Ho perso la voglia di fare l’amore

Salve, è da quasi un mese, in concomitanza con l’esplosione del virus e quindi della forzata reclusione, che non ho voglia di avere intimità con il mio compagno.

Da premettere, ho sempre vissuto il sesso in modo contraddittorio.
Perdere la verginità mi lasciò in uno stato di shock.

Son passati ben 9 anni da allora e 2 anni fa ho incontrato il mio attuale compagno con il quale sono riuscita ad aprirmi e ad avere una vita sessuale attiva.
Ultimamente però non riesco a fare l’amore con lui e ciò scatena litigi che mi fanno sentire in colpa, perché so che così facendo lo allontanerò da me.
Il pensiero di avere un rapporto sessuale adesso mi terrorizza come mi terrorizzava subito dopo il primo rapporto.
Ho paura di subire dolore e, visto il periodo, di contrarre il virus.

Ho bisogno del vostro aiuto.
Sto soffrendo e non voglio far finire questa storia.
Riconosco che il cambiamento drastico subito nella mia, ma in realtà in quella di tutti, non aiuta.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
la situazione complessa e stressogena che collettivamente stiamo vivendo, come Lei ha ben individuato, rischia di esacerbare problematiche preesistenti non debitamente affrontate.
Ciò che si sta vivendo rende inevitabilmente ancora più delicato e difficile il suo approccio alla sessualità, già non sereno e soddisfacente prima.

In base alle specifiche indicazioni del Dipartimento della Salute di NY, diffuse dalla FISS-Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, oggettivamente avere rapporti sessuali con partner convivente è ritenuto il modo più sicuro (ovviamente dopo l'autoerotismo e il sesso virtuale) per vivere la sessualità in questo periodo.
In tale documento si precisa che per altri tipi di coronavirus la via sessuale non rappresenta una modalità sufficiente di contagio e si aggiunge che, ad oggi, COVID-19 non è stato isolato nel liquido seminale, nè nelle secrezioni vaginali (mentre è stato isolato nelle feci delle persone infette). Ma, ovviamente, si sottolinea che abbiamo ancora molto da imparare sull'infezione da COVID-19 e le relazioni sessuali.

Detto questo, a mio parere bisogna comunque fare dei distinguo: non ritengo sufficiente che due persone siano conviventi e con una relazione monogama per avere garanzia di poter escludere la possibilità di contagio, o di incorrere in altre problematiche. Va, ad esempio, considerata la qualità di vita che entrambe conducono (se e in che condizioni escono di casa per lavoro o altro...), o le loro condizioni di salute indipendenti dal virus.

In ogni caso, comprendo bene che non ci possano essere rassicurazioni oggettive e certe, tanto più nel suo caso, in cui le difficoltà erano rimaste un po' sotto traccia, ma di fatto probabilmente anche un po' sottovalutate, se non trascurate.
Appena sarà possibile, sarebbe certamente opportuno occuparsene, affidandosi ad uno psicologo psicoterapeuta della sua zona, specificamente formato in sessuologia clinica.
Per il momento, la via migliore è quella del rispetto reciproco: non le si può imporre un rapporto che le causa un impatto emotivo (ansia, paura...) in netto contrasto con il piacere in senso lato che ne dovrebbe derivare, ma non si può neppure ignorare il desiderio del suo compagno.
Si tratta perciò di dialogare costruttivamente, trovando insieme con creatività modalità magari diverse da quelle utilizzate fino ad ora (ad esempio, utilizzando maggiormente vista, udito e olfatto, piuttosto che il tatto e il contatto) per poter vivere una sessualità di coppia che possa essere sufficientemente soddisfacente, senza essere spaventante o fonte di angosce.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Utente
Utente
Grazie mille Dr.ssa. La sua riposta è stata molto esplicativa.
Sia io che il mio compagno lavoriamo da casa, lui è l’unico che esce per andare a fare la spesa visto che la paura mi ha paralizzata in casa.
Proverò ad affrontare l’argomento.
Ho solo il timore che sfoci di nuovo in una lite in cui si finisce per non ascoltarci.
Ho pensato che per vivere più serenamente il rapporto potrei utilizzare un profilattico, facendo in modo che durante l’inserimento del metodo contraccettivo le mani siano pulite.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"Ho pensato che per vivere più serenamente il rapporto potrei utilizzare un profilattico, facendo in modo che durante l’inserimento del metodo contraccettivo le mani siano pulite."

Non è mia intenzione aggiungere paura alla paura, ma credo non sia solo un problema di preservativo e mani pulite: come la mettiamo con i baci, l'eventuale sudore, un estemporaneo starnuto o colpo di tosse, o ancora il droplet (le goccioline) generato dalle paroline dolci che vi potrete sussurrare?

La faccenda non riguarda solo la sicurezza oggettiva di un'impossibilità di contagio, che credo nessuno le possa fornire, ma è anche (o soprattutto?) una questione psicologica di sicurezza/insicurezza percepita, di timori, ansie e preoccupazioni legati non solo alla salute, ma anche alla sessualità.
Alla luce di queste nuove osservazioni, la invito a rileggere il mio precedente contributo.

Saluti cordiali.