Attacchi di panico

Soffro di attacchi di panico da quando è iniziata la quarantena.

Li sto curando con il Tavor oro 1mg al
Nelle ultime 3 settimane ho smesso di prendere le pasticche (ne dovevo prendere 1 al giorno) perché non mi arrivava nessun attacco però da quando ho smesso soffro di aerofagia e pesantezza allo stomaco.
Il dottore mi ha detto che è una cosa normale tutto ciò perché non avendo il solito attacco di panico adesso mi prende in "altre parti" (somatizzazione dell'ansia) ovviamente ho fatto degli esami ematici e l'ECG e sono apposto.

La mia domanda è devo continuare a prende il Tavor anche se non ho attacchi ma ho questo problema allo stomaco?
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Dr. Stefano Maranto Psicologo 214 7
Gent.le ragazza,

l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo, rappresenta un fattore di rischio in soggetti con personalità con tratti ansiosi o con pregressi disturbi d'ansia, per lo sviluppo di un disturbo d'ansia.
Pertanto è, ipotizzabile, che tale periodo le abbia provocato dello stress che interagendo con fattori psicologici della sua personalità, abbia determinato il disagio che ci riferisce.
Dal mio punto di vista, stante che lei ha svolto già degli accertamenti medici che hanno escluso cause organiche al suo disturbo, le consiglio di approfondire le cause psicologiche.
Inoltre, non è causale che l'ansia, causi problemi all'intestino.
Infatti, l'intestino è definito il "secondo cervello", perché ha milioni di cellule nervose, particolarmente sensibili agli stati di stress mentali, attivati dai circuiti dell’ansia, provocando aumento della motilità intestinale e aumento della sensibilità della mucosa intestinale.
Per tale ragione, è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo, in studio o in modalità on-line.
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Utente
Utente
Grazie mille dottore per la sua risposta.
Ma lei pensa che devo prendere il Tavor anche senza gli attacchi di panico... cioè continuare anche con questi problemi allo stomaco che magari si risolvono prendendo ancora la terapia per gli attacchi di panico
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Dr. Stefano Maranto Psicologo 214 7
Il consulto non ha finalità diagnostiche e neanche di prescrivere trattamenti terapeutici, ma di ampliare le conoscenze del paziente per risolvere il problema.
Pertanto, le consiglio di rivolgersi al medico che le ha prescritto il trattamento farmacologico e ad uno psicologo per una valutazione psicodiagnostica del suo disturbo.
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