Difficoltà a concentrarsi, a ricordare argomenti studiati. perdita di interessi e curiosità. apatia
Salve,
sono una ragazza di 26 anni.
Fino a qualche anno fa, indicativamente fino al quarto anno di liceo, ero una ragazza estremamente curiosa, interessata a tutto, leggevo tantissimo spaziando molto negli argomenti.
Guardavo mille documentari.
Mi piaceva conoscere.
Qualsiasi cosa leggevo la ricordavo anche a distanza di anni
Non so indicare il momento preciso in cui ho perso la mia curiosità.
probabilmente in quinto liceo.
Ho passato infatti gli anni dell'università in uno stato totale di apatia, senza interessarmi realmente neanche alla mia materia di studio.
Studiavo perchè dovevo, preparavo gli esami, li superavo ma il giorno dopo già non sapevo più cosa avevo studiato.
Ora che sto incominciando ad avviarmi nel mondo del lavoro trovo estremamente limitante questi miei difetti.
Non mi riconosco più.
Non "realizzo" la vita che sto vivendo.
Penso solo in negativo.
Ho costante paura di fare qualsiasi cosa, di intraprendere qualsiasi percorso perchè so già di non esserne in grado.
Rivoglio la vecchia me, voglio tornare a vivere la mia vita ed essere interessata a tutto e più sicura nelle mie capacità.
Grazie per aver letto il mio messaggio.
Cordiali saluti
sono una ragazza di 26 anni.
Fino a qualche anno fa, indicativamente fino al quarto anno di liceo, ero una ragazza estremamente curiosa, interessata a tutto, leggevo tantissimo spaziando molto negli argomenti.
Guardavo mille documentari.
Mi piaceva conoscere.
Qualsiasi cosa leggevo la ricordavo anche a distanza di anni
Non so indicare il momento preciso in cui ho perso la mia curiosità.
probabilmente in quinto liceo.
Ho passato infatti gli anni dell'università in uno stato totale di apatia, senza interessarmi realmente neanche alla mia materia di studio.
Studiavo perchè dovevo, preparavo gli esami, li superavo ma il giorno dopo già non sapevo più cosa avevo studiato.
Ora che sto incominciando ad avviarmi nel mondo del lavoro trovo estremamente limitante questi miei difetti.
Non mi riconosco più.
Non "realizzo" la vita che sto vivendo.
Penso solo in negativo.
Ho costante paura di fare qualsiasi cosa, di intraprendere qualsiasi percorso perchè so già di non esserne in grado.
Rivoglio la vecchia me, voglio tornare a vivere la mia vita ed essere interessata a tutto e più sicura nelle mie capacità.
Grazie per aver letto il mio messaggio.
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
riguardo agli anni dell'università sento spesso osservazioni simili alle sue: indifferenza profonda agli argomenti e in seguito nessun ricordo.
Mi chiedo a volte se questo dipenda dalla scelta di una facoltà sbagliata o deludente, oppure dall'ansia di superare in fretta gli esami, utilizzando riassunti di cattiva qualità reperiti in rete. Comincio però a sospettare che si tratti di un abbassamento della qualità dei contenuti e della loro esposizione da parte dei docenti, una sciatteria, un pressappochismo, un'insignificanza scoraggianti.
Ma lei ci parla dell'ultimo anno di liceo. Potevano già esserci l'ansia e le altre componenti di cui parlo? Oppure è accaduto qualcosa, attorno a lei o dentro di lei, anche in termini fisici?
Sarebbe molto interessante studiare il suo caso in tutte le componenti, senza scartare nemmeno una possibile depressione. Una cosa che la sua lettera mi richiama è la nevrosi autoindotta, un ripetere a sé stessi dei giudizi negativi che finiscono per diventare prescrizioni mutilanti.
Provi a parlare col medico di famiglia e a fare delle analisi, per vedere che non sia stata un'anemia, un'intolleranza, una variazione ormonale o una malattia metabolica a determinare questo. Come mai il sovrappeso, e quando si è prodotto?
Fossi in lei, prima del colloquio con uno psicologo comincerei a fare delle "prove" graduali di resistenza e capacità, per vedere se la sua costante paura "di fare qualsiasi cosa, di intraprendere qualsiasi percorso perchè so già di non esserne in grado" trova riscontro nei fatti.
Auguri. Ci tenga al corrente.
riguardo agli anni dell'università sento spesso osservazioni simili alle sue: indifferenza profonda agli argomenti e in seguito nessun ricordo.
