Bambina poco attaccata alla mamma
Gentili dottori,
Sono mamma di una bambina di 17 mesi e di una bambina di 4 mesi.
L'oggetto del mio consulto è la bimba più grande, che io reputo poco attaccata a me.
Premetto che sono due anni che sono disoccupata per cui mi sono sempre occupata io delle mie figlie, chiedendo pochissimo l'aiuto dei nonni, solamente quando mi era strettamente necessario.
Quando la grande aveva tre mesi e mezzo, sono rimasta di nuovo incinta ma, nonostante la stanchezza e i problemi alla sciatica che mi rendevano difficoltosi i movimenti, non ho mai accettato aiuto e ho sempre fatto tutto da sola perché non volevo che mia figlia percepisse negativamente l'arrivo della sorellina e notasse che le stavo dando meno attenzioni.
Ovviamente nel weekend potevo contare su mio marito, splendido papà.
I nonni li abbiamo frequentati poco (ci sono solo i miei genitori, una volta a settimana ma la bambina ha mostrato fin da subito un forte attaccamento a entrambi, attaccamento quasi morboso, che io non ho mai, ahimè, notato nei miei confronti, nonostante mi sia sempre occupata di lei in tutto e per tutto, anche nei giorni in cui crollavo per la stanchezza della nuova gravidanza.
Quel famoso super attaccamento alla mamma che sapevo si sarebbe verificato verso gli otto mesi, di cui molte mie amiche mi avevano parlato, non c'è mai stato.
Notavo con un velo di tristezza che quando lasciavo mio figlia ai nonni o al papà per un qualche impegno, lei sembrava non accorgersi nemmeno che me ne andavo e quando tornavo a casa non mi degnava di uno sguardo.
Tra di noi c'è un bel rapporto, giochiamo, scherziamo, facciamo tanti bei giretti, ma a volte mi sembra che stare con me o col papà o coi nonni per lei sia uguale.
Anzi, quando vede i nonni è tutta contenta e mi ignora completamente.
Se provo ad avvicinarmi si avvinghia a loro come se temesse che voglia portarla via e quando se ne vanno piange.
Anche quando è nata la sorellina ho cercato di fare tutto io per non fare pesare alla grande la nuova situazione, situazione che comunque ha preso bene perché è molto contenta della sorellina.
Io cerco di coinvolgerla in tutto quello che faccio con la piccolina perché non si senta trascurata e, nonostante la stanchezza che spesso mi fa piangere, continuo a voler accettare pochi aiuti, se non ovviamente da mio marito.
Nonostante questa mia continua presenza, la bambina non sembra molto legata a me, come invece sono i figli delle mie amiche che non possono fare un passo senza che il piccolo si senta perso.
Certo, mia figlia è sempre stata abbastanza indipendente e allergica alle coccole, se si prova ad abbracciarla scappa, non ha mai voluto dormire nel lettone e quando sta poco bene non è molto incline a farsi coccolare, però non mi sembra proprio normale questa indifferenza nei miei confronti.
Perché quando se ne vanno i nonni piange mentre se io mi assento non fa una piega?
Dove ho sbagliato?
Ho praticamente annullato la mia vita sociale per dedicarmi a lei.
Sono mamma di una bambina di 17 mesi e di una bambina di 4 mesi.
L'oggetto del mio consulto è la bimba più grande, che io reputo poco attaccata a me.
Premetto che sono due anni che sono disoccupata per cui mi sono sempre occupata io delle mie figlie, chiedendo pochissimo l'aiuto dei nonni, solamente quando mi era strettamente necessario.
Quando la grande aveva tre mesi e mezzo, sono rimasta di nuovo incinta ma, nonostante la stanchezza e i problemi alla sciatica che mi rendevano difficoltosi i movimenti, non ho mai accettato aiuto e ho sempre fatto tutto da sola perché non volevo che mia figlia percepisse negativamente l'arrivo della sorellina e notasse che le stavo dando meno attenzioni.
Ovviamente nel weekend potevo contare su mio marito, splendido papà.
I nonni li abbiamo frequentati poco (ci sono solo i miei genitori, una volta a settimana ma la bambina ha mostrato fin da subito un forte attaccamento a entrambi, attaccamento quasi morboso, che io non ho mai, ahimè, notato nei miei confronti, nonostante mi sia sempre occupata di lei in tutto e per tutto, anche nei giorni in cui crollavo per la stanchezza della nuova gravidanza.
