Come faccio a cambiare vita
Mi sento una fallita, ho quasi cinquant'anni e sono disoccupata, ho solo due amiche, sono sposata con un uomo che non amo e non stimo più.
L'unica cosa positiva sono i miei figli che amo moltissimo, ma allo stesso tempo vorrei sentirmi realizzata, avere un lavoro ed essere economicamente indipendente.
Sono laureata, ma ormai sono fuori dal mondo del lavoro da qualche anno e pur cercandolo non riesco a trovarlo e a questo punto penso di non essere più capace di trovare un lavoro dignitoso.
Sono sempre in casa, non ho molte relazioni esterne, penso che la colpa sia stata mia, mi sono rintanata in casa ritenuto luogo sicuro, perché ho avuto molte esperienze negative a livello lavorativo, soprattutto relazionali, credo di valere poco, non ho niente da dire o dare agli altri, che mi ritengono sicuramente noiosa.
Alcuni colleghi a lavoro si sono permessi di deridermi anche di fronte ad altri ed io non ho mai saputo gestire la situazione, ci stavo male ma non sapevo come affrontare la cosa, non ho mai saputo reagire.
Con mio marito le cose non vanno bene da parecchi anni, lui è molto egoista, ha sempre pensato a se stesso, a realizzarsi lavorativamente, mentre per lui era giusto che io sacrificassi la mia vita lavorativa per crescere i figli.
Stiamo quasi sempre in casa, lui non vuole mai uscire, anche perché è molto avaro e quindi uscire significherebbe spendere soldi.
Io cerco di uscire con qualche mia amica, ma non essendo economicamente indipendente devo stare attenta ad ogni spesa.
Inoltre se siamo in compagnia della mia famiglia, mio marito finisce sempre per litigare con qualcuno di loro, non per cose importanti ma solo perché vuole imporre il proprio pensiero e per farlo non esita ad alzare la voce con le persone.
Questo suo modo di relazionarsi mi fa soffrire e mi mette a disagio anche con la mia famiglia.
A casa usa un linguaggio scurrile anche con i nostri figli.
Tra noi ormai non c'é comunicazione, perché ho cercato in tutti i modi di fargli presente come questo suo comportamento mi ferisca, ma non è cambiato mai nulla in tanti anni.
Non ho mai avuto veramente il coraggio di lasciarlo, nemmeno quando lavoravo, perché non credo di sapere stare da sola e allora mi sono accontentata di un rapporto sbagliato, pur vivendolo male e minacciando di interromperlo, ma solo a parole.
Mi chiedo adesso, come rialzarmi senza lavoro, senza amicizie, senza amore per mio marito e soprattutto senza stima per me stessa.
Aiutatemi per favore.
L'unica cosa positiva sono i miei figli che amo moltissimo, ma allo stesso tempo vorrei sentirmi realizzata, avere un lavoro ed essere economicamente indipendente.
Sono laureata, ma ormai sono fuori dal mondo del lavoro da qualche anno e pur cercandolo non riesco a trovarlo e a questo punto penso di non essere più capace di trovare un lavoro dignitoso.
Sono sempre in casa, non ho molte relazioni esterne, penso che la colpa sia stata mia, mi sono rintanata in casa ritenuto luogo sicuro, perché ho avuto molte esperienze negative a livello lavorativo, soprattutto relazionali, credo di valere poco, non ho niente da dire o dare agli altri, che mi ritengono sicuramente noiosa.
Alcuni colleghi a lavoro si sono permessi di deridermi anche di fronte ad altri ed io non ho mai saputo gestire la situazione, ci stavo male ma non sapevo come affrontare la cosa, non ho mai saputo reagire.
Con mio marito le cose non vanno bene da parecchi anni, lui è molto egoista, ha sempre pensato a se stesso, a realizzarsi lavorativamente, mentre per lui era giusto che io sacrificassi la mia vita lavorativa per crescere i figli.
Stiamo quasi sempre in casa, lui non vuole mai uscire, anche perché è molto avaro e quindi uscire significherebbe spendere soldi.
Io cerco di uscire con qualche mia amica, ma non essendo economicamente indipendente devo stare attenta ad ogni spesa.
Inoltre se siamo in compagnia della mia famiglia, mio marito finisce sempre per litigare con qualcuno di loro, non per cose importanti ma solo perché vuole imporre il proprio pensiero e per farlo non esita ad alzare la voce con le persone.
