Devo definirmi omosessuale?
Salve sono un ragazzo di 24 anni felicemente fidanzato da un anno e mezzo, premetto che il nostro rapporto è magico e dal lato sessuale molto appagante, nonostante io abbia sempre un pizzico d'ansia prima di ogni rapporto (ho ricondotto questa ansia al fatto che già di mio sono molto insicuro).
Prima dell'attuale compagna ho avuto tante storie con altre ragazze (con la maggior parte avevo solo fatto petting con annessa forte eccitazione tanto che me lo sentivo esplodere, scusate la volgarità, e mi sentivo tutto il glande bagnato), la mia prima volta invece è stata con la mia ex e devo dire che non andó proprio male, insomma avevo tanta ansia ma l'erezione ricordo che non la persi, solo che eiaculai dopo pochi minuti.
La ragazza in questione aveva già avuto esperienze quindi mi disse sfacciatamente che non avevamo intesa sessuale e che ero egoista e pensavo solo a me.
Ci rimasi malissimo, mi lasció per questo motivo, e caddi in una scarsissima autostima di me stesso.
Pensavo che non ero abbastanza virile ecc ecc... il sesso cominció a spaventarmi parecchio e stavo davvero male.
Ma nonostante ció mi ripresi e avevo tantissima voglia di intraprendere una relazione con un'altra ragazza che dopo un pó finalmente è arrivata ed è la mia attuale compagna.
Ora peró voglio andare indietro nel tempo, fin da bambino mi sono sempre piaciute le bambine, ma ero timido, poi all'eta di 11-12 anni cominciai a scoprire la sessualità con mio cugino quasi coetaneo.
Cominciammo a masturbarci insieme, e arrivammo a masturbarci reciprocamente, fino ad andare al rapporto completo dove io penetravo lui e questo mi provocó del piacere.
Poi crescendo lui si è fidanzato con una ragazza, io ho avuto le mie esperienze con le ragazze senza dare più peso a quegli incontri.
Nonostante peró fossi intenzionato ad avere relazioni solo con donne, anche perchè con un uomo non mi ci vedrei mi viene il ribrezzo, qualche volta nella masturbazione fantasticavo su mio cugino e su ció che avevamo fatto anni prima.
Oggi vi scrivo perchè, nonostante con la mia attuale ragazza abbia una vita sessuale appagante con annessa ansia di prestazione che riesco a gestire, qualche mese fa ritornano le fantasie omosessuali, immaginavo uomini che mi facessero del sesso orale, per lo più adulti.
Pochissime volte ho fantasticato di essere io il passivo ma mi rendevo conto che non era poi cosi tanto intrigante.
Il punto sta che un giorno trovandomi al centro commeeciale per una pausa pranzo incontro un ragazzo ai bagni, vidi che mi scrutava e non so perchè gli chiesi cosa volesse e lui mi fece ben intendere che voleva farmi del sesso orale io accettai... ci chiudenmo in bagno e realizzai la fantasia che mi aveva ossessionato per anni, la cosa peró è che dopo mi sono sentito in colpa, ho cominciato a pensare di essere sempre stato gay e che non voglio ammetterlo.
Penso alla mia compagna e vado nel panico se solo devo confessaegli che forse sono gay.
La perderei e tutto ci mi distruggerebbe.
Sono angosciato!
Prima dell'attuale compagna ho avuto tante storie con altre ragazze (con la maggior parte avevo solo fatto petting con annessa forte eccitazione tanto che me lo sentivo esplodere, scusate la volgarità, e mi sentivo tutto il glande bagnato), la mia prima volta invece è stata con la mia ex e devo dire che non andó proprio male, insomma avevo tanta ansia ma l'erezione ricordo che non la persi, solo che eiaculai dopo pochi minuti.
La ragazza in questione aveva già avuto esperienze quindi mi disse sfacciatamente che non avevamo intesa sessuale e che ero egoista e pensavo solo a me.
Ci rimasi malissimo, mi lasció per questo motivo, e caddi in una scarsissima autostima di me stesso.
Pensavo che non ero abbastanza virile ecc ecc... il sesso cominció a spaventarmi parecchio e stavo davvero male.
