Sfogare le emozioni è positivo?

Buongiorno gentilissimi medici, ho 27 anni e non ho mai avuto una vita serena, purtroppo.
Dopo essere caduta in depressione all'età di 18 anni, ne sono uscita a 20 senza l'aiuto di nessuno.
Da lì è partito il mio percorso di automiglioramento sotto ogni punto di vista (con risultati molto buoni e dei quali sono soddisfatta).
Purtroppo le situazioni tristi/frustranti/negative ci sono ancora anche se in maniera minore, tuttavia ho notato che, mentre prima tenevo tutti i sentimenti dentro di me (e probabilmente la depressione è servita a farli uscire fuori), adesso non ci riesco più.
Mi spiego: se sono sottoposta a lungo ad una situazione pesante mi arrabbio con conseguenti scatti d'ira.
Così come adesso piango con molta più facilità e anche quando sono cose stupide voglio piangere perché così mi sfogo.
Dopodiché sto benissimo, mi sento leggera.
Unici due problemi: quando c'è qualcosa che mi dà fastidio continuo a pensarci.
Seconda cosa, ho una pazienza LIMITATISSIMA.
Mentre prima ho sopportato 18 anni per scoppiare, adesso, se posta di fronte ad una situazione stressante, posso scoppiare quasi subito.
Io sto bene, sono serena e non mi sento depressa/stressata/nervosa.
Le mie domande sono queste: è normale continuare a pensare a qualcosa che fa innervosire?
Sono giuste le mie reazioni?
Ci possono essere conseguenze negative sulla mia salute?
Grazie
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Dr.ssa Silvia Greco Psicologo 135 2
Carissima Utente
Lei ha affermato di essere caduta in Depressione all'età di 18 anni e di esserne uscita dopo due anni. Posso chiederle se le è stata fatta una diagnosi da chi di competenza e come ha fatto ad uscire da sola ?
Parto da un presupposto prima di rispondere alle sue domande. Nella Vita purtroppo bisogna essere "pronti" ad affrontare sia le situazioni belle, quelle che ci fanno gioire e godere dei bei momenti, sia di momenti negativi, momenti però che dobbiamo vedere come un punto di crescita personale, che mettono a dura prova il nostro bagaglio cognitivo ed il nostro benessere psico-fisico. Sono questi i momenti che a volte ci spingono ad andare oltre quello che siamo per migliorarci.
Ci sono le persone più "fortunate" con meno vissuti negativi e quelle che si trovano spesso a dover "Lottare" con tali situazioni, ma che in un certo senso aiutano anche a diventare più forti... un pò come è successo anche a Lei, la quale dice di aver superato un periodo molto difficile verso i 18 anni.
Questo accumulare pensieri e sentimenti negativi la porta a reagire in maniera spropositata e istintiva. Assolutamente sbagliato. Perchè questo fa denotare un mondo dentro di Lei da scoprire, un mondo che però le causa rabbia e delusione verso tutto ciò che la circonda. Un mondo che lei deve imparare a conoscere, e conoscendo quelle che sono le sue emozioni (sia positive sia negative) sarà più facile anche per Lei riconoscerle ed imparare a gestirle. Magari la poca pazienza di cui accenna è una conseguenza di questo malumore che ha dentro di lei, o è segno di un qualcosa di non superato e che spesso riaffiora alla mente in maniera inconsapevole.
Purtroppo essere in uno stato malessere, avere sentimenti che a volte non si riesce a gestire può in un certo senso disturbare il normale benessere psico-fisico di una persona, causando irritabilità, problemi di insonnia, difficoltà nella concentrazione o attenzione o memoria, stato di nervosismo, eccessiva vulnerabilità ed altro ancora.
Inoltre, Lei chiede se è normale continuare a pensare a qualcosa che fa innervosire. Certo Carissima Utente, è normale. Una situazione, una Persona, un qualcosa che procura in noi qualsiasi tipo di emozione è perchè ci tiene. E a volte la rabbia, la delusione devono fare il loro decorso prima di scomparire apparentemente. Bisogna valutare però se questo pensare viene fatto in maniera quasi ossessiva e maniacale o se questi pensieri dopo un pò si placano. Ogni avvenimento dopo essere stato realizzato e metabolizzato richiede il suo tempo.
Spero di essere stata chiara.
Mi aggiorni se Vuole.
Cordiali Saluti.

Dr.ssa Silvia Greco,
Psicologa Clinica e della Salute

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Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Cara dottoressa, la ringrazio per la risposta e le bellissime parole. La diagnosi di depressione era stata fatta da due medici. Ne sono uscita così come ne sono entrata: con una sola azione. Mi spiego meglio: a 18 anni ho cambiato città e pensato "bene, non sono io che faccio schifo, ma è il mondo attorno a me che non è de migliori". Quando anche nel nuovo posto sono stata criticata da una persona (ricordo ogni particolare della situazione) mi sono rotta in mille pezzi e lì è iniziata la depressione. Da un momento all'altro. Incredibile. Allo stesso modo sono uscita dalla depressione! Ero in camera mia, depressa, avevo perso tutto, nella mia mente è saltato alla testa un pensiero... un semplice pensiero positivo generato dalla mia stessa psiche che mi ha fatta uscire allo stesso modo. Dato che è una cosa intima, non voglio dire di quale pensiero si tratti, ma una cosa tipo "tanto morirò perché continuo a rendermi la vita brutta?". E il momento dopo sono rinata. Mi stupisco ancora di questa cosa. Inoltre: i momenti in cui "scoppio" sono pochi e limitati alla mia famiglia, mentre con la gente in generale mi innervosisco e basta. Insomma, penso che molti "scoppierebbero" se di fronte ad un "cosa c'è che non va?" si sentissero urlare i peggiori insulti senza averne colpa.