Informazioni su psicoterapia
Ai gentili professionisti che leggeranno:
Sono un ragazzo alla soglia dei 30 anni, con problemi della sfera ansiosa e relazionali.
studente di lingue in triennale (seconda laurea) fuori sede in una città che medita di cambiare.
Ho intenzione di iniziare un percorso psicoterapeutico a lungo termine, che rispecchi le mie esigenze (possibile trasferimento, disturbi della sfera ansiosa e relazionali, necessità lavorative di contatto con la gente)
1.
Come scegliere bene psicoterapeuta e orientamento psicoterapico?
A quali fattori devo dare più importanza?
2.
Cosa succede se si cambia terapeuta dopo qualche mese e cosa invece se si cambia dopo, ad esempio, due anni?
3.
Cambiamenti realizzabili: quali sono i limiti della psicoterapia?
Da introverso e sociofobico si può diventare abbastanza a proprio agio per lavori che richiedono il parlare in pubblico?
4.
Come avere cambiamenti stabili nel tempo?
Ho fatto altre terapie e dopo averle lasciate ho avuto delle ricadute
5.
Terapia online: consigliata?
6.
E' sbagliato parlare con amici e parenti degli argomenti discussi in terapia?
Sono un ragazzo alla soglia dei 30 anni, con problemi della sfera ansiosa e relazionali.
studente di lingue in triennale (seconda laurea) fuori sede in una città che medita di cambiare.
Ho intenzione di iniziare un percorso psicoterapeutico a lungo termine, che rispecchi le mie esigenze (possibile trasferimento, disturbi della sfera ansiosa e relazionali, necessità lavorative di contatto con la gente)
1.
Come scegliere bene psicoterapeuta e orientamento psicoterapico?
A quali fattori devo dare più importanza?
2.
Cosa succede se si cambia terapeuta dopo qualche mese e cosa invece se si cambia dopo, ad esempio, due anni?
3.
Cambiamenti realizzabili: quali sono i limiti della psicoterapia?
Da introverso e sociofobico si può diventare abbastanza a proprio agio per lavori che richiedono il parlare in pubblico?
4.
Come avere cambiamenti stabili nel tempo?
Ho fatto altre terapie e dopo averle lasciate ho avuto delle ricadute
5.
Terapia online: consigliata?
6.
E' sbagliato parlare con amici e parenti degli argomenti discussi in terapia?
[#1]
Gentile utente,
Lei ci pone delle questioni su cui esistono centinaia di volumi di studio ed approfondimento.
E dunque Le darò quelle alcune risposte che Le permettano di iniziare a rifletterci concretamente.
Innanzi tutto effettui due-tre Colloqui clinici con uno/a Psicologo Psicoterapeuta per individuare gli obiettivi dell'esperienza di psicoterapia, mettendo a confronto il Suo punto di vista con quello Specialistico.
Ciò avviene infatti nel confronto, non nell'autodiagnosi.
Nel corso di tali colloqui capirete insieme se si tratta di disturbi, disagi, malessere;
nonchè quale tipo/i di psicoterapia sia più adatto alla bisogna.
Al proposito allego i link di due articoli di approfondimento, li legga con attenzione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
Come si raggiungono obiettivi di cambiamento?
Lo potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html , ma sicuramente l'impegno personale è fondamentale, anche se in certe fasi può rivelarsi impegnativo.
La "psicoterapia online"?
Il mondo Psy si distribuisce a ventaglio tra i favorevoli e i resistenti.
Per mia esperienza personale di entrambi (qualche ... annetto), gli esiti della online non sono pari a quelli presenziali, ma troverà anche il Collega che Le dice il contrario. Ciò non toglie che alcune sedute online nel corso di una terapia presenziale possano essere sicuramente possibili e proficue se per necessitò ci si video-chiama; ciò accade soprattutto quando l'alleanza terapeutica e la fiducia sono già consolidate.
Tenga conto che anche online valgono *tutte* le regole che vis-a-vis:
competenza, etica, privacy, modulo consenso, possesso della autorizzazione alla psicoterapia se è questo che si va a fare, ecc., contenute nel "Codice deontologico dello Psicologo" https://www.psy.it/codice-deontologico-degli-psicologi-italiani.
Se Le interessa approfondire ulteriormente si rifaccia vivo dopo essersi documentato sui materiali linkati.
Dott. Brunialti
Lei ci pone delle questioni su cui esistono centinaia di volumi di studio ed approfondimento.
