Coazione a ripetere ed evolvere
Buongiorno, ho frequentato per tre mesi un ragazzo, la storia inizia intensa, mai litigi.
Lui è partito "veloce", io sono più ponderata e forse fredda, ma ho apprezzato il suo modo di fare, anche le frasi un po' troppo "innamorate", mi sono coinvolta.
Sono una donna con un ottimo lavoro e una buona situazione economica, non sono una assillante, ho la mia vita, i miei amici.
Improvvisamente lui cambia, si raffredda, non lo riconosco più; mi rassicura che vuole continuare a frequentarmi e che è solo un momento di stress.
Tuttavia continua a raffreddarsi sempre di più.
Una sera abbiamo una conversazione whatsapp piuttosto erotica (il sesso è sempre andato bene).
Dal giorno dopo sparisce e non mi chiama più.
Di fronte a una mia richiesta di chiarimento, lui dice che quando è stressato tende ad isolarsi, ma che ci saremmo visti e ne avremmo parlato.
Quel momento non è mai arrivato, nonostante le dichiarate intenzioni, sparisce.
Dopo tre mesi lo ricontatto, mi è mancato ma anche per curiosità.
Inaspettatamente risponde bene, gli chiedo se mi avrebbe rivisto una sera, dice di sì.
Ci sentiamo nei due giorni dopo.
Lui chiede quante persone ho conosciuto, la domanda mi infastidisce, gli dico che ne avremmo parlato di persona.
Fissa il giorno, poi rimanda perché non riesce con gli impegni, fissa un altro giorno.
Parlando gli dico che mi avrebbe fatto piacere ritrovarlo come ai vecchi tempi, gentile e simpatico e (forse sbagliando) faccio una battuta che, anche se genericamente, allude all'intimità.
Il giorno dell' incontro mi manda un vocale dicendo che ci aveva pensato molto e che avrebbe preferito fare un altro giorno per un motivo che preferisce spiegare a voce.
Mi chiede se va bene.
Gli rispondo di sentirci telefonicamente e cosa è successo: lui non legge e non risponde.
Gli mando un ultimo messaggio in cui esplicito civilmente tutta la mia delusione (sapeva anche che era il mio compleanno).
Non leggerà e non risponderà più.
Ora, premesso che io mi sono data la spiegazione che lui ha un'altra e che l' ultimo comportamento sia stato una bella cattiveria gratuita, in questo periodo di isolamento sto riflettendo su di me.
Nell' ultimo anno ho avuto altre frequentazioni finite in modo assurdo, con un abbandono o con gente che si dilegua con scuse improbabili.
A me non pare di pormi in modo da determinare reazioni del genere, quasi contorte quando basterebbe dire che non è scattata o che non si ha piu interesse, come fa il mondo civile.
Io non credo di avere problemi di autostima, ma quest'ultima situazione mi fa stare molto male perché mi faccio comunque delle domande, cosa sbaglio, se per gli altri io merito questo, se questi uomini preferiscano dare maggiori attenzioni e più umani trattamenti ad una ragazza che non sono io.
Ho paura che il prossimo uomo che incontrerò sarà sempre lo stesso genere e soprattutto di stare male per lo stesso brutto epilogo, anche il modo con cui si chiudono le storie può minare lautostima.
Grazie a chi vorrà rispondere
Lui è partito "veloce", io sono più ponderata e forse fredda, ma ho apprezzato il suo modo di fare, anche le frasi un po' troppo "innamorate", mi sono coinvolta.
Sono una donna con un ottimo lavoro e una buona situazione economica, non sono una assillante, ho la mia vita, i miei amici.
Improvvisamente lui cambia, si raffredda, non lo riconosco più; mi rassicura che vuole continuare a frequentarmi e che è solo un momento di stress.
Tuttavia continua a raffreddarsi sempre di più.
Una sera abbiamo una conversazione whatsapp piuttosto erotica (il sesso è sempre andato bene).
Dal giorno dopo sparisce e non mi chiama più.
Di fronte a una mia richiesta di chiarimento, lui dice che quando è stressato tende ad isolarsi, ma che ci saremmo visti e ne avremmo parlato.
Quel momento non è mai arrivato, nonostante le dichiarate intenzioni, sparisce.
Dopo tre mesi lo ricontatto, mi è mancato ma anche per curiosità.
Inaspettatamente risponde bene, gli chiedo se mi avrebbe rivisto una sera, dice di sì.
Ci sentiamo nei due giorni dopo.
Lui chiede quante persone ho conosciuto, la domanda mi infastidisce, gli dico che ne avremmo parlato di persona.
Fissa il giorno, poi rimanda perché non riesce con gli impegni, fissa un altro giorno.