Ma nonostante ció mi ripresi e avevo tantissima voglia di intraprendere una relazione con un'altra ragazza che dopo un pó finalmente è arrivata ed è la mia attuale compagna.
Ora peró voglio andare indietro nel tempo, fin da bambino mi sono sempre piaciute le bambine, ma ero timido, poi all'eta di 11-12 anni cominciai a scoprire la sessualità con mio cugino quasi coetaneo.
Cominciammo a masturbarci insieme, e arrivammo a masturbarci reciprocamente, fino ad andare al rapporto completo dove io penetravo lui e questo mi provocó del piacere.
Poi crescendo lui si è fidanzato con una ragazza, io ho avuto le mie esperienze con le ragazze senza dare più peso a quegli incontri.
Nonostante peró fossi intenzionato ad avere relazioni solo con donne, anche perchè con un uomo non mi ci vedrei mi viene il ribrezzo, qualche volta nella masturbazione fantasticavo su mio cugino e su ció che avevamo fatto anni prima.
Oggi vi scrivo perchè, nonostante con la mia attuale ragazza abbia una vita sessuale appagante con annessa ansia di prestazione che riesco a gestire, qualche mese fa ritornano le fantasie omosessuali, immaginavo uomini che mi facessero del sesso orale, per lo più adulti.
Pochissime volte ho fantasticato di essere io il passivo ma mi rendevo conto che non era poi cosi tanto intrigante.
Il punto sta che un giorno trovandomi al centro commeeciale per una pausa pranzo incontro un ragazzo ai bagni, vidi che mi scrutava e non so perchè gli chiesi cosa volesse e lui mi fece ben intendere che voleva farmi del sesso orale io accettai... ci chiudenmo in bagno e realizzai la fantasia che mi aveva ossessionato per anni, la cosa peró è che dopo mi sono sentito in colpa, ho cominciato a pensare di essere sempre stato gay e che non voglio ammetterlo.
Penso alla mia compagna e vado nel panico se solo devo confessaegli che forse sono gay.
La perderei e tutto ci mi distruggerebbe.
Sono angosciato!
[#1]
Gentile utente,
perchè il dubbio del "Devo definirmi omosessuale?"
Per quell'episodio ci sarebbero cinquemila altre domande da potersi fare,
sempre che esso sia reale e chissà quando è accaduto, considerato che i centri commerciali sono COVID-chiusi da tempo. E dunque come mai lo riesuma ora?
Ma quello che ci interessa qui è segnalarLe la deriva ossessiva che il fatto sembra aver messo in moto
e che forse Lei potrebbe riuscire a tamponare ridimensionando la drammaticità della cosa.
Tutto il resto è creato dalla Sua mente:
forse sono gay?
e devo dirlo alla fidanzata?
e se poi mi lascia?
e avanti così
in una concatenazione senza fine di disgrazie angoscianti.
_______________
Se dovesse scriverci altri Consulti, la invitiamo a saltare a pie' pari la cronistoria di un sacco di eventi fin dall'infanzia
per lo più inutili ai fini della domanda. Ci distrae dall'essenziale.
Dott. Brunialti
perchè il dubbio del "Devo definirmi omosessuale?"
Per quell'episodio ci sarebbero cinquemila altre domande da potersi fare,
sempre che esso sia reale e chissà quando è accaduto, considerato che i centri commerciali sono COVID-chiusi da tempo. E dunque come mai lo riesuma ora?
Ma quello che ci interessa qui è segnalarLe la deriva ossessiva che il fatto sembra aver messo in moto
e che forse Lei potrebbe riuscire a tamponare ridimensionando la drammaticità della cosa.
Tutto il resto è creato dalla Sua mente:
forse sono gay?
e devo dirlo alla fidanzata?
e se poi mi lascia?
e avanti così
in una concatenazione senza fine di disgrazie angoscianti.