Questo suo modo di relazionarsi mi fa soffrire e mi mette a disagio anche con la mia famiglia.
A casa usa un linguaggio scurrile anche con i nostri figli.
Tra noi ormai non c'é comunicazione, perché ho cercato in tutti i modi di fargli presente come questo suo comportamento mi ferisca, ma non è cambiato mai nulla in tanti anni.
Non ho mai avuto veramente il coraggio di lasciarlo, nemmeno quando lavoravo, perché non credo di sapere stare da sola e allora mi sono accontentata di un rapporto sbagliato, pur vivendolo male e minacciando di interromperlo, ma solo a parole.
Mi chiedo adesso, come rialzarmi senza lavoro, senza amicizie, senza amore per mio marito e soprattutto senza stima per me stessa.
Aiutatemi per favore.
[#1]
Cara utente,
ha fatto un'autodiagnosi nell'ultima riga del suo scritto. Rivediamola e cerchiamo la terapia.
Dice bene: la prima cosa da recuperare è la stima per sé stessa. Non la cosiddetta "autostima", su cui molti costruiscono castelli in aria gonfi di autoesaltazione e di suscettibilità, che crollano al primo soffio di vento. Il mio maestro Cesare De Silvestri la chiamava "la trappola dell'autostima".
Quello che lei vuole recuperare è la visione di sé come essere umano in grado di gestire la propria vita, che ha il diritto/dovere di valutare i propri desideri, stabilire le proprie mete e perseguirle fin dove è possibile, perdonandosi gli errori inevitabili e continuando a puntare avanti.
Leggendola si scopre che ha al suo attivo molte più risorse di tanti altri. Elenchiamole.
Salute, immagino, e giovinezza. La sua età è quella in cui molti hanno cominciato dal nulla le loro attività, puntando su una credibilità negata ai giovanissimi.
In più, lei non parte dal nulla: ha una laurea e qualche esperienza di lavoro.
Ha due amiche.
Ha una famiglia d'origine che le vuole bene, se tollera il marito che ci ha descritto.
Ha figli che ama, presumo in salute e senza quei problemi (droga, abbandono scolastico, ribellione violenta) che sono più diffusi di quanto forse crede.
Ha un marito che le ha permesso di non lavorare, mantenendola, e le ha consentito di essere vicina ai figli.
Non so se viva anche in una casa di proprietà e abbia un'auto a disposizione.
Insomma una condizione privilegiata, non certo comune, come sappiamo e come ci viene ricordato in questi tragici tempi di Covid-19 in cui scopriamo che un'infermiera specializzata rischia la vita per 1.500 euro al mese e un medico per 2.300 (entrambi con decenni di carriera alle spalle), e che moltissimi in Italia lavorano in nero e in questo periodo sono alla fame.
Ora vediamo, su questa buona base di partenza, come costruire, servendoci del passato per correggere il futuro.
"Penso di non essere più capace di trovare un lavoro dignitoso".
I lavori che non comportino illegalità sono tutti dignitosi, signora. Ho visto una donna molto ricca lasciare la villa nella cui dependance alloggiavano i suoi domestici filippini e andare a fare la domestica a propria volta, con grande dignità, stimata e benvoluta.
Ci si può occupare di anziani; fare la baby sitter aiutando tanti giovani a lavorare e tanti bambini a crescere bene. Ci sono poi i ruoli di commessa, segretaria di studio medico, amministratore di condominio, gestore di siti web, e in campo informatico tanti altri lavori che si svolgono anche da casa. Non so quale laurea possieda, ma esistono anche le lezioni private, le supplenze nelle scuole etc.
Certo, l'attuale periodo è drammatico, ma non si valuta la realtà a partire da un evento assolutamente fuori dall'ordinario.
"Sono sempre in casa, non ho molte relazioni esterne" fino alla conclusione: "mi ritengono sicuramente noiosa".
Le svelerò un segreto: abbiamo tutti una gran risorsa per non essere considerati noiosi, ed è quella di ascoltare gli altri. Su questa base non solo sarà apprezzata da chi riceve la sua simpatia, ma si farà un bagaglio di esperienze umane che la arricchirà.
Inoltre, perché dice che per vedere gente bisogna spendere? Gli amici s'invitano anche a casa o li si incontra in un parco o al bar.
