Paura di essere malati gravi, bambina
Buonasera,
mia figlia 10 anni è spesso preoccupata di morire o di avere una grave malattia.
E' una bambina in salute, non ha mai avuto problemi seri, è piena di vita e non sta mai ferma un attimo.
Anche rispetto ai suoi compagni di classe si ammala davvero pochissimo anche per quanto riguarda i malanni di stagione.
Mia figlia si preoccupa di cose sciocche, si mette a piangere e si agita moltissimo.
Faccio un esempio: dopo aver corso per 4 rampe di scale di corsa, le viene il fiatone.
Una cosa più che normale, ma lei viene da me, piangendo e terrorizzata come se stesse per morire, mi dice che non respira.
La riesco a calmare, ma lei per le ore successive e i giorni successivi continuerà a chiedermi se è tutto normale quello che le è successo e se non ha una malattia grave.
Se l'episodio ricapita dopo qualche mese, le paure ritornano, non come prima, ma abbastanza da farla agitare e piangere.
Mi dice che ha paura di morire o di avere una malattia grave.
Alla mia richiesta cos'è che ti ha spaventato così tanto da pensare a questa cosa, non lo sa spiegare.
Dice di essersi spaventata una volta, perché in una puntata di Josephine ange gardien, c'era una scena in cui un bambino era disteso su di un tavolo operatorio e il medico aveva il guanto sporco di sangue (Ha sempre avuto paura anche del sangue, paura che abbiamo superato abbastanza bene.
Le fa sempre un po' ribrezzo, ma adesso non si spaventa più come prima se si sbuccia o si fa un taglietto.
Mi chiede solo:"Nulla di grave, vero?
" e si rassicura con le mie parole).
E' sempre stata molto spaventata dallo star male e ogni minimo malessere, taglietto, puntino è stato sempre una tragedia, che abbiamo superato con tanta pazienza e rassicurazioni (mettere un cerotto su una ferita è stata un'impresa fino all'età di sette anni.
Urla come se le stessimo tagliando un dito solo per metterlo.
Metterlo, non toglierlo).
Appena superiamo una paura, ne salta fuori un'altra.
Se prima attribuivo "la colpa" all'età ed ad un animo più sensibile, adesso sono preoccupata.
Non tanto di non saper gestire la prossima situazione, ma di non accorgermi di un qualcosa di più grave che angoscia così tanto mia figlia.
A volte capita anche in assenza di qualsiasi sintomo.
La situazione attuale, le pubblicità in TV non sono d'aiuto (es.
telethon).
I nonni, in particolare quelli paterni hanno contribuito a spaventarla quando era più piccola (secondo me).
Tanto per fare un esempio, la nonna raccontando storie tragiche di bambini finiti in ospedale per aver messo in bocca una biglia (nostra figlia era poi terrorizzata, quando hanno cominciato a dondolarle i denti, di ingoiarne uno per sbaglio di notte e di finire in ospedale), il nonno raccontando dei suoi interventi.
Ho comunque la convinzione che non siano la causa delle paure di mia figlia, ma eventi che hanno acutizzato paure che lei aveva già.
E' normale che una bambina sia spaventata così tanto?
Stiamo facendo bene?
E' il caso di portarla da uno psicologo?
Ho bisogno di un consiglio.
Grazie
mia figlia 10 anni è spesso preoccupata di morire o di avere una grave malattia.
E' una bambina in salute, non ha mai avuto problemi seri, è piena di vita e non sta mai ferma un attimo.
Anche rispetto ai suoi compagni di classe si ammala davvero pochissimo anche per quanto riguarda i malanni di stagione.
Mia figlia si preoccupa di cose sciocche, si mette a piangere e si agita moltissimo.
Faccio un esempio: dopo aver corso per 4 rampe di scale di corsa, le viene il fiatone.
Una cosa più che normale, ma lei viene da me, piangendo e terrorizzata come se stesse per morire, mi dice che non respira.
La riesco a calmare, ma lei per le ore successive e i giorni successivi continuerà a chiedermi se è tutto normale quello che le è successo e se non ha una malattia grave.
Se l'episodio ricapita dopo qualche mese, le paure ritornano, non come prima, ma abbastanza da farla agitare e piangere.
Mi dice che ha paura di morire o di avere una malattia grave.
Alla mia richiesta cos'è che ti ha spaventato così tanto da pensare a questa cosa, non lo sa spiegare.
Dice di essersi spaventata una volta, perché in una puntata di Josephine ange gardien, c'era una scena in cui un bambino era disteso su di un tavolo operatorio e il medico aveva il guanto sporco di sangue (Ha sempre avuto paura anche del sangue, paura che abbiamo superato abbastanza bene.
Le fa sempre un po' ribrezzo, ma adesso non si spaventa più come prima se si sbuccia o si fa un taglietto.
Mi chiede solo:"Nulla di grave, vero?
