Desiderio di un figlio e crisi di coppia

Buongiorno, ho 35 anni e il mio compagno ne ha 34.
Conviviamo da quasi 3 anni e stiamo insieme da 10.
La nostra storia ha avuto tanti alti e bassi ma nulla è mai stato in grado di separarci.
Condividiamo gli stessi valori, vogliamo una famiglia con dei figli e crediamo nel matrimonio.
Finora però è sempre toccato a me spingere verso questa direzione.
Ho dovuto impazzire per anni per convincerlo a vivere insieme ed ora siamo arenati su tutto il resto.
Lui a parole afferma di pensarla esattamente come me, ma quando è il momento di agire, ciò non avviene mai.
Circa 8 mesi fa mi ha chiesto di rimandare l'idea del matrimonio "che si può fare in qualsiasi momento" e di concentrarci piuttosto sul cercare un figlio, visto che gli anni passano.
Io ho accettato, ma da quel momento non ha mai fatto neppure un tentativo.
Anzi, si è presantata una problematica di disfunzione erettile.
Ha fatto degli esami del sangue e una visita dall'andrologo che ha prescritto una pillola che lo aiuta nella circolazione ed erezione e ha diagnosticato un varicocele.
Sta di fatto che il suo calo del desiderio è ormai lampante, vuole comunque usare il preservativo per l'eiaculazione e finiamo per avere rapporti davvero raramente.
Purtroppo io sono sempre più nervosa riguardo all'arogomento e lui si defila dicendo che vuole un figlio e lo vorrebbe solo da me in questa vita, ma che ciò averrà in modo naturale.
Il problema è che all'atto pratico da parte sua non c'è mai stato un gesto pratico in questo senso, sebbene io abbia provato a fare lunghi periodi senza stressarlo sul tema.
Qualche giorno fa finalmente abbiamo avuto un rapporto senza precauzioni, ma da quel momento lui non mi cerca più e mi rifiuta dicendo che "non ha voglia".

Mi sembra di essere in un vicolo cieco e temo che questo suo eterno temporeggiare alla fine sarà in grado di separarci.
Non voglio riunciare all'idea di essere madre perchè lui non trova il coraggio per l'ennesima volta.
Come posso sbloccarlo?
Lui non è a favore della psicoterapia.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
leggendo il suo post, la prima impressione che ne ho ricavato è stata, da un lato, di chiarezza d'intenti da parte sua e, dall'altro, di una posizione non altrettanto così ben definita da parte del suo compagno.
Se a parole lui dichiara di desiderare le medesime cose che desidera Lei, nei fatti sembrerebbe più tentennante... è ciò rende comprensibile il suo (di Lei che ci scrive) disorientamento e la sua frustrazione.

Intanto, mi domando perché il matrimonio e un figlio debbano essere visti come alternativi: se più o meno -il periodo attuale ci smentisce!- possiamo decidere quando sposarci, non sempre è possibile programmare con ampia certezza il momento dell'arrivo di un figlio.

A suo giudizio, quali potrebbero essere gli ostacoli a concretizzare il progetto della genitorialità da parte del suo partner? In generale, lui con che modalità di approccio affronta temi potenzialmente critici come 'dovere' e 'responsabilità'?

Ha precisato che non sarebbe disponibile ad intraprendere una psicoterapia, ma non è detto che sarebbe necessario...se, tanto per chiarire ad entrambi le idee, gli proponesse una consulenza psicologica (una manciata di sedute) di coppia, come crede la prenderebbe?
In caso di un suo rifiuto, invece, Lei ha già pensato all'ipotesi di incontrare individualmente un nostro collega?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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