Mi chiedo a volte se questo dipenda dalla scelta di una facoltà sbagliata o deludente, oppure dall'ansia di superare in fretta gli esami, utilizzando riassunti di cattiva qualità reperiti in rete. Comincio però a sospettare che si tratti di un abbassamento della qualità dei contenuti e della loro esposizione da parte dei docenti, una sciatteria, un pressappochismo, un'insignificanza scoraggianti.
Ma lei ci parla dell'ultimo anno di liceo. Potevano già esserci l'ansia e le altre componenti di cui parlo? Oppure è accaduto qualcosa, attorno a lei o dentro di lei, anche in termini fisici?
Sarebbe molto interessante studiare il suo caso in tutte le componenti, senza scartare nemmeno una possibile depressione. Una cosa che la sua lettera mi richiama è la nevrosi autoindotta, un ripetere a sé stessi dei giudizi negativi che finiscono per diventare prescrizioni mutilanti.
Provi a parlare col medico di famiglia e a fare delle analisi, per vedere che non sia stata un'anemia, un'intolleranza, una variazione ormonale o una malattia metabolica a determinare questo. Come mai il sovrappeso, e quando si è prodotto?
Fossi in lei, prima del colloquio con uno psicologo comincerei a fare delle "prove" graduali di resistenza e capacità, per vedere se la sua costante paura "di fare qualsiasi cosa, di intraprendere qualsiasi percorso perchè so già di non esserne in grado" trova riscontro nei fatti.
Auguri. Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
La ringrazio di cuore per la risposta.
Per quanto riguarda l'università no, sono convinta che sia stata la scelta giusta per me. Era il mio sogno sin da bambina e sono riuscita a raggiungerlo. Credo sia tutto dovuto ad una grandissima insicurezza che mi spegne totalmente il cervello. Mi capita spesso che se mi fanno una domanda inerente lo studio sento proprio il cervello spegnersi, avvolto da una nuvoletta. So che è molto romanzata come descrizione ma è proprio come mi sento.
Per quanto riguarda il liceo ho avuto difficoltà di adattamento al primo e terzo anno, i momenti del cambio in poche parole. Cambio professori in entrambi i casi ma soprattutto al primo anno cambio di scuola, compagni e professori. infatti asilo, elementari e medie le ho svolte sempre nello stesso istituto con sempre gli stessi compagni di classe, quindi un ambiente molto ovattato e protetto. Dopo ho recuperato ma al quinto anno ho cominciato ad essere presa di mira da diversi professori e mi son sentita sempre di più abbattere. Davo tanto, mi impegnavo a mille e non avevo mai un riscontro positivo.
Poi a fine liceo ho provato il test per medicina non entrando. L'ho preso inizialmente come un grandissimo fallimento portandomi a chiudermi e prendermela con me stessa, successivamente come una grandissima fortuna perchè son riuscita ad intraprendere il percorso per il mio vero sogno (in ritardo di 7 mesi perchè sono entrata con l'ultimo scorrimento di graduatoria) e ciò ha comunque comportato sofferenza nei primi mesi in cui non sono entrata prendendomela nuovamente con me stessa dandomi della stupida incapace. Purtroppo ne sono sempre più convinta soprattutto dopo un primo "fallimento" lavorativo dovuto proprio a questa mia continua mortificazione e difficoltà di cui parlavo nel primo post.
Ho una paura matta di non farcela, di non riuscire a fare nulla di buono nella vita e di buttarla. Cosa che già sento di aver fatto in questi 27 anni. Mi sento già vecchia e già come se la mia vita fosse finita e non ho concluso nulla di buono. Meglio dire di non aver concluso proprio nulla.
Per quanto riguarda il sovrappeso è sempre stato presente. Non sono mai stata magra. Ho sempre avuto qualche kg in più. Ho preso poi 10 kg in prima liceo che ho perso nel corso degli anni e nuovamente una 15ina di kg il primo anno post maturità. Persi di nuovo ne ho presi di nuovo 7 nell'ultimo anno di università legato soprattutto allo stress per due esami molto importanti e altri 10 dal post laurea ad ora. Quindi è stato molto variabile ma presente sempre il sovrappeso.
Analisi mai eseguite. è la prima volta che parlo di tutto ciò perchè sono stanca e ho voglia di buttarmi nel mondo del lavoro ma tutto ciò me lo impedisce. Le uniche analisi sono state il classico emocromo e biochimico che hanno sempre rilevato da che ho memoria una leggera anemia negli anni delle medie andata poi a stabilizzarsi negli anni del liceo rimanendo però sempre nei limiti minimi. Soffro di emicrania quasi costante, o per meglio dire fluttua nel tempo. Posso avere da 5 attacchi al giorno e poi nulla per una settimana. E' molto variabile. L'unico monitoraggio è stato un diario che ha mostrato la casualità degli attacchi e una MRI dell'encefalo e sistema vestibolare (soffro di giramenti di testa) risultati puliti. Soffro di stitichezza molto probabilmente nervosa.