_______________
Se dovesse scriverci altri Consulti, la invitiamo a saltare a pie' pari la cronistoria di un sacco di eventi fin dall'infanzia
per lo più inutili ai fini della domanda. Ci distrae dall'essenziale.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Cara dottoressa la ringrazio della risposta, l'evento al centro commerciale risale a Gennaio, lo riesumo adesso perchè preso da tante altre ansie per questo periodo di reclusione, mi è balzato alla mente improvvisamente un giorno e questo pensiero non va più via. Poi sul definirmi omosessuale è perchè ogni tanto nella masturbazione come le ho già spiegato ho delle fantasie omosessuali, messe pure in atto quella volta c. commerciale. Poi quest'ansia da prestazione che mi assale ogni qualvolta che sto con la mia ragazza (che peró svanisce non appena mi lascio andare godendomi tutto il rapporto) forse mi ha fatto pensare erroneamente che tutto ció a che fare con un'omosessualità forse repressa. Puó spiegarmi se la mia prima esperienza sessuale con la mia ex mi abbia segnato cosi a fondo da avere sempre un po di paura di nn essere all'altezza? Anche se cn la mia attuale compagna facciamo sesso da un'anno che si rivela alla finesempre appagante nonostante l'ansia di non farcela inizialmente!
[#3]
" ...Puó spiegarmi se la mia prima esperienza sessuale con la mia ex mi abbia segnato cosi a fondo..."
Non c'è mai un unico evento causale.
L'ansia inoltre non riguarda unicamente l'aspetto sessuale, bensì il modo di porsi nei confronti della realtà,
come del resto Lei sembra accennare quando di sè dice: "..preso da tante altre ansie per questo periodo di reclusione.."
Se l'ansia comincerà ad ingombrarLa
Le consigliamo di chiedere aiuto di persona.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Non c'è mai un unico evento causale.
L'ansia inoltre non riguarda unicamente l'aspetto sessuale, bensì il modo di porsi nei confronti della realtà,
come del resto Lei sembra accennare quando di sè dice: "..preso da tante altre ansie per questo periodo di reclusione.."
Se l'ansia comincerà ad ingombrarLa
Le consigliamo di chiedere aiuto di persona.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Gentile utente,
la curiosità sessuale e le sorgenti del piacere sono vaste e in parte legate a preferenze personali da che mondo è mondo, ossia da sempre.
Per gli antichi Greci e per i Romani, data la loro letteratura arrivata fino a noi, abbiamo la testimonianza di questa pluralità di gusti a volte canonizzati: in Grecia i maestri istradavano i giovani alla conoscenza e all'esercizio della sessualità, non certo con lezioni teoriche.
La fissazione esclusiva su un solo genere era mal vista, ma anche questa solo se associata a comportamenti ridicoli. L'imperatore Adriano definiva sé stesso con orgoglio "un Romano, e un maschio", avendo senz'altro una preferenza per gli altri maschi.
Poi arrivarono popoli per i quali la riproduzione era un valore sacro, e a quel punto ogni "dispersione del seme", onanismo (ossia coito interrotto a fini contraccettivi), masturbazione, omosessualità, furono colpiti da anatema, morale, sociale e religioso.
Questo può avvenire perché gli esseri umani hanno un dono che è anche una trappola: il linguaggio. Le parole sono tagliole. Con le parole costruiamo e affossiamo l'intera realtà.
Lei conclude la sua email con le parole: "vado nel panico se solo devo confessaegli che forse sono gay".
Ed eccoci al punto: lei è convinto che si possa ESSERE GAY, oppure ESSERE ETERO, in una sorta di condizione ontologica.
Molti, anche colleghi psicologi poco esperti del linguaggio e delle sue trappole, alimentano questa visione in cui il verbo essere finisce per dare un valore assoluto a varie condizioni di salute, professionali, alla scelta di un'attività, a una tendenza nella sfera sessuale, per cui elementi spesso mutevoli, transitori, sfumati, secondari, associati a tendenze differenti e talvolta contraddittorie, diventano invece rigide definizioni che inquadrano la persona, incasellandola in uno stereotipo.
Eccole qualche esempio: "sono un depresso", "è un insicuro", "sei diabetico", "sono ingegnere", "siamo musicisti", "è uno sportivo", "sei gay".
Tutto falso. Ci sono scuole terapeutiche con interi volumi in cui il verbo essere, con questo rischio di inchiodare il mondo in una serie di rigide definizioni, viene sostituito da altri verbi più idonei.