Parlando gli dico che mi avrebbe fatto piacere ritrovarlo come ai vecchi tempi, gentile e simpatico e (forse sbagliando) faccio una battuta che, anche se genericamente, allude all'intimità.
Il giorno dell' incontro mi manda un vocale dicendo che ci aveva pensato molto e che avrebbe preferito fare un altro giorno per un motivo che preferisce spiegare a voce.
Mi chiede se va bene.
Gli rispondo di sentirci telefonicamente e cosa è successo: lui non legge e non risponde.
Gli mando un ultimo messaggio in cui esplicito civilmente tutta la mia delusione (sapeva anche che era il mio compleanno).
Non leggerà e non risponderà più.
Ora, premesso che io mi sono data la spiegazione che lui ha un'altra e che l' ultimo comportamento sia stato una bella cattiveria gratuita, in questo periodo di isolamento sto riflettendo su di me.
Nell' ultimo anno ho avuto altre frequentazioni finite in modo assurdo, con un abbandono o con gente che si dilegua con scuse improbabili.
A me non pare di pormi in modo da determinare reazioni del genere, quasi contorte quando basterebbe dire che non è scattata o che non si ha piu interesse, come fa il mondo civile.
Io non credo di avere problemi di autostima, ma quest'ultima situazione mi fa stare molto male perché mi faccio comunque delle domande, cosa sbaglio, se per gli altri io merito questo, se questi uomini preferiscano dare maggiori attenzioni e più umani trattamenti ad una ragazza che non sono io.
Ho paura che il prossimo uomo che incontrerò sarà sempre lo stesso genere e soprattutto di stare male per lo stesso brutto epilogo, anche il modo con cui si chiudono le storie può minare lautostima.
Grazie a chi vorrà rispondere
[#1]
Gent.le ragazza,
i profondi mutamenti sociali che stanno attraversando la società, hanno reso alquanto complesso le relazioni intime e le connesse dinamiche psicologiche. Comprendo, quando riferisce "ho paura che con il prossimo uomo che incontrerò sarà sempre lo stesso" , in quanto, dopo alcuni insuccessi, come lei ci riferisce "nell’ultimo anno ho avuto altre frequentazioni finite in modo assurdo", è quasi normale che la mente inizi a crearsi ansie e paure di rivivere le stesse relazioni, che l’hanno fatta e la fanno soffrire. Questo ha effetto sull’autostima, facendo venire dei dubbi sulla solidità della stessa. Pertanto, occorre liberarsi di queste convinzioni, infatti, com’è noto in psicologia, la realtà tende a conformarsi alle nostre convinzioni, ed iniziare ad intraprendere un percorso psicologico, da fare anche in modalità on-line, al fine di essere supportati a superare questo momento di disagio ed amplificare la conoscenza su Sé stessa e sulle dinamiche psicologiche, che regolano in modo inconsapevole le nostre relazioni sociali, in particolare, nel suo caso, quelle intime.
i profondi mutamenti sociali che stanno attraversando la società, hanno reso alquanto complesso le relazioni intime e le connesse dinamiche psicologiche. Comprendo, quando riferisce "ho paura che con il prossimo uomo che incontrerò sarà sempre lo stesso" , in quanto, dopo alcuni insuccessi, come lei ci riferisce "nell’ultimo anno ho avuto altre frequentazioni finite in modo assurdo", è quasi normale che la mente inizi a crearsi ansie e paure di rivivere le stesse relazioni, che l’hanno fatta e la fanno soffrire. Questo ha effetto sull’autostima, facendo venire dei dubbi sulla solidità della stessa. Pertanto, occorre liberarsi di queste convinzioni, infatti, com’è noto in psicologia, la realtà tende a conformarsi alle nostre convinzioni, ed iniziare ad intraprendere un percorso psicologico, da fare anche in modalità on-line, al fine di essere supportati a superare questo momento di disagio ed amplificare la conoscenza su Sé stessa e sulle dinamiche psicologiche, che regolano in modo inconsapevole le nostre relazioni sociali, in particolare, nel suo caso, quelle intime.
Cordiali Saluti
Dr. Stefano Maranto - Psicologo
Consulenze e formazione on-line
[#2]
Gentile utente,
lei pone una questione che a mio avviso merita, da parte degli studiosi di costume, un'analisi approfondita, e per lei, per il suo benessere, intanto, dei colloqui psicologici di persona -per ora impossibili- o almeno via skype.
Il suo quesito non è solo suo, se può riconoscerlo in questa formulazione: "Perché le mie storie finiscono presto, con un'improvvisa freddezza dell'altro e a volte perfino una fuga senza spiegazioni?".
Ci è già stata posta questa domanda, online e nel nostro studio -in quel caso la risposta arriva dopo un'analisi approfondita del vissuto della paziente o del paziente, diversa per ciascuno, però sempre con un fondo comune.
