Fino a che punto è accettabile che una persona cambi?
buonasera.
Ho una cara amica, fin dalle medie, che ho considerato e considero più una sorella: persino per i miei è un po' una figlia.
Siamo sempre state molto diverse: lei irrequieta, con l'argento vivo addosso, la voglia di fare, viaggiare, l'incapacità di passare una serata in casa.
Io son sempre stata più tranquilla, abitudinaria.
Nonostante questa diversità, l'amicizia è sempre andata a gonfie vele:è sopravvissuta a trasferimenti, università diverse, disastri lavorativi e fidanzati vari.
Io ho conosciuto il mio compagno molti anni fa, lei la sua irrequietezza l'ha manifestata anche dal punto di vista sentimentale:si ritrovava sempre in relazioni senza futuro.
3anni fa le cose sono cambiate: a me è stato diagnosticato un cancro, lei ha iniziato a frequentare un ragazzo che conosceva da anni ma che aveva sempre considerato troppo 'brutto e sfigato'.
Durante il periodo più brutto della mia vita é stata presente, attenta, affettuosa, come sempre, ed io ero molto contenta di vederla finalmente 'tranquilla', con un bravo ragazzo accanto e senza più la necessità di vivere sempre al massimo.
Si sono sposati dopo circa6mesi che si frequentavano, ed hanno un bimbo di un anno.
E qui lei è cambiata.
Capisco che abbia trovato 'il suo posto nel mondo', un uomo che la tiene su un piedistallo e le gira intorno, che fa tutto quello che dice lei e non fa paragoni con exfidanzate (nn ne ha...), a cui non interessa se ingrassa, se si tinge i capelli, se si depila, come si veste...la ama comunque.
Ed è bellissimo...ma quando sono con loro mi sembra più di avere a che fare con un cane che con suo marito.
Nell'ultimo anno è diventata egocentrica:parla solo di se, del bimbo (e sa che ne vorrei, ma non posso, dopo il cancro), del suo lavoro.
Non fa che ribadire quanto guadagni bene, tanto che ha fatto lasciare il lavoro a lui (un ottimo lavoro) per fargliene accettare uno che non ha niente a che vedere col suo percorso di studi ma che lo terrà occupato poche ore al giorno, così da poter stare col bambino mentre lei lavora.
E' diventata egoista: l'unica cosa importante è il benessere suo e del figlio, tratta male genitori, suoceri, nonni.
Si lamenta per i regali che fanno al bimbo, per i soldi che danno, perchè non la aiutano abbastanza.
E' come se vedesse il mondo solo dalla sua prospettiva, senza più la capacità di provare empatia per nessuno.
Io ho l'impressione di trascinare avanti questa amicizia da sola: negli ultimi2anni è venuta a trovarmi solo1volta, per il resto ci siamo viste solo quando sono andata io da lei.
Ho provato a parlarle ma ha sminuito, dice che si dimentica le cose, che è troppo concentrata sul bimbo e sul lavoro... è diventata sarcastica e qualunque cosa le viene detta e non le va bene viene trasformata in battuta o comunque trova il modo di dire qualcosa di poco piacevole.
Io non so che fare: perdere un'amicizia di vent'anni mi spezza il cuore.
Però mi chiedo: quanto è accettabile che una persona cambi?
Fino a che punto va bene snaturare le fondamenta di un rapporto durato una vita?
Ho una cara amica, fin dalle medie, che ho considerato e considero più una sorella: persino per i miei è un po' una figlia.
Siamo sempre state molto diverse: lei irrequieta, con l'argento vivo addosso, la voglia di fare, viaggiare, l'incapacità di passare una serata in casa.
Io son sempre stata più tranquilla, abitudinaria.
Nonostante questa diversità, l'amicizia è sempre andata a gonfie vele:è sopravvissuta a trasferimenti, università diverse, disastri lavorativi e fidanzati vari.
Io ho conosciuto il mio compagno molti anni fa, lei la sua irrequietezza l'ha manifestata anche dal punto di vista sentimentale:si ritrovava sempre in relazioni senza futuro.
3anni fa le cose sono cambiate: a me è stato diagnosticato un cancro, lei ha iniziato a frequentare un ragazzo che conosceva da anni ma che aveva sempre considerato troppo 'brutto e sfigato'.
Durante il periodo più brutto della mia vita é stata presente, attenta, affettuosa, come sempre, ed io ero molto contenta di vederla finalmente 'tranquilla', con un bravo ragazzo accanto e senza più la necessità di vivere sempre al massimo.
Si sono sposati dopo circa6mesi che si frequentavano, ed hanno un bimbo di un anno.
E qui lei è cambiata.
Capisco che abbia trovato 'il suo posto nel mondo', un uomo che la tiene su un piedistallo e le gira intorno, che fa tutto quello che dice lei e non fa paragoni con exfidanzate (nn ne ha...), a cui non interessa se ingrassa, se si tinge i capelli, se si depila, come si veste...la ama comunque.
Ed è bellissimo...ma quando sono con loro mi sembra più di avere a che fare con un cane che con suo marito.