E dunque Le darò quelle alcune risposte che Le permettano di iniziare a rifletterci concretamente.
Innanzi tutto effettui due-tre Colloqui clinici con uno/a Psicologo Psicoterapeuta per individuare gli obiettivi dell'esperienza di psicoterapia, mettendo a confronto il Suo punto di vista con quello Specialistico.
Ciò avviene infatti nel confronto, non nell'autodiagnosi.
Nel corso di tali colloqui capirete insieme se si tratta di disturbi, disagi, malessere;
nonchè quale tipo/i di psicoterapia sia più adatto alla bisogna.
Al proposito allego i link di due articoli di approfondimento, li legga con attenzione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
Come si raggiungono obiettivi di cambiamento?
Lo potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html , ma sicuramente l'impegno personale è fondamentale, anche se in certe fasi può rivelarsi impegnativo.
La "psicoterapia online"?
Il mondo Psy si distribuisce a ventaglio tra i favorevoli e i resistenti.
Per mia esperienza personale di entrambi (qualche ... annetto), gli esiti della online non sono pari a quelli presenziali, ma troverà anche il Collega che Le dice il contrario. Ciò non toglie che alcune sedute online nel corso di una terapia presenziale possano essere sicuramente possibili e proficue se per necessitò ci si video-chiama; ciò accade soprattutto quando l'alleanza terapeutica e la fiducia sono già consolidate.
Tenga conto che anche online valgono *tutte* le regole che vis-a-vis:
competenza, etica, privacy, modulo consenso, possesso della autorizzazione alla psicoterapia se è questo che si va a fare, ecc., contenute nel "Codice deontologico dello Psicologo" https://www.psy.it/codice-deontologico-degli-psicologi-italiani.
Se Le interessa approfondire ulteriormente si rifaccia vivo dopo essersi documentato sui materiali linkati.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile Dr.ssa Brunialti,
innanzitutto i miei più sentiti ringraziamenti per la risposta.
Come da lei consigliato le scrivo, dopo essermi preso del tempo per leggere e rileggere le guide da lei postate, per avere ulteriori chiarimenti.
Innanzitutto il punto 1., il più importante. Le guide da lei proposte sono ricche di dettagli e utili da consultare, ma non hanno risposto alla mia domanda, perché come ha suggerito anche lei, il paziente senza una formazione nel settore, non è in grado di stabilire quale sia la più adatta, da ciò la necessità di 2-3 interventi con uno specialista che mi indirizzi. D'accordo, ma di che orientamento?
3. Quali sono i limiti della psicoterapia? Mi chiedo se sia realistico che un 30enne con fobia sociale possa migliorare al punto da svolgere un lavoro di public speaking.
Aggiungo un altro punto non meno importante. Dopo essermi confrontato con altre persone mi è parso di capire che ci sia distinzione tra lavoro sui sintomi e lavoro sulle cause profonde. Bisogna prima lavorare su pensieri e comportamenti disfunzionali e correggerli e solo si passa alle cause profonde, ho capito bene?
Mi scuso per la prolissità.
Distinti saluti.
innanzitutto i miei più sentiti ringraziamenti per la risposta.
Come da lei consigliato le scrivo, dopo essermi preso del tempo per leggere e rileggere le guide da lei postate, per avere ulteriori chiarimenti.
Innanzitutto il punto 1., il più importante. Le guide da lei proposte sono ricche di dettagli e utili da consultare, ma non hanno risposto alla mia domanda, perché come ha suggerito anche lei, il paziente senza una formazione nel settore, non è in grado di stabilire quale sia la più adatta, da ciò la necessità di 2-3 interventi con uno specialista che mi indirizzi. D'accordo, ma di che orientamento?
3. Quali sono i limiti della psicoterapia? Mi chiedo se sia realistico che un 30enne con fobia sociale possa migliorare al punto da svolgere un lavoro di public speaking.
Aggiungo un altro punto non meno importante. Dopo essermi confrontato con altre persone mi è parso di capire che ci sia distinzione tra lavoro sui sintomi e lavoro sulle cause profonde. Bisogna prima lavorare su pensieri e comportamenti disfunzionali e correggerli e solo si passa alle cause profonde, ho capito bene?
Mi scuso per la prolissità.
Distinti saluti.
[#3]
Gentile utente,
tenga conto che le risposte che Le fornisco riflettono competenza professionale e esperienza specifiche,
ma anche opinioni e posizioni professionalmente personali.