Persone che sembrano differenti da lei (per quanto è possibile capirlo via email); a volte aggressive, a volte insicure, meno realizzate sul piano professionale o tutte dedite alla carriera, tuttavia lamentano lo stesso esito: freddezza improvvisa e fuga del partner senza spiegazioni, sperimentata più volte.
Lei scrive: "A me non pare di pormi in modo da determinare reazioni del genere, quasi contorte quando basterebbe dire che non è scattata o che non si ha piu interesse, come fa il mondo civile".
Qui lei pone due temi: la sua eventuale responsabilità, che tende a negare, ma rimane per lei un preoccupante punto interrogativo, e il comportamento che vorrebbe dal partner, attribuendolo a quello che chiama "il mondo civile".
Non conosco il "mondo civile" di cui parla. Già da qualche decennio si parla della società in cui viviamo come di una nuova giungla, dove la mancanza di regole condivise fa tornare a galla l'uomo primitivo. Questa è un'epoca di spostamenti geografici in cui si ricomincia di continuo la propria vita con persone pressoché sconosciute, senza un codice che limiti i comportamenti di qualunque genere. Nemmeno la reputazione in campo professionale è veramente importante: vediamo società internazionali che non si vergognano di attingere alla carta di credito degli ingenui consumatori; figuriamoci se possiamo codificare le dichiarazioni d'amore, i rapporti sessuali, la responsabilità per i concepimenti non voluti e così via.
Ogni esperienza sentimental/sessuale è vissuta come una specie di film. Ci divertono e ci appagano il corteggiamento e la conquista, ma fuggiamo dai momenti noiosi: e cosa c'è di più noioso che mettersi a spiegare ad una partner che lei è solo una delle tante, e magari subire i suoi lamenti e il suo biasimo?
Venendo ora al suo caso, con indubbio buon senso forse lei ha colto la causa più frequente: lui ha un'altra. Può darsi.
In questo turbine di relazioni effimere spesso si cerca di dimenticare un addio, un rapporto tormentato, una persona che ci rifiuta. Spesso è un impegno trascinato per oscuro senso del dovere o addirittura un matrimonio, quello che abbiamo dimenticato col nostro intermezzo filmico, diciamo così.
Un'altra causa potrebbe essere la sua stessa sicurezza personale, cara utente, che difficilmente l'uomo della nuova giungla perdona ad una donna: realizzata professionalmente, ricca di rapporti di amicizia e se li desidera anche d'amore, lei può aver destato nel partner il timore di essere lui un elemento di facile consumo. Diversi spunti nella sua lettera rimandano a questo.
Come vede, argomenti da discutere con uno psicologo ce n'è diversi.
Vorrei concludere segnalando qualcosa che lei probabilmente conosce, ma per me è stata una sorpresa: l'elenco dei possibili legami di coppia, in essere e cessati, fatto non da una scrittrice rosa dotata di fantasia un po’ perversa, ma dall'INPS sul modulo di richiesta degli assegni familiari. Noti in particolare la condizione numero 8.
Si chiede, alla voce "stato civile", di barrare una delle seguenti caselle: 1)celibe/nubile; 2)coniugato/a; 3)unito/a civilmente; 4)separato/a legalmente; 5)sciolto/a da unione civile; 6)divorziato/a; 7)vedovo/a; 8)abbandonato/a; 9)parte superstite dell’unione civile.
Quindi l'abbandono entra a pieno titolo nelle dichiarazioni alla burocrazia. Non saprei come si possa anche documentarlo con certificato.
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione. Ci tenga al corrente.
lei pone una questione che a mio avviso merita, da parte degli studiosi di costume, un'analisi approfondita, e per lei, per il suo benessere, intanto, dei colloqui psicologici di persona -per ora impossibili- o almeno via skype.
Il suo quesito non è solo suo, se può riconoscerlo in questa formulazione: "Perché le mie storie finiscono presto, con un'improvvisa freddezza dell'altro e a volte perfino una fuga senza spiegazioni?".
Ci è già stata posta questa domanda, online e nel nostro studio -in quel caso la risposta arriva dopo un'analisi approfondita del vissuto della paziente o del paziente, diversa per ciascuno, però sempre con un fondo comune.
Persone che sembrano differenti da lei (per quanto è possibile capirlo via email); a volte aggressive, a volte insicure, meno realizzate sul piano professionale o tutte dedite alla carriera, tuttavia lamentano lo stesso esito: freddezza improvvisa e fuga del partner senza spiegazioni, sperimentata più volte.
Lei scrive: "A me non pare di pormi in modo da determinare reazioni del genere, quasi contorte quando basterebbe dire che non è scattata o che non si ha piu interesse, come fa il mondo civile".
