Continue richieste di attenzioni e paura dell'abbandono
Buongiorno,
premetto che ho già fatto un percorso vis a vis con una psicologa della mia città anni fa, ma evidentemente non ho concluso molto.
Ho un grande problema nelle relazioni sentimentali, attribuito dalla psicologa al mio rapporto praticamente assente e conflittuale con mio padre, per il quale provo molto rancore.
Ho rovinato una relazione in passato per i motivi che ora elencherò, e che temo possano portare allo stesso risultato: sento il bisogno di continue attenzioni, di non essere mai apprezzata per quello che sono, mi aspetto continuamente delle reazioni dal mio partner, e se non ci sono sento il pavimento che mi crolla sotto i piedi.
Vivo con la costante sensazione che il mio compagno possa cambiare idea su di me, che possa lasciarmi, che non mi ami più, cose che a mente lucida poi capisco essere tutti pensieri infondati.
A volte mi rendo conto davvero di esagerare, di "sfinire" la persona che ho accanto, che nonostante l'impegno che mette nel rassicurarmi e dimostrarmi l'amore che prova per me si sente sempre sotto accusa.
È una situazione che mi sfinisce, perché sono cosciente in cuor mio che non esiste niente di tutto ciò, ma questo continuo approccio negativo e paranoico che ho mi fa soffrire, e con me soffre anche il mio compagno.
In generale sono una persona che affronta la vita con molta negatività, sono sempre sulla linea di difesa nei confronti degli altri, mi fido poco e ho sempre paura di non poter concludere molto nella vita.
Non so come risolvere, ma non voglio correre il rischio di buttare anche queste relazione, a cui tengo molto.
Il percorso psicologico che ho fatto pensavo mi potesse aiutare, ma evidentemente nella mia testa continuano a scattare certi meccanismi.
Ho bisogno di aiuto, e di capire cosa succede nella mia testa, ma soprattutto di risolvere questo problema.
Spero che possiate darmi qualche consiglio, perché è una situazione veramente sfiancante.
Vi ringrazio anticipatamente per qualsiasi parola che possa aiutarmi.
premetto che ho già fatto un percorso vis a vis con una psicologa della mia città anni fa, ma evidentemente non ho concluso molto.
Ho un grande problema nelle relazioni sentimentali, attribuito dalla psicologa al mio rapporto praticamente assente e conflittuale con mio padre, per il quale provo molto rancore.
Ho rovinato una relazione in passato per i motivi che ora elencherò, e che temo possano portare allo stesso risultato: sento il bisogno di continue attenzioni, di non essere mai apprezzata per quello che sono, mi aspetto continuamente delle reazioni dal mio partner, e se non ci sono sento il pavimento che mi crolla sotto i piedi.
Vivo con la costante sensazione che il mio compagno possa cambiare idea su di me, che possa lasciarmi, che non mi ami più, cose che a mente lucida poi capisco essere tutti pensieri infondati.
A volte mi rendo conto davvero di esagerare, di "sfinire" la persona che ho accanto, che nonostante l'impegno che mette nel rassicurarmi e dimostrarmi l'amore che prova per me si sente sempre sotto accusa.
È una situazione che mi sfinisce, perché sono cosciente in cuor mio che non esiste niente di tutto ciò, ma questo continuo approccio negativo e paranoico che ho mi fa soffrire, e con me soffre anche il mio compagno.
In generale sono una persona che affronta la vita con molta negatività, sono sempre sulla linea di difesa nei confronti degli altri, mi fido poco e ho sempre paura di non poter concludere molto nella vita.
Non so come risolvere, ma non voglio correre il rischio di buttare anche queste relazione, a cui tengo molto.
Il percorso psicologico che ho fatto pensavo mi potesse aiutare, ma evidentemente nella mia testa continuano a scattare certi meccanismi.
Ho bisogno di aiuto, e di capire cosa succede nella mia testa, ma soprattutto di risolvere questo problema.
Spero che possiate darmi qualche consiglio, perché è una situazione veramente sfiancante.
Vi ringrazio anticipatamente per qualsiasi parola che possa aiutarmi.
[#1]
Alcuni meccanismi (automatici) di pensiero, emozioni e comportamento nei confronti del partner o in generale nelle relazioni intime sono ben noti in letteratura psicologica ed hanno origini antiche, entro i primi 6 anni di vita il bambino sperimenta e "sceglie" alcuni meccanismi relazionali più funzionali al raggiungimento di ...attenzione, amore.
Da adulti, questi meccanismi vanno esplorati con l'aiuto di un buon percorso di autoconoscenza. alcune teorie di Personalità (secondo me) sono più funzionali proprio nella comprensione delle dinamiche di coppia.
Il percordo di conoscenza di se stessi non è nè semplice nè automatico, ma lo psicoterapeuta cerca di fare proprio questo. Può darsi che nel percorso che ha fatto in passato, lei non sia riuscita a comprendere quale fosse il suo meccanismo difensivo "preferito" che continua ad utilizzare con i suoi partner, oppure semplicemente non era pronta al cambiamento. La mente spesso si rifugia nelle "resistenze", perchè è sicuramente più comodo rimanere nella propria zona di confort, a volte anche se questo può comportare delle conseguenze negative. Sono comunque queste ultime di solito a spingere la persona a voler approfondire il meccanismo, e a chiedere aiuto!
Da adulti, questi meccanismi vanno esplorati con l'aiuto di un buon percorso di autoconoscenza. alcune teorie di Personalità (secondo me) sono più funzionali proprio nella comprensione delle dinamiche di coppia.
