Non riesco più a vivere
Salve, ho 20 anni, e sono un giovane universitario.
So che il mio percorso di studi va bene per me ed è una gran cosa, mi piace iniziare con le cose positive.
Ma in questi giorni non riesco più nemmeno a studiare, anche le materie che prima mi piacevano non hanno alcun senso per me.
Non sono mai stato un ragazzo solare, uno di quelli innamorati della vita, ma di certo questa situazione è il colpo di grazia per una situazione già alquanto critica.
Non provo più sentimenti, tranne il dolore e l'odio per me stesso.
Mi odio perchè spreco il mio tempo e non mi piace nulla.
A volte desidero morire perchè sento che nulla ha senso.
Mi trattengo dall'agire perchè so che, essendo figlio unico farei del male ai miei genitori, che io gli piaccia o meno, non vorrebbero restare soli, e poi dal punto di vista accademico ho dato buone soddisfazioni, ricevendo anche 30 e lode in più esami.
Mi preoccupo degli altri, forse fin troppo, a volte, ma non sempre.
Un bel guaio è che tutto ciò che riguarda la sessualità è sconosciuto per me.
Non ho mai avuto una ragazza, non ho mai baciato nessuna, non ho mai toccato una ragazza.
Mi vergognerei a dirlo, mi riderebbero in faccia se io dicessi la verità, ma infondo non sono obbligato a rispondere a questi interrogatori della gente.
C'è una ragazza che mi piace, oramai è passato un mese dall'ultima volta che le ho scritto, vorrei farlo ma non ci riesco, mi manca la motivazione.
La mia mente mi tortura con parafilie o anche fantasie omosessuali a volte, ma io so che non è vero perchè io ci tengo davvero a quella ragazza.
Mi sento in pace con me stesso solo quando non pratico la masturbazione e non guardo pornografia e non è una questione religiosa perchè io non credo in dio, nè considero il sesso una cosa sporca.
E' come se fosse qualcosa di estraneo a me stesso.
Trovo che le passioni, così come i pensieri dicano il falso (forse sono un pò stoico).
Certo questo è solo un tassello dei miei problemi perchè è molto probabile che nel mio futuro ci sarà solitudine e sofferenza, e se dovesse essere come temo, l'unico epilogo possibile è il suicidio.
Mi dispiace danneggiare la società uccidendomi, io vorrei solo vivere nella luce, essendo me stesso.
Le tenebre dentro di me continuano ad insorgere bloccandomi e facendomi male.
Come faccio ad affrontare me stesso?
Come devo fare per far prevalere la luce e non permettere all'ombra di farmi del male (in termini junghiani) ?
Come gestisco questi pensieri?
Come capisco chi sono?
Grazie in anticipo per la vostra attenzione.
Prenderei in considerazione l'idea di andare da uno piscologo ma date le circostanze attuali non è possibile...
So che il mio percorso di studi va bene per me ed è una gran cosa, mi piace iniziare con le cose positive.
Ma in questi giorni non riesco più nemmeno a studiare, anche le materie che prima mi piacevano non hanno alcun senso per me.
Non sono mai stato un ragazzo solare, uno di quelli innamorati della vita, ma di certo questa situazione è il colpo di grazia per una situazione già alquanto critica.
Non provo più sentimenti, tranne il dolore e l'odio per me stesso.
Mi odio perchè spreco il mio tempo e non mi piace nulla.
A volte desidero morire perchè sento che nulla ha senso.
Mi trattengo dall'agire perchè so che, essendo figlio unico farei del male ai miei genitori, che io gli piaccia o meno, non vorrebbero restare soli, e poi dal punto di vista accademico ho dato buone soddisfazioni, ricevendo anche 30 e lode in più esami.
Mi preoccupo degli altri, forse fin troppo, a volte, ma non sempre.
Un bel guaio è che tutto ciò che riguarda la sessualità è sconosciuto per me.
Non ho mai avuto una ragazza, non ho mai baciato nessuna, non ho mai toccato una ragazza.
Mi vergognerei a dirlo, mi riderebbero in faccia se io dicessi la verità, ma infondo non sono obbligato a rispondere a questi interrogatori della gente.
C'è una ragazza che mi piace, oramai è passato un mese dall'ultima volta che le ho scritto, vorrei farlo ma non ci riesco, mi manca la motivazione.
