Ho sbagliato tutto?
Buongiorno chiedo questo consulto perché ho bisogno di un sostegno.
Dopo 13 anni di lavoro nella stessa azienda ho deciso di cambiare lavoro per poter accudire dipiù la mia Famiglia, in quanto ero sempre assente, Il problema è che rispetto alle mie mansioni questa azienda diciamo è molto a ''vecchio stile'' e onestamente non so se è valsa la pena cambiare da un'azienda che era all'avanguardia...
Ogni mattina non so come cominciare il lavoro...perché è tutto incasinato.
Sono sempre stata abituata a lavorare con dei processi, e questo non solo nel lavoro ma anche nella mia famiglia.
Ora mi ritrovo in balia del vento in quanto, questa azienda formata da pochissime persone non ha mai avuto un impiegata.
I titolari stessi sembrano essere in balia del vento e io onestamente non so come lavorare.
Sono frastornata
Dopo 13 anni di lavoro nella stessa azienda ho deciso di cambiare lavoro per poter accudire dipiù la mia Famiglia, in quanto ero sempre assente, Il problema è che rispetto alle mie mansioni questa azienda diciamo è molto a ''vecchio stile'' e onestamente non so se è valsa la pena cambiare da un'azienda che era all'avanguardia...
Ogni mattina non so come cominciare il lavoro...perché è tutto incasinato.
Sono sempre stata abituata a lavorare con dei processi, e questo non solo nel lavoro ma anche nella mia famiglia.
Ora mi ritrovo in balia del vento in quanto, questa azienda formata da pochissime persone non ha mai avuto un impiegata.
I titolari stessi sembrano essere in balia del vento e io onestamente non so come lavorare.
Sono frastornata
[#1]
Gentile utente,
come ogni cambiamento, anche quello che ci descrive non è esente dal portare una persona a vivere un notevole livello di stress, specialmente se abituati per tanti anni a lavorare seguendo una routine prestabilita ed acquisita negli anni.
Come tale è assolutamente normale vivere la sensazione di smarrimento che ci descrive, come pure la sensazione di aver sbagliato nella scelta di cambiare lavoro.
In casi simili, infatti, i costi della nostra scelta divengono più evidenti quando la scelta è stata fatta piuttosto che quando ancora la stiamo per compiere. Così come il fatto di mantenere il suo precedente impiego la portava a vivere con maggiore disagio l'idea di essere assente in casa (costo), oggi la sensazione di smarrimento che prova a lavoro la porta a vivere la scelta compiuta di cambiare impiego come sbagliata (costo), vedendo meno il beneficio che ha invece ottenuto dalla scelta presa di recente: riuscire a passare più tempo con la sua famiglia.
Ora, riprendendo il discorso da lei portato avanti, alcuni indizi potrebbero farci supporre che il disagio che sta vivendo sia strettamente legato al fatto di sentirsi a lavoro come in "balia del vento". Potremmo forse parlarne come della sgradevole sensazione di non sapere precisamente come comportarsi nel nuovo contesto lavorativo, più caotico e meno organizzato rispetto a quello precedente.
Tuttavia, il ritrovarsi in un ambiente meno strutturato non giustifica di per sé il vissuto di disagio che ci descrive. Molte persone, al contrario, potrebbero vivere tale mancanza di organizzazione come un qualcosa di meno costrittivo e dunque più liberatorio, sperimentando un maggiore senso di distensione e rilassatezza.
Il fatto che lei suggerisca che tali processi vengano da lei seguiti anche all'interno del suo contesto familiare, ci porta a supporre che il controllo sia per lei un tema importante, in quanto utile al mantenimento del suo equilibrio psico-emotivo.
Non sappiamo né perché il controllo abbia l'importanza che qui si starebbe supponendo, né quale sia la funzione per la quale tale controllo si renderebbe a suo giudizio utile ed importante.
