Brutta esperienza con psicoterapia

1).
Scusate ma il testo non entra tutto.
Vorrei chiedere un parere su una questione a cui continuo a pensare.
Circa 1 anno fa mi sono recato da una psicoterapeuta donna, ufficialmente perchè ero stato scartato a un concorso nelle forze armate e volevo diciamo "prepararmi" e lavorare un po su l'ansia dei colloqui.
In realtà però c'era dell'altro, cioè la timidezza e le relazioni sociali, sentimentali ecc ma comunque niente di veramente serio.
Vado in terapia, innanzitutto senza un obiettivo chiaro, senza un termine di sedute fissato senza che mi sia spiegato niente.
Semplicemente andavo li, parlavo e la dottoressa ascoltava.
La sua scuola di psicoterapia è quella del cosiddetto approccio centrato sulla persona, e lo so non perchè me lo abbia detto lei ma perchè mi sono informato io, su linkedin credo.
Nel proseguio della terapia si instaura il cosidetto transfert.
Quindi vecchia storia che avrete sentito mille volte.
Ora la dottoresssa ha 40 anni, molto più grande di me che ne ho 25, e l'anno scorso 24.
Non so cosa mia sia successo ma io di fatto credo che mi fossi innamorato di lei.
Non so neanche se c'entri veramente il transfert perchè mi era piaciuta diciamo fin da subito.
Proseguendo però si è accumulato altro, mi era affezionato alla sua voce, e addirittura anche all'ambiente e all'odore dello studio.
Quando non ero in terapia pensavo sempre alla seduta successiva, a cosa dirgli o non dirgli, oppure mi facevo fantasie in cui immaginavo di abbracciarla, di baciarla, di confessarle quello che sentivo, insomma la mia mente era sempre li, era quasi come una dipendenza.
Ma non sono mai riuscito a dirgli niente.
Proseguendo nella terapia nascono delle incomprensioni, devo averla offesa in qualche modo.
Ero in uno stato di fragilità e ripensando a questa offesa o incomprensione mi sentivo male.
Una sero ero uscito solo in macchina, cosa che faccio abbastanza spesso, e così senza motivo mi sono messo a piangere col pensiero di averla offesa.
Così mi dico questa volta no, devo mettere le cose apposto e quantomeno scusarmi.
Al successivo appuntamento però nel tentativo di scusarmi trovo un muro di ghiaccio.
La dottoressa inizò a dirmi in malo modo che se ero tornato per chiedere scusa potevo risparmiarmi i soldi della seduta, che non dovevo permettermi a chiedere scusa, che lei non è una mia amica ecc ecc.
non sono stupido so benissimo che non era mia amica, ma chi l'aveva mai detto?
In un certo senso ho sentito quasi un tentativo da parte sua di farmi sentire in colpa, o addirittura di ferirmi, perchè lei sapeva dei miei problemi sociali, del fatto che ho pochi amici e tutti lontani.
Poi diceva che dovevo prendermi la responsabilià di quello che dicevo, che sono una persona che svaluta gli altri ecc.
Io me ne sono andato via piangendo, sono stato a casa i successivi due giorni letteralmente a fissare il soffito, mi sentivo malissimo. Alcuni giorni dopo lei mi scrive dicendo che era opportuno fissare un altro colloquio. Appena entrato nello studio mi dice di sedermi e stavolta è lei che si scusa con me, dice che aveva esagerato, che anche lei si era affezionata a me e che gli dispiaceva.Io li per li ho accettato le sue scuse ma comunque la ferita è rimasta,qualcosa era cambiato, non mi fidavo più. La terapia continua per qualche seduta fino alla rottura definitiva. In un certo senso ora iniziavo quasi a odiarla per come si era comportata, la terapia proseguiva sempre senza un obiettivo fisso e io non riuscivo a spiegarmi più perchè mi trovavo li. Una volta avevo letto una frase curiosando su internet cercando di chiarire i miei dubbi, e cioè che in fondo lo psicologo è solo un amico a pagamento, ora questo non è il mio pensiero personale però mi rimase impresso in quel momento. Quindi non so perchè le dissi proprio questo, di punto in bianco nel discorso mi scappò questa frase, che lei era un amica a pagamento . Quasi una specie di atto mancato, un lapsus,fatto senza pensare. Lei non era mia amica, me lo disse anche lei giusto?Ora io pagavo, andavo li e lei ascoltava tutto proprio come un amica facendo finta di interessarsene,ma uscito da li io continuavo la mia stupida vita e lei invece continuava la sua, come due estranei, un amica a pagamento quindi, logico no? Forse è stato questo il ragionamento. Alla fine dai pianti si è caduti nel ridicolo. Sul momento non mi ero neanche reso conto