Senso di disperazione per rottura di relazione
Buongiorno dottori,
vi scrivo perché da ieri mi sono lasciata col mio (ormai ex) convivente con cui stavo da 1 anno e 5 mesi.
Mi sento disperata, mi viene da piangere continuamente, non riesco a fare niente, ho dormito dure ore stanotte e adesso non ho neanche appetito.
Sono stata io a prendere la decisione definitiva.
Ieri si è portato via la roba e fino alla sera ho ancora retto la situazione dopodiché sono sprofondata nella disperazione e ho iniziato a chiamarlo insistentemente rinfacciandogli di non tenerci a me e di non aver fatto nulla per recuperare il nostro rapporto che ormai si era incrinato da diversi mesi.
L’ho controllato anche su messanger e gli ho rinfacciato di non rispondermi e chiesto se per caso si sentisse con altre donne tutto questo di notte fino le 5.
Oggi mi doveva lasciare le chiavi, anziché le 11è venuto alle 2.
Nel mentre lo chiamavo con insistenza.
Mi rinfacciava il fatto che per parecchi mesi io non gli ho dato retta, il più delle volte gli dicevo che non trovava lavoro, continuavo a digli che non era un uomo.
In quei mesi mi è stato dietro lo stesso, anche se spesso si sentiva scoraggiato dalle mie parole.
Così facendo l’ho trascurato perché pensavo più a quello che volevo io che invece come si sentiva lui: non mi mettevo nei suoi panni.
Verso novembre, lui ha iniziato a imporsi su di me: quando arrivava all’esasperazione, iniziava a staccarsi pian piano e a non starmi più vicino come prima.
Anche dopo le litigate iniziava a fregarsene un po’ finché proprio da un mese e mezzo a sta parte abbiamo iniziato a litigare con più frequenza.
Lui ha iniziato a trattarmi male.
Io non è che riesco a comportarmi bene se una persona mi tratta male.
Si lamenta che non cucino sempre per lui, che non faccio tanto la donna di casa.
Io in realtà mi sento scoraggiata perché lui non mi aiutava ultimamente.
Ha iniziato a lamentarsi di più cose e a quel punto non c’è mai stato un punto di incontro.
Il rapporto è deteriorato giorno per giorno.
Ci sono anche stati episodi violenti perché ci siamo presi a parole: lui dice che sono io a farlo arrivare all’esasperazione.
Io invece mi giustifico che non lo sopporto e quindi credo che siamo entrambi colpevoli nelle reazioni che abbiamo.
Specifico che non lo sopporto perché gli ho sempre detto che lo vorrei più maturo in certe cose.
Le nostre litigate erano dettate anche dalla gelosia: quando andavamo in giro gli facevo scenate se per caso guardava altre ragazze; e lui pure.
Volevamo avere il controllo reciprocamente.
Sono anche gelosa dei suoi genitori perché se li sente sento come se me lo rubassero.
Inoltre mi mandavano su tutte le furie i paragoni maschilisti tra me e sua madre che per lui era la donna di casa ideale, io no.
Adesso mi sento persa.
So che ho tanto su cui lavorare su me stessa perché sento una profonda carenza affettiva e tendo ad appoggiarmi a chiunque anche se si tratta di persone con cui non ho una buona intesa.
VI prego, aiutatemi.
Grazie in anticipo
vi scrivo perché da ieri mi sono lasciata col mio (ormai ex) convivente con cui stavo da 1 anno e 5 mesi.
Mi sento disperata, mi viene da piangere continuamente, non riesco a fare niente, ho dormito dure ore stanotte e adesso non ho neanche appetito.
Sono stata io a prendere la decisione definitiva.
Ieri si è portato via la roba e fino alla sera ho ancora retto la situazione dopodiché sono sprofondata nella disperazione e ho iniziato a chiamarlo insistentemente rinfacciandogli di non tenerci a me e di non aver fatto nulla per recuperare il nostro rapporto che ormai si era incrinato da diversi mesi.
L’ho controllato anche su messanger e gli ho rinfacciato di non rispondermi e chiesto se per caso si sentisse con altre donne tutto questo di notte fino le 5.
Oggi mi doveva lasciare le chiavi, anziché le 11è venuto alle 2.