Le faccio un esempio provando a tradurre "sono gay". "Mi attraggono esclusivamente le persone del mio stesso sesso"; oppure: "mi attraggono solo gli artisti, non importa di che sesso"; o anche: "mi sono innamorato una sola volta, ed è stato di una persona del mio stesso sesso"; "mi piacciono uomini e donne, ma preferisco i primi"; "ho voluto, o mi è capitato, di provare a far l'amore con... (uomini o donne), ma preferisco... (donne o uomini)".
Ora, lei ha manifestato la tendenza ad esplorare il mondo della sessualità, e forse chissà quante altre cose, ma ha anche l'abitudine di usare un linguaggio/trappola.
L'esempio principale gliel'ho già fatto: pensa di dover confessare a sé stesso, poi alla ragazza, che forse è gay. Non che le è accaduto di provare piacere con un uomo, ma che è qualcosa di radicato in lei, assoluto. E come dunque giustifica il piacere provato anche con le donne?
Ci sono altri esempi, nella sua email, di trappola linguistica che si è autoimposto o che ha accettato: la critica assurda della sua prima partner sessuale e altre cose.
Avendo scritto già troppo, concludo: che lei abbia o non abbia preferenze più o meno marcate ed esclusive per l'uno o l'altro genere, per uno o più comportamenti sessuali, senza dubbio conoscersi meglio le farà bene e l'aiuterà a muoversi nella realtà di conseguenza, ma esca dal pregiudizio di potersi scoprire e definire "qualcosa".
Valuti invece quali sono i suoi sentimenti, la sua capacità di attaccamento, la sua lealtà.
Auguri.
la curiosità sessuale e le sorgenti del piacere sono vaste e in parte legate a preferenze personali da che mondo è mondo, ossia da sempre.
Per gli antichi Greci e per i Romani, data la loro letteratura arrivata fino a noi, abbiamo la testimonianza di questa pluralità di gusti a volte canonizzati: in Grecia i maestri istradavano i giovani alla conoscenza e all'esercizio della sessualità, non certo con lezioni teoriche.
La fissazione esclusiva su un solo genere era mal vista, ma anche questa solo se associata a comportamenti ridicoli. L'imperatore Adriano definiva sé stesso con orgoglio "un Romano, e un maschio", avendo senz'altro una preferenza per gli altri maschi.
Poi arrivarono popoli per i quali la riproduzione era un valore sacro, e a quel punto ogni "dispersione del seme", onanismo (ossia coito interrotto a fini contraccettivi), masturbazione, omosessualità, furono colpiti da anatema, morale, sociale e religioso.
Questo può avvenire perché gli esseri umani hanno un dono che è anche una trappola: il linguaggio. Le parole sono tagliole. Con le parole costruiamo e affossiamo l'intera realtà.
Lei conclude la sua email con le parole: "vado nel panico se solo devo confessaegli che forse sono gay".
Ed eccoci al punto: lei è convinto che si possa ESSERE GAY, oppure ESSERE ETERO, in una sorta di condizione ontologica.
Molti, anche colleghi psicologi poco esperti del linguaggio e delle sue trappole, alimentano questa visione in cui il verbo essere finisce per dare un valore assoluto a varie condizioni di salute, professionali, alla scelta di un'attività, a una tendenza nella sfera sessuale, per cui elementi spesso mutevoli, transitori, sfumati, secondari, associati a tendenze differenti e talvolta contraddittorie, diventano invece rigide definizioni che inquadrano la persona, incasellandola in uno stereotipo.
Eccole qualche esempio: "sono un depresso", "è un insicuro", "sei diabetico", "sono ingegnere", "siamo musicisti", "è uno sportivo", "sei gay".
Tutto falso. Ci sono scuole terapeutiche con interi volumi in cui il verbo essere, con questo rischio di inchiodare il mondo in una serie di rigide definizioni, viene sostituito da altri verbi più idonei.