"Ho avuto molte esperienze negative a livello lavorativo, soprattutto relazionali" e poi "Alcuni colleghi a lavoro si sono permessi di deridermi anche di fronte ad altri".
E' un'esperienza sgradevole, ma una consulenza psicologica l'avrebbe aiutata a rispondere in maniera idonea. D'altro canto, incontrare persone spiacevoli è un inevitabile incidente di percorso nella vita, che dovrebbe aiutarci ad apprezzare tanto di più gli amici e le persone amabili.
Veniamo infine a quello che è il leit-motiv di tutta la sua lettera: "Con mio marito le cose non vanno bene da parecchi anni".
Lei dice che ha tentato -forse non toccando i tasti giusti, forse sì- di cambiare le cose. L'effetto, al momento, mi sembra sia stato quello di allontanarvi ed esasperare tutti e due.
Del resto lo capisce da sé e non c'è bisogno di girarci intorno: un matrimonio può essere fonte di sostegno, affetto e benessere, o al contrario causa di malessere e di sofferenza estrema, talvolta fino alla tragedia.
In questo caso si può tentare di ricostruirlo dalle basi, tollerarlo in vista di altri vantaggi, oppure interromperlo.
Quando le cose vanno male, come sembra il suo caso, ogni recriminazione, ogni critica, può solo cadere come un'ulteriore goccia d'acido su un'epidermide ustionata.
Metta via lamenti e recriminazioni e cominci a guardare dentro e intorno a sé con determinazione. L'ottimismo verrà strada facendo, via via che realizza qualcosa.
Non voglio darle indicazioni, per ora; vorrei solo che riflettesse su ciò che le ho scritto.
Auguri.
ha fatto un'autodiagnosi nell'ultima riga del suo scritto. Rivediamola e cerchiamo la terapia.
Dice bene: la prima cosa da recuperare è la stima per sé stessa. Non la cosiddetta "autostima", su cui molti costruiscono castelli in aria gonfi di autoesaltazione e di suscettibilità, che crollano al primo soffio di vento. Il mio maestro Cesare De Silvestri la chiamava "la trappola dell'autostima".
Quello che lei vuole recuperare è la visione di sé come essere umano in grado di gestire la propria vita, che ha il diritto/dovere di valutare i propri desideri, stabilire le proprie mete e perseguirle fin dove è possibile, perdonandosi gli errori inevitabili e continuando a puntare avanti.
Leggendola si scopre che ha al suo attivo molte più risorse di tanti altri. Elenchiamole.
Salute, immagino, e giovinezza. La sua età è quella in cui molti hanno cominciato dal nulla le loro attività, puntando su una credibilità negata ai giovanissimi.
In più, lei non parte dal nulla: ha una laurea e qualche esperienza di lavoro.
Ha due amiche.
Ha una famiglia d'origine che le vuole bene, se tollera il marito che ci ha descritto.
Ha figli che ama, presumo in salute e senza quei problemi (droga, abbandono scolastico, ribellione violenta) che sono più diffusi di quanto forse crede.
Ha un marito che le ha permesso di non lavorare, mantenendola, e le ha consentito di essere vicina ai figli.
Non so se viva anche in una casa di proprietà e abbia un'auto a disposizione.
Insomma una condizione privilegiata, non certo comune, come sappiamo e come ci viene ricordato in questi tragici tempi di Covid-19 in cui scopriamo che un'infermiera specializzata rischia la vita per 1.500 euro al mese e un medico per 2.300 (entrambi con decenni di carriera alle spalle), e che moltissimi in Italia lavorano in nero e in questo periodo sono alla fame.
Ora vediamo, su questa buona base di partenza, come costruire, servendoci del passato per correggere il futuro.
"Penso di non essere più capace di trovare un lavoro dignitoso".
I lavori che non comportino illegalità sono tutti dignitosi, signora. Ho visto una donna molto ricca lasciare la villa nella cui dependance alloggiavano i suoi domestici filippini e andare a fare la domestica a propria volta, con grande dignità, stimata e benvoluta.
Ci si può occupare di anziani; fare la baby sitter aiutando tanti giovani a lavorare e tanti bambini a crescere bene. Ci sono poi i ruoli di commessa, segretaria di studio medico, amministratore di condominio, gestore di siti web, e in campo informatico tanti altri lavori che si svolgono anche da casa. Non so quale laurea possieda, ma esistono anche le lezioni private, le supplenze nelle scuole etc.