Qui lei pone due temi: la sua eventuale responsabilità, che tende a negare, ma rimane per lei un preoccupante punto interrogativo, e il comportamento che vorrebbe dal partner, attribuendolo a quello che chiama "il mondo civile".
Non conosco il "mondo civile" di cui parla. Già da qualche decennio si parla della società in cui viviamo come di una nuova giungla, dove la mancanza di regole condivise fa tornare a galla l'uomo primitivo. Questa è un'epoca di spostamenti geografici in cui si ricomincia di continuo la propria vita con persone pressoché sconosciute, senza un codice che limiti i comportamenti di qualunque genere. Nemmeno la reputazione in campo professionale è veramente importante: vediamo società internazionali che non si vergognano di attingere alla carta di credito degli ingenui consumatori; figuriamoci se possiamo codificare le dichiarazioni d'amore, i rapporti sessuali, la responsabilità per i concepimenti non voluti e così via.
Ogni esperienza sentimental/sessuale è vissuta come una specie di film. Ci divertono e ci appagano il corteggiamento e la conquista, ma fuggiamo dai momenti noiosi: e cosa c'è di più noioso che mettersi a spiegare ad una partner che lei è solo una delle tante, e magari subire i suoi lamenti e il suo biasimo?
Venendo ora al suo caso, con indubbio buon senso forse lei ha colto la causa più frequente: lui ha un'altra. Può darsi.
In questo turbine di relazioni effimere spesso si cerca di dimenticare un addio, un rapporto tormentato, una persona che ci rifiuta. Spesso è un impegno trascinato per oscuro senso del dovere o addirittura un matrimonio, quello che abbiamo dimenticato col nostro intermezzo filmico, diciamo così.
Un'altra causa potrebbe essere la sua stessa sicurezza personale, cara utente, che difficilmente l'uomo della nuova giungla perdona ad una donna: realizzata professionalmente, ricca di rapporti di amicizia e se li desidera anche d'amore, lei può aver destato nel partner il timore di essere lui un elemento di facile consumo. Diversi spunti nella sua lettera rimandano a questo.
Come vede, argomenti da discutere con uno psicologo ce n'è diversi.
Vorrei concludere segnalando qualcosa che lei probabilmente conosce, ma per me è stata una sorpresa: l'elenco dei possibili legami di coppia, in essere e cessati, fatto non da una scrittrice rosa dotata di fantasia un po’ perversa, ma dall'INPS sul modulo di richiesta degli assegni familiari. Noti in particolare la condizione numero 8.
Si chiede, alla voce "stato civile", di barrare una delle seguenti caselle: 1)celibe/nubile; 2)coniugato/a; 3)unito/a civilmente; 4)separato/a legalmente; 5)sciolto/a da unione civile; 6)divorziato/a; 7)vedovo/a; 8)abbandonato/a; 9)parte superstite dell’unione civile.
Quindi l'abbandono entra a pieno titolo nelle dichiarazioni alla burocrazia. Non saprei come si possa anche documentarlo con certificato.
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione. Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Utente
Grazie per i preziosi stimoli.
E non sapevo della voce "abbandonata", quasi a identificare a livello sociologico un nuovo status familiare.
Quanto alla mia storia personale, aggiungo che alcuni amici "spiegano" gli abbandoni che subisco per via del mio lavoro, l' uomo molte volte non regge la competizione, dicono.
Io non credo sia così perché se in loro si formasse un sentimento non potrebbero "lasciare perdere", abbandonando, per giunta, che è il contrario del sentimento.
Ora dirò una cosa non bella. Vedo intorno a me tanti uomini (e donne) che continuano a portare avanti relazioni pur se non follemente innamorati, non necessariamente per cattiveria, ma magari perché si rendono conto che non è cosi facile trovare "qualcos'altro". Con me, evidentemente, non fanno questo ragionamento "di provare ad andare avanti per vedere come va". È vero, non sono una donna di casa, lavoro tanto e per questo ho pensieri che magari altre donne non hanno, potendosi dedicare alla cena, a stare a casa e tutto il resto, ma sono anche altro e lo dimostro, ho anche una vita fuori in cui cerco di fare spazio a tutto il resto.
Non dico che vorrei un uomo che decide di stare con me per comodità o per tirare avanti, per carità, perché poi sono altrettante le storie in cui, dopo la comodità, puntualmente si cerca il resto altrove.
Sono solo riflessioni su quello che mi posso aspettare. Il periodo di isolamento non aiuta.
E non sapevo della voce "abbandonata", quasi a identificare a livello sociologico un nuovo status familiare.
Quanto alla mia storia personale, aggiungo che alcuni amici "spiegano" gli abbandoni che subisco per via del mio lavoro, l' uomo molte volte non regge la competizione, dicono.
Io non credo sia così perché se in loro si formasse un sentimento non potrebbero "lasciare perdere", abbandonando, per giunta, che è il contrario del sentimento.