" e si rassicura con le mie parole).
E' sempre stata molto spaventata dallo star male e ogni minimo malessere, taglietto, puntino è stato sempre una tragedia, che abbiamo superato con tanta pazienza e rassicurazioni (mettere un cerotto su una ferita è stata un'impresa fino all'età di sette anni.
Urla come se le stessimo tagliando un dito solo per metterlo.
Metterlo, non toglierlo).
Appena superiamo una paura, ne salta fuori un'altra.
Se prima attribuivo "la colpa" all'età ed ad un animo più sensibile, adesso sono preoccupata.
Non tanto di non saper gestire la prossima situazione, ma di non accorgermi di un qualcosa di più grave che angoscia così tanto mia figlia.
A volte capita anche in assenza di qualsiasi sintomo.
La situazione attuale, le pubblicità in TV non sono d'aiuto (es.
telethon).
I nonni, in particolare quelli paterni hanno contribuito a spaventarla quando era più piccola (secondo me).
Tanto per fare un esempio, la nonna raccontando storie tragiche di bambini finiti in ospedale per aver messo in bocca una biglia (nostra figlia era poi terrorizzata, quando hanno cominciato a dondolarle i denti, di ingoiarne uno per sbaglio di notte e di finire in ospedale), il nonno raccontando dei suoi interventi.
Ho comunque la convinzione che non siano la causa delle paure di mia figlia, ma eventi che hanno acutizzato paure che lei aveva già.
E' normale che una bambina sia spaventata così tanto?
Stiamo facendo bene?
E' il caso di portarla da uno psicologo?
Ho bisogno di un consiglio.
Grazie
[#1]
Gentile Signora,
la situazione attuale non aiuta di certo, ma le osservazioni che ha riportato paiono indipendenti da essa e, come Lei, credo non vadano sottovalutate.
Sua figlia si trova in un periodo della vita in cui sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale effettuano un salto di qualità: si acquisisce maggior consapevolezza ed emergono più estese capacità di ragionamento.
Questo, se da un lato può facilitare per voi un "lavoro" di razionalizzazione delle sue paure, può dall'altro contribuire ad alimentare il suo rimuginio e, dunque, il suo approccio ansioso alla realtà.
Dal mio punto di vista, sarebbe opportuno che voi genitori richiedeste una consulenza ad uno psicologo psicoterapeuta esperto in età evolutiva per approfondire la situazione e trovare insieme una linea di condotta comune per aiutare la vostra ragazzina a gestire più efficacemente la sua emotività.
Non coinvolgerei lei direttamente, proprio per evitare che il messaggio che le arrivi sia che la sua preoccupazione abbia ragion d'essere, o che in lei ci sia qualcosa che non va.
Questo per fare in modo che, aiutandola ad imparare a pensare e ad utilizzare un dialogo interno più funzionale, possa riacquistare maggior serenità e si avvicini ala pubertà (a proposito di sangue, avete già affrontato nei dovuti modi con lei il tema mestruazioni?) e all'adolescenza senza ulteriori "complicazioni".
Cordialità.
la situazione attuale non aiuta di certo, ma le osservazioni che ha riportato paiono indipendenti da essa e, come Lei, credo non vadano sottovalutate.
Sua figlia si trova in un periodo della vita in cui sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale effettuano un salto di qualità: si acquisisce maggior consapevolezza ed emergono più estese capacità di ragionamento.
Questo, se da un lato può facilitare per voi un "lavoro" di razionalizzazione delle sue paure, può dall'altro contribuire ad alimentare il suo rimuginio e, dunque, il suo approccio ansioso alla realtà.
Dal mio punto di vista, sarebbe opportuno che voi genitori richiedeste una consulenza ad uno psicologo psicoterapeuta esperto in età evolutiva per approfondire la situazione e trovare insieme una linea di condotta comune per aiutare la vostra ragazzina a gestire più efficacemente la sua emotività.
Non coinvolgerei lei direttamente, proprio per evitare che il messaggio che le arrivi sia che la sua preoccupazione abbia ragion d'essere, o che in lei ci sia qualcosa che non va.
Questo per fare in modo che, aiutandola ad imparare a pensare e ad utilizzare un dialogo interno più funzionale, possa riacquistare maggior serenità e si avvicini ala pubertà (a proposito di sangue, avete già affrontato nei dovuti modi con lei il tema mestruazioni?) e all'adolescenza senza ulteriori "complicazioni".
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Ex utente
Grazie, seguiremo il consiglio.
Non abbiamo ancora affrontato il discorso, perché non mi sembra pronta. Inoltre fortunatamente per noi è ancora molto bambina, anche dal punto di vista fisico.
Ma direi che il discorso non potrà essere rimandato a lungo. Come si può parlare ad una bambina del tema delle mestruazioni, senza spaventarla?
