Trauma adolescenziale?
Buongiorno, spero di essere nella sezione giusta.
Quando avevo 13 anni, la mia famiglia ha attraversato un periodo di crisi (causa adulterio da parte di mio padre), dico "la mia famiglia" e non "i miei genitori" perché purtroppo anche noi figli affrontiamo delusione e sofferenza nonostante il tradimento non sia diretto a noi.
Dopo questo periodo di crisi (i miei genitori sono ancora insieme), in casa mia non è stato più toccato questo argomento, come se non fosse mai accaduto.
In seguito ho avuto delle relazioni e ognuna di esse è stata (l'attuale lo è ancora) una battaglia contro i miei pensieri negativi che si racchiudono in due punti:
1.
Quando arriverà il momento in cui anche io verrò tradita?
2.
E se fossi anche io un'adultera?
Premetto che non ho mai tradito e non perché non ne abbia avuto l'occasione, ma perché dico di essere una persona rispettosa e non vorrei fare ciò che non vorrei ricevere.
Il problema però è questo: arriva un momento nelle mie relazioni in cui "tradisco con la mente" il partner di turno con uomini che mi capita di incontrare per caso, di cui conosco solo la voce o nemmeno quella.
Immagino vere e proprie relazioni: rapporti sessuali, convivenza, figli, ecc.
e TUTTE finiscono (sempre nella mia mente) nello stesso modo: la separazione causata dal tradimento di lui.
Immaginare costantemente relazioni parallele richiede energie inesplicabili che inevitabilmente sottraggo alla relazione reale che vivo.
Nelle mie relazioni immaginarie sono affettuosa, passionale, mentre nella realtà sono fredda, sempre sulla difensiva e non vivo mai il sesso come un qualcosa di romantico, ma come un atto il cui unico scopo è il piacere (spesso solo del partner).
Questa condizione mentale mi logora perché nonostante io cerchi di convincere me stessa che l'infedeltà non è nel DNA, penso che se lasciassi libero sfogo ai miei istinti, sarei esattamente come mio padre e la mia immagine di ragazza seria si sgretolerebbe in un attimo.
Come posso capire chi sono realmente?
E se fossi come mio padre, come potrei accettarmi?
Grazie...
Quando avevo 13 anni, la mia famiglia ha attraversato un periodo di crisi (causa adulterio da parte di mio padre), dico "la mia famiglia" e non "i miei genitori" perché purtroppo anche noi figli affrontiamo delusione e sofferenza nonostante il tradimento non sia diretto a noi.
Dopo questo periodo di crisi (i miei genitori sono ancora insieme), in casa mia non è stato più toccato questo argomento, come se non fosse mai accaduto.
In seguito ho avuto delle relazioni e ognuna di esse è stata (l'attuale lo è ancora) una battaglia contro i miei pensieri negativi che si racchiudono in due punti:
1.
Quando arriverà il momento in cui anche io verrò tradita?
2.
E se fossi anche io un'adultera?
Premetto che non ho mai tradito e non perché non ne abbia avuto l'occasione, ma perché dico di essere una persona rispettosa e non vorrei fare ciò che non vorrei ricevere.
Il problema però è questo: arriva un momento nelle mie relazioni in cui "tradisco con la mente" il partner di turno con uomini che mi capita di incontrare per caso, di cui conosco solo la voce o nemmeno quella.
Immagino vere e proprie relazioni: rapporti sessuali, convivenza, figli, ecc.
e TUTTE finiscono (sempre nella mia mente) nello stesso modo: la separazione causata dal tradimento di lui.
Immaginare costantemente relazioni parallele richiede energie inesplicabili che inevitabilmente sottraggo alla relazione reale che vivo.
Nelle mie relazioni immaginarie sono affettuosa, passionale, mentre nella realtà sono fredda, sempre sulla difensiva e non vivo mai il sesso come un qualcosa di romantico, ma come un atto il cui unico scopo è il piacere (spesso solo del partner).