Grazie ancora per la disponibilità e risposta
Per quanto riguarda l'università no, sono convinta che sia stata la scelta giusta per me. Era il mio sogno sin da bambina e sono riuscita a raggiungerlo. Credo sia tutto dovuto ad una grandissima insicurezza che mi spegne totalmente il cervello. Mi capita spesso che se mi fanno una domanda inerente lo studio sento proprio il cervello spegnersi, avvolto da una nuvoletta. So che è molto romanzata come descrizione ma è proprio come mi sento.
Per quanto riguarda il liceo ho avuto difficoltà di adattamento al primo e terzo anno, i momenti del cambio in poche parole. Cambio professori in entrambi i casi ma soprattutto al primo anno cambio di scuola, compagni e professori. infatti asilo, elementari e medie le ho svolte sempre nello stesso istituto con sempre gli stessi compagni di classe, quindi un ambiente molto ovattato e protetto. Dopo ho recuperato ma al quinto anno ho cominciato ad essere presa di mira da diversi professori e mi son sentita sempre di più abbattere. Davo tanto, mi impegnavo a mille e non avevo mai un riscontro positivo.
Poi a fine liceo ho provato il test per medicina non entrando. L'ho preso inizialmente come un grandissimo fallimento portandomi a chiudermi e prendermela con me stessa, successivamente come una grandissima fortuna perchè son riuscita ad intraprendere il percorso per il mio vero sogno (in ritardo di 7 mesi perchè sono entrata con l'ultimo scorrimento di graduatoria) e ciò ha comunque comportato sofferenza nei primi mesi in cui non sono entrata prendendomela nuovamente con me stessa dandomi della stupida incapace. Purtroppo ne sono sempre più convinta soprattutto dopo un primo "fallimento" lavorativo dovuto proprio a questa mia continua mortificazione e difficoltà di cui parlavo nel primo post.
Ho una paura matta di non farcela, di non riuscire a fare nulla di buono nella vita e di buttarla. Cosa che già sento di aver fatto in questi 27 anni. Mi sento già vecchia e già come se la mia vita fosse finita e non ho concluso nulla di buono. Meglio dire di non aver concluso proprio nulla.
Per quanto riguarda il sovrappeso è sempre stato presente. Non sono mai stata magra. Ho sempre avuto qualche kg in più. Ho preso poi 10 kg in prima liceo che ho perso nel corso degli anni e nuovamente una 15ina di kg il primo anno post maturità. Persi di nuovo ne ho presi di nuovo 7 nell'ultimo anno di università legato soprattutto allo stress per due esami molto importanti e altri 10 dal post laurea ad ora. Quindi è stato molto variabile ma presente sempre il sovrappeso.
Analisi mai eseguite. è la prima volta che parlo di tutto ciò perchè sono stanca e ho voglia di buttarmi nel mondo del lavoro ma tutto ciò me lo impedisce. Le uniche analisi sono state il classico emocromo e biochimico che hanno sempre rilevato da che ho memoria una leggera anemia negli anni delle medie andata poi a stabilizzarsi negli anni del liceo rimanendo però sempre nei limiti minimi. Soffro di emicrania quasi costante, o per meglio dire fluttua nel tempo. Posso avere da 5 attacchi al giorno e poi nulla per una settimana. E' molto variabile. L'unico monitoraggio è stato un diario che ha mostrato la casualità degli attacchi e una MRI dell'encefalo e sistema vestibolare (soffro di giramenti di testa) risultati puliti. Soffro di stitichezza molto probabilmente nervosa.
Grazie ancora per la disponibilità e risposta
[#3]
Gentile utente,
dalla sua risposta mi sembra di capire che la situazione richiede un attacco su due fronti: fisico e psicologico.
Vediamo il piano fisico: "una leggera anemia" può togliere molto, specie ad una donna, che in conseguenza del ciclo può subire peggioramenti transitori con effetti sull'energia e diminuzione del senso di autoefficacia (quello appunto del quale lei manca, e che non va confuso con l'autostima).
C'è poi l'emicrania. Nel suo diario valutava anche le situazioni specifiche in cui si produce e gli stati d'animo che la accompagnano? Sarebbe bene conoscere questi elementi.
