Assenza dei genitori
Gentili dottori,
Sono una ragazza di 26 anni, frequento lil primo anno di magistrale in Psicologia, ma cerco di tenermi impegnata anche in qualche piccolo lavoretto part-time.
Vivo in una condizione di abbandono da parte dei miei genitori: mia madre con cui ormai non parlo da ben 9 anni è sempre stata una donna molto focalizzata sul lavoro ed ha sempre messo quest'ultimo prima di me.
E' importante che una donna non si riconosca solo nel ruolo materno, ma purtroppo da piccola è ciò che più mi è mancato; nonostante abbia avuto una nonna materna che ha sostituito completamente la figura di mia madre, occupandosi della mia crescita ed educazione.
Per quanto io le sia grata purtroppo non ha potuto evitare il danno psicologico arrecato alla mia persona.
Ricordo che mi sentivo sempre diversa dagli altri bambini, un po' per il divorzio dei miei genitori (si son lasciati quando ero molto piccola e non ho ricordi di loro due assieme) e un po' perchè vivevo con i miei nonni, a differenza degli altri bambini che vivevano con i genitori e una madre che si occupava di loro.
Ricordo che soffrivo di attacchi di panico nel periodo delle elementari (solo adesso riesco a darne una denominazione) nei momenti in cui qualche compito a casa non mi riusciva mi saliva un'ansia terribile, non potevo chiedere aiuto a nessuno (i miei nonni non erano in grado di aiutarmi nei compiti scolastici, così spesso andavo a scuola con compiti errati e le maestre non era molto comprensive, a volte mi umiliavano di fronte all'intera classe).
Mia madre ha avuto diversi compagni con cui ha cercato di rifarsi una vita, ed un giorno mentre ero in ospedale (ci sono andata 2\3 volte per le forti reazioni d'ansia) decise che era il momento più opportuno per andare via di casa; dunque dopo il ricovero ospedaliero appresi che mia madre era andata via con "caio", ma se volevo potevo andarci a vivere con loro.
I vari trasferimenti di mia madre venivano effettuati senza la minima cura nei miei confronti: case lontane dalla mia scuola, in luoghi di periferia.
Mio padre è sempre stato una figura ambigua, appartiene ad un'altra cultura e spesso durante l'adolescenza ha cercato di impormi suoi modi di pensare e di vivere; all'età di 16 anni sono arrivata a nascondergli per due anni la mia relazione con il mio fidanzato attuale, perchè "lui non voleva che io mi fidanzassi".
Da 6 anni è ritornato al suo paese, i contatti sono sporadici, tuttavia è l'unico genitore che mi "mantiene" pagandomi l'università e dandomi una piccola mensilità per le spese quotidiane.
Ho molti momenti di demotivazione, insicurezze e blocchi ed in più una gran fobia di parlare in pubblico nei contesti formali, che mi provoca disagi nella mia formazione.
Il mio desiderio sarebbe quello di vivere libera da questi fantasmi, accettarli ed essere finalmente serena nonostante tutto.
Dunque chiedo a voi consiglio sul percorso psicologico più adatto da intraprendere ed anche un parere professionale sulla mia situazione.
Grazie.
Sono una ragazza di 26 anni, frequento lil primo anno di magistrale in Psicologia, ma cerco di tenermi impegnata anche in qualche piccolo lavoretto part-time.
Vivo in una condizione di abbandono da parte dei miei genitori: mia madre con cui ormai non parlo da ben 9 anni è sempre stata una donna molto focalizzata sul lavoro ed ha sempre messo quest'ultimo prima di me.
E' importante che una donna non si riconosca solo nel ruolo materno, ma purtroppo da piccola è ciò che più mi è mancato; nonostante abbia avuto una nonna materna che ha sostituito completamente la figura di mia madre, occupandosi della mia crescita ed educazione.
Per quanto io le sia grata purtroppo non ha potuto evitare il danno psicologico arrecato alla mia persona.
Ricordo che mi sentivo sempre diversa dagli altri bambini, un po' per il divorzio dei miei genitori (si son lasciati quando ero molto piccola e non ho ricordi di loro due assieme) e un po' perchè vivevo con i miei nonni, a differenza degli altri bambini che vivevano con i genitori e una madre che si occupava di loro.
Ricordo che soffrivo di attacchi di panico nel periodo delle elementari (solo adesso riesco a darne una denominazione) nei momenti in cui qualche compito a casa non mi riusciva mi saliva un'ansia terribile, non potevo chiedere aiuto a nessuno (i miei nonni non erano in grado di aiutarmi nei compiti scolastici, così spesso andavo a scuola con compiti errati e le maestre non era molto comprensive, a volte mi umiliavano di fronte all'intera classe).
