Relazione con una persona instabile
Salve a tutti
Sono una ragazza di 22 anni, premetto che la mia condizione esistenziale non è stata mai semplice, da adolescente ho iniziato a soffrire di ansia e depressione e chiedere consulto psicologico.
Circa due anni fa ho conosciuto un ragazzo più grande di me di 8 anni.
ho subito sentito una forte attrazione mentale sentendolo in grado di capirmi perché molto vicino alla mia condizione.
Mi piaceva tutto di lui, il modo in cui scriveva, come si comportava con me, dopo pochissimo tempo sentivo già un forte desiderio mai provato fino ad allora.
Dopo pochi mesi scopro e mi fa capire tramite i suoi atteggiamenti, a volte esagerati, una dipendenza da alcol e cannabis generata da un senso di vuoto che sente di provare.
Da lì, iniziano le prime litigate e le prime rotture e decisione di interrompere.
Puntualmente, dettata da una vulnerabilità nei suoi riguardi e la sua capacità di essere accondiscendente, decido di perdonarlo.
La cosa più brutta però è che a poco a poco mi accorgo della sua instabilità emotiva e nel corso di due anni vi sono dei frequenti alti e bassi del tutto bruschi che peggiorano la mia psiche e mi fanno sentire destabilizzata ma paradossalmente ancora molto legata a questa persona.
Mi fa credere di essere innamorato di me, mi fa sentire la sua vicinanza ed io puntualmente accecata da questo suo lato credo che sia cambiato per un po' di tempo, facendomi fare addirittura le valigie e inviandomi a ritornare nella sua città (dove io studio) solo e unicamente per lui e per stare insieme.
Poi, puntualmente la crisi, dice di non stare più bene, di sentirsi vuoto, depresso, apatico, di non essere innamorato.
E improvvisamente si trasforma in una persona fredda, a tratti insensibile, non in grado di capire ciò che provoca nell'altro, del tutto meschina ed egoista nel modo.
Così ho la sensazione di parlare ad un tratto con una persona diversa rispetto a quella di 24 ore prima.
Ne soffro, non riesco a capire i motivi.
Tendo ad idealizzare la sua figura diversa da come realmente è.
Sono passati circa 2 anni, ad ogni rottura prometto di uscirne, di liberamene, ma non ci riesco, mi sento innamorata ed attratta da questa persona.
Ho provato ad andare da una psicoterapeuta ma non credo sia stata in grado di affrontare in maniera approfondita il problema.
Qual è il vostro consiglio
Sono una ragazza di 22 anni, premetto che la mia condizione esistenziale non è stata mai semplice, da adolescente ho iniziato a soffrire di ansia e depressione e chiedere consulto psicologico.
Circa due anni fa ho conosciuto un ragazzo più grande di me di 8 anni.
ho subito sentito una forte attrazione mentale sentendolo in grado di capirmi perché molto vicino alla mia condizione.
Mi piaceva tutto di lui, il modo in cui scriveva, come si comportava con me, dopo pochissimo tempo sentivo già un forte desiderio mai provato fino ad allora.
Dopo pochi mesi scopro e mi fa capire tramite i suoi atteggiamenti, a volte esagerati, una dipendenza da alcol e cannabis generata da un senso di vuoto che sente di provare.
Da lì, iniziano le prime litigate e le prime rotture e decisione di interrompere.
Puntualmente, dettata da una vulnerabilità nei suoi riguardi e la sua capacità di essere accondiscendente, decido di perdonarlo.
La cosa più brutta però è che a poco a poco mi accorgo della sua instabilità emotiva e nel corso di due anni vi sono dei frequenti alti e bassi del tutto bruschi che peggiorano la mia psiche e mi fanno sentire destabilizzata ma paradossalmente ancora molto legata a questa persona.
Mi fa credere di essere innamorato di me, mi fa sentire la sua vicinanza ed io puntualmente accecata da questo suo lato credo che sia cambiato per un po' di tempo, facendomi fare addirittura le valigie e inviandomi a ritornare nella sua città (dove io studio) solo e unicamente per lui e per stare insieme.
Poi, puntualmente la crisi, dice di non stare più bene, di sentirsi vuoto, depresso, apatico, di non essere innamorato.
E improvvisamente si trasforma in una persona fredda, a tratti insensibile, non in grado di capire ciò che provoca nell'altro, del tutto meschina ed egoista nel modo.
Così ho la sensazione di parlare ad un tratto con una persona diversa rispetto a quella di 24 ore prima.
Ne soffro, non riesco a capire i motivi.
Tendo ad idealizzare la sua figura diversa da come realmente è.
Sono passati circa 2 anni, ad ogni rottura prometto di uscirne, di liberamene, ma non ci riesco, mi sento innamorata ed attratta da questa persona.
