Ansia da quasi morte di un genitore
Salve a tutti, sono 12 anni che ormai vivo in quest'ansia.
Ho 22 anni anni e quando avevo 10 anni, mio padre ebbe un arresto cardiaco, da cui fortunatamente grazie ai sanitari si salvo, non senza deficit.
È da allora che vivo con la costante ansia che possa morire, al minimo affanno, dolore, lamento è inevitabile che io pensi subito al peggio.
Purtroppo la stessa cosa accade con le altre persone a cui voglio bene e amo, come il mio ragazzo.
Ogni qualvolta non risponde alle chiamate per più di un tot tempo penso sempre al peggio.
Sono una studentessa fuorisede e ogni volta che torno a casa ho difficoltà ad addormentarmi, sono nella stessa senza di 10 anni fa, e ad.
ogni.
rumore rivivo i rumori di quella sera, se e quando mi addormento ho il sonno.
così leggero da essere svegliata con niente, sono sempre pronta ad agire, mi sento responsabile della sua vita (studio medicina e sento di essere quella in dovere di intervenire) , tutte le volte che mi sveglio, come in questo caso, rivivo tutto dall'inizio alla fine, come se io avessi sbagliato qualcosa quel giorno o come se la colpa in qualche senso fosse mia.
soffro spesso di, attacchi di panico (che io non collego a questa vicenda ma non saprei a cosa altro collegarli) quando sono lontana da casa, mentre quando sono a casa questi sono molto rari.
Vi scrivo perché vorrei sapere come chiamare questo problema, se una vera e propria sindrome dell'abbandono o un " trauma " da cui non mi posso liberare.
Andando avanti così rischio di impazzire, grazie per il supporto
Ho 22 anni anni e quando avevo 10 anni, mio padre ebbe un arresto cardiaco, da cui fortunatamente grazie ai sanitari si salvo, non senza deficit.
È da allora che vivo con la costante ansia che possa morire, al minimo affanno, dolore, lamento è inevitabile che io pensi subito al peggio.
Purtroppo la stessa cosa accade con le altre persone a cui voglio bene e amo, come il mio ragazzo.
Ogni qualvolta non risponde alle chiamate per più di un tot tempo penso sempre al peggio.
Sono una studentessa fuorisede e ogni volta che torno a casa ho difficoltà ad addormentarmi, sono nella stessa senza di 10 anni fa, e ad.
ogni.
rumore rivivo i rumori di quella sera, se e quando mi addormento ho il sonno.
così leggero da essere svegliata con niente, sono sempre pronta ad agire, mi sento responsabile della sua vita (studio medicina e sento di essere quella in dovere di intervenire) , tutte le volte che mi sveglio, come in questo caso, rivivo tutto dall'inizio alla fine, come se io avessi sbagliato qualcosa quel giorno o come se la colpa in qualche senso fosse mia.
soffro spesso di, attacchi di panico (che io non collego a questa vicenda ma non saprei a cosa altro collegarli) quando sono lontana da casa, mentre quando sono a casa questi sono molto rari.
Vi scrivo perché vorrei sapere come chiamare questo problema, se una vera e propria sindrome dell'abbandono o un " trauma " da cui non mi posso liberare.
Andando avanti così rischio di impazzire, grazie per il supporto
[#1]
Gentile utente,
io direi che il colloquio con uno psicologo nel suo caso è quanto mai indicato.
Inutile fare da qui delle diagnosi che potrebbero essere solo azzardate e in ogni caso controproducenti.
Lei scrive: "soffro spesso di, attacchi di panico (che io non collego a questa vicenda ma non saprei a cosa altro collegarli) quando sono lontana da casa, mentre quando sono a casa questi sono molto rari".
Questo fa capire che giustamente non può farcela da sola.
Per la sua serenità, per quella dei suoi genitori, e a maggior ragione per la sua futura professione, cerchi un aiuto.
Tenga conto che l'università ha quasi sempre un servizio psicologico.
