Qualcosa non va nella mia mente

Bene.
Ho deciso che dovevo parlarne con qualcuno, magari qualcuno che non conoscevo, per essere più precisa.
La situazione in cui mi trovo mi ha di recente messo talmente alla prova che, dopo che l'ultima goccia ha fatto ritrabbocare il vaso, mi sono ritrovata in piedi sul guard rail del cavalcavia vicino a casa mia, mentre cercavo di dominare i singhiozzi e la tachicardia che mi stava provocando quel folle gesto.
Ero uscita rabbiosa per un giro a piedi (nei 200 metri consentiti dalle restrizioni, con mascherina e tutto) nei campi attorno, e senza quasi pensarci mi sono trovata lì sopra.
Fortunatamente sono riuscita a bloccarmi in quello stato e qualcuno si è fermato per tranquillizzarmi, io ho insistito perché non chiamassero la croce bianca, non volevo creare problemi a nessuno e per fortuna abito in una zona isolata e il traffico non è stato bloccato per colpa della mia stupidata.
Ma quello che pensavo in quel momento, nella mia testa era "non avresti nemmeno il coraggio di ammazzarti, sei solo una stupida e la tua vita rimarrà sempre una sofferenza".
È una cosa che non avrei mai, MAI fatto, nemmeno semplicemente il gesto.
Certo, a volte ci pensavo.
Ma pensavo che la vita fosse più importante.
È come se un' incredibile tentazione interna, non appena io sia quasi arrivata ai miei obbiettivi, mi dicesse "Ma chi sei tu per conseguire questa vittoria?
" e allora mi ammutino da sola, penso "ha ragione" e non appena faccio un passo in avanti cado rovinosamente a terra come se mi mancasse quel dolore che ho sempre provato.
Io odio questo dolore, ma è come se non volessi farne a meno.
Forse è proprio questo che mi ha portata a quel gesto?
Non lo so.
So solo che mi odio per questo mio comportamento e non so più che fare.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
lei scrive: "Ero uscita rabbiosa per un giro a piedi".
Da qui avrebbe dovuto partire la sua email, da ciò che era successo PRIMA, per darci la possibilità di aiutarla.
Nella precedente corrispondenza si evidenziava qualche disagio. Non ha seguito, due anni fa, l'ottimo consiglio del nostro collega cardiologo, di cercare uno psicologo?
Il tipo di malessere che lei descrive a volte è associato, se non determinato, da una situazione familiare conflittuale, infelice, inaccettata e a volte misconosciuta da chi la subisce.
Ci racconti con calma cosa l'aveva resa rabbiosa e cercheremo di aiutarla.
Abbia cura di sé. L'amore per noi stessi, se non ci è stato trasmesso, va ricostruito.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com