di questa cosa che avevo detto, la dissi così senza pensarci. Nella seduta successiva la trovai veramente stizzita per quello che avevo detto la volta precedente evientemente. Ricordandomi sempre della volta precedente però mi guardai dal chiedergli scusa, e li per lì gli dissi semplicemente che non mi interessava,e quando dissi così inizò a guardarmi talmente male che credevo stesse per alzarsi e tirarmi un ceffone. A fine seduta i toni si ammorbidirono un po, mi disse anche che ero un cliente l'aveva messa tanto in discussione, e che mi auguarava fortuna per il futuro, io mi sentivo commosso e dissi semplicemente che mi dispiaceva per come mi ero comportato, quindi la terapia finì così.. Qualche mese dopo la fine della terapia gli scrivo per aggiornarla su quello che combinavo con l'università e i concorsi che volevo fare. Nel mentre facevo questo sempre via messaggio cercai di spiegargli quello che era successo dal mio punto di vista, il fatto che stavo male, il senso di abbandono(che sentivo veramente) e la mia difficoltà ad aprirmi, e i sentimenti che provavo per lei, cioè le dissi che non ero riuscito ad aprirmi completamente e a dirgli quello che provavo. Lei in maniera fredda mi rispose che mi augurava di aprirmi qualsiasi percorso decidessi discegliere in futuro e poi aggiunse: finchè potrai... diciamo che parti da una "buona base", con tanto di occhiolino. Io non ci potevo credere, non ci ho dormito tutta la notte.Quasi a dire, dopo quello che hai passato con me non ti aprirai facilmente con nessuno. . Ora voi sapete lo stato in cui si può trovare un paziente verso un terapeuta, voi sapete tutti gli affetti, le emozioni anche contrastanti che si possono proiettare. Ora io mi sentivo come se avessi confessato i miei sentimenti a qualcuno di molto importante di cui mi fidavo,a cui avevo confessato tutto, le mie debolezze, lei mie insicurezze che non avevo mai confessato a nessuno,e che invece si è comportato da nemico,e al mio tentativo di confessare i miei sentimenti ha risposto che la mia "buona base" non mi avrebbe più permesso di aprirmi tanto facilmente con nessuno. Avete idea di che significa?. Ma alla fine era prevedibile, dopo quello che avevo detto. Dopo un certo tempo sono andato da un psicologo dell asl per parlare di questa mia esperienza. Lui disse che non c'era assolutamente niente da dire, che avevo buttato solo soldi. Disse anche testualmente che la dottoressa "non è riuscita a gestire un cazzo", e che non dovevo sentirmi in colpa per quello che avevo detto, anche se potevo averla ferita perchè io ero cliente pagante. Da parte mia non concordo col dottore sul fatto di aver solo buttato soldi, perchè in realtà nonostante la mia non proprio buona situazione economica i soldi sono il meno, io mi sento danneggiato, perchè quell'ultima frase da lei detta ha dato dal mio punto di vista un significato completemante diverso alla terapia. Ma in che mani mi ero messo? E menomale che il transfert bisogna gestirlo con i guanti! Per la suddetta dottoressa d' altronde è stato fin troppo facile comportarsi da "femme fatale" con un ragazzo e per giunta cliente e quindi in una posizione debole, a causa del transfert ecc che bel traguardo il suo! Che grande soddisfazione. Che cosa credeva di ottenere cercando di ferirmi? Pura malizia credo. Visto a mente fredda questo suo comportarsi da femme fatale non può che apparire ridicolo, e infatti lo è. Ma chi si crede di essere, Lou von Salomè? Che ci provi a farla con i forti la "femme fatale" che poi ridiamo. Ma se fossi stato un paziente più fragile mi dico io? Sarei caduto in depressione? Io sono stato molto male e continuo a starci male, mi sento pugnalato alla schiena. Vabbè ma lasciamo perdere questo mio sfogo. Non ho potuto continuare il percorso col dottore dell'asl a causa dell'emergenza virus, i concorsi a cui stavo partecipando sono stati sospesi ma per ora sono andato bene. Gentili dottori se avete avuto la pazienza di leggerlo fino in fondo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate su tutta questa storia, se sono io che sbaglio e cosa sbaglio,cosa devo fare per togliermi dalla testa ancora l'affetto che provo per questa persona che però mi ha ferito profondamente, e sopratutto se considerate corretto il comportamento della collega. Grazie in anticipo e scusate se mi sono dilungato tanto.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

