Ho creato una barriera con i miei genitori e ho paura di pentirmo in futuro

Gentili dottori, ho 27 anni, sono omosessuale e vivo con i miei genitori.
Fino a 6 anni fa viveva con noi anche mio fratello.

Mio fratello odia i gay, dice gli fanno "schifo" e faceva bene Hitler a ucciderli.
È però incoerente perciò non so veramente lui cosa provi.
Essendo noi due maschi non siamo mai entrati nella sfera personale.
Lui però ha molta stima verso di me e prova un sentimento benevolo, a tratti è però geloso dei "privilegi", a suo dire, concessimi dai miei genitori.
Mi ammira perché ho e sto studiando raggiungendo degli obiettivi alti rispetto al livello d'istruzione della mia famiglia, ma vede che perdo molto tempo e mi godo la vita e che i miei genitori accolgono ogni mio comportamento
Lui sa che sono gay e gliel'ha detto anche a mia mamma. Ma non sanno che io lo so, l'ho scoperto dai messaggi che si sono scambiati.

Mio padre è più moderato, ma comunque prova disprezzo e disgusto per i gay.
Spesso a tavola li insultava appoggiando mio fratello.
Ultimamente, forse avendo capito la possibilità che io possa essere gay e il fatto che mio fratello non vive più con noi, sull'argomento é più comprensivo, nel senso che ora prova solo disgusto senza disprezzo.
Prova molta stima verso di me e mi vuole molto bene anche se è molto freddo e non lo dimostra.
Non ricordo per esempio alcun contatto fisico tra noi, una carezza o un abbraccio.


Mia madre è sempre rimasta neutra sull'argomento anche se ultimamente quasi li difende dicendo dei gay "facciano quello che vogliono", trovando anche l'appoggio di mio padre.
Lei talvolta mi parla vedendomi in futuro sposato con una donna.

In questa situazione sin da piccolo ho creato tra me e la mia famiglia una sorta di muro che è accresciuto di anno in anno.

La vergogna che provavo da piccolo di essere gay e le loro frasi cattive non mi hanno permesso di espormi e mi sono chiuso in me stesso.
Pensavo che se meno parlavo meno potevo dare segnali di essere gay.
Evitavo anche altri discorsi e di dare la mia opinione per la paura di essere scoperto.
Così sono cresciuto tenendo tutto dentro di me.
Faccio la mia vita parallela e non parlo coi miei genitori se non a monosillabi e anzi quando mia madre mi chiede qualcosa di personale, o semplicemente dove vado, mi infastidisce molto e a malo modo dico che sono affari miei.


Solo mia mamma ci soffre un po' per questo e ai suoi occhi sono sempre triste (che poi spesso è anche vero per i miei vari problemi) e non può aiutarmi.
Mi da fastidio anche quando cerca il contatto e la mando via arrabbiato.

Mia mamma dice che mio papà pensa che non parli con lui perché lo trovo più stupido di me.

Sono arrivato a un punto che è impossibile buttare giù questo muro che si è creato.

Ma ho paura che quando moriranno possa pentirmi di non essermi fatto conoscere per niente.

Anche se non ho nessuna voglia di fare coming out con loro perché li deluderei e ormai ho questa aurea di una persona schiva intelligente e riservata quando in realtà sono molto estroverso al di fuori della mia famiglia.

È colpa mia?
Cosa dovrei fare secondo voi?


Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

"è colpa mia?" si chiede.

Lo Psicologo non distribuisce colpe o assoluzioni. Sammai potremmo chiederci se la situazione è frutto di Sue scelte
e, sulla base di quanto narra, la risposta potrebbe essere SI':
il distanziamento relazionale ha rappresentato la Sua strategia per riuscire a proteggere la propria vita.
Nel momento in cui si crea, ogni meccanismo difensivo ha una propria ragion d'essere, sembra o è il più adatto in quella specifica situazione.
Ma poi gli anni passano, si cresce, e quel meccanismo è sempre lì, immutabile,
fino al momento in cui ci si domanda se .. non vada installata la versione aggiornata.

Se Lei ora si sente più adulto, più sicuro di sè,
potrebbe decidere di modificare lo *spessore* del muro con cui fino ad oggi si è protetto,
considerato che "..è impossibile buttare giù questo muro che si è creato..".
I cambiamenti possono avvenire anche gradualmente, permettendo alle persone
- Lei, loro -
di avanzare con cautela tastando il terreno.
Ma pur sempre avanzare, non crede?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Brunialti,

La ringrazio molto per la risposta così tempestiva.

Potrei percorrere questa strada ma nel pratico non saprei cosa fare, forse iniziare a parlare di più, ma non ne ho voglia. Quando mia mamma mi chiede anche cose semplici la trovo così invadente da provare rabbia.
Ho il mio mondo e la mia vita e sto bene così.
Un "muro" oltre il quale non possano vedermi ma solo immaginarmi.

Il lato negativo sono i sensi di colpa che potrei avere in futuro.

Penso che risolverò la situazione quando vivrò da solo magari con un fidanzato e allora mi basterà il coraggio che ho per espormi.

La ringrazio nuovamente per avermi fatto riflettere e giungere a questa conclusione,
grazie davvero per il tempo che mi ha dedicato.

Cordialmente
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Prego, lieta dell'aiuto.

Dott. Brunialti