Può essere traumatico per un bambino molto piccolo rimanere solo con il padre?

Gentili dottori, ho un figlio di 1 anno che allatto ancora ed è molto probabile che tra 3-4 mesi dovrò trasferirmi in un'altra regione per lavoro.
Per vari motivi di convenienza (orari flessibili di mio marito, vicinanza del luogo di lavoro all'abitazione, presenza di tutti i nonni e gli zii nella stessa città...) stiamo valutando, in tale eventualità, che il piccolo rimanga con suo padre, iniziando anche a frequentare l'asilo nido.
Considerando che io potrei tornare piuttosto spesso, per tutte le festività, e che mio marito è un padre molto presente e responsabile, a vostro parere potrebbe trattarsi comunque di un distacco doloroso - che potrebbe durare 2 o 3 anni, esclusi i mesi estivi?
Grazie.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
molto dipende da come tutti insieme -parlo anche dei nonni, degli altri parenti e in seguito le maestre- gestirete questa separazione, senza far gravare sul bambino un'impressione di tragedia, ma nemmeno censurando i suoi momenti di nostalgia della mamma.
In altre parole, come sempre il buon senso è la guida: un genitore che si allontana per lavoro non sta scappando né abbandonando.
Lei stessa sentirà a volte una grande nostalgia: non si faccia mancare le video-chiamate, in questo caso, e tutti voi non precludetele al bambino, se è lui a sentirne il bisogno.
Tornare spesso a casa (quanto spesso? una volta ogni due settimane?) e fare le vacanze insieme potrà accrescere la presenza percepita.
Non fate l'errore di cambiare le abitudini di suo figlio facendolo dormire col papà quando lei è assente, per poi relegarlo nella sua stanza quando ritorna.
Anche qui, l'importante è cercare di vedere le cose con gli occhi del bambino, senza sovrapporre ai suoi stati emotivi le vostre interpretazioni o peggio spiegazioni che non può capire.
In questo periodo il bambino attraverserà fasi essenziali, in cui apprenderà molte cose. Sarà veramente importante che il papà o i nonni abbiano parecchi momenti della giornata per lui, per tenerlo in braccio, guardarlo negli occhi, parlargli.
Non vi fate scoraggiare da capricci e pianti e non attribuiteli troppo sbrigativamente alla lontananza della mamma, precludendovi così la serena correzione che evita il radicarsi di cattive abitudini, ma non pretendete nemmeno che il bambino possa differire fino alla domenica il contatto diretto con un adulto che si prenda cura di lui.
Un tempo le mamme e i papà trovavano utili indicazioni nel manuale del dottor Spock, per l'aspetto psicologico e per i consigli pediatrici. Vecchiotto ma rassicurante, non è stato davvero sostituito da nessun manuale altrettanto completo, che io sappia. Ma forse in una buona libreria troverete qualcosa. Un manualetto agile è "I passi della crescita", di Ammaniti e Cerniglia, pubblicato a cura del Consiglio Nazionale Psicologi e distribuito dalla stampa del gruppo GEDI (Repubblica, Espresso, etc.).
Le faccio molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com