Come posso credere di più in me e non cedere davanti agli ostacoli?

Sono un ragazzo di 21 anni.
Rischio perennemente di buttarmi giù, non riesco più ad essere felice.
Ultimamente mi ha lasciato una ragazza a cui tenevo tanto.
Le ho fatto del male ed ogni volta che le promettevo che sarei cambiato alla fine non cambiavo mai e ritornavo a commettere errori.
Lei dice che mi ama ancora e che mi penserà ogni volta ma che la sua parte razionale le dice che sarebbe uno sbaglio ritornare con me.
Non la biasimo, l'ho fatta soffrire tanto.
A volte mi capita di arrabbiarmi per stupidaggini e non riesco a controllarmi, divento un'altra persona, una più maleducata e cattiva.
Finisce che poi me ne rendo conto, che mi scuso per quello che dico, per come lo dico ma questa volta era troppo tardi.
Il fatto che lei ancora continua a sostenere che mi ami mi distrugge, le ho promesso che non mi farò più vivo per dimostrarle che questa volta riuscirò a mantenere una promessa.
Voglio dimostrarle che posso cambiare.

A volte ho il terrore di diventare come l'uomo meschino che è mio padre, ha abbandonato me e mio fratello quando eravamo piccoli ma per fortuna una grande donna, quale è mia madre, non ci ha mai fatto mancare nulla.
Vorrei solo sapere perché non riesco a volere qualcosa di bello senza fare sempre qualcosa che la distrugga a poco a poco.
Questa ragazza è/era (non lo so come andranno le cose sinceramente, ma chiedo consiglio) molto importante, mi ha reso davvero felice come non lo sono mai stato.

Ho il timore che io voglia solo provare ad essere felice ma che in realtà non riesca ad esserlo, sembro non esser nato per essere felice ed è così da quando ho memoria.
Non riesco a fare nulla, procrastino i miei doveri da studente dando dispiacere ai miei cari e mi flagello per questo.
Mi sento come al centro di apatia più forte di me, solo questa ragazza riusciva davvero a farmi stare bene ma sono riuscito ad allontanare anche lei.


Voglio dare una svolta alla mia vita, voglio riuscire a cambiare per essere una persona migliore.


Spero di aver scritto tutto correttamente.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Caro utente,
ha disegnato bene la sua situazione, fin dalle origini: un padre che abbandona, una madre "grande donna" che non ha fatto mancare nulla... Troppo "grande", forse, per essere anche umana? Troppo decisa a voler negare che almeno una cosa -il padre- ai suoi figli è mancata?
Di qui tutto il resto. Una profezia di abbandoni ripetuti che continua ad avverarsi, che lei stesso fa avverare assumendo di continuo il ruolo del distruttore: dell'amore come degli studi, della fiducia in sé stesso come della stima dei familiari.
Nei consultori, alle ASL e nel privato ci sono psicologi che avrebbero la capacità di aiutarla a ricostruire un'immagine e un comportamento diversi.
Ma lei non li cerca.
Come mai?
Ci rifletta, e ci scriva ancora.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com