Quanto possiamo ipotizzare è solo che l'idea di essersi ritrovata in un contesto meno organizzato rispetto a quello in cui lavorava la porti oggi a vivere il disagio che ci descrive, al punto da portarla a ritenere di aver sbagliato a scegliere di cambiare il suo lavoro.
Ulteriori approfondimenti potrebbero essere compiuti in altra sede, specialmente laddove intravedesse che il suo disagio perdurasse più di quanto ci si potrebbe attendere dal naturale e fisiologico bisogno di riadattarsi alla nuova realtà lavorativa, come pure laddove intravedesse un suo aumento in intensità.
In tali casi, potrà prendere in considerazione l'ipotesi di rivolgersi ad uno specialista per meglio comprendere la natura del disagio emotivo e trovare delle strategie pratiche per gestirlo.
La saluto cordialmente,
Dr. Alessio Congiu
come ogni cambiamento, anche quello che ci descrive non è esente dal portare una persona a vivere un notevole livello di stress, specialmente se abituati per tanti anni a lavorare seguendo una routine prestabilita ed acquisita negli anni.
Come tale è assolutamente normale vivere la sensazione di smarrimento che ci descrive, come pure la sensazione di aver sbagliato nella scelta di cambiare lavoro.
In casi simili, infatti, i costi della nostra scelta divengono più evidenti quando la scelta è stata fatta piuttosto che quando ancora la stiamo per compiere. Così come il fatto di mantenere il suo precedente impiego la portava a vivere con maggiore disagio l'idea di essere assente in casa (costo), oggi la sensazione di smarrimento che prova a lavoro la porta a vivere la scelta compiuta di cambiare impiego come sbagliata (costo), vedendo meno il beneficio che ha invece ottenuto dalla scelta presa di recente: riuscire a passare più tempo con la sua famiglia.
Ora, riprendendo il discorso da lei portato avanti, alcuni indizi potrebbero farci supporre che il disagio che sta vivendo sia strettamente legato al fatto di sentirsi a lavoro come in "balia del vento". Potremmo forse parlarne come della sgradevole sensazione di non sapere precisamente come comportarsi nel nuovo contesto lavorativo, più caotico e meno organizzato rispetto a quello precedente.
Tuttavia, il ritrovarsi in un ambiente meno strutturato non giustifica di per sé il vissuto di disagio che ci descrive. Molte persone, al contrario, potrebbero vivere tale mancanza di organizzazione come un qualcosa di meno costrittivo e dunque più liberatorio, sperimentando un maggiore senso di distensione e rilassatezza.
Il fatto che lei suggerisca che tali processi vengano da lei seguiti anche all'interno del suo contesto familiare, ci porta a supporre che il controllo sia per lei un tema importante, in quanto utile al mantenimento del suo equilibrio psico-emotivo.
Non sappiamo né perché il controllo abbia l'importanza che qui si starebbe supponendo, né quale sia la funzione per la quale tale controllo si renderebbe a suo giudizio utile ed importante.
Quanto possiamo ipotizzare è solo che l'idea di essersi ritrovata in un contesto meno organizzato rispetto a quello in cui lavorava la porti oggi a vivere il disagio che ci descrive, al punto da portarla a ritenere di aver sbagliato a scegliere di cambiare il suo lavoro.
Ulteriori approfondimenti potrebbero essere compiuti in altra sede, specialmente laddove intravedesse che il suo disagio perdurasse più di quanto ci si potrebbe attendere dal naturale e fisiologico bisogno di riadattarsi alla nuova realtà lavorativa, come pure laddove intravedesse un suo aumento in intensità.
In tali casi, potrà prendere in considerazione l'ipotesi di rivolgersi ad uno specialista per meglio comprendere la natura del disagio emotivo e trovare delle strategie pratiche per gestirlo.
La saluto cordialmente,
Dr. Alessio Congiu
Dr. Alessio Congiu
Psicologo-Psicoterapeuta
T. +39 345 465 8419
alessio.congiu@hotmail.it
alessiocongiupsicologo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.9k visite dal 14/05/2020.
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