Quel famoso super attaccamento alla mamma che sapevo si sarebbe verificato verso gli otto mesi, di cui molte mie amiche mi avevano parlato, non c'è mai stato.
Notavo con un velo di tristezza che quando lasciavo mio figlia ai nonni o al papà per un qualche impegno, lei sembrava non accorgersi nemmeno che me ne andavo e quando tornavo a casa non mi degnava di uno sguardo.
Tra di noi c'è un bel rapporto, giochiamo, scherziamo, facciamo tanti bei giretti, ma a volte mi sembra che stare con me o col papà o coi nonni per lei sia uguale.
Anzi, quando vede i nonni è tutta contenta e mi ignora completamente.
Se provo ad avvicinarmi si avvinghia a loro come se temesse che voglia portarla via e quando se ne vanno piange.
Anche quando è nata la sorellina ho cercato di fare tutto io per non fare pesare alla grande la nuova situazione, situazione che comunque ha preso bene perché è molto contenta della sorellina.
Io cerco di coinvolgerla in tutto quello che faccio con la piccolina perché non si senta trascurata e, nonostante la stanchezza che spesso mi fa piangere, continuo a voler accettare pochi aiuti, se non ovviamente da mio marito.
Nonostante questa mia continua presenza, la bambina non sembra molto legata a me, come invece sono i figli delle mie amiche che non possono fare un passo senza che il piccolo si senta perso.
Certo, mia figlia è sempre stata abbastanza indipendente e allergica alle coccole, se si prova ad abbracciarla scappa, non ha mai voluto dormire nel lettone e quando sta poco bene non è molto incline a farsi coccolare, però non mi sembra proprio normale questa indifferenza nei miei confronti.
Perché quando se ne vanno i nonni piange mentre se io mi assento non fa una piega?
Dove ho sbagliato?
Ho praticamente annullato la mia vita sociale per dedicarmi a lei.
[#1]
Gentilissima mamma,
la richiesta che Lei ci sottopone, all'apparenza sembrerebbe legata a qualche difficoltà nel legame di attaccamento che avviene tra chi fornisce le cure e il bambino.
Percepisco nelle sue parole un fondo di tristezza e di senso di colpa.
Vorrei aiutarla a riflettere su alcuni elementi che ci ha fornito:
1."Nonostante questa mia continua presenza, la bambina non sembra molto legata a me, come invece sono i figli delle mie amiche che non possono fare un passo senza che il piccolo si senta perso." non è automatico che "sentirsi perso" senza la propria mamma sia un indicatore affidabile di una relazione positiva instaurata.
2. "Certo, mia figlia è sempre stata abbastanza indipendente e allergica alle coccole, se si prova ad abbracciarla scappa, non ha mai voluto dormire nel lettone e quando sta poco bene non è molto incline a farsi coccolare, però non mi sembra proprio normale questa indifferenza nei miei confronti." Anche se solitamente i bambini sentono il bisogno di contatto fisico, non per tutti i bambini è così. Tuttavia, solitamente nei momenti di separazione o nei momenti di malessere fisico si attiva quello che prima ho chiamato "legame di attaccamento". Quindi, solitamente i bambini richiedono la vicinanza fisica ed emotiva dei genitori.
Se lo ritiene, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo dell'età evolutiva per approfondire la questione e per darLe indicazioni più mirate.
Cordiali saluti,
http://ilariafonzopsicologa.com
la richiesta che Lei ci sottopone, all'apparenza sembrerebbe legata a qualche difficoltà nel legame di attaccamento che avviene tra chi fornisce le cure e il bambino.
Percepisco nelle sue parole un fondo di tristezza e di senso di colpa.
Vorrei aiutarla a riflettere su alcuni elementi che ci ha fornito:
1."Nonostante questa mia continua presenza, la bambina non sembra molto legata a me, come invece sono i figli delle mie amiche che non possono fare un passo senza che il piccolo si senta perso." non è automatico che "sentirsi perso" senza la propria mamma sia un indicatore affidabile di una relazione positiva instaurata.
2. "Certo, mia figlia è sempre stata abbastanza indipendente e allergica alle coccole, se si prova ad abbracciarla scappa, non ha mai voluto dormire nel lettone e quando sta poco bene non è molto incline a farsi coccolare, però non mi sembra proprio normale questa indifferenza nei miei confronti." Anche se solitamente i bambini sentono il bisogno di contatto fisico, non per tutti i bambini è così. Tuttavia, solitamente nei momenti di separazione o nei momenti di malessere fisico si attiva quello che prima ho chiamato "legame di attaccamento". Quindi, solitamente i bambini richiedono la vicinanza fisica ed emotiva dei genitori.