La mia mente mi tortura con parafilie o anche fantasie omosessuali a volte, ma io so che non è vero perchè io ci tengo davvero a quella ragazza.
Mi sento in pace con me stesso solo quando non pratico la masturbazione e non guardo pornografia e non è una questione religiosa perchè io non credo in dio, nè considero il sesso una cosa sporca.
E' come se fosse qualcosa di estraneo a me stesso.
Trovo che le passioni, così come i pensieri dicano il falso (forse sono un pò stoico).
Certo questo è solo un tassello dei miei problemi perchè è molto probabile che nel mio futuro ci sarà solitudine e sofferenza, e se dovesse essere come temo, l'unico epilogo possibile è il suicidio.
Mi dispiace danneggiare la società uccidendomi, io vorrei solo vivere nella luce, essendo me stesso.
Le tenebre dentro di me continuano ad insorgere bloccandomi e facendomi male.
Come faccio ad affrontare me stesso?
Come devo fare per far prevalere la luce e non permettere all'ombra di farmi del male (in termini junghiani) ?
Come gestisco questi pensieri?
Come capisco chi sono?
Grazie in anticipo per la vostra attenzione.
Prenderei in considerazione l'idea di andare da uno piscologo ma date le circostanze attuali non è possibile...
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Gentile Ragazzo,
il passaggio dall'adolescenza all'adultità è più o meno tormentato, a seconda delle persone e delle circostanze di vita e storiche in cui ciò accade.
Il momento storico che stiamo vivendo è certamente complicato ed è comprensibile che chi, come Lei, si sta aprendo alla vita, possa faticare ad avere pensieri positivi e "luminosi" nei confronti del futuro.
La segregazione sociale a cui siamo sottoposti rischia certamente di amplificare problematiche pregresse, oltre che produrne di nuove. Oppure, al contrario, può essere occasione di maturazione, crescita e cambiamento positivo, indipendentemente dall'età. Ma ciò dipende da ciascuno di noi.
Condivido in pieno l'idea di iniziare ad affrontare seriamente con l'ausilio di uno psicologo psicoterapeuta le questioni che ha esposto. Lo può già iniziare a fare, approfittando del maggior tempo libero regalatoci dal lockdown, rivolgendosi ad un nostro collega della sua zona per iniziare un percorso on line, che potrà in futuro tradurre in un intervento di persona: https://www.giornatapsicologiastudiaperti.it/
Non sprechi la sua sensibilità e la sua intelligenza, ma le metta al servizio della sua vita e di quella degli altri.
La responsabilità della nostra esistenza è nostra, ma è necessario uscire da un atteggiamento passivo e vittimistico che ci può ingabbiare in una condizione che non ci appartiene. Sta solo a Lei aprire la sua gabbia.
Cordialità.
il passaggio dall'adolescenza all'adultità è più o meno tormentato, a seconda delle persone e delle circostanze di vita e storiche in cui ciò accade.
Il momento storico che stiamo vivendo è certamente complicato ed è comprensibile che chi, come Lei, si sta aprendo alla vita, possa faticare ad avere pensieri positivi e "luminosi" nei confronti del futuro.
La segregazione sociale a cui siamo sottoposti rischia certamente di amplificare problematiche pregresse, oltre che produrne di nuove. Oppure, al contrario, può essere occasione di maturazione, crescita e cambiamento positivo, indipendentemente dall'età. Ma ciò dipende da ciascuno di noi.
Condivido in pieno l'idea di iniziare ad affrontare seriamente con l'ausilio di uno psicologo psicoterapeuta le questioni che ha esposto. Lo può già iniziare a fare, approfittando del maggior tempo libero regalatoci dal lockdown, rivolgendosi ad un nostro collega della sua zona per iniziare un percorso on line, che potrà in futuro tradurre in un intervento di persona: https://www.giornatapsicologiastudiaperti.it/
Non sprechi la sua sensibilità e la sua intelligenza, ma le metta al servizio della sua vita e di quella degli altri.
La responsabilità della nostra esistenza è nostra, ma è necessario uscire da un atteggiamento passivo e vittimistico che ci può ingabbiare in una condizione che non ci appartiene. Sta solo a Lei aprire la sua gabbia.
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 10/04/2020.
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