Ora dirò una cosa non bella. Vedo intorno a me tanti uomini (e donne) che continuano a portare avanti relazioni pur se non follemente innamorati, non necessariamente per cattiveria, ma magari perché si rendono conto che non è cosi facile trovare "qualcos'altro". Con me, evidentemente, non fanno questo ragionamento "di provare ad andare avanti per vedere come va". È vero, non sono una donna di casa, lavoro tanto e per questo ho pensieri che magari altre donne non hanno, potendosi dedicare alla cena, a stare a casa e tutto il resto, ma sono anche altro e lo dimostro, ho anche una vita fuori in cui cerco di fare spazio a tutto il resto.
Non dico che vorrei un uomo che decide di stare con me per comodità o per tirare avanti, per carità, perché poi sono altrettante le storie in cui, dopo la comodità, puntualmente si cerca il resto altrove.
Sono solo riflessioni su quello che mi posso aspettare. Il periodo di isolamento non aiuta.
[#4]
Gentile utente,
gli amici non hanno torto: "l' uomo molte volte non regge la competizione", è vero.
Ho visto matrimoni finire non per gelosia, ma per invidia. Un tempo la competizione era semplicemente impensabile: adesso a scuola, all'università, nei concorsi pubblici, nel lavoro, se il maschietto viene sempre superato dalla partner è dura per tutti e due continuare a camminare mano nella mano.
Nel suo caso comunque non si è mai arrivati al rapporto stabile, e lei non fa cenno di averlo mai desiderato. Forse è questo che i suoi interlocutori avvertono.
Come un tempo c'era lo "sciupafemmine" che seduceva e abbandonava, adesso non sono infrequenti le "sciupauomini". Se rilegge la sua prima email può vedere che il suo ex le chiede quanti ne ha conosciuti nel frattempo, e lei senza accorgersene rinfocola i suoi sospetti facendo allusioni erotiche a quello che vuol fare con lui. Diciamo che di sentimento, amore, voglia di coccolare e farsi proteggere, desiderio di qualcosa di stabile, quest'uomo ne ha avvertito ben poco. In questi giorni votati alla riflessione, lei può chiedersi se invece queste cose le desidera. Se è così, la comunicazione dev'essere differente.
Auguri!
gli amici non hanno torto: "l' uomo molte volte non regge la competizione", è vero.
Ho visto matrimoni finire non per gelosia, ma per invidia. Un tempo la competizione era semplicemente impensabile: adesso a scuola, all'università, nei concorsi pubblici, nel lavoro, se il maschietto viene sempre superato dalla partner è dura per tutti e due continuare a camminare mano nella mano.
Nel suo caso comunque non si è mai arrivati al rapporto stabile, e lei non fa cenno di averlo mai desiderato. Forse è questo che i suoi interlocutori avvertono.
Come un tempo c'era lo "sciupafemmine" che seduceva e abbandonava, adesso non sono infrequenti le "sciupauomini". Se rilegge la sua prima email può vedere che il suo ex le chiede quanti ne ha conosciuti nel frattempo, e lei senza accorgersene rinfocola i suoi sospetti facendo allusioni erotiche a quello che vuol fare con lui. Diciamo che di sentimento, amore, voglia di coccolare e farsi proteggere, desiderio di qualcosa di stabile, quest'uomo ne ha avvertito ben poco. In questi giorni votati alla riflessione, lei può chiedersi se invece queste cose le desidera. Se è così, la comunicazione dev'essere differente.
Auguri!
[#5]
Utente
Ok, è vero, forse io a volte ho delle uscite che confermano l idea della donna "indipendente" e che non ha "bisogno" di amore. Non è vero, forse è un modo di comunicare che uso per difesa o forse perché non abituata a smancerie e dolcezze formali (i miei genitori non ne hanno mai usate tra di loro e con noi). Ripeto, in realtà non è così e cercherò di cogliere il suo consiglio per il futuro.
La domanda "quante conoscenze ho fatto in questo periodo" mi ha dato molto fastidio perche non so come uno che è sparito come ha fatto lui (dando l idea di uno che ha altre) possa chiedere a me quanti ne ho conosciuti. E pensi che, pur potendo, non sono andata con nessuno in questi mesi ( per dirla grezza).
Forse a volte dovrei lasciare perdere e fare credere al lui di turno che sono più "indifesa" e che non colgo alcune domande, forse fuori luogo. A volte probabilmente alcuni "ruoli" esistono ancora.
La ringrazio molto per le risposte approfondite.
La domanda "quante conoscenze ho fatto in questo periodo" mi ha dato molto fastidio perche non so come uno che è sparito come ha fatto lui (dando l idea di uno che ha altre) possa chiedere a me quanti ne ho conosciuti. E pensi che, pur potendo, non sono andata con nessuno in questi mesi ( per dirla grezza).