Il percordo di conoscenza di se stessi non è nè semplice nè automatico, ma lo psicoterapeuta cerca di fare proprio questo. Può darsi che nel percorso che ha fatto in passato, lei non sia riuscita a comprendere quale fosse il suo meccanismo difensivo "preferito" che continua ad utilizzare con i suoi partner, oppure semplicemente non era pronta al cambiamento. La mente spesso si rifugia nelle "resistenze", perchè è sicuramente più comodo rimanere nella propria zona di confort, a volte anche se questo può comportare delle conseguenze negative. Sono comunque queste ultime di solito a spingere la persona a voler approfondire il meccanismo, e a chiedere aiuto!
Dr.ssa Danila Lorenzini
3498385242
lorenzini.danila@tiscali.it
[#2]
La psicologa con cui ha lavorato era anche psicoterapeuta? Se sì, su quali aspetti avete lavorato?
Ha mai sentito parlare di Schemi? Si tratta di emozioni, pensieri, ricordi, sensazioni corporee dolenti che si sviluppano se i bisogni universali non sono stati soddisfatti nell’infanzia. Questi si attivano in particolari situazioni che in qualche modo richiamano gli eventi dolorosi del passato... Ciò significa che di fronte ad esperienze simili, tendiamo a riproporre gli stessi comportamenti utili a proteggerci dal dolore che già conosciamo... probabilmente quello che succede a lei.
Potrebbe essere un buon punto di partenza per lavorarci su.
Ha mai sentito parlare di Schemi? Si tratta di emozioni, pensieri, ricordi, sensazioni corporee dolenti che si sviluppano se i bisogni universali non sono stati soddisfatti nell’infanzia. Questi si attivano in particolari situazioni che in qualche modo richiamano gli eventi dolorosi del passato... Ciò significa che di fronte ad esperienze simili, tendiamo a riproporre gli stessi comportamenti utili a proteggerci dal dolore che già conosciamo... probabilmente quello che succede a lei.
Potrebbe essere un buon punto di partenza per lavorarci su.
Dr.ssa De Carlo Ylenia
Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Practitioner EMDR.
+39 351 9025802 | info@yleniadecarlo.it | www.yle
[#3]
Gentile Signorina,
lei ha ancora tutta la vita davanti a sé e fa bene a preoccuparsi per il suo futuro.
Così come ha fatto bene a rivolgersi ad una esperta per i suoi problemi, peccato però che di questo lavoro non dica nulla, perché e come è finito o se addirittura interrotto. Ad ogni modo, a quanto pare le riflessioni sui probabili motivi dei suoi attuali comportamenti non le sono servite.
Dalla sua descrizione, i suoi problemi sembrerebbero riconducibili a mantenere serene le sue relazioni sentimentali, perché soggetta a vere e proprie crisi di autodistruzione. Dichiara di non voler perdere le relazioni a cui tiene, ma nello stesso tempo non riesce a non sfinire se stessa e l’altro con idee e ipotesi da lei stessa definite paranoiche.
Il suo bisogno di essere sempre considerata, di essere voluta bene e dunque di non essere rifiuta ha a che fare con l’idea che lei ha di se stessa, in altre parole della sua autostima:
Sarebbe stato interessante che lei si fosse espressa circa due argomenti importanti: i suoi ideali e i suoi reali desideri, al di là di quello concreto e attuale di non perdere l’affetto del suo compagno. Entrambi, in apparenza distinti, hanno una radice in comune.
la invito a porsi della domande in proprio, forte anche dell’esperienza psicologica passata. Che cosa vuole? Perché si valuta così poco? Perché non stima gli altri? Che cosa è disposta a fare e a dare perché gli altri abbiano considerazione di lei? Lei ha un impegno morale verso se stessa e verso gli altri? In che modo e fino a che punto pensa di volersi mettere in gioco per la sua vita? Quanto ritiene che la sua situazione sia effetto dei suoi comportamenti e quanto attribuisce agli altri in modo non riconosciuto?
Ecco, le consiglio di porsi nella posizione di ascolto di se stessa.
lei ha ancora tutta la vita davanti a sé e fa bene a preoccuparsi per il suo futuro.
Così come ha fatto bene a rivolgersi ad una esperta per i suoi problemi, peccato però che di questo lavoro non dica nulla, perché e come è finito o se addirittura interrotto. Ad ogni modo, a quanto pare le riflessioni sui probabili motivi dei suoi attuali comportamenti non le sono servite.
Dalla sua descrizione, i suoi problemi sembrerebbero riconducibili a mantenere serene le sue relazioni sentimentali, perché soggetta a vere e proprie crisi di autodistruzione. Dichiara di non voler perdere le relazioni a cui tiene, ma nello stesso tempo non riesce a non sfinire se stessa e l’altro con idee e ipotesi da lei stessa definite paranoiche.
Il suo bisogno di essere sempre considerata, di essere voluta bene e dunque di non essere rifiuta ha a che fare con l’idea che lei ha di se stessa, in altre parole della sua autostima:
Sarebbe stato interessante che lei si fosse espressa circa due argomenti importanti: i suoi ideali e i suoi reali desideri, al di là di quello concreto e attuale di non perdere l’affetto del suo compagno. Entrambi, in apparenza distinti, hanno una radice in comune.
la invito a porsi della domande in proprio, forte anche dell’esperienza psicologica passata. Che cosa vuole? Perché si valuta così poco? Perché non stima gli altri? Che cosa è disposta a fare e a dare perché gli altri abbiano considerazione di lei? Lei ha un impegno morale verso se stessa e verso gli altri? In che modo e fino a che punto pensa di volersi mettere in gioco per la sua vita? Quanto ritiene che la sua situazione sia effetto dei suoi comportamenti e quanto attribuisce agli altri in modo non riconosciuto?
Ecco, le consiglio di porsi nella posizione di ascolto di se stessa.
Dott.ssa Grazia Aloi
psicoanalista
Milano
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 07/05/2020.
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