Valuti col suo medico se si può correlare la fluttuazione a fisarmonica del peso, forse legato ad un'alimentazione inidonea, all'anemia, all'emicrania e alla stitichezza.
I giramenti di testa, se non sono a loro volta conseguenti allo stato anemico, non potrebbero dipendere da una contrazione della regione cervicale, frutto dell'ansia o di una cattiva postura? Si è fatta mai vedere da un posturologo?
L'ansia, paralizzante, per la mente e per il corpo, spiega anche la sua impressione "se mi fanno una domanda inerente lo studio sento proprio il cervello spegnersi, avvolto da una nuvoletta".
Tutto quello che abbiamo già detto richiede un colloquio approfondito col medico di famiglia, cui seguiranno le misure del caso. Già una dieta ben fatta e l'esercizio fisico costante sono una cura che coinvolge il corpo e la psiche, incrementando il senso di autoefficacia.
Non ha scritto in cosa si è laureata. Ha invece riempito la sua email di continui attacchi a sé stessa, per esempio enfatizzando sette mesi di ritardo negli studi come se fossero sette anni.
Nella prima email disegna una persona interessata a tutto e capace di apprendere e ricordare... fino al quinto anno.
Nella seconda scrive: "al quinto anno ho cominciato ad essere presa di mira da diversi professori e mi son sentita sempre di più abbattere. Davo tanto, mi impegnavo a mille e non avevo mai un riscontro positivo".
Come reagiva a questo, la sua famiglia? E come andavano l'anemia e l'ansia per gli esami?
Ci vorrebbe una rieducazione profonda di molti professori come di molti genitori, i quali non capiscono quanto sia vulnerabile ed esposta la psiche di un bambino e di un adolescente.
Le consiglio di partire dal piano fisico, con la dieta e gli esercizi che eventualmente vorrà indicarle il medico di famiglia. Anche solo passeggiate a piedi, regolari e costanti, le saranno d'aiuto. Potrebbe ascoltare intanto un MP3 con musica, lezioni, training. Ci sono interi romanzi in MP3, e podcast, in rete.
Se sono arrivata fin qui senza parlare di terapia psicologica (consiglierei una terapia integrata a base cognitivo-comportamentale) è perché sento molta forza nelle sue parole: "ho voglia di buttarmi nel mondo del lavoro".
E' vero che nello stesso giro di frase lei le demolisce, concludendo "ma tutto ciò me lo impedisce", tuttavia vorrei fermarmi all'inizio: il suo desiderio di una svolta.
Se lei fa un piano d'ingresso nel mondo del lavoro, scrive due o tre curricula, seleziona gli indirizzi a cui mandarli, comincerà un'eventuale terapia da una posizione migliore.
Forza! Sento che ce la farà.
dalla sua risposta mi sembra di capire che la situazione richiede un attacco su due fronti: fisico e psicologico.
Vediamo il piano fisico: "una leggera anemia" può togliere molto, specie ad una donna, che in conseguenza del ciclo può subire peggioramenti transitori con effetti sull'energia e diminuzione del senso di autoefficacia (quello appunto del quale lei manca, e che non va confuso con l'autostima).
C'è poi l'emicrania. Nel suo diario valutava anche le situazioni specifiche in cui si produce e gli stati d'animo che la accompagnano? Sarebbe bene conoscere questi elementi.
Valuti col suo medico se si può correlare la fluttuazione a fisarmonica del peso, forse legato ad un'alimentazione inidonea, all'anemia, all'emicrania e alla stitichezza.
I giramenti di testa, se non sono a loro volta conseguenti allo stato anemico, non potrebbero dipendere da una contrazione della regione cervicale, frutto dell'ansia o di una cattiva postura? Si è fatta mai vedere da un posturologo?
L'ansia, paralizzante, per la mente e per il corpo, spiega anche la sua impressione "se mi fanno una domanda inerente lo studio sento proprio il cervello spegnersi, avvolto da una nuvoletta".
Tutto quello che abbiamo già detto richiede un colloquio approfondito col medico di famiglia, cui seguiranno le misure del caso. Già una dieta ben fatta e l'esercizio fisico costante sono una cura che coinvolge il corpo e la psiche, incrementando il senso di autoefficacia.
Non ha scritto in cosa si è laureata. Ha invece riempito la sua email di continui attacchi a sé stessa, per esempio enfatizzando sette mesi di ritardo negli studi come se fossero sette anni.
Nella prima email disegna una persona interessata a tutto e capace di apprendere e ricordare... fino al quinto anno.
