Abusi tra fratelli
Buonasera, vorrei sottoporvi un problema sorto in questi giorni.
Sono genitore separato da 16 anni con 2 figli, una ragazza di 26 anni e un ragazzo di 23.
Durante un attacco di ansia di mio figlio (che vive da solo), alla domanda se aveva qualche idea del perché subisse questi stati, mi ha confidato che in passato quando io e la mamma eravamo già separati, ha subito violenze fisiche da sua sorella (non è stato esplicito me lo ha fatto capire), senza volersi spingere oltre, perché piangendo mi dice che non riesce a pronunciare il nome, dunque non so bene cosa sia successo, se avance, carezze, baci o qualcosa di fisico, posso dedurre che all'epoca il maschio potesse avere 10 anni e la femmina 13.
Ora non so proprio come comportarmi, mi ha confidato che quando passerà questo periodo è disponibile a farsi aiutare ma nel frattempo come mi comporto?
Io non provo rabbia verso mia figlia perché penso che sia stato un episodio non spinto da cattiveria bensì spinta di una sorta di gelosia o di curiosità, però non so come comportarmi, se ho un atteggiamento positivo con mia figlia ho paure della reazione negativa di mio figlio se faccio il contrario lei potrebbe pensare che ce l'ho con lei, intanto mio figlio non mi parla e chiede di stare da solo, ho paura che la solitudine non faccia altro che aumentare lo stato d'ansia.
Nel frattempo cresce in me un senso di colpa per quello che sta passando mio figlio, potete darmi qualche consiglio?
Grazie
Sono genitore separato da 16 anni con 2 figli, una ragazza di 26 anni e un ragazzo di 23.
Durante un attacco di ansia di mio figlio (che vive da solo), alla domanda se aveva qualche idea del perché subisse questi stati, mi ha confidato che in passato quando io e la mamma eravamo già separati, ha subito violenze fisiche da sua sorella (non è stato esplicito me lo ha fatto capire), senza volersi spingere oltre, perché piangendo mi dice che non riesce a pronunciare il nome, dunque non so bene cosa sia successo, se avance, carezze, baci o qualcosa di fisico, posso dedurre che all'epoca il maschio potesse avere 10 anni e la femmina 13.
Ora non so proprio come comportarmi, mi ha confidato che quando passerà questo periodo è disponibile a farsi aiutare ma nel frattempo come mi comporto?
Io non provo rabbia verso mia figlia perché penso che sia stato un episodio non spinto da cattiveria bensì spinta di una sorta di gelosia o di curiosità, però non so come comportarmi, se ho un atteggiamento positivo con mia figlia ho paure della reazione negativa di mio figlio se faccio il contrario lei potrebbe pensare che ce l'ho con lei, intanto mio figlio non mi parla e chiede di stare da solo, ho paura che la solitudine non faccia altro che aumentare lo stato d'ansia.
Nel frattempo cresce in me un senso di colpa per quello che sta passando mio figlio, potete darmi qualche consiglio?
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
io sarei molto molto cauta nel valutare questa situazione, perché lo "stato d'ansia" di Suo figlio intanto deve essere diagnosticato accuratamente dallo psicologo.
Poi non parlerei di "abusi", perché l'abuso su un minore NON prevede mai due minori ("... posso dedurre che all'epoca il maschio potesse avere 10 anni e la femmina 13..."), ma un minore che NON può scegliere, NON può difendersi, ecc... e un adulto che, al contrario, sceglie, prevarica, minaccia, ecc...
Nella situazione che qui stiamo descrivendo (con molta approssimazione), abbiamo due minori ma non sappiamo che cosa sia accaduto e, con buona probabilità, si è trattato di un gioco.
Ora, sarebbe importante capire che cosa sta vivendo Suo figlio e contestualizzare la sua sofferenza. Ma potrà farlo quando si rivolgerà direttamente ad un professionista.
Nel frattempo, al Suo posto non farei nulla ma continuerei la vita di sempre e se Suo figlio vorrà nuovamente tornare sull'argomento, lo ascolterei semplicemente in modo comprensivo. Con Sua figlia non ne parlerei perché probabilmente si è trattato di un gioco che neppure ricorda.
Cordiali saluti,
io sarei molto molto cauta nel valutare questa situazione, perché lo "stato d'ansia" di Suo figlio intanto deve essere diagnosticato accuratamente dallo psicologo.
Poi non parlerei di "abusi", perché l'abuso su un minore NON prevede mai due minori ("... posso dedurre che all'epoca il maschio potesse avere 10 anni e la femmina 13..."), ma un minore che NON può scegliere, NON può difendersi, ecc... e un adulto che, al contrario, sceglie, prevarica, minaccia, ecc...
Nella situazione che qui stiamo descrivendo (con molta approssimazione), abbiamo due minori ma non sappiamo che cosa sia accaduto e, con buona probabilità, si è trattato di un gioco.
Ora, sarebbe importante capire che cosa sta vivendo Suo figlio e contestualizzare la sua sofferenza. Ma potrà farlo quando si rivolgerà direttamente ad un professionista.
Nel frattempo, al Suo posto non farei nulla ma continuerei la vita di sempre e se Suo figlio vorrà nuovamente tornare sull'argomento, lo ascolterei semplicemente in modo comprensivo. Con Sua figlia non ne parlerei perché probabilmente si è trattato di un gioco che neppure ricorda.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Buonasera dott.ssa Pileci, intanto la ringrazio per la rapida risposta e rileggendo la mia mail mi accorgo che ho usato parole "abuso" in modo improprio. Seguirò il suo consiglio in attesa che la situazione Covid che attraversiamo ci permetta di avere un consulto con uno specialista. In questo momento la mia più grande preoccupazione è quella che mio figlio non vuole parlare più con nessuno, ne con me, ne con sua mamma e tanto meno con sua sorella, adducendo che ha bisogno di riflettere. Sono inoltre preoccupato che questa solitudine non faccia altro che alimentare i suoi pensieri ed il suo malessere facendolo stare sempre peggio. Lei mi sa dire se il vostro studio è aperto?
Saluti
Saluti
[#3]
"Sono inoltre preoccupato che questa solitudine non faccia altro che alimentare i suoi pensieri ed il suo malessere facendolo stare sempre peggio."
Se Suo figlio è ansioso e ha la tendenza a rimuginare, certamente l'isolamento non fa bene, ma tenga anche presente che l'ansia si cura molto bene anche con trattamenti brevi.
Gli studi professionali di psicoterapia sono aperti, in quanto strutture sanitarie. Nel caso di Suo figlio escluderei invece il teleconsulto, in quanto per una persona che tende a volersi isolare non va bene.
Cordiali saluti,
Se Suo figlio è ansioso e ha la tendenza a rimuginare, certamente l'isolamento non fa bene, ma tenga anche presente che l'ansia si cura molto bene anche con trattamenti brevi.
Gli studi professionali di psicoterapia sono aperti, in quanto strutture sanitarie. Nel caso di Suo figlio escluderei invece il teleconsulto, in quanto per una persona che tende a volersi isolare non va bene.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3k visite dal 14/04/2020.
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