Le faccio un esempio provando a tradurre "sono gay". "Mi attraggono esclusivamente le persone del mio stesso sesso"; oppure: "mi attraggono solo gli artisti, non importa di che sesso"; o anche: "mi sono innamorato una sola volta, ed è stato di una persona del mio stesso sesso"; "mi piacciono uomini e donne, ma preferisco i primi"; "ho voluto, o mi è capitato, di provare a far l'amore con... (uomini o donne), ma preferisco... (donne o uomini)".
Ora, lei ha manifestato la tendenza ad esplorare il mondo della sessualità, e forse chissà quante altre cose, ma ha anche l'abitudine di usare un linguaggio/trappola.
L'esempio principale gliel'ho già fatto: pensa di dover confessare a sé stesso, poi alla ragazza, che forse è gay. Non che le è accaduto di provare piacere con un uomo, ma che è qualcosa di radicato in lei, assoluto. E come dunque giustifica il piacere provato anche con le donne?
Ci sono altri esempi, nella sua email, di trappola linguistica che si è autoimposto o che ha accettato: la critica assurda della sua prima partner sessuale e altre cose.
Avendo scritto già troppo, concludo: che lei abbia o non abbia preferenze più o meno marcate ed esclusive per l'uno o l'altro genere, per uno o più comportamenti sessuali, senza dubbio conoscersi meglio le farà bene e l'aiuterà a muoversi nella realtà di conseguenza, ma esca dal pregiudizio di potersi scoprire e definire "qualcosa".
Valuti invece quali sono i suoi sentimenti, la sua capacità di attaccamento, la sua lealtà.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#5]
Utente
Dott'ssa Brunialti devo proprio darle ragione sulla questione ansia. Io praticamente vado in ansia per tutto malattie, covid, ecc ecc... tendo ad ingigantire qualsiasi cosa. Infatti l'incontro avvenuto mesi fa per me era sepolto lì con nessuna valenza. Poi peró in questi giorni mi è venuto un forte senso di colpa riconducibile a quell'incontro e ad andare in paranoia sulla questione omossesualità rivivendo il tutto dall'adolecenza, dandomi un'etichetta che forse nemmeno mi appartiene. Cercheró di pensarci di meno!
[#7]
Utente
Scusate gentili dottori se ritorno a scrivere, l'ansia e il panico mi sta divorando. Faccio cattivi pensieri, la mia mente mi riporta a come si sgretolerebbe la mia vita se dicessi a tutti che sono gay, perchè adesso sembra che me ne sia autoconvinto. Ieri stavo con la mia compagna non riuscii a mantenere l'erezione. Non c'era quella spontaneitá che c'e sempre stata quando stavo solo a contatto con lei. Internet mi ha peggiorato quasi sicuramente i miei stati d'ansia. "Ho scoperto di essere gay dopo tante relazioni eterosessuali", e nella mente fantasie omosessuali che si ripetono una dietro l'altra, fantasie che mi fanno solo star male, perchè si innescano nella mente automaticamente ed io penso che stia solo tradendo la fiducia della mia ragazza, penso che non mi merita, penso che forse sia meglio che lei cerchi qualcuno meglio di me, ma il sol pensiero di lasciarla andare mi soffoca. Ma se sto con lei mi soffoca il "senso di colpa" innescatosi nella mia testa. Non so che fare, mi sento solo, nessuno puó mai capirmi, ho passato un periodo tra ansie e panico di malattie passando a questa nuova ossessione. Solo che quest'ultima non va via, forse perchè l'incoscio mi sta facendo chiaramente capire di non fingere più. Ma tutto ció che ho provato con lei era cosi vero e puro, le emozioni, il sesso, ora sembra tutto vanificato, penso che sia stato solo per sforzo. Perchè mi sto autoconvincendo cosi tanto di essere gay? Ci rifletto e tra me e me quelle fantasie omosessuali a volte mi sono piaciute (essebdo sempre io l'attivo) allora credo che questa tendenza non mi abbandonerà mai. Poi rifletto dall'altro punto di vista e dico non riuscirei mai ad intraprendere una relazione con un uomo, non proverei mai dei sentimenti, allora perché voglio per forza autoinfliggermi quest'etichetta? Vorrei pure andare da qualche psicologo ma adesso non so se ricevono. Poi ho paura del fatto che se mi rivolgessi a qualcuno di persona potrebbe far raffiorare in me la mia omosessualità repressa e non so se starei ancora peggio. Sono dannatamente in crisi.