vuole trascrivere anche il resto della Sua richiesta, con i quesiti che desidera sottoporci?
Grazie.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Si adesso Il testo è completo, sono massimo 3mila caratteri e all'iniizo non entrava, ho fatto modifica messaggio ed è stato accettato. Volevo sapere solo se considerate corretto il suo comportamento e come faccio a superare questa cosa, visto che sono passati molti mesi.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

impossibile dire da qui qualcosa, perchè il problema è partito da questa Sua asserzione: "Proseguendo nella terapia nascono delle incomprensioni, devo averla offesa in qualche modo."

Bisognerebbe capire meglio che tipo di incomprensioni e da parte di chi. Io posso fare qualcosa e inavvertitamente ferire qualcuno. Ma perchè accade questo? Perchè evidentemente per me quel determinato comportamento non è offensivo, neppure nelle mie intenzioni. Per l'altra persona sì. Ma se quest'altra persona non me lo fa presente, io non lo capisco. Almeno non sempre.

Posso chiederLe che tipo di incomprensioni si sono verificate e come sono state affrontate? In che modo pensa di aver offeso questa terapeuta? Cosa ha fatto/detto?

Quanto al sentirsi abbandonato e a sua volta offeso dalla Collega, probabilmente fanno parte della problematica stessa che l'ha portata in terapia. Non sto dicendo che chiunque altro al posto Suo non ne soffrirebbe o non ci resterebbe male almeno sul momento, ma la differenza è questa grande sofferenza che non si spegne.

Credo che su questo si debba lavorare in terapia e comunque sempre con obiettivi molto precisi. Lo spazio della psicoterapia NON è uno sfogatoio, nel quale il paziente arriva e "vomita" di tutto senza alcun feedback, altrimenti non avrebbe alcun senso la terapia.

Semmai il terapeuta deve essere d'aiuto al paziente per pensare, rielaborare e apprendere nuove modalità comportamentali e cognitive.

Cordiali saluti,
[#4]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Gentile dottoressa
Riguardo alle incomprensioni che sono nate ho evitato di riportarle perchè semplicemente volevo abbreviare, perchè è stata una cosa veramente così banale e perchè credo che quello che è successo dopo è stato quello che ha portato alla rottura definitiva. Semplicemente ricordo che la dottoressa disse una frase tipo che devo essere più sicuro, e che non sono uno sfigato. Alchè io ho risposto che non mi consideravo tale, e che la parola sfigato non mi piace, che è un modo di dire che mi da sui nervi usato un po dai fighetti e dai figli di papà, tutto qui! Ma non era rivolto a lei! L'ho vista un po offesa e mi sono scusato subito dicendo che mi aveva frainteso. Successivamente dovevo prendere appuntamento e notai che mi aveva bloccato su whatsapp, addirittura! Lo usavamo chiaramente solo per messaggi formali, e per gli appuntamenti, per comodità. Così la chiamai dirttamente al telefono, fissammo l appuntamento e poi è successo quello che è successo e che ho già scritto, disse che non dovevo permettermi a chiedergli scusa( è vietato in terapia???) che non è una mi amica ecc ecc. Disse anche che sono una persona che svaluta se stesso e che svaluto gli altri, forse era stata colpita dal modo in cui l'avevo detto? Non lo so.

"Quanto al sentirsi abbandonato e a sua volta offeso dalla Collega, probabilmente fanno parte della problematica stessa che l'ha portata in terapia"
Si è vero. Vede come ho detto sono un po timido ma non introverso agli estremi, ho amici e un vita normale, però ad esempio non ho mai neanche avuto alcuna relazione sentimentale un po per sfortuna un po per carattere. Ho avuto esperienze sessuali solo a pagamento, per mia scelta. Quando c'è tutto questo "background" che a volte mi fa soffrire è difficile non ingigantire le cose. Non ho problemi ad ammeterlo,è vero è qui il problema. Sono così ma non so perchè! Ed era la psicologa che doveva gestirlo e stare attenta. Mi sembrava di essere un bambino, che non riesce a superare queste cose e che si fa ferire facilmente, mi sentivo dipendente.

"Lo spazio della psicoterapia NON è uno sfogatoio, nel quale il paziente arriva e "vomita" di tutto senza alcun feedback, altrimenti non avrebbe alcun senso la terapia."

Non l'ho mai pensato, la dottoressa mi dava dei feedback, però non avevamo obiettivi e scadenze precise, stava a me dire se stavo bene e potevamo chiudere. Forse è la sua scuola di psicoterapia che funziona un po così, non lo so.

Per il resto lei considera normale il comportamento della collega? Cioè voglio dire a me sembra assurdo, un terapeuta che ferisce il paziente di proposito perchè si sente offesa, perchè di quello si è trattato! Il dottore dell'asl mi ha detto che non sono io che ho sbagliato,e che anche lei era rimasta "coinvolta" in certo modo solo che non è riuscita a gestirlo,ma che questi erano problemi suoi e che non dovevo farmici troppe seghe mentali. Sul momento mi sono sentito meglio, ma non ho avuto altri colloqui col dottore visto tutto quello che sta succedendo col virus, la quarantena poi è stressante non mi permette di fare sport e di sfogarmi quindi in queste settimane è ritornato un po tutto a galla e quindi ho scritto qui.
[#5]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Dottoressa visto che si è interessata lei leggendo tutto il lungo messaggio non ha più niente da consigliarmi? Aspetto una sua risposta.
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Buongiorno, senz'altro Le suggerirei di proseguire con la psicoterapia, lasciando perdere questa esperienza che Lei definisce una "brutta esperienza", in quanto, come dicevo anche sopra, in psicoterapia è necessario fissare obiettivi specifici e lavorare su quelli.