Forse a volte dovrei lasciare perdere e fare credere al lui di turno che sono più "indifesa" e che non colgo alcune domande, forse fuori luogo. A volte probabilmente alcuni "ruoli" esistono ancora.
La ringrazio molto per le risposte approfondite.
[#8]
Utente
Va bene dott. Maranto. Vediamo se con il prossimo incontro la situazione si evolverà e avrà un epilogo diverso, io cerco di partire positiva e attuare il consiglio della dott. Potenza.
Lei che ha una visione psicologica maschile "anche dall' interno", crede che i "ruoli" esistano ancora e che l' apparire più "bisognosa" di una relazione stabile possa dare l idea di una figura piu femminile, materna, che mette al centro il lui di turno, e quindi invogliare maggiormente ad una relazione? Non c e poi il rischio che il lui scappi proprio questo? Temo sia diventato molto difficile comportarsi con gli uomini, a volte sembra non essere sufficiente essere se stessi; per me è ancora più difficile perché non ho una indole molto materna (mi passi il termine).
Lei che ha una visione psicologica maschile "anche dall' interno", crede che i "ruoli" esistano ancora e che l' apparire più "bisognosa" di una relazione stabile possa dare l idea di una figura piu femminile, materna, che mette al centro il lui di turno, e quindi invogliare maggiormente ad una relazione? Non c e poi il rischio che il lui scappi proprio questo? Temo sia diventato molto difficile comportarsi con gli uomini, a volte sembra non essere sufficiente essere se stessi; per me è ancora più difficile perché non ho una indole molto materna (mi passi il termine).
[#9]
Dal mio punto di vista occorre far luce sui suoi vissuti e prendere maggiore consapevolezza sulle complesse dinamiche a livello psichico, in gran parte inconsapevoli, come precedentemente detto, avvengono al momento della formazione della coppia. Comprendere ciò, non si può ridurre a semplici stereotipi, che bloccano il processo di evoluzione.
[#10]
Utente
Buongiorno, scusate se torno a scrivere ma mi sento in un momento di stallo. Credo di avere una forte tendenza alla razionalizzazione e quindi al cercare la spiegazione delle cose. Mi sono bloccata sull ultima storia e non riesco a non pensare a quel ragazzo, al perché si è comportato in quel modo e mi viene voglia di riscrivergli, non l'ho ancora fatto per una questione di "decoro" personale e perché mi pare di andare a ricreare le basi per un' ulteriore sua possibile cattiveria, menefreghismo e, di conseguenza, per un mio ulteriore malessere. So che sono poche le possibilità che lui dia una spiegazione al perché mi ha trattato così.
Nel frattempo mi sono iscritta ad un sito di incontri per passare il tempo e porre le basi per una potenziale nuova conoscenza non appena si potrà uscire. Non ho mai recriminato questi strumento, conosco persone che hanno incontrato gente interessante. Tuttavia mi sembra di parlare con persone che non c entrano nulla con me, non mi interessa nessuno, probabilmente non sono predisposta e attiro gente che non fa per me e viceversa. Così facendo però il mio pensiero torna ancora più insistentemente sul passato.
Cerco di razionalizzare ma sono in difficoltà, per la prima volta mi sembra di tornare sempre al solito punto di partenza, di ricominciare e chiudere bello stesso punto.
Come posso fare?
Nel frattempo mi sono iscritta ad un sito di incontri per passare il tempo e porre le basi per una potenziale nuova conoscenza non appena si potrà uscire. Non ho mai recriminato questi strumento, conosco persone che hanno incontrato gente interessante. Tuttavia mi sembra di parlare con persone che non c entrano nulla con me, non mi interessa nessuno, probabilmente non sono predisposta e attiro gente che non fa per me e viceversa. Così facendo però il mio pensiero torna ancora più insistentemente sul passato.
Cerco di razionalizzare ma sono in difficoltà, per la prima volta mi sembra di tornare sempre al solito punto di partenza, di ricominciare e chiudere bello stesso punto.
Come posso fare?
[#11]
Gentile signora,
ho appena risposto a un altro utente di Medicitalia, per cui trova l'informazione tra i miei consulti, elencandogli le modalità per accedere online a consulenze, terapie, gruppi gestiti da professionisti.
Le ricordo che già col collega Maranto le segnalammo l'utilità di sondare i suoi vissuti; aggiungo che anche un gruppo psicologico di persone con il desiderio di migliorare le proprie modalità comunicative sarebbe forse a lei più congeniale di una generica chat di incontri.
Per quel poco che si può capire online, lei continua a sfuggire ai suoi sentimenti e a distorcerne l'interpretazione.
Una prova classica è l'uso che fa del verbo "razionalizzare", che possiede un doppio significato.