[#8]
Gentile utente,
sono poassati solo due giorni da quando si era ripromesso "cercherò di pensarci di meno",
ma in realtà "..l'ansia e il panico mi sta divorando",
peggio di prima.
Come vede un Consulto online non è sufficiente.
Questo è il motivo per cui noi consigliamo un intervento *in presenza*,
conosciamo bene questo genere di disturbo!
Lei si dice che "Vorrei pure andare da qualche psicologo ma adesso non so se ricevono. ", ma basta fare un tentativo telefonico per un appuntamento,
molti Studi sono aperti pur rispettando la normativa.
In realtà però si cerca una scappatoia perchè non si crede di farcela ad impegnarsi di persona, in presenza.
Lei si dichiara "in crisi",
però ha ricevuto qui l'orientamento corretto sul come fare.
Sarà poi Lei a decidere.
Dott. Brunialti
sono poassati solo due giorni da quando si era ripromesso "cercherò di pensarci di meno",
ma in realtà "..l'ansia e il panico mi sta divorando",
peggio di prima.
Come vede un Consulto online non è sufficiente.
Questo è il motivo per cui noi consigliamo un intervento *in presenza*,
conosciamo bene questo genere di disturbo!
Lei si dice che "Vorrei pure andare da qualche psicologo ma adesso non so se ricevono. ", ma basta fare un tentativo telefonico per un appuntamento,
molti Studi sono aperti pur rispettando la normativa.
In realtà però si cerca una scappatoia perchè non si crede di farcela ad impegnarsi di persona, in presenza.
Lei si dichiara "in crisi",
però ha ricevuto qui l'orientamento corretto sul come fare.
Sarà poi Lei a decidere.
Dott. Brunialti
[#9]
Utente
Si dottoressa e il la ringrazio veramente tanto che mi risponda con dedizione ed essendo molto gentile. Io ci andró dallo psicologo perchè credo che forse il problema non sia nemmeno la mia sessualità, ma il modo in cui mi sono formato, tra basse autostime, poco coraggio, poco amore per se stesso. Dopo anni ho al mio fianco una ragazza stupenda, con cui ho fatto tanti progetti e non vorrei mandarli in fumo. Ho letto molti consulti dove lei ha risposto e mi sono tranquillizzato (in parte) sulla questione che a volte dietro queste fantasie omosessuali ci siano tanti altri problemi e che non hanno tutti a che fare con l'omosessualità. In fondo io ne sono terrorizzato, un gay non lo sarebbe. Quando l'ansia si placa riesco a ragionare più lucidamente e non puó essere stato tutta una finzione il mil vissuto con la mia compagna. Volevo solo chiederle una cosa con la promessa che andró da uno psicologo per guarire soprattutto la mia ANSIA, devo secondo lei lasciar andare questo pensiero dell'omosessualità o in parte forse esiste ma non l'ho accettata? Le faccio questa domanda tenendo conto della mia storia a cui le ho scritto nel primo consulto. Insomma mi sto facendo pippe per nulla? O devo accettarmi e lasciare la mia ragazza per cercarmi un uomo (cosa che andrebbe conto i miei desideri)? Inoltre queste fantasie erotiche possono essere un segnale che io stia reprimendo qualcosa? Spero e desidero una risposta che possa un pó sollevarmi, ma già le dico che sono terrorizzato da un'eventuale risposta del tipo "lo scoprirà con il terapeuta" mi sento morire.
[#10]
"lo scoprirà con il terapeuta"
è la risposta giusta e l'unica che possa esserci,
e "mi sento morire" non diverrà realtà.
Se Le rispondessimo alla ulteriore domanda sempre sulla tematica
professionalemnte non faremmo il Suo bene, La danneggeremmo.
Chiudiamo il consulto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
è la risposta giusta e l'unica che possa esserci,
e "mi sento morire" non diverrà realtà.
Se Le rispondessimo alla ulteriore domanda sempre sulla tematica
professionalemnte non faremmo il Suo bene, La danneggeremmo.
Chiudiamo il consulto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 14.9k visite dal 21/04/2020.
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