Nell'ultimo anno è diventata egocentrica:parla solo di se, del bimbo (e sa che ne vorrei, ma non posso, dopo il cancro), del suo lavoro.
Non fa che ribadire quanto guadagni bene, tanto che ha fatto lasciare il lavoro a lui (un ottimo lavoro) per fargliene accettare uno che non ha niente a che vedere col suo percorso di studi ma che lo terrà occupato poche ore al giorno, così da poter stare col bambino mentre lei lavora.
E' diventata egoista: l'unica cosa importante è il benessere suo e del figlio, tratta male genitori, suoceri, nonni.
Si lamenta per i regali che fanno al bimbo, per i soldi che danno, perchè non la aiutano abbastanza.
E' come se vedesse il mondo solo dalla sua prospettiva, senza più la capacità di provare empatia per nessuno.
Io ho l'impressione di trascinare avanti questa amicizia da sola: negli ultimi2anni è venuta a trovarmi solo1volta, per il resto ci siamo viste solo quando sono andata io da lei.
Ho provato a parlarle ma ha sminuito, dice che si dimentica le cose, che è troppo concentrata sul bimbo e sul lavoro... è diventata sarcastica e qualunque cosa le viene detta e non le va bene viene trasformata in battuta o comunque trova il modo di dire qualcosa di poco piacevole.
Io non so che fare: perdere un'amicizia di vent'anni mi spezza il cuore.
Però mi chiedo: quanto è accettabile che una persona cambi?
Fino a che punto va bene snaturare le fondamenta di un rapporto durato una vita?
[#1]
Gentile utente,
ci chiede: "..Fino a che punto è accettabile che una persona cambi?.."
La risposta è compresa nella domanda:
E' accettabile fino al punto in cui riusciamo ad accettarla,
fin quando il cambiamento non intacca l'identità profonda del rapporto, dal proprio punto di vista naturalmente.
Che una persona cambi nel corso degli anni è ovvio.
O gradualmente,
oppure abbastanza rapidamente a causa di esperienze che "segnano"; il cancro, la maternità, un divorzio, un lutto, rappresntano esperienze potenzialmente profonde, che dunque sono in grado di produrre una differente "messa a fuoco" degli obiettivi esistenziali.
Quando il cambiamento viene percepito da chi osserva
come troppo radicale, tale da stravolgere l'identità della persona,
allora traballa tutto quanto era nato nei confronti della "vecchia" amica, cioe la versione precedente. Generalmente ci si esprime così: "E' cambiata. *Non è più lei*...".
La comunicazione è fondamenteale per creare un continuum tra la vecchia e la nuova "versione",
ma questo Lei lo ha già sperimentato senza esito apprezzabile:
".. Ho provato a parlarle ma ha sminuito, dice che si dimentica le cose, che è troppo concentrata sul bimbo e sul lavoro......".
Può darsi che altre esperienze della vita abbiano reso poco significativa per la Sua amica tale amicizia tra Voi, che verrebbe gradualmente lasciata indietro o di lato mentre la vita va avanti. Ma le cose possono stare anche diversamente, solo la sua amica ne possiede la chiave.
Sul "che fare?" non posso darLe nessuna indicazione.
Dopo aver riflettuto sugli stimoli ricevuti
sarà Lei a prendere questa decisione,
che afferisce all'ambito delle scelte esistenziali.
Saluti cari!
Dott.Brunialti
ci chiede: "..Fino a che punto è accettabile che una persona cambi?.."
La risposta è compresa nella domanda:
E' accettabile fino al punto in cui riusciamo ad accettarla,
fin quando il cambiamento non intacca l'identità profonda del rapporto, dal proprio punto di vista naturalmente.
Che una persona cambi nel corso degli anni è ovvio.
O gradualmente,
oppure abbastanza rapidamente a causa di esperienze che "segnano"; il cancro, la maternità, un divorzio, un lutto, rappresntano esperienze potenzialmente profonde, che dunque sono in grado di produrre una differente "messa a fuoco" degli obiettivi esistenziali.
Quando il cambiamento viene percepito da chi osserva
come troppo radicale, tale da stravolgere l'identità della persona,
allora traballa tutto quanto era nato nei confronti della "vecchia" amica, cioe la versione precedente. Generalmente ci si esprime così: "E' cambiata. *Non è più lei*...".
La comunicazione è fondamenteale per creare un continuum tra la vecchia e la nuova "versione",
ma questo Lei lo ha già sperimentato senza esito apprezzabile:
".. Ho provato a parlarle ma ha sminuito, dice che si dimentica le cose, che è troppo concentrata sul bimbo e sul lavoro......".
Può darsi che altre esperienze della vita abbiano reso poco significativa per la Sua amica tale amicizia tra Voi, che verrebbe gradualmente lasciata indietro o di lato mentre la vita va avanti. Ma le cose possono stare anche diversamente, solo la sua amica ne possiede la chiave.
Sul "che fare?" non posso darLe nessuna indicazione.
Dopo aver riflettuto sugli stimoli ricevuti
sarà Lei a prendere questa decisione,
che afferisce all'ambito delle scelte esistenziali.
Saluti cari!
Dott.Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 829 visite dal 27/03/2020.
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