Certo, l'attuale periodo è drammatico, ma non si valuta la realtà a partire da un evento assolutamente fuori dall'ordinario.
"Sono sempre in casa, non ho molte relazioni esterne" fino alla conclusione: "mi ritengono sicuramente noiosa".
Le svelerò un segreto: abbiamo tutti una gran risorsa per non essere considerati noiosi, ed è quella di ascoltare gli altri. Su questa base non solo sarà apprezzata da chi riceve la sua simpatia, ma si farà un bagaglio di esperienze umane che la arricchirà.
Inoltre, perché dice che per vedere gente bisogna spendere? Gli amici s'invitano anche a casa o li si incontra in un parco o al bar.
"Ho avuto molte esperienze negative a livello lavorativo, soprattutto relazionali" e poi "Alcuni colleghi a lavoro si sono permessi di deridermi anche di fronte ad altri".
E' un'esperienza sgradevole, ma una consulenza psicologica l'avrebbe aiutata a rispondere in maniera idonea. D'altro canto, incontrare persone spiacevoli è un inevitabile incidente di percorso nella vita, che dovrebbe aiutarci ad apprezzare tanto di più gli amici e le persone amabili.
Veniamo infine a quello che è il leit-motiv di tutta la sua lettera: "Con mio marito le cose non vanno bene da parecchi anni".
Lei dice che ha tentato -forse non toccando i tasti giusti, forse sì- di cambiare le cose. L'effetto, al momento, mi sembra sia stato quello di allontanarvi ed esasperare tutti e due.
Del resto lo capisce da sé e non c'è bisogno di girarci intorno: un matrimonio può essere fonte di sostegno, affetto e benessere, o al contrario causa di malessere e di sofferenza estrema, talvolta fino alla tragedia.
In questo caso si può tentare di ricostruirlo dalle basi, tollerarlo in vista di altri vantaggi, oppure interromperlo.
Quando le cose vanno male, come sembra il suo caso, ogni recriminazione, ogni critica, può solo cadere come un'ulteriore goccia d'acido su un'epidermide ustionata.
Metta via lamenti e recriminazioni e cominci a guardare dentro e intorno a sé con determinazione. L'ottimismo verrà strada facendo, via via che realizza qualcosa.
Non voglio darle indicazioni, per ora; vorrei solo che riflettesse su ciò che le ho scritto.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Gentilissima Dott.ssa,
la ringrazio molto per la sua risposta e penso che lei abbia perfettamente compreso come io mi senta, dice bene, io ho bisogno di recuperare la visione di me come essere umano in grado di gestire la mia vita. Mi creda è quello che sto cercando di fare ormai da alcuni anni, innanzitutto trovando un lavoro " dignitoso" e in questo caso mi sono espressa male, inteso come riuscire ad ottenere una paga dignitosa. Pur di ricominciare a lavorare ho accettato un lavoro da impiegata per un'azienda che oltre a pagarmi molto poco non è più riuscita a fare fronte ai suoi impegni per problemi di liquidità e ho perso diversi mesi di stipendio, ho cercato e sto ancora cercando lavoro come commessa, come segretaria ecc ma l'unica cosa che mi hanno proposto è un impiego in un call center per un mese, che oltre ad offrire una bassissima paga prevede turni pomeridiani che io non posso fare, perché ho un bambino di 7 anni e con i soldi che mi darebbero dovrei pagare una baby Sitter, a questo punto preferisco stare io con mio figlio. Dignitoso perché il lavoro in primis dovrebbe consentire l'indipendenza economica ad una persona. Si dice che bisognerebbe avere la capacità di reinventarsi, ma non so come si faccia, non vorrei piangermi addosso, vorrei essere determinata come lei mi consiglia, ma dopo diversi anni senza riuscirci penso che la colpa sia da imputare oltre che alla situazione lavorativa generale dell'Italia, e non solo di questo periodo emergenziale, alla mia incapacità e per questo che ho scritto, da sola pur avendoci provato non riesco a ripartire. Non voglio niente da mio marito più di quello che mi dà, anche se devo dire che si limita al mantenimento alimentare, che direi non essere neanche gratuito, mi occupo io dei nostri figli, in tutto, cucino e mi occupo della casa, perciò credo che il vitto e l'alloggio me lo guadagni e non mi piace la parola mantenuta. Ma tutto ciò che