di non portare da sola tutta la responsabilità del successo o fallimento della psicoterapia. Non so neppure se le mie obiezioni sono state comprese, perché lasciate cadere, dimenticate.
Quanto alle infondate convinzioni sui pazienti psichiatrici, lei che lavora in sanità dovrebbe averne sentite di tutti i colori, a partire dalla negazione di sintomi medici riferiti dal paziente sulla base di presunte somatizzazioni che poi non si rivelano tali alle opportune indagini diagnostiche. Siamo ancora a questo punto tra i sanitari, si figuri il resto. Non è tutto sintomo, c'è anche l'ambiente.
Buona giornata
grazie per la risposta. Non so cosa per certo cosa è successo, fatto sta che è la seconda volta, con due terapeute diverse, che discuto gli obiettivi della terapia e in particolare la cosa del rapporto con mio figlio. Quello che ho detto a lei ho detto a loro. Sono simpatica e gentile? No, non lo sono, ma merito una riflessione che sia bilaterale, e sopratutto merito di non portare da sola tutta la responsabilità del successo o fallimento della psicoterapia. Non so neppure se le mie obiezioni sono state comprese, perché lasciate cadere, dimenticate.
Quanto alle infondate convinzioni sui pazienti psichiatrici, lei che lavora in sanità dovrebbe averne sentite di tutti i colori, a partire dalla negazione di sintomi medici riferiti dal paziente sulla base di presunte somatizzazioni che poi non si rivelano tali alle opportune indagini diagnostiche. Siamo ancora a questo punto tra i sanitari, si figuri il resto. Non è tutto sintomo, c'è anche l'ambiente.
Buona giornata
[#3]
Gentile utente,
capisco che Lei si riferisce a fatti che non posso conoscere (v. "ambiente")
e dunque non tutto ho compreso della seconda parte di #2.
Ritornando al quesito del Suo consulto,
La oriento a riprendere la questione degli obiettivi della terapia con la Sua attuale Psy
nel modo più propositivo e "gentile" che Le è possibile ("...Sono simpatica e gentile? No, non lo sono...)
per sondare se sia possibile costruire una migliore alleanza terapeutica.
Anche l'apprendere e il mettere in atto modalità relazionali differenti può rappresentare un importante esito della terapia.
Se ritiene ci faccia sapere
tra qualche tempo.
Dott. Brunialti
capisco che Lei si riferisce a fatti che non posso conoscere (v. "ambiente")
e dunque non tutto ho compreso della seconda parte di #2.
Ritornando al quesito del Suo consulto,
La oriento a riprendere la questione degli obiettivi della terapia con la Sua attuale Psy
nel modo più propositivo e "gentile" che Le è possibile ("...Sono simpatica e gentile? No, non lo sono...)
per sondare se sia possibile costruire una migliore alleanza terapeutica.
Anche l'apprendere e il mettere in atto modalità relazionali differenti può rappresentare un importante esito della terapia.
Se ritiene ci faccia sapere
tra qualche tempo.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Dr. Brunialti,
colgo il suo invito a farle sapere in questa che ormai è una compulsione a chiedere consulti :)
Con la mia terapeuta sono ancora in rotta. Ormai nei suoi confronti provo sentimenti di odio e di ostilità, perciò anche per educazione preferirei lasciare prima di perdere le staffe. In particolare non riesco a capire il metodo dello svelamento, utilissimo se hai stima della persona che hai di fronte o almeno ne hai un'opinione positiva. Altrimenti cosa ci faccio con i racconti di questi spaccati di vita del terapeuta?
So che quello che sto per dirle mi spedirà diritta nel girone dei narcisisti, ma io ho avuto una vita molto dura e non accetto di prendere come riferimento persone che non hanno avuto le mie stesse esperienze. Lei forse obietterà che è possibile che la mia terapeuta abbia avuto le mie stesse esperienze. Le posso solo dire che riconosco subito chi è come me e chi non lo è. Non sono speciale, se questo si domanda, come me ce ne sono tante e più si scende nella scala sociale e più se ne trovano.
Il paragone con le esperienze della terapeuta è crudele e suscita solo invidia. È stata palesemente più fortunata e cosa spera, di conquistarmi facendosi ammirare? In nessun modo.
Io cercavo la sua competenza, bruta competenza, basata sulle evidenze, invece mi ritrovo una bambina che pesta i piedi perché non le hanno dato a al compito di italiano. A lei io non interesso, le interessa moltissimo essere una "buona psicologa". Lei stessa si definisce un'ossessiva ed è forse per quello che mi ha preso in terapia. Un errore marchiano.
Quindi mi domando cosa fare mentre la psicologa da segni di impazienza e io di... squilibrio.
Cordialmente
colgo il suo invito a farle sapere in questa che ormai è una compulsione a chiedere consulti :)
Con la mia terapeuta sono ancora in rotta. Ormai nei suoi confronti provo sentimenti di odio e di ostilità, perciò anche per educazione preferirei lasciare prima di perdere le staffe. In particolare non riesco a capire il metodo dello svelamento, utilissimo se hai stima della persona che hai di fronte o almeno ne hai un'opinione positiva. Altrimenti cosa ci faccio con i racconti di questi spaccati di vita del terapeuta?
So che quello che sto per dirle mi spedirà diritta nel girone dei narcisisti, ma io ho avuto una vita molto dura e non accetto di prendere come riferimento persone che non hanno avuto le mie stesse esperienze. Lei forse obietterà che è possibile che la mia terapeuta abbia avuto le mie stesse esperienze. Le posso solo dire che riconosco subito chi è come me e chi non lo è. Non sono speciale, se questo si domanda, come me ce ne sono tante e più si scende nella scala sociale e più se ne trovano.
Il paragone con le esperienze della terapeuta è crudele e suscita solo invidia. È stata palesemente più fortunata e cosa spera, di conquistarmi facendosi ammirare? In nessun modo.
Io cercavo la sua competenza, bruta competenza, basata sulle evidenze, invece mi ritrovo una bambina che pesta i piedi perché non le hanno dato a al compito di italiano. A lei io non interesso, le interessa moltissimo essere una "buona psicologa". Lei stessa si definisce un'ossessiva ed è forse per quello che mi ha preso in terapia. Un errore marchiano.
Quindi mi domando cosa fare mentre la psicologa da segni di impazienza e io di... squilibrio.
Cordialmente
[#7]
La risposta ce la ha già in quello che Lei stessa scrive,
rileggendo #4 se ne accorgerà.
Non Le occorre altro. Non chieda nutrimento per quella che definisce con autoironia (se ben percepisco) "ormai è una compulsione a chiedere consulti :) ".
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
rileggendo #4 se ne accorgerà.
Non Le occorre altro. Non chieda nutrimento per quella che definisce con autoironia (se ben percepisco) "ormai è una compulsione a chiedere consulti :) ".
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.3k visite dal 21/05/2020.
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