Lei lo usa nel senso di "cercare la spiegazione delle cose", quasi che potesse essere ricondotto ad una neutra formula matematica il magma dei sentimenti che tiene compressi, una lava incandescente i cui lapilli sono le accuse di "cattiveria" e "menefreghismo" rivolte all'uomo che si è allontanato da lei.
Ma in psicologia "razionalizzare" indica il procedimento fallace che lei in effetti sta attuando. Per brevità copio/incollo da Wikipedia: "la razionalizzazione consiste nell'atteggiamento mentale di mascherare sentimenti, idee e comportamenti percepiti come conflittuali con le proprie vere motivazioni pulsionali o con la realtà, così da contenere e gestire un'angoscia di tipo nevrotico o psicotico".
Nel suo caso, di fronte al ricordo persistente di un amore finito, col desiderio/paura di contattarlo e l'impressione di insignificanza di ogni altro possibile partner, una persona in presa diretta coi propri sentimenti avrebbe detto: "Mi accorgo di essermi innamorata di lui e soffro di averlo perduto". Avrebbe anche accettato la natura disperatamente ambivalente di questo sentimento, "odi et amo", come ha poetato mirabilmente Catullo.
Lei invece analizza, taglia, seziona. Che cosa, in ultima analisi? I suoi stessi sentimenti.
Ci rifletta.
Auguri, anche per Pasqua.
ho appena risposto a un altro utente di Medicitalia, per cui trova l'informazione tra i miei consulti, elencandogli le modalità per accedere online a consulenze, terapie, gruppi gestiti da professionisti.
Le ricordo che già col collega Maranto le segnalammo l'utilità di sondare i suoi vissuti; aggiungo che anche un gruppo psicologico di persone con il desiderio di migliorare le proprie modalità comunicative sarebbe forse a lei più congeniale di una generica chat di incontri.
Per quel poco che si può capire online, lei continua a sfuggire ai suoi sentimenti e a distorcerne l'interpretazione.
Una prova classica è l'uso che fa del verbo "razionalizzare", che possiede un doppio significato.
Lei lo usa nel senso di "cercare la spiegazione delle cose", quasi che potesse essere ricondotto ad una neutra formula matematica il magma dei sentimenti che tiene compressi, una lava incandescente i cui lapilli sono le accuse di "cattiveria" e "menefreghismo" rivolte all'uomo che si è allontanato da lei.
Ma in psicologia "razionalizzare" indica il procedimento fallace che lei in effetti sta attuando. Per brevità copio/incollo da Wikipedia: "la razionalizzazione consiste nell'atteggiamento mentale di mascherare sentimenti, idee e comportamenti percepiti come conflittuali con le proprie vere motivazioni pulsionali o con la realtà, così da contenere e gestire un'angoscia di tipo nevrotico o psicotico".
Nel suo caso, di fronte al ricordo persistente di un amore finito, col desiderio/paura di contattarlo e l'impressione di insignificanza di ogni altro possibile partner, una persona in presa diretta coi propri sentimenti avrebbe detto: "Mi accorgo di essermi innamorata di lui e soffro di averlo perduto". Avrebbe anche accettato la natura disperatamente ambivalente di questo sentimento, "odi et amo", come ha poetato mirabilmente Catullo.
Lei invece analizza, taglia, seziona. Che cosa, in ultima analisi? I suoi stessi sentimenti.
Ci rifletta.
Auguri, anche per Pasqua.
[#12]
Utente
Grazie, se posso rubarle un altro attimo...
Mi colpiscono due passaggi della sua sua risposta.
Per quanto riguarda il primo, lei pensa che io stia trasferendo su di lui alcuni sentimenti miei , eventualmente inconsci? (Quando parla di "accuse di cattiveria e menefreghismo", mi colpisce la parola accuse). Io quando mi sono espressa in quel modo lo facevo ricordando il suo sparire dopo avermi prospettato un incontro e il non leggere le mie risposte.
Per quanto riguarda il secondo, lei crede che la mia "agitazione" nel tornare nel passato, il non darmi pace, sia in realtà, ancora una volta, una conflittualità interna nel mio modo di vivere i sentimenti, che non voglio ammettere, quasi come se non riuscissi a riconciliare qualcosa in ambito sentimentale, dentro me stessa?
Cosa pensa?
Io ammetto che più volte, quando i miei amori si sono chiusi, ho avuto la tendenza a tornare indietro, sia nei fatti che con la mente, anche dopo mesi, spesso dimenticando solo dopo aver incontrato qualcun altro o addirittura dopo aver avuto una chiara ed espressa dichiarazione di disinteresse.