voglio in più, una semplice uscita per una pizza, andare a teatro, al cinema, comprarmi un paio di scarpe e un vestito nuovo per uscire, andare dal parrucchiere, fare qualche viaggio, me li debba guadagnare col mio lavoro per sentirmi viva e capace di badare a me stessa. Ciò non toglie che lei abbia ragione, io sono fortunata, ho una casa di proprietà che mi sono pagata anche con il mio lavoro, il mio frigo è sempre pieno, ho due figli adorabili e soprattutto la cosa più importante è che stiamo tutti bene, ma ciò non toglie che io mi senta infelice, pur riconoscendo la mia fortuna, vorrei sentirmi viva, amare un uomo ed essere ricambiata, non so se mio marito mi ami ancora, a modo suo forse si, ma come ho già detto lui è un egoista e nonostante io abbia da anni fatto presente che il nostro rapporto non andava bene anche a livello sessuale, lui non se ne è mai preoccupato, l'importante è che lui sia soddisfatto, per il resto non conta, non ha mai cercato di venirmi incontro ne intellettualmente ne fisicamente, poi per me le due cose sono legate e sicuramente l'intesa sessuale ha risentito dei nostri contrasti. E pure, nonostante ciò, siamo ancora insieme, perché io sono una debole, la mia famiglia mi vuole bene ma non vive nella mia stessa città, ho solo un'amica che abita nella mia stessa città, mentre l'altra è anche lei lontana, sono una timida e a parte rapporti superficiali non faccio amicizia facilmente e il fatto di stare a casa non avendo opportunità di incontrare molta gente, non aiuta, mi sento sola e non trovo le risorse dentro me per cambiare questa realtà che mi sta tanto stretta. Come si fa a trovare queste risorse? Cosa devo fare per tirarle fuori da me, perché sà dottoressa io spero che qualcuno mi aiuti, ma allo stesso tempo sò quando sia importante che io mi aiuti da sola, agendo innanzitutto, ma non riesco, le ho già detto che non sono riuscita a lasciare mio marito neanche quando lavoravo, dove vado adesso senza lavoro con un bambino piccolo ed uno adolescente , significherebbe fare soffrire anche loro e poi non saprei dove andare. Mio marito non andrà mai via di casa, nonostante i vari litigi, soprattutto negli anni scorsi e il mio invito ad andarsene non l'ha mai fatto. Vorrei avere degli hobby degli interessi, vorrei avere più amicizie, insomma vorrei essere quella che non sono, allora mi chiedo devo accettarmi per come sono o posso cambiare per essere quella che vorrei essere davvero e se si, come si fa, io non ci riesco. Grazie per avermi dato la possibilità di parlarle, ho tutto dentro, ma non ne parlo mai con nessuno.
la ringrazio molto per la sua risposta e penso che lei abbia perfettamente compreso come io mi senta, dice bene, io ho bisogno di recuperare la visione di me come essere umano in grado di gestire la mia vita. Mi creda è quello che sto cercando di fare ormai da alcuni anni, innanzitutto trovando un lavoro " dignitoso" e in questo caso mi sono espressa male, inteso come riuscire ad ottenere una paga dignitosa. Pur di ricominciare a lavorare ho accettato un lavoro da impiegata per un'azienda che oltre a pagarmi molto poco non è più riuscita a fare fronte ai suoi impegni per problemi di liquidità e ho perso diversi mesi di stipendio, ho cercato e sto ancora cercando lavoro come commessa, come segretaria ecc ma l'unica cosa che mi hanno proposto è un impiego in un call center per un mese, che oltre ad offrire una bassissima paga prevede turni pomeridiani che io non posso fare, perché ho un bambino di 7 anni e con i soldi che mi darebbero dovrei pagare una baby Sitter, a questo punto preferisco stare io con mio figlio. Dignitoso perché il lavoro in primis dovrebbe consentire l'indipendenza economica ad una persona. Si dice che bisognerebbe avere la capacità di reinventarsi, ma non so come si faccia, non vorrei piangermi addosso, vorrei essere determinata come lei mi consiglia, ma dopo diversi anni senza riuscirci penso che la colpa sia da imputare oltre che alla situazione lavorativa generale dell'Italia, e non solo di questo periodo emergenziale, alla mia incapacità e per questo che ho scritto, da sola pur avendoci provato