Se lo ritiene, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo dell'età evolutiva per approfondire la questione e per darLe indicazioni più mirate.
Cordiali saluti,
http://ilariafonzopsicologa.com
Dr.ssa Ilaria Fonzo,
Psicologa infantile
https://ilariafonzopsicologa.com
[#2]
Ex utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la celerità nella sua risposta.
Lei parla di un possibile problema sopraggiunto nell'attaccamento, può essere legato al fatto che purtroppo ho allattato poco al seno?.
Ha ragione, non sempre il sentirsi persi senza la mamma è sinonimo di un buon legame, ma le confesso che spesso ho provato invidia nei confronti di quelle mamme che hanno i figli sempre "attaccati alla gonna" mentre invece la mia non ama neanche farsi abbracciare. Durante i weekend, con il papà proviamo a metterla a letto con noi la mattina appena svegli per farci le coccole tutti assieme ma non ne vuole sapere, scalcia e scende dal letto andando a giocare per i fatti suoi. Questo mi rende molto triste. Temo che sia colpa nostra perché, quando si trattava di dormire, per abituarla a prendere sonno da sola, seguendo vari consigli, la lasciavamo piangere senza cedere ed andare a prenderla. Può essere in parte dovuto a questo?. In ogni caso, anche con il papà si comporta così, quindi magari può anche essere lei fatta così. Un'altra cosa: nell'ultimo mese si è legata in maniera morbosa ad un peluche che ha sempre amato e al ciuccio, che prima usava solo per dormire, ora li pretende in continuazione, arrivando a urlare disperatamente se non le diamo peluche e ciuccio. Non se ne separa mai neanche per mangiare o cambiare il pannolone. Ho letto che di solito i bambini si attaccano a degli oggetti perché sentono la mancanza della mamma, ma io sono con lei 24/24 h e sto facendo i salti mortali per dedicare tempo sia a lei che alla sorellina.
La ringrazio per la celerità nella sua risposta.
Lei parla di un possibile problema sopraggiunto nell'attaccamento, può essere legato al fatto che purtroppo ho allattato poco al seno?.
Ha ragione, non sempre il sentirsi persi senza la mamma è sinonimo di un buon legame, ma le confesso che spesso ho provato invidia nei confronti di quelle mamme che hanno i figli sempre "attaccati alla gonna" mentre invece la mia non ama neanche farsi abbracciare. Durante i weekend, con il papà proviamo a metterla a letto con noi la mattina appena svegli per farci le coccole tutti assieme ma non ne vuole sapere, scalcia e scende dal letto andando a giocare per i fatti suoi. Questo mi rende molto triste. Temo che sia colpa nostra perché, quando si trattava di dormire, per abituarla a prendere sonno da sola, seguendo vari consigli, la lasciavamo piangere senza cedere ed andare a prenderla. Può essere in parte dovuto a questo?. In ogni caso, anche con il papà si comporta così, quindi magari può anche essere lei fatta così. Un'altra cosa: nell'ultimo mese si è legata in maniera morbosa ad un peluche che ha sempre amato e al ciuccio, che prima usava solo per dormire, ora li pretende in continuazione, arrivando a urlare disperatamente se non le diamo peluche e ciuccio. Non se ne separa mai neanche per mangiare o cambiare il pannolone. Ho letto che di solito i bambini si attaccano a degli oggetti perché sentono la mancanza della mamma, ma io sono con lei 24/24 h e sto facendo i salti mortali per dedicare tempo sia a lei che alla sorellina.
[#3]
Gentilissima,
non ci sono studi in letteratura che ci dicano che i bambini non allattati al seno fanno fatica a costruire un " buon legame" con la mamma. Spesso quello che conta è il contatto pelle a pelle, lo scambio di sguardi e lo stato emotivo della mamma durante l'allattamento che sia naturale o artificiale.
Per quanto riguarda la modalità di gestione dell'addormentamento o dei risvegli notturni, lasciare piangere il bambino senza fornire conforto, modalità anche nota come "metodo Estivill" può effettivamente creare delle difficoltà. Certamente è un metodo efficace perché si basa su una tecnica comportamentale di estinzione totale, tuttavia il rischio è che vi siano delle ripercussioni nella relazione con i genitori.