Nella seconda scrive: "al quinto anno ho cominciato ad essere presa di mira da diversi professori e mi son sentita sempre di più abbattere. Davo tanto, mi impegnavo a mille e non avevo mai un riscontro positivo".
Come reagiva a questo, la sua famiglia? E come andavano l'anemia e l'ansia per gli esami?
Ci vorrebbe una rieducazione profonda di molti professori come di molti genitori, i quali non capiscono quanto sia vulnerabile ed esposta la psiche di un bambino e di un adolescente.
Le consiglio di partire dal piano fisico, con la dieta e gli esercizi che eventualmente vorrà indicarle il medico di famiglia. Anche solo passeggiate a piedi, regolari e costanti, le saranno d'aiuto. Potrebbe ascoltare intanto un MP3 con musica, lezioni, training. Ci sono interi romanzi in MP3, e podcast, in rete.
Se sono arrivata fin qui senza parlare di terapia psicologica (consiglierei una terapia integrata a base cognitivo-comportamentale) è perché sento molta forza nelle sue parole: "ho voglia di buttarmi nel mondo del lavoro".
E' vero che nello stesso giro di frase lei le demolisce, concludendo "ma tutto ciò me lo impedisce", tuttavia vorrei fermarmi all'inizio: il suo desiderio di una svolta.
Se lei fa un piano d'ingresso nel mondo del lavoro, scrive due o tre curricula, seleziona gli indirizzi a cui mandarli, comincerà un'eventuale terapia da una posizione migliore.
Forza! Sento che ce la farà.
[#4]
Utente
Salve,
la ringrazio ancora per la risposta. Ho dimenticato di dire che negli anni, fino a circa il 2016 ho sofferto di ansia iniziata indicativamente alle medie. L'unica fonte di conforto era la musica ma poi ha smesso di essermi di aiuto e l'ascoltavo per piacere e non per necessità. Per quanto riguarda l'emicrania non ho notato nessun collegamento soprattutto perchè spesso sono attacchi forti ma di pochi minuti.
Non ho mai preso in considerazione una visita con un posturologo. La ringrazio per lo spunto.
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria.
Diciamo che non ho mai parlato con nessuno dei problemi a scuola, mi limitavo a riferire i voti. Sono stata anche vittima di una sorta di bullismo sul mio fisico (cosa che ho da poco realizzato si trattasse di bullismo e con cui ho parlato solo ora per la prima volta in assoluto con il mio ragazzo. Essendo alta 1,83 m e di corporatura robusta venivo prima additata come maschio ma poi avendo comunque importanti forme femminili venivo additata come neutra tanto da essere chiamata con il mio nome a cui veniva tolta la lettera A finale sostituita dalla U perchè ritenuta neutrale). L'ansia per gli esami non c'era perchè sono cosi caduta in una forte apatia da non realizzare proprio quello che facevo , quindi non realizzavo che ero in prossimità di svolgere un esame.
La ringrazio ancora infinitamente per le Sue parole, sono una grande fonte di fiducia per me nella possibilità di uscire da questa situazione. Grazie ancora di cuore
la ringrazio ancora per la risposta. Ho dimenticato di dire che negli anni, fino a circa il 2016 ho sofferto di ansia iniziata indicativamente alle medie. L'unica fonte di conforto era la musica ma poi ha smesso di essermi di aiuto e l'ascoltavo per piacere e non per necessità. Per quanto riguarda l'emicrania non ho notato nessun collegamento soprattutto perchè spesso sono attacchi forti ma di pochi minuti.
Non ho mai preso in considerazione una visita con un posturologo. La ringrazio per lo spunto.
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria.
Diciamo che non ho mai parlato con nessuno dei problemi a scuola, mi limitavo a riferire i voti. Sono stata anche vittima di una sorta di bullismo sul mio fisico (cosa che ho da poco realizzato si trattasse di bullismo e con cui ho parlato solo ora per la prima volta in assoluto con il mio ragazzo. Essendo alta 1,83 m e di corporatura robusta venivo prima additata come maschio ma poi avendo comunque importanti forme femminili venivo additata come neutra tanto da essere chiamata con il mio nome a cui veniva tolta la lettera A finale sostituita dalla U perchè ritenuta neutrale). L'ansia per gli esami non c'era perchè sono cosi caduta in una forte apatia da non realizzare proprio quello che facevo , quindi non realizzavo che ero in prossimità di svolgere un esame.
La ringrazio ancora infinitamente per le Sue parole, sono una grande fonte di fiducia per me nella possibilità di uscire da questa situazione. Grazie ancora di cuore
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.3k visite dal 04/05/2020.
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