non riesco a ripartire. Non voglio niente da mio marito più di quello che mi dà, anche se devo dire che si limita al mantenimento alimentare, che direi non essere neanche gratuito, mi occupo io dei nostri figli, in tutto, cucino e mi occupo della casa, perciò credo che il vitto e l'alloggio me lo guadagni e non mi piace la parola mantenuta. Ma tutto ciò che voglio in più, una semplice uscita per una pizza, andare a teatro, al cinema, comprarmi un paio di scarpe e un vestito nuovo per uscire, andare dal parrucchiere, fare qualche viaggio, me li debba guadagnare col mio lavoro per sentirmi viva e capace di badare a me stessa. Ciò non toglie che lei abbia ragione, io sono fortunata, ho una casa di proprietà che mi sono pagata anche con il mio lavoro, il mio frigo è sempre pieno, ho due figli adorabili e soprattutto la cosa più importante è che stiamo tutti bene, ma ciò non toglie che io mi senta infelice, pur riconoscendo la mia fortuna, vorrei sentirmi viva, amare un uomo ed essere ricambiata, non so se mio marito mi ami ancora, a modo suo forse si, ma come ho già detto lui è un egoista e nonostante io abbia da anni fatto presente che il nostro rapporto non andava bene anche a livello sessuale, lui non se ne è mai preoccupato, l'importante è che lui sia soddisfatto, per il resto non conta, non ha mai cercato di venirmi incontro ne intellettualmente ne fisicamente, poi per me le due cose sono legate e sicuramente l'intesa sessuale ha risentito dei nostri contrasti. E pure, nonostante ciò, siamo ancora insieme, perché io sono una debole, la mia famiglia mi vuole bene ma non vive nella mia stessa città, ho solo un'amica che abita nella mia stessa città, mentre l'altra è anche lei lontana, sono una timida e a parte rapporti superficiali non faccio amicizia facilmente e il fatto di stare a casa non avendo opportunità di incontrare molta gente, non aiuta, mi sento sola e non trovo le risorse dentro me per cambiare questa realtà che mi sta tanto stretta. Come si fa a trovare queste risorse? Cosa devo fare per tirarle fuori da me, perché sà dottoressa io spero che qualcuno mi aiuti, ma allo stesso tempo sò quando sia importante che io mi aiuti da sola, agendo innanzitutto, ma non riesco, le ho già detto che non sono riuscita a lasciare mio marito neanche quando lavoravo, dove vado adesso senza lavoro con un bambino piccolo ed uno adolescente , significherebbe fare soffrire anche loro e poi non saprei dove andare. Mio marito non andrà mai via di casa, nonostante i vari litigi, soprattutto negli anni scorsi e il mio invito ad andarsene non l'ha mai fatto. Vorrei avere degli hobby degli interessi, vorrei avere più amicizie, insomma vorrei essere quella che non sono, allora mi chiedo devo accettarmi per come sono o posso cambiare per essere quella che vorrei essere davvero e se si, come si fa, io non ci riesco. Grazie per avermi dato la possibilità di parlarle, ho tutto dentro, ma non ne parlo mai con nessuno.
[#3]
Gentile utente,
sono contenta che lei provi sollievo nello scrivere.
Tra l'altro dice: "da sola pur avendoci provato non riesco a ripartire". Lo credo anch'io. Troppe cose desidera cambiare; deve almeno stabilire una tabella delle priorità.
Provo ad elencarle i due fondamentali nodi da sciogliere.
In tempi di quarantena tutto è fermo, ma se le sembra che nessuna delle strade che le prospetto sia praticabile in nessun tempo, dovrà rivolgersi a uno psicologo specializzato in counseling strategico.
Primo nodo, il lavoro. Anzitutto, qual è la sua laurea?
Cercare attivamente un lavoro vuol dire presentare il proprio curriculum insistendo con i possibili interessati almeno tre volte la settimana.
Quanto ai turni pomeridiani, non conosco lavoro che non li preveda; anche l'insegnamento.
Se si trattasse di due pomeriggi la settimana, suo marito non ha proprio nessun pomeriggio libero?
Con le mamme dei compagni di scuola di suo figlio non potreste occuparvi dei bambini a turno? Questo sarebbe anche un modo per fare amicizia.
Infine, anche la baby sitter è una soluzione, perfino se all'inizio costa più di quanto lei guadagna, se le permette di ottenere un buon impiego.