Per quanto riguarda l'attaccamento ad alcuni oggetti è un elemento al quale non presterei troppa attenzione.
Ho l'impressione che Lei si sia fatta tante domande seguendo dei suggerimenti che non le sono stati utili né hanno fondamento scientifico.
Per questo le suggerisco di affidarsi a un professionista psicologo dell'età evolutiva. Solo approfondendo la situazione è possibile avere delle risposte affidabili alle sue domande. Questo non significa intraprendere percorsi infiniti. Per le piccole difficoltà che Lei riporta qualche consulenza potrebbe essere sufficiente.
Quello che le do per certo è che l'intervento precoce anche su piccole difficoltà assume anche un carattere preventivo per il futuro.
non ci sono studi in letteratura che ci dicano che i bambini non allattati al seno fanno fatica a costruire un " buon legame" con la mamma. Spesso quello che conta è il contatto pelle a pelle, lo scambio di sguardi e lo stato emotivo della mamma durante l'allattamento che sia naturale o artificiale.
Per quanto riguarda la modalità di gestione dell'addormentamento o dei risvegli notturni, lasciare piangere il bambino senza fornire conforto, modalità anche nota come "metodo Estivill" può effettivamente creare delle difficoltà. Certamente è un metodo efficace perché si basa su una tecnica comportamentale di estinzione totale, tuttavia il rischio è che vi siano delle ripercussioni nella relazione con i genitori.
Per quanto riguarda l'attaccamento ad alcuni oggetti è un elemento al quale non presterei troppa attenzione.
Ho l'impressione che Lei si sia fatta tante domande seguendo dei suggerimenti che non le sono stati utili né hanno fondamento scientifico.
Per questo le suggerisco di affidarsi a un professionista psicologo dell'età evolutiva. Solo approfondendo la situazione è possibile avere delle risposte affidabili alle sue domande. Questo non significa intraprendere percorsi infiniti. Per le piccole difficoltà che Lei riporta qualche consulenza potrebbe essere sufficiente.
Quello che le do per certo è che l'intervento precoce anche su piccole difficoltà assume anche un carattere preventivo per il futuro.
[#4]
Ex utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per i consigli. Non appena l'emergenza sanitaria sarà rientrata, proverò a rivolgermi ad un professionista del settore.
Nel frattempo, in questi giorni abbiamo frequentato i nonni, che per via del lockdown non vedeva da più di due mesi. Come le dicevo nella prima mail, per i nonni ha sempre avuto un debole anche se non li ha visti spesso. Abbiamo notato che quando vengono a trovarci, diventa una bambina estremamente capricciosa e dispettosa nei confronti miei e del papà; ci ignora completamente, non ascolta e se proviamo ad avvicinarci ci manda via in malo modo, preferendo starsene avvinghiata ai nonni. Inoltre, quando vanno via si dispera, mentre non ha mai pianto se andavamo via io o il papà. Davvero non capisco perché faccia così. Le abbiamo e continuiamo a darle tutto l'amore e l'attenzione del mondo ma sembra che a volte di noi non le importi.
Poi volevo chiederle un'ultima cosa: la bambina ha 17 mesi e ancora non dice una parola, nemmeno "mamma"; si limita ad indicare o a dire "Ca'" per qualsiasi cosa. È sveglissima, memorizza subito le parole nuove perché se le si chiede "vai a prendere questo/dov'è quello?" non ha esitazioni, dal punto di vista motorio è sempre stata precoce perché a 9 mesi già camminava e manualmente è molto abile (ad esempio con i giochi di costruzioni) ma questo suo non parlare mi sconforta. Quanto mi piacerebbe sentirmi chiamare "mamma".
Il mese prossimo ho il bilancio di salute dell'anno e mezzo e chiederò alla pediatra se è normale non dire ancora una parola, pur sapendo perfettamente abbinare termini a oggetti/persone.
Delle volte penso che tutto sia colpa mia.
La ringrazio per i consigli. Non appena l'emergenza sanitaria sarà rientrata, proverò a rivolgermi ad un professionista del settore.