1. L'intervento iniziale va fatto con uno/a Psicoterapeuta ricco soprattutto di esperienza,
indipendentemente dall'orientamento, ma non troppo fissato sul proprio ritenendolo l'unico che funziona.
Se di "orientamento integrato", è preparato e aperto a vari e differenti approcci.
2. I limiti e i successi della Psicoterapia sono imprevedibili,
dato che è imprevedibile
sia la quantità di impegno che la singola persona applica,
sia la sua possibilità di cambiamento, che però, per gli umani, va detto che è molto elevata.
3. Lavorare prima sui sintomi e poi sulle cause o viceversa?
Qui la comunità degli Psicologi si divide.
Io ritengo che tra pensieri, emozioni e comportamenti ci sia un legame così stretto che non può essere disgiunto in sede terapeutica.
E che dunque si possa partire dai comportamenti per lavorare sull'interiorità, ma anche l'opposto. Non si tratta infatti di una causalità lineare bensì di una circolarità virtuosa.
Quanto sia necessario cercare le cause per ottenere il cambiamento è oggetto del contendere. Personalmente ritengo e registro che talvolta esse vengono individuate (o ipotizzate) nel corso del processo di cambiamento indipendentemente dal fatto che le si cerchi o meno,
talaltra no
ma senza che questo infici il processo stesso.
Credo così di averLe fornito gli approfondimenti necessari per dare il via all'esperienza concreta,
e dunque qui mi fermo.
Si comprende infatti cosa sia la psicoterapia nel mentre che la si vive,
non parlandone: per iniziare a parlare il bambino non studia preventivamente i manuali sulla comunicazione, inizia a sperimentarsi per prove ed errori.
Continuare a "parlarle addosso" potrebbe rappresentare una inconsapevole manovra intellettualizzante,
in realtà di evitamento dell'esperienza, del genere:
'finchè non ho tutto chiaro non inizio'; ma ci sarà sempre qualche altro angolino da illuminare. All'infinito. E dunque non si inizierà mai.
Raccogliere miriadi di informazioni preventive serve talvolta per tenere sotto controllo lo/a Psicoterapeuta, anzichè svilupare la dimensione dell'affidarsi.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
tenga conto che le risposte che Le fornisco riflettono competenza professionale e esperienza specifiche,
ma anche opinioni e posizioni professionalmente personali.
1. L'intervento iniziale va fatto con uno/a Psicoterapeuta ricco soprattutto di esperienza,
indipendentemente dall'orientamento, ma non troppo fissato sul proprio ritenendolo l'unico che funziona.
Se di "orientamento integrato", è preparato e aperto a vari e differenti approcci.
2. I limiti e i successi della Psicoterapia sono imprevedibili,
dato che è imprevedibile
sia la quantità di impegno che la singola persona applica,
sia la sua possibilità di cambiamento, che però, per gli umani, va detto che è molto elevata.
3. Lavorare prima sui sintomi e poi sulle cause o viceversa?
Qui la comunità degli Psicologi si divide.
Io ritengo che tra pensieri, emozioni e comportamenti ci sia un legame così stretto che non può essere disgiunto in sede terapeutica.
E che dunque si possa partire dai comportamenti per lavorare sull'interiorità, ma anche l'opposto. Non si tratta infatti di una causalità lineare bensì di una circolarità virtuosa.
Quanto sia necessario cercare le cause per ottenere il cambiamento è oggetto del contendere. Personalmente ritengo e registro che talvolta esse vengono individuate (o ipotizzate) nel corso del processo di cambiamento indipendentemente dal fatto che le si cerchi o meno,
talaltra no
ma senza che questo infici il processo stesso.
Credo così di averLe fornito gli approfondimenti necessari per dare il via all'esperienza concreta,
e dunque qui mi fermo.
Si comprende infatti cosa sia la psicoterapia nel mentre che la si vive,
non parlandone: per iniziare a parlare il bambino non studia preventivamente i manuali sulla comunicazione, inizia a sperimentarsi per prove ed errori.
Continuare a "parlarle addosso" potrebbe rappresentare una inconsapevole manovra intellettualizzante,
in realtà di evitamento dell'esperienza, del genere:
'finchè non ho tutto chiaro non inizio'; ma ci sarà sempre qualche altro angolino da illuminare. All'infinito. E dunque non si inizierà mai.
Raccogliere miriadi di informazioni preventive serve talvolta per tenere sotto controllo lo/a Psicoterapeuta, anzichè svilupare la dimensione dell'affidarsi.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 833 visite dal 13/04/2020.
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