Nel mentre lo chiamavo con insistenza.
Mi rinfacciava il fatto che per parecchi mesi io non gli ho dato retta, il più delle volte gli dicevo che non trovava lavoro, continuavo a digli che non era un uomo.
In quei mesi mi è stato dietro lo stesso, anche se spesso si sentiva scoraggiato dalle mie parole.
Così facendo l’ho trascurato perché pensavo più a quello che volevo io che invece come si sentiva lui: non mi mettevo nei suoi panni.
Verso novembre, lui ha iniziato a imporsi su di me: quando arrivava all’esasperazione, iniziava a staccarsi pian piano e a non starmi più vicino come prima.
Anche dopo le litigate iniziava a fregarsene un po’ finché proprio da un mese e mezzo a sta parte abbiamo iniziato a litigare con più frequenza.
Lui ha iniziato a trattarmi male.
Io non è che riesco a comportarmi bene se una persona mi tratta male.
Si lamenta che non cucino sempre per lui, che non faccio tanto la donna di casa.
Io in realtà mi sento scoraggiata perché lui non mi aiutava ultimamente.
Ha iniziato a lamentarsi di più cose e a quel punto non c’è mai stato un punto di incontro.
Il rapporto è deteriorato giorno per giorno.
Ci sono anche stati episodi violenti perché ci siamo presi a parole: lui dice che sono io a farlo arrivare all’esasperazione.
Io invece mi giustifico che non lo sopporto e quindi credo che siamo entrambi colpevoli nelle reazioni che abbiamo.
Specifico che non lo sopporto perché gli ho sempre detto che lo vorrei più maturo in certe cose.
Le nostre litigate erano dettate anche dalla gelosia: quando andavamo in giro gli facevo scenate se per caso guardava altre ragazze; e lui pure.
Volevamo avere il controllo reciprocamente.
Sono anche gelosa dei suoi genitori perché se li sente sento come se me lo rubassero.
Inoltre mi mandavano su tutte le furie i paragoni maschilisti tra me e sua madre che per lui era la donna di casa ideale, io no.
Adesso mi sento persa.
So che ho tanto su cui lavorare su me stessa perché sento una profonda carenza affettiva e tendo ad appoggiarmi a chiunque anche se si tratta di persone con cui non ho una buona intesa.
VI prego, aiutatemi.
Grazie in anticipo
[#1]
Gent.le ragazza,
da quello che ci racconta, si percepisce il suo disagio psicologico a seguito della rottura della sua relazione amorosa, su cui, verosimilmente, aveva fatto un importante investimento emotivo. A livello psicologico, questo doloroso evento, ha avuto effetti sulla sua personalità, in particolare sulla dimensione dell'immagine di Sè e dell'autostima.
Infatti, lei ci riferisce:"sento una profonda carenza affettiva e tendo ad appoggiarmi a chiunque anche se si tratta di persone con cui non ho una buona intesa". Pertanto, il consiglio che le do e di lavorare su Sè stessa, attraverso un percorso psicologico in studio o on-line, per sviluppare consapevolezza su come diverse dimensioni psicologiche della sua personalità, regolano il comportamento sociale, in particolare, nelle relazioni intime e trasformare così questo periodo di dolore in un momento per favorire la sua crescita psicologica.
da quello che ci racconta, si percepisce il suo disagio psicologico a seguito della rottura della sua relazione amorosa, su cui, verosimilmente, aveva fatto un importante investimento emotivo. A livello psicologico, questo doloroso evento, ha avuto effetti sulla sua personalità, in particolare sulla dimensione dell'immagine di Sè e dell'autostima.
Infatti, lei ci riferisce:"sento una profonda carenza affettiva e tendo ad appoggiarmi a chiunque anche se si tratta di persone con cui non ho una buona intesa". Pertanto, il consiglio che le do e di lavorare su Sè stessa, attraverso un percorso psicologico in studio o on-line, per sviluppare consapevolezza su come diverse dimensioni psicologiche della sua personalità, regolano il comportamento sociale, in particolare, nelle relazioni intime e trasformare così questo periodo di dolore in un momento per favorire la sua crescita psicologica.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 846 visite dal 23/04/2020.
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