Auguri.
io direi che il colloquio con uno psicologo nel suo caso è quanto mai indicato.
Inutile fare da qui delle diagnosi che potrebbero essere solo azzardate e in ogni caso controproducenti.
Lei scrive: "soffro spesso di, attacchi di panico (che io non collego a questa vicenda ma non saprei a cosa altro collegarli) quando sono lontana da casa, mentre quando sono a casa questi sono molto rari".
Questo fa capire che giustamente non può farcela da sola.
Per la sua serenità, per quella dei suoi genitori, e a maggior ragione per la sua futura professione, cerchi un aiuto.
Tenga conto che l'università ha quasi sempre un servizio psicologico.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Salve dottoressa e grazie mille per la disponibilità. So che le diagnosi online sono ovviamente impossibili e tanto meno una ipotetica terapia, ultimamente sono impossibilitata a rivolgermi fisicamente ad uno psicologo, volevo sapere se dal punto di vista psicologico c'è magari qualche "esercizio " da fare su me stessa per far si che ogni cosa non sia la fine del mondo.
[#3]
Cara utente,
al momento per la verità moltissimi psicologi lavorano online. Se guarda sul sito Nazionale dell'Ordine degli Psicologi vedrà che molti hanno dichiarato la loro disponibilità ad esercitare con questo mezzo, e ne troverà anche sul sito dell'Ordine della sua regione, immagino.
Esistono naturalmente anche dei manuali. Ce n'è uno molto buono, un po' noioso rispetto ai manualetti che promettono miracoli, ma scientificamente correttissimo, scritto da un grande maestro della psicoterapia, Albert Ellis. Credo lo abbia anche Amazon. S'intitola "L'autoterapia razionale-emotiva".
Dello stesso orientamento trova anche "Trasforma otto emozioni letali in emozioni sane" e "Dieci passi verso il pensiero positivo" di Windy Dryden.
Ci sono poi esercizi specifici per il respiro, in caso di attacchi di panico, ma questi immagino le siano stati già insegnati da qualunque medico.
Il fatto che negli anni più formativi lei abbia continuato a coltivare idee irrazionali (se comprerà uno dei manuali che le ho indicato vedrà che si chiamano così certe idee disfunzionali al benessere come quelle che descrive nella sua email) rende molto difficile uscirne da sola. Tuttavia le idee di Ellis e quelle di Dryden, ispirate alla stessa concezione terapeutica che si basa sulla filosofia, possono farle fare un gran passo avanti.
Io glielo auguro.
al momento per la verità moltissimi psicologi lavorano online. Se guarda sul sito Nazionale dell'Ordine degli Psicologi vedrà che molti hanno dichiarato la loro disponibilità ad esercitare con questo mezzo, e ne troverà anche sul sito dell'Ordine della sua regione, immagino.
Esistono naturalmente anche dei manuali. Ce n'è uno molto buono, un po' noioso rispetto ai manualetti che promettono miracoli, ma scientificamente correttissimo, scritto da un grande maestro della psicoterapia, Albert Ellis. Credo lo abbia anche Amazon. S'intitola "L'autoterapia razionale-emotiva".
Dello stesso orientamento trova anche "Trasforma otto emozioni letali in emozioni sane" e "Dieci passi verso il pensiero positivo" di Windy Dryden.
Ci sono poi esercizi specifici per il respiro, in caso di attacchi di panico, ma questi immagino le siano stati già insegnati da qualunque medico.
Il fatto che negli anni più formativi lei abbia continuato a coltivare idee irrazionali (se comprerà uno dei manuali che le ho indicato vedrà che si chiamano così certe idee disfunzionali al benessere come quelle che descrive nella sua email) rende molto difficile uscirne da sola. Tuttavia le idee di Ellis e quelle di Dryden, ispirate alla stessa concezione terapeutica che si basa sulla filosofia, possono farle fare un gran passo avanti.
Io glielo auguro.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 03/04/2020.
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