Vorrei parlarvi parlarvi di mio fratello e della sua condizione
Salve a tutti, Vi scrivo per parlarvi di mio fratello e della sua condizione.
Ha 30 anni e attualmente si trova in una comunità psichiatrica da 9 mesi.
È un ragazzo simpatico ed intelligente, ma da molti anni ormai è malato.
Non riesce ad interagire con le persone, infatti al di fuori della famiglia, non ha relazioni.
Non riesce ad intraprendere lavori, nonostante ne abbia tutte le capacità.
Soffre di ansia e depressione, ma secondo me queste sono la conseguenza del fatto che non riesce a trovare il suo posto nel mondo.
È sotto cura farmacologica e psicoterapeutica da circa 7 anni.
Non vediamo alcun miglioramento.
È un ragazzo molto preciso ed ordinato, a livello quasi patologico azzarderei.
Non accetta facilmente i cambiamenti.
I nostri genitori hanno divorziato tanti anni fa e lui non ha mai accettato che loro si siano rifatti una vita con i rispettivi compagni.
Con mio papà non ha un bel rapporto, anche se si vedono regolarmente.
È sempre stato un ragazzo introverso, che tende ad isolarsi, ma la situazione è precipitata quando non è riuscito ad ottenere il lavoro nell’ambito che desiderava ed è stato costretto a ripiegare su altro per contribuire economicamente in casa dove viveva con me e mia mamma, la quale, depressa pure lei seppur stabile, non poteva lavorare.
Con mamma parla di più perché lei appunto può capirlo.
A me vuole molto bene.
Ha sempre cercato di proteggermi, non parlandomi mai di tutta la sua sofferenza, ma io sono adulta ormai, sono sua sorella e mi rendo conto.
La sua sofferenza posso dire che è la mia per quanto mi dispiace vederlo soffrire.
Non c’è nulla che lo sproni, niente che lo appassioni veramente e non si apre mai del tutto.
Gli unici momenti in cui a volte sembra star meglio sono quando passa del tempo con la famiglia e i nostri cugini.
Alterna momenti in cui cerca di riprendere in mano la sua vita tentando di trovarsi un lavoro magari, con altri in cui vorrebbe soltanto scomparire dalla faccia della terra perché sente di non farcela ad affrontare la vita.
Io onestamente non ho più neanche fiducia nei dottori che lo hanno in cura.
Non credo che sappiano come aiutarlo, forse non sanno nemmeno veramente cos’ha che non va.
Ho pensato anche alla sindrome di Asperger.
Voi cosa ne pensate?
Spero di avervi dato tutte le informazioni necessarie.
Grazie.
Ha 30 anni e attualmente si trova in una comunità psichiatrica da 9 mesi.
È un ragazzo simpatico ed intelligente, ma da molti anni ormai è malato.
Non riesce ad interagire con le persone, infatti al di fuori della famiglia, non ha relazioni.
Non riesce ad intraprendere lavori, nonostante ne abbia tutte le capacità.
Soffre di ansia e depressione, ma secondo me queste sono la conseguenza del fatto che non riesce a trovare il suo posto nel mondo.
È sotto cura farmacologica e psicoterapeutica da circa 7 anni.
Non vediamo alcun miglioramento.
È un ragazzo molto preciso ed ordinato, a livello quasi patologico azzarderei.
Non accetta facilmente i cambiamenti.
I nostri genitori hanno divorziato tanti anni fa e lui non ha mai accettato che loro si siano rifatti una vita con i rispettivi compagni.
Con mio papà non ha un bel rapporto, anche se si vedono regolarmente.
È sempre stato un ragazzo introverso, che tende ad isolarsi, ma la situazione è precipitata quando non è riuscito ad ottenere il lavoro nell’ambito che desiderava ed è stato costretto a ripiegare su altro per contribuire economicamente in casa dove viveva con me e mia mamma, la quale, depressa pure lei seppur stabile, non poteva lavorare.
Con mamma parla di più perché lei appunto può capirlo.
A me vuole molto bene.
Ha sempre cercato di proteggermi, non parlandomi mai di tutta la sua sofferenza, ma io sono adulta ormai, sono sua sorella e mi rendo conto.
La sua sofferenza posso dire che è la mia per quanto mi dispiace vederlo soffrire.
Non c’è nulla che lo sproni, niente che lo appassioni veramente e non si apre mai del tutto.
Gli unici momenti in cui a volte sembra star meglio sono quando passa del tempo con la famiglia e i nostri cugini.
Alterna momenti in cui cerca di riprendere in mano la sua vita tentando di trovarsi un lavoro magari, con altri in cui vorrebbe soltanto scomparire dalla faccia della terra perché sente di non farcela ad affrontare la vita.
Io onestamente non ho più neanche fiducia nei dottori che lo hanno in cura.
Non credo che sappiano come aiutarlo, forse non sanno nemmeno veramente cos’ha che non va.
Ho pensato anche alla sindrome di Asperger.
Voi cosa ne pensate?
Spero di avervi dato tutte le informazioni necessarie.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
ci dispiace non poterLa aiutare,
ma unicamente i Professionisti che lo hanno in cura sono in grado di dare risposte ai Suoi dubbi ed interrogativi.
Di cui il primo è la diagnosi, considerato che è in cura da ben 7 anni.
Ha chiesto un colloquio con loro?
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
ci dispiace non poterLa aiutare,
ma unicamente i Professionisti che lo hanno in cura sono in grado di dare risposte ai Suoi dubbi ed interrogativi.
Di cui il primo è la diagnosi, considerato che è in cura da ben 7 anni.
Ha chiesto un colloquio con loro?
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 10/04/2020.
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