Ricordo rimosso riemerso
Volevo chiedere un consulto su uno stato d'animo ansioso che ho da circa 8 mesi.
Premetto che finora ho vissuto una vita normale, ho una bella e giusta famiglia, sono laureato in lettere e attendo da settembre di trovare un'occupazione.
Durante l'università ho iniziato ad avere problemi con l'ansia e attacchi di panico probabilmente per lo stress da studio che ha causato anche l'insorgere di pensieri ossessivi (paura di farmi del male o di farlo ad altri e di essere un omosessuale) che sono riuscito a superare e comprendere con l'aiuto di una psicoterapeutica clinica, la quale mi rassicurava sulla mia integrità mentale e sulla normalità dei dubbi e dei pensieri che tali erano e tali restavano.
D'altronde sono riuscito a proseguire con gli studi, a laurearmi alla triennale e alla magistrale, dove ho anche trovato la persona che vorrei avere con me tutta la vita.
Durante le sedute di psicoterapia che ho affrontato in quel periodo, la dott.
ssa mi chiese se ci fosse stato qualcosa che da piccolo mi avesse dato fastidio.
Io non dissi niente perché non riuscivo a ricondurre niente, se non un giorno in cui tornando dall'università avevo ricordato un fatto vissuto nell'infanzia.
Vivo vicino i miei zii con i quali ho un rapporto quasi parentale e anche coi miei cugini.
Un giorno scesi nel garage di mio zio e trovai mio cugino di sette anni più grande di me che probabilmente si stava masturbando.
Io avevo forse 5 anni, o di meno o di più.
Io non ricordo bene ma mi chiese di toccare e dare un bacio al così che era eretto anche se io non volevo, ma alla fine lo feci perché mi aveva detto che avrebbe detto a mia madre che io avessi detto parolacce.
Io temendo di essere sgridato da mio madre fui costretto a farlo.
Poi non ricordo più niente e questo fatto non lo ricordavo più da sempre.
L'unica volta che uscì fu in quel periodo ma perché la dott.
ssa me lo chiese.
Comunque lei spiegò che lo fece per difendersi dalla vergogna di averlo trovato così e, in verità, me ne dimenticai di nuovo e non ci pensai più anche perché con quel mio cugino avevo un gran rapporto e lo sentivo come un fratello.
Dopo essermi laureato capita che vedo un film in cui si parla di un abuso sessuale e ciò mi fa tornare alla luce questo ricordo in maniera adesso definitiva perché non riesco a non pensarci e perché ora mi fa male.
La dottoressa, alla quale sono tornato, mi dice che è giunta l'ora di accettare il tutto e che lo sto guardando con gli occhi da adulto.
Io comunque mi sento come bloccato, come se fossi vissuto finora un sogno.
Vorrei tornare allo stato di rimozione se si può dire.
Non so se lui lo ha fatto per paura o per gioco, ma a me fa schifo aver come ricordo questo e provo grande ribrezzo e anche rabbia verso di lui, anche se parlandone (su suggerimento della dottoressa) mi ha chiesto scusa anche se non ricorda bene e che non sa come sia potuto succedere.
Ora io vorrei tornare a vivere tranquillamente e a non svegliarmi con questa ossessione che non mi lascia più.
Premetto che finora ho vissuto una vita normale, ho una bella e giusta famiglia, sono laureato in lettere e attendo da settembre di trovare un'occupazione.
Durante l'università ho iniziato ad avere problemi con l'ansia e attacchi di panico probabilmente per lo stress da studio che ha causato anche l'insorgere di pensieri ossessivi (paura di farmi del male o di farlo ad altri e di essere un omosessuale) che sono riuscito a superare e comprendere con l'aiuto di una psicoterapeutica clinica, la quale mi rassicurava sulla mia integrità mentale e sulla normalità dei dubbi e dei pensieri che tali erano e tali restavano.
D'altronde sono riuscito a proseguire con gli studi, a laurearmi alla triennale e alla magistrale, dove ho anche trovato la persona che vorrei avere con me tutta la vita.
Durante le sedute di psicoterapia che ho affrontato in quel periodo, la dott.
ssa mi chiese se ci fosse stato qualcosa che da piccolo mi avesse dato fastidio.
Io non dissi niente perché non riuscivo a ricondurre niente, se non un giorno in cui tornando dall'università avevo ricordato un fatto vissuto nell'infanzia.
Vivo vicino i miei zii con i quali ho un rapporto quasi parentale e anche coi miei cugini.