Nel frattempo, in questi giorni abbiamo frequentato i nonni, che per via del lockdown non vedeva da più di due mesi. Come le dicevo nella prima mail, per i nonni ha sempre avuto un debole anche se non li ha visti spesso. Abbiamo notato che quando vengono a trovarci, diventa una bambina estremamente capricciosa e dispettosa nei confronti miei e del papà; ci ignora completamente, non ascolta e se proviamo ad avvicinarci ci manda via in malo modo, preferendo starsene avvinghiata ai nonni. Inoltre, quando vanno via si dispera, mentre non ha mai pianto se andavamo via io o il papà. Davvero non capisco perché faccia così. Le abbiamo e continuiamo a darle tutto l'amore e l'attenzione del mondo ma sembra che a volte di noi non le importi.
Poi volevo chiederle un'ultima cosa: la bambina ha 17 mesi e ancora non dice una parola, nemmeno "mamma"; si limita ad indicare o a dire "Ca'" per qualsiasi cosa. È sveglissima, memorizza subito le parole nuove perché se le si chiede "vai a prendere questo/dov'è quello?" non ha esitazioni, dal punto di vista motorio è sempre stata precoce perché a 9 mesi già camminava e manualmente è molto abile (ad esempio con i giochi di costruzioni) ma questo suo non parlare mi sconforta. Quanto mi piacerebbe sentirmi chiamare "mamma".
Il mese prossimo ho il bilancio di salute dell'anno e mezzo e chiederò alla pediatra se è normale non dire ancora una parola, pur sapendo perfettamente abbinare termini a oggetti/persone.
Delle volte penso che tutto sia colpa mia.
[#5]
Gentile mamma,
per quanto riguarda la relazione mamma-papà- bambina nonni non posso dirle di più perché entrano in gioco tantissime variabili che non è possibile analizzare in questa sede.
Per quanto riguarda le tappe di sviluppo, sono davvero pochi i bambini che seguono un andamento omogeneo in tutte le aree. In altre parole, sono moltissimi i bambini che sviluppano più precocemente alcune abilità rispetto ad altre. Questo è nella norma. Ad ogni modo il primo sviluppo lessicale e la formazione dei primi significati avviene tra i 12 e i 18 mesi, quindi non possiamo nemmeno parlare ancora di lieve ritardo nello sviluppo delle abilità linguistiche.
Quindi, non ritengo che questo sia un aspetto problematico, se la bambina sta acquisendo le abilità pre-linguistiche, ovvero se:
1. Dimostra intenzionalità comunicativa (come lei ha già confermato): guarda gli oggetti che l'adulto nomina (es. guarda l'uccellino e la bambina lo guarda), indica gli oggetti.
2. Ha iniziato a pronunciare alcuni suoni onomatopeici ovvero suoni composti da singole sillabe ripetute come bau bau per dire cane, cip cip per dire uccellino ecc..
E' possibile stimolare con moderazione e pazienza queste abilità, attraverso attività specifiche. Un elemento fondamentale resta come lei sta vivendo la genitorialità in questo momento e il suo stato emotivo in questo periodo.
Resto a disposizione per ulteriori aggiornamenti.
Un caro saluto!
per quanto riguarda la relazione mamma-papà- bambina nonni non posso dirle di più perché entrano in gioco tantissime variabili che non è possibile analizzare in questa sede.
Per quanto riguarda le tappe di sviluppo, sono davvero pochi i bambini che seguono un andamento omogeneo in tutte le aree. In altre parole, sono moltissimi i bambini che sviluppano più precocemente alcune abilità rispetto ad altre. Questo è nella norma. Ad ogni modo il primo sviluppo lessicale e la formazione dei primi significati avviene tra i 12 e i 18 mesi, quindi non possiamo nemmeno parlare ancora di lieve ritardo nello sviluppo delle abilità linguistiche.
Quindi, non ritengo che questo sia un aspetto problematico, se la bambina sta acquisendo le abilità pre-linguistiche, ovvero se:
1. Dimostra intenzionalità comunicativa (come lei ha già confermato): guarda gli oggetti che l'adulto nomina (es. guarda l'uccellino e la bambina lo guarda), indica gli oggetti.
2. Ha iniziato a pronunciare alcuni suoni onomatopeici ovvero suoni composti da singole sillabe ripetute come bau bau per dire cane, cip cip per dire uccellino ecc..
E' possibile stimolare con moderazione e pazienza queste abilità, attraverso attività specifiche. Un elemento fondamentale resta come lei sta vivendo la genitorialità in questo momento e il suo stato emotivo in questo periodo.
Resto a disposizione per ulteriori aggiornamenti.
Un caro saluto!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 19.8k visite dal 12/05/2020.
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