Rapporto tra fratelli

Ciao, vi descrivo in poche parole me stessa per spiegare meglio il tutto: 29 anni, diplomata col massimo dei voti, pochi amici ma buoni, un fidanzato per me perfetto, mi sto laureando dopo 10 anni in giurisprudenza (ho perso un po di tempo a causa di un lutto e di eventi che hanno causato periodi tristi, ed ho impiegato più del dovuto perché ho studiato in modo approfondito e "maniacale").
Mio fratello mi odia, mi dice che sono un peso, una fallita, mi augura di morire, dice che non ho amici e che sono sola come un cane (io abito in un altra città, quindi non conosce il mio mondo), dice che sono egoista e penso solo a me stessa e per questo sono sola (ripeto, non è così, e non capisco sulla base di cosa dice tutte queste cose), dice che non ho raggiunto nulla nella vita, che faccio schifo a tutti (chi sono questi tutti?) , dice che se lo provoco mi mette le mani addosso, dice che il giorno della mia laurea (mi manca solo un esame) lui deve dormire e non devo azzardarmi a svegliarlo, dice che di me non gli importa nulla, dice che sono solo un peso per tutti, dice che ho solo la mia cagnolina e basta, oltre al fatto che faccio schifo, non ho rispetto per nessuno, sono perfida e malvagia e potrei continuare per ore.
Lui ha 26 anni, sempre andato malissimo a scuola, non fa nulla di serio per se stesso se non lavorare in un bar ogni tanto, da la colpa a mia madre per i suoi fallimenti, la tratta malissimo, come una serva, se le cose non sono come lui dice può fare succedere un caos.
Io, nella massima sincerità ed umiltà, vi dico che ciò che dice di me è assolutamente errato.
Ho impiegato la mia esistenza allo studio, adoro i cani, se qualcuno ha bisogno di me mi metto in prima linea.
Sono circondata da persone che dicono di stimarmi per la mia forza (sono stata lasciata dopo 10 anni di relazione perché "non mi amava piu", e dopo 6 mesi mi muore il padre, ho passato periodi molto forti) e ciò nonostante ho ripreso in mano la mia vita, ho un fidanzato stupendo che mi adora ed anche la sua famiglia mi vuole tanto bene, ho recuperato gli esami universitari con successo e a breve realizzerò il desiderio di una vita.
Ps: mia madre lo ha sempre assecondato, dice che è immaturo, si lascia schiavizzare e non è stata assolutamente in grado di favorire un rapporto amorevole tra noi, anzi, mi ha sempre detto di non difendermi e di compatirlo