Il lavoro è il primo passo anche perché le mancano un vestito, il parrucchiere, una pizza, i viaggi, il cinema, quindi delle due l'una: o suo marito guadagna troppo poco, e allora avere due stipendi è indispensabile, oppure è di un'avarizia fuori dal comune... a meno che lei al cinema e in viaggio non desideri andarci senza di lui.
E siamo al secondo nodo, la sua insoddisfazione nel matrimonio: "nonostante io abbia da anni fatto presente che il nostro rapporto non andava bene anche a livello sessuale, lui non se ne è mai preoccupato". E poco dopo aggiunge: "non ha mai cercato di venirmi incontro ne intellettualmente ne fisicamente, poi per me le due cose sono legate e sicuramente l'intesa sessuale ha risentito dei nostri contrasti".
Queste parole, e altri segnali sparsi, mi fanno pensare che lei è incerta su quello che desidera, e di conseguenza ha rivolto confuse richieste a suo marito, forse col solo effetto di produrre anche in lui scontentezza e irritazione.
Qui lo psicologo di cui dicevo l'aiuterebbe a capire se le conviene cercare di ricostruire il rapporto con suo marito, o se è meglio interromperlo.
Tutto il resto, il desiderio di hobby, interessi, amicizie, potrebbero essere vie di fuga per non affrontare i problemi reali; altrimenti, in tempi normali, non glieli preclude nessuno, e se non vuole tentare la strada dell'amicizia con le mamme dei coetanei dei suoi figlioli, sempre lo psicologo strategico l'aiuterà a conquistarli.
La saluto cordialmente. Ci faccia sapere.
sono contenta che lei provi sollievo nello scrivere.
Tra l'altro dice: "da sola pur avendoci provato non riesco a ripartire". Lo credo anch'io. Troppe cose desidera cambiare; deve almeno stabilire una tabella delle priorità.
Provo ad elencarle i due fondamentali nodi da sciogliere.
In tempi di quarantena tutto è fermo, ma se le sembra che nessuna delle strade che le prospetto sia praticabile in nessun tempo, dovrà rivolgersi a uno psicologo specializzato in counseling strategico.
Primo nodo, il lavoro. Anzitutto, qual è la sua laurea?
Cercare attivamente un lavoro vuol dire presentare il proprio curriculum insistendo con i possibili interessati almeno tre volte la settimana.
Quanto ai turni pomeridiani, non conosco lavoro che non li preveda; anche l'insegnamento.
Se si trattasse di due pomeriggi la settimana, suo marito non ha proprio nessun pomeriggio libero?
Con le mamme dei compagni di scuola di suo figlio non potreste occuparvi dei bambini a turno? Questo sarebbe anche un modo per fare amicizia.
Infine, anche la baby sitter è una soluzione, perfino se all'inizio costa più di quanto lei guadagna, se le permette di ottenere un buon impiego.
Il lavoro è il primo passo anche perché le mancano un vestito, il parrucchiere, una pizza, i viaggi, il cinema, quindi delle due l'una: o suo marito guadagna troppo poco, e allora avere due stipendi è indispensabile, oppure è di un'avarizia fuori dal comune... a meno che lei al cinema e in viaggio non desideri andarci senza di lui.
E siamo al secondo nodo, la sua insoddisfazione nel matrimonio: "nonostante io abbia da anni fatto presente che il nostro rapporto non andava bene anche a livello sessuale, lui non se ne è mai preoccupato". E poco dopo aggiunge: "non ha mai cercato di venirmi incontro ne intellettualmente ne fisicamente, poi per me le due cose sono legate e sicuramente l'intesa sessuale ha risentito dei nostri contrasti".
Queste parole, e altri segnali sparsi, mi fanno pensare che lei è incerta su quello che desidera, e di conseguenza ha rivolto confuse richieste a suo marito, forse col solo effetto di produrre anche in lui scontentezza e irritazione.
Qui lo psicologo di cui dicevo l'aiuterebbe a capire se le conviene cercare di ricostruire il rapporto con suo marito, o se è meglio interromperlo.
Tutto il resto, il desiderio di hobby, interessi, amicizie, potrebbero essere vie di fuga per non affrontare i problemi reali; altrimenti, in tempi normali, non glieli preclude nessuno, e se non vuole tentare la strada dell'amicizia con le mamme dei coetanei dei suoi figlioli, sempre lo psicologo strategico l'aiuterà a conquistarli.
La saluto cordialmente. Ci faccia sapere.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.4k visite dal 07/04/2020.
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