Un giorno scesi nel garage di mio zio e trovai mio cugino di sette anni più grande di me che probabilmente si stava masturbando.
Io avevo forse 5 anni, o di meno o di più.
Io non ricordo bene ma mi chiese di toccare e dare un bacio al così che era eretto anche se io non volevo, ma alla fine lo feci perché mi aveva detto che avrebbe detto a mia madre che io avessi detto parolacce.
Io temendo di essere sgridato da mio madre fui costretto a farlo.
Poi non ricordo più niente e questo fatto non lo ricordavo più da sempre.
L'unica volta che uscì fu in quel periodo ma perché la dott.
ssa me lo chiese.
Comunque lei spiegò che lo fece per difendersi dalla vergogna di averlo trovato così e, in verità, me ne dimenticai di nuovo e non ci pensai più anche perché con quel mio cugino avevo un gran rapporto e lo sentivo come un fratello.
Dopo essermi laureato capita che vedo un film in cui si parla di un abuso sessuale e ciò mi fa tornare alla luce questo ricordo in maniera adesso definitiva perché non riesco a non pensarci e perché ora mi fa male.
La dottoressa, alla quale sono tornato, mi dice che è giunta l'ora di accettare il tutto e che lo sto guardando con gli occhi da adulto.
Io comunque mi sento come bloccato, come se fossi vissuto finora un sogno.
Vorrei tornare allo stato di rimozione se si può dire.
Non so se lui lo ha fatto per paura o per gioco, ma a me fa schifo aver come ricordo questo e provo grande ribrezzo e anche rabbia verso di lui, anche se parlandone (su suggerimento della dottoressa) mi ha chiesto scusa anche se non ricorda bene e che non sa come sia potuto succedere.
Ora io vorrei tornare a vivere tranquillamente e a non svegliarmi con questa ossessione che non mi lascia più.
[#1]
Gentile utente,
Lei è già "dentro" un percorso psicologico,
che ha messo in moto processi interiori
in seguito ai quali Lei ha parlato col cugino.
Tutto ciò però non ha placato i Suoi pensieri ossessivi.
L'orientamento è di rivolgersi alla Sua Psicoterapeuta (lo è, oltre che Psicologa?) riferendole di questa e-email.
Deciderete insieme se il presente Consulto è indice
di scarsa fiducia nel confronti della Sua Psy,
di una scadente alleanza terapeutica,
della necessità di prendere in esame le conseguenze che il "..parlarne (su suggerimento della dottoressa)" ha comportato sul piano di realtà,
altro.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Lei è già "dentro" un percorso psicologico,
che ha messo in moto processi interiori
in seguito ai quali Lei ha parlato col cugino.
Tutto ciò però non ha placato i Suoi pensieri ossessivi.
L'orientamento è di rivolgersi alla Sua Psicoterapeuta (lo è, oltre che Psicologa?) riferendole di questa e-email.
Deciderete insieme se il presente Consulto è indice
di scarsa fiducia nel confronti della Sua Psy,
di una scadente alleanza terapeutica,
della necessità di prendere in esame le conseguenze che il "..parlarne (su suggerimento della dottoressa)" ha comportato sul piano di realtà,
altro.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Sì, è una psicoterapeuta. Io sto scrivendo qui perché vorrei capire se quello che è successo è qualcosa di brutto, abusante o no.. e se arriverà il momento che questo senso di frustrazione e schifo riguardo il fatto, si affievoliranno. Anche se è una cosa da bambini, però non riesco a capire come finora potevo vivere senza questo ricordo e proprio ora è venuto fuori casualmente e mi da fastidio.
[#3]
E' proprio questo il punto:
"..non riesco a capire come finora potevo vivere senza questo ricordo e proprio ora è venuto fuori casualmente e mi da fastidio...".
Ma perchè Lei ritiene che noi possiamo fornirLe una risposta più attendibile
che non la Sua Psicoterapeuta che conosce da tempo i Suoi processi psichici?
E che quindi è in grado di aiutarLa a capire?
Dott. Brunialti
"..non riesco a capire come finora potevo vivere senza questo ricordo e proprio ora è venuto fuori casualmente e mi da fastidio...".
Ma perchè Lei ritiene che noi possiamo fornirLe una risposta più attendibile
che non la Sua Psicoterapeuta che conosce da tempo i Suoi processi psichici?
E che quindi è in grado di aiutarLa a capire?
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.1k visite dal 14/04/2020.
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