"Semplicemente andavo li, parlavo e la dottoressa ascoltava."
Questo non va bene, perchè è necessario mettere a fuoco il problema d'ansia (che Le serve anche per superare il concorso) e quali sono le difficoltà sociali/relazionali (perchè detto così è molto generico).

Mi dispiace molto che il fraintendimento con la terapeuta abbia riaperto una vecchia ferita, facendo sentire Lei sbagliato (anche se avesse detto qualcosa di sbagliato, Lei deve imparare a leggere queste sole parole come "sbagliate" e non la Sua intera esistenza!), ma approfitterei di questa circostanza proprio per partire da qui e modificare il modo in cui Lei vede se stesso.

Tra l'altro la rabbia che Lei esprime per questa vicenda (con i limiti del consulto on line) mi fanno ipotizzare che da una parte c'è una ferita profonda, ma dall'altra potrebbe essere anche quella rabbia che La porta a reagire e a non subire più qualcosa che possa farLa sentire in qualche modo a disagio.

Cordiali saluti,
[#7]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
La ringrazio tanto per la risposta. Comunque è incredibile lei sembra aver capito un sacco di cose già solo con un consulto online, spero di poter continuare al più presto le sedute con il dottore dell'asl perchè ne sento il bisogno. Per il resto questa ferita mi ha fatto sentire sbagliato è vero e non so se dipenda da una mia particolare struttura caratteriale, ferite precedenti, o semplicemente dal fatto che mi ero innamorato. La cosa che mi fa più rabbia è che io non l'ho mai offesa di proposito, mentre lei mi ha ferito di proposito, ne sono certo,come dimostra l'ultimo messaggio che mi ha scritto. Lei dottoressa non mi ha dato la sua opinione su questo, forse perchè c'è una certa renitenza a dare giudizi perentori su colleghi basandosi su consulti online, ma le assicuro che le cose sono andate proprio così e io ritengo che sia grave. D'altra parte però c'è la consapevolezza che anche io con il mio comportamento devo averla ferita, questo insieme al positivo della terapia è l'unica cosa che riesce a farmi sbollire la rabbia, ma fa anche raffiorare brutte sensazioni,e così mi ritrovo sospeso tra questi due stati d'animo.
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

mettiamola così: potrebbe scegliere tra la sofferenza delle prossime venti sedute (o prossimi mesi/anni!), alla ricerca di spiegazioni, errori, ecc... che possono spiegare (o provare a spiegare) cosa sia accaduto e perché la psicologa si sia comportata così (ha commesso un errore di tecnica? non ha saputo gestire una situazione conflittuale? è stata semplicemente sgarbata? ecc...), oppure può scegliere di utilizzare questa (seppur spiacevole) situazione per capire l'effetto che ha avuto su di Lei e il significato, ma soprattutto per liberarsene e modificare ciò che va modificato perché portato dalla sofferenza patologica.

Io non ero presente, per questa ragione non posso esprimermi a riguardo, ma certamente se veniamo maltrattati o se un professionista non è preparato o competente ci restiamo male e/o ci arrabbiamo. Ma è un evento limitato. Cioè un evento che non ha molta risonanza. Anzi, per certi aspetti, meglio saperlo subito, così possiamo immediatamente cambiare.

Però, nel Suo caso, mi pare ci sia qualcosa di più, come scrivevo sopra e, fossi in Lei, utilizzerei le sedute con il terapeuta per capire che cosa ha fatto scattare in Lei tutta questa situazione, e come può d'ora in poi usare a Suo vantaggio tutto ciò.

Cordiali saluti,
[#9]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Lei ha ragione, non ho assolutamente intenzione di passare mesi o anni a cercare di decifrare la cosa, in realtà non c'è niente da decifrare. Forse è questa quarantena che ha portato tutto un po a galla. Per il resto sicuramente c'è dell altro che non so ma l'elemento più immediato e evidente che vedo per spiegarmi perchè sono stato così male era perchè mi ero inamorato. Figuriamoci, se non lo fossi stato non avrei avuto nessun problema e al primo dubbio me ne sarei andato da un altro terapeuta.
La ringrazio per l'interessamento, quando potrò andare di nuovo dal terapeuta seguirò il suo suggerimento.

Cordialità