Una precisazione, che mi viene in mente. Ho fatto esperienze sentimentali tardi nella vita e credo di pagare oggi una immaturità che non è andata di pari passo con l età anagrafica. Questo per quanto riguarda me e lasciando stare comportamenti più o meno oggettivamente "brutti" dell' altra parte.
Intanto la ringrazio davvero tanto per l' attenzione ai messaggi che emerge dall approfondimento delle sue risposte.
Mi colpiscono due passaggi della sua sua risposta.
Per quanto riguarda il primo, lei pensa che io stia trasferendo su di lui alcuni sentimenti miei , eventualmente inconsci? (Quando parla di "accuse di cattiveria e menefreghismo", mi colpisce la parola accuse). Io quando mi sono espressa in quel modo lo facevo ricordando il suo sparire dopo avermi prospettato un incontro e il non leggere le mie risposte.
Per quanto riguarda il secondo, lei crede che la mia "agitazione" nel tornare nel passato, il non darmi pace, sia in realtà, ancora una volta, una conflittualità interna nel mio modo di vivere i sentimenti, che non voglio ammettere, quasi come se non riuscissi a riconciliare qualcosa in ambito sentimentale, dentro me stessa?
Cosa pensa?
Io ammetto che più volte, quando i miei amori si sono chiusi, ho avuto la tendenza a tornare indietro, sia nei fatti che con la mente, anche dopo mesi, spesso dimenticando solo dopo aver incontrato qualcun altro o addirittura dopo aver avuto una chiara ed espressa dichiarazione di disinteresse.
Una precisazione, che mi viene in mente. Ho fatto esperienze sentimentali tardi nella vita e credo di pagare oggi una immaturità che non è andata di pari passo con l età anagrafica. Questo per quanto riguarda me e lasciando stare comportamenti più o meno oggettivamente "brutti" dell' altra parte.
Intanto la ringrazio davvero tanto per l' attenzione ai messaggi che emerge dall approfondimento delle sue risposte.
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Gentile utente,
ritengo di avere espresso tutto quello che è possibile esprimere in un consulto online.
Una parola in più sarebbe fuori luogo, dal momento che io non la conosco altro che per email, questa non è una terapia, e lei del resto non sembra intenzionata a cercare la soluzione al suo problema in un percorso professionale, unico idoneo.
Le rinnovo gli auguri più sentiti.
ritengo di avere espresso tutto quello che è possibile esprimere in un consulto online.
Una parola in più sarebbe fuori luogo, dal momento che io non la conosco altro che per email, questa non è una terapia, e lei del resto non sembra intenzionata a cercare la soluzione al suo problema in un percorso professionale, unico idoneo.
Le rinnovo gli auguri più sentiti.
[#14]
Utente
Certo, capisco. In effetti on line si rischia di ingigantire o ridurre, omettere o spiegare male e questo per entrambi. Valuterò cosa fare e di eventualmente cercare un professionista che abbia un approccio di approfondimento come il suo. La ringrazio davvero molto sin qui e ricambio gli auguri per tutto e anche per Pasqua.
[#16]
Gentile utente,
come tutti in questo periodo sono stata obbligata dalle circostanze a svolgere i miei colloqui via skype, ma non ho modo di accogliere nuovi pazienti.
Sia l'albo nazionale che quello regionale offrono ampia scelta, e anche qui su Medicitalia ci sono colleghi disponibili.
Di nuovo auguri.
come tutti in questo periodo sono stata obbligata dalle circostanze a svolgere i miei colloqui via skype, ma non ho modo di accogliere nuovi pazienti.
Sia l'albo nazionale che quello regionale offrono ampia scelta, e anche qui su Medicitalia ci sono colleghi disponibili.
Di nuovo auguri.
[#18]
Attraverso i consulti, le sono stati dati ottimi spunti di riflessione. Attraverso il percorso psicologico, riuscirà a mettere in "ordine" pensieri, emozioni e vissuti personali ed acquisire così maggiore consapevolezza sulle dinamiche psicologiche che sono alla base del suo comportamento. Un ultimo spunto di riflessione, che le voglio dare, è di non razionalizzare sempre le sue emozioni, come cita una frase di Roger Ebert: "il tuo intelletto può confonderti, ma le tue emozioni non ti mentiranno mai".
[#19]
Utente
Grazie mille dott. Maranto per la sua risposta. Nel frattempo, tra l altro, ho risentito quel ragazzo e mi sono calmata, vediamo se questa può essere la volta buona per un diverso mio approccio verso i sentimenti, al di là di come andrà la situazione con lui che, peraltro, tutti intorno a me sconsigliano di portare avanti. Ma vediamo il corso degli eventi, al massimo saprò dirvi, nei limiti di un consulto in line ed al netto di un percorso di psicoterapia che comunque vorrei intraprendere.
Buona continuazione!
Buona continuazione!
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 2.4k visite dal 29/03/2020.
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