Ho provato ad andare da una psicoterapeuta ma non credo sia stata in grado di affrontare in maniera approfondita il problema.
Qual è il vostro consiglio
[#1]
Gentile ragazza,
per prima cosa posso chiederLe come mai dice che la psicoterapeuta non è stata in grado di affrontare in maniera approfondita il problema?
Può raccontare che cosa è successo in quella psicoterapia?
Nel frattempo vorrei chiederLe a che cosa Le serve questa relazione tossica, dal momento che mi pare molto lucida sulla situazione.
Cordiali saluti,
per prima cosa posso chiederLe come mai dice che la psicoterapeuta non è stata in grado di affrontare in maniera approfondita il problema?
Può raccontare che cosa è successo in quella psicoterapia?
Nel frattempo vorrei chiederLe a che cosa Le serve questa relazione tossica, dal momento che mi pare molto lucida sulla situazione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Grazie della risposta dottoressa ma se sapessi cosa nel profondo mi tiene realmente legata e riuscissi a conciliare il mio lucido pensiero con l'azione non starei qui a parlarne. Mi sento particolarmente legata a questa persona e non riesco ad avere una posizione decisa nella rottura perché stare lontano mi fa soffrire, avverto la sua mancanza, ma stare insieme mi fa stare con l'ansia di subire nuovamente una sua crisi, difatti così è stato e forse quest'altalena mi crea brio, nonostante sia sofferenza. Sono consapevole di tutto ciò, ma mi è difficile prendere distacco sopratutto quando lui si ripresenta con una grande capacità di minimizzare il problema e promessa di essere realmente cambiato e di aver capito la mia importanza nella sua vita. Da subito sono stata attratta dalla sua profondità e della sensazione di poter esternare ciò che sono a tutti gli effetti, elemento che non ho riscontrato in nessun'altra persona. Per quanto riguarda la psicoterapeuta, ho chiesto consulto per mesi ma è stata sempre generale sulla mia situazione dandomi dei consigli, già condivisi da me non trattando specificatamente il problema, dunque non sufficienti a trovare delle spiegazioni a questo mio atteggiamento o al suo
[#3]
Gentile ragazza,
in realtà Lei scrive chiaramente che cosa La tiene ancora attaccata a questa relazione tossica: dice di aver iniziato a soffrire di ansia e depressione già da ragazzina e che questo "tira e molla" con quest'uomo La fa sentire bene, nel senso che crea brio nella apparente monotonia.
Di solito, in situazioni del genere incappano persone (più frequentemente le donne) che hanno una bassa autostima e che fanno anche una lettura sbagliata della vita e della sua normalità. La quotidianità è spesso letta come noiosa e questo brio serve a rompere la noia, con il costo altissimo da pagare che ne consegue.
Ovviamente non ne vale la pena, ma il lavoro che in terapia deve essere svolto riguarda Lei e la Sua modalità di accudire una persona che forse ha bisogno di aiuto da parte di un medico o di uno psicologo, ma che Lei -pur con tutte le Sue attenzioni, pazienza e premure- non potrà mai cambiare né curare né aiutare quest'uomo. Ne uscirà a pezzi ma in prima battuta ha bisogno di vedere con ancora più lucidità tutto ciò.
Se con il precedente terapeuta non è riuscita a lavorare su questi aspetti Suoi e a cambiare (Lei, non il Suo ragazzo), allora Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che lavori su questi aspetti, meglio se presso un centro antiviolenza della Sua zona.
Cordiali saluti,
in realtà Lei scrive chiaramente che cosa La tiene ancora attaccata a questa relazione tossica: dice di aver iniziato a soffrire di ansia e depressione già da ragazzina e che questo "tira e molla" con quest'uomo La fa sentire bene, nel senso che crea brio nella apparente monotonia.
Di solito, in situazioni del genere incappano persone (più frequentemente le donne) che hanno una bassa autostima e che fanno anche una lettura sbagliata della vita e della sua normalità. La quotidianità è spesso letta come noiosa e questo brio serve a rompere la noia, con il costo altissimo da pagare che ne consegue.
Ovviamente non ne vale la pena, ma il lavoro che in terapia deve essere svolto riguarda Lei e la Sua modalità di accudire una persona che forse ha bisogno di aiuto da parte di un medico o di uno psicologo, ma che Lei -pur con tutte le Sue attenzioni, pazienza e premure- non potrà mai cambiare né curare né aiutare quest'uomo. Ne uscirà a pezzi ma in prima battuta ha bisogno di vedere con ancora più lucidità tutto ciò.
Se con il precedente terapeuta non è riuscita a lavorare su questi aspetti Suoi e a cambiare (Lei, non il Suo ragazzo), allora Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che lavori su questi aspetti, meglio se presso un centro antiviolenza della Sua zona.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.4k visite dal 20/05/2020.
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