Grazie ancora
Non abbiamo ancora affrontato il discorso, perché non mi sembra pronta. Inoltre fortunatamente per noi è ancora molto bambina, anche dal punto di vista fisico.
Ma direi che il discorso non potrà essere rimandato a lungo. Come si può parlare ad una bambina del tema delle mestruazioni, senza spaventarla?
Grazie ancora
[#3]
"Ma direi che il discorso non potrà essere rimandato a lungo."
Concordo, anche perché prima che gliene parlino altri (amiche, insegnanti...) sarebbe meglio lo faceste voi.
In generale, sull'educazione alla sessualità, le allego questo articolo: https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/115-educazione-sessuale.html
In particolare sul ciclo, potete farvi aiutare da libri indicati per la sua età, tipo "Aiuto, ho le mie cose!" (Macro Edizioni)
Riguardo ai cambiamenti legati all'età invece vi suggerisco "Girl R-Evolution" di Alberto Pellai (De Agostini) e "Viva le ragazze!" (Edizioni EL).
L'importante è che sappia che il discorso con voi è aperto e, con eventuale comprensibile imbarazzo da parte di tutti, si può comunque affrontare.
Saluti.
Concordo, anche perché prima che gliene parlino altri (amiche, insegnanti...) sarebbe meglio lo faceste voi.
In generale, sull'educazione alla sessualità, le allego questo articolo: https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/115-educazione-sessuale.html
In particolare sul ciclo, potete farvi aiutare da libri indicati per la sua età, tipo "Aiuto, ho le mie cose!" (Macro Edizioni)
Riguardo ai cambiamenti legati all'età invece vi suggerisco "Girl R-Evolution" di Alberto Pellai (De Agostini) e "Viva le ragazze!" (Edizioni EL).
L'importante è che sappia che il discorso con voi è aperto e, con eventuale comprensibile imbarazzo da parte di tutti, si può comunque affrontare.
Saluti.
[#5]
Mi fa molto piacere esservi stata d'aiuto.
Aggiungo un ulteriore suggerimento che avevo trascurato.
Periodicamente io effettuo cicli di incontri mamma-figlia, con gruppetti da 6/8 coppie di ragazzine di 10-12 anni con le rispettive mamme, proprio per parlare con loro delle trasformazioni del corpo nella pubertà, di come cambiano le relazioni in famiglia e con gli amici, di come le mamme a loro volta avevano vissuto questa tappa della loro vita e come ciò ha influenzato la loro femminilità, e via dicendo.
Sono certa che qualcosa di simile lo potete trovare anche nella vostra zona, scegliendo tra un approccio più "laico" e uno invece di stampo cattolico (so che il CIF, Centro Italiano Femminile in alcune sue sedi organizza qualcosa di simile, ovviamente con un'impronta peculiare rispetto a temi come contraccezione, aborto, maternità, omosessualità...).
Può sfruttare questo momento di "pausa" collettiva per iniziare ad informarsi su iniziative simili sul suo territorio (spesso anche le ostetriche organizzano incotri di questo tipo), così da essere pronte a partecipare non appena ciò sarà possibile.
Concludo ribadendo che non sono cose da sottovalutare, anche in un'ottica di prevenzione rispetto a potenziali futuri disturbi sessuali, perché a me capita molto di frequente di ricevere in studio giovani ragazze (18-25 anni) che hanno problemi a vivere serenamente la loro sessualità proprio a partire da una brutta esperienza legata al loro menarca.
Cari auguri.
Aggiungo un ulteriore suggerimento che avevo trascurato.
Periodicamente io effettuo cicli di incontri mamma-figlia, con gruppetti da 6/8 coppie di ragazzine di 10-12 anni con le rispettive mamme, proprio per parlare con loro delle trasformazioni del corpo nella pubertà, di come cambiano le relazioni in famiglia e con gli amici, di come le mamme a loro volta avevano vissuto questa tappa della loro vita e come ciò ha influenzato la loro femminilità, e via dicendo.
Sono certa che qualcosa di simile lo potete trovare anche nella vostra zona, scegliendo tra un approccio più "laico" e uno invece di stampo cattolico (so che il CIF, Centro Italiano Femminile in alcune sue sedi organizza qualcosa di simile, ovviamente con un'impronta peculiare rispetto a temi come contraccezione, aborto, maternità, omosessualità...).
Può sfruttare questo momento di "pausa" collettiva per iniziare ad informarsi su iniziative simili sul suo territorio (spesso anche le ostetriche organizzano incotri di questo tipo), così da essere pronte a partecipare non appena ciò sarà possibile.
Concludo ribadendo che non sono cose da sottovalutare, anche in un'ottica di prevenzione rispetto a potenziali futuri disturbi sessuali, perché a me capita molto di frequente di ricevere in studio giovani ragazze (18-25 anni) che hanno problemi a vivere serenamente la loro sessualità proprio a partire da una brutta esperienza legata al loro menarca.
Cari auguri.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 03/05/2020.
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