Mia madre ha avuto diversi compagni con cui ha cercato di rifarsi una vita, ed un giorno mentre ero in ospedale (ci sono andata 2\3 volte per le forti reazioni d'ansia) decise che era il momento più opportuno per andare via di casa; dunque dopo il ricovero ospedaliero appresi che mia madre era andata via con "caio", ma se volevo potevo andarci a vivere con loro.
I vari trasferimenti di mia madre venivano effettuati senza la minima cura nei miei confronti: case lontane dalla mia scuola, in luoghi di periferia.
Mio padre è sempre stato una figura ambigua, appartiene ad un'altra cultura e spesso durante l'adolescenza ha cercato di impormi suoi modi di pensare e di vivere; all'età di 16 anni sono arrivata a nascondergli per due anni la mia relazione con il mio fidanzato attuale, perchè "lui non voleva che io mi fidanzassi".
Da 6 anni è ritornato al suo paese, i contatti sono sporadici, tuttavia è l'unico genitore che mi "mantiene" pagandomi l'università e dandomi una piccola mensilità per le spese quotidiane.
Ho molti momenti di demotivazione, insicurezze e blocchi ed in più una gran fobia di parlare in pubblico nei contesti formali, che mi provoca disagi nella mia formazione.
Il mio desiderio sarebbe quello di vivere libera da questi fantasmi, accettarli ed essere finalmente serena nonostante tutto.
Dunque chiedo a voi consiglio sul percorso psicologico più adatto da intraprendere ed anche un parere professionale sulla mia situazione.
Grazie.
[#1]
Carissima, comprendo molto bene la tua sofferenza.
E immagino sia davvero tanta! Le tue conoscenze sulla psicologia ti hanno aiutata a comprendere alcune cose, ad esempio le ripercussioni emotive dovute ai vissuti di abbandono.
Come puoi immaginare, per darti un parere ho bisogno di conoscere più a fondo la tua storia, che hai tratteggiato a grandi linee.
Le esperienze di deprivazione emotiva da parte dei tuoi genitori, hanno lasciato delle vulnerabilità che sperimenti sotto forma di ansia, paura o tristezza, bassa autostima, sfiducia.
Credo tu sia molto arrabbiata con tua madre a causa del mancato soddisfacimento dei tuoi bisogni primari.
Come darti torto?
Hai preso una decisione saggia, quella di prenderti cura di te prima di prenderti cura di qualcun altro. Questo è un ottimo punto di partenza!
Circa il percorso terapeutico da intraprendere, il mio parere è che tutti i modelli teorici siano validi.
Nonostante alcuni approcci siano comunemente associati a specifici problemi ( ad esempio, EMDR per risolvere i traumi, Terapia Cognitivo-Comportamentale per le fobie..), il vero motore del cambiamento è la relazione terapeutica, che è fondamentale e trasversale a tutti i modelli teorici.
Se avessi bisogno di approfondire trovi sul sito i miei riferimenti, in bocca al lupo!
E immagino sia davvero tanta! Le tue conoscenze sulla psicologia ti hanno aiutata a comprendere alcune cose, ad esempio le ripercussioni emotive dovute ai vissuti di abbandono.
Come puoi immaginare, per darti un parere ho bisogno di conoscere più a fondo la tua storia, che hai tratteggiato a grandi linee.
Le esperienze di deprivazione emotiva da parte dei tuoi genitori, hanno lasciato delle vulnerabilità che sperimenti sotto forma di ansia, paura o tristezza, bassa autostima, sfiducia.
Credo tu sia molto arrabbiata con tua madre a causa del mancato soddisfacimento dei tuoi bisogni primari.
Come darti torto?
Hai preso una decisione saggia, quella di prenderti cura di te prima di prenderti cura di qualcun altro. Questo è un ottimo punto di partenza!
Circa il percorso terapeutico da intraprendere, il mio parere è che tutti i modelli teorici siano validi.
Nonostante alcuni approcci siano comunemente associati a specifici problemi ( ad esempio, EMDR per risolvere i traumi, Terapia Cognitivo-Comportamentale per le fobie..), il vero motore del cambiamento è la relazione terapeutica, che è fondamentale e trasversale a tutti i modelli teorici.
Se avessi bisogno di approfondire trovi sul sito i miei riferimenti, in bocca al lupo!
Dr.ssa Elisabetta Fazzari
Psicologa,Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 807 visite dal 06/05/2020.
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