Questa condizione mentale mi logora perché nonostante io cerchi di convincere me stessa che l'infedeltà non è nel DNA, penso che se lasciassi libero sfogo ai miei istinti, sarei esattamente come mio padre e la mia immagine di ragazza seria si sgretolerebbe in un attimo.
Come posso capire chi sono realmente?
E se fossi come mio padre, come potrei accettarmi?
Grazie...
[#1]
Gentile utente,
Lei si chiede se è stata vittima di un
"Trauma adolescenziale?"
ad anche
"Come posso capire chi sono realmente?".
Ci fa presente inoltre che tutte le Sue relazioni percorrono un unico identico copione, sia pure solo mentale.
Partendo da questi tre elementi,
sento di consigliarLe un percorso psicologico e - se la Specialista lo riterrà - anche psicoterapico
in presenza.
Solo così potrà approfondire quali eventuali collegamenti ci siano tra l'ieri e l'oggi
e, ancor più importante, 'scollegarli'.
E inoltre potrebbe approfondire il dubbio ingombrante:
"E se fossi come mio padre, come potrei accettarmi?"
Ma nessuno è "come" un altrp.
L'orientamento che Le presento raccoglie il Suo interesse? Ci ha già pensato?
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Lei si chiede se è stata vittima di un
"Trauma adolescenziale?"
ad anche
"Come posso capire chi sono realmente?".
Ci fa presente inoltre che tutte le Sue relazioni percorrono un unico identico copione, sia pure solo mentale.
Partendo da questi tre elementi,
sento di consigliarLe un percorso psicologico e - se la Specialista lo riterrà - anche psicoterapico
in presenza.
Solo così potrà approfondire quali eventuali collegamenti ci siano tra l'ieri e l'oggi
e, ancor più importante, 'scollegarli'.
E inoltre potrebbe approfondire il dubbio ingombrante:
"E se fossi come mio padre, come potrei accettarmi?"
Ma nessuno è "come" un altrp.
L'orientamento che Le presento raccoglie il Suo interesse? Ci ha già pensato?
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta.
Ci ho già pensato al consulto di uno specialista, ma mi terrorizza l'idea di aprire una scatola ormai chiusa da anni e mai riaperta. Tornare nel passato anche in solitudine, senza necessariamente condividere i miei pensieri con altre persone, mi causa sofferenza e temo di perdere l'apparente equilibrio (dall'esterno nessuno immaginerebbe tutto questo tormento perché sembro una tra le persone più equilibrate del mondo, in pace con se stessa). So che nessuno di noi è uguale agli altri, ma quello che mi spaventa è proprio il fatto di finire in ogni relazione ad immaginarne altre, come se volessi scappare dalla realtà prima di un eventuale tradimento da entrambe le parti: ho paura di rendere reali i tradimenti che immagino e allo stesso tempo ho paura di subirli.
P.s.: So che anche lei è una specialista, ma il mondo virtuale è meno d'impatto per quel che mi riguarda, per questo scrivere qui è stato più semplice.
Ci ho già pensato al consulto di uno specialista, ma mi terrorizza l'idea di aprire una scatola ormai chiusa da anni e mai riaperta. Tornare nel passato anche in solitudine, senza necessariamente condividere i miei pensieri con altre persone, mi causa sofferenza e temo di perdere l'apparente equilibrio (dall'esterno nessuno immaginerebbe tutto questo tormento perché sembro una tra le persone più equilibrate del mondo, in pace con se stessa). So che nessuno di noi è uguale agli altri, ma quello che mi spaventa è proprio il fatto di finire in ogni relazione ad immaginarne altre, come se volessi scappare dalla realtà prima di un eventuale tradimento da entrambe le parti: ho paura di rendere reali i tradimenti che immagino e allo stesso tempo ho paura di subirli.
P.s.: So che anche lei è una specialista, ma il mondo virtuale è meno d'impatto per quel che mi riguarda, per questo scrivere qui è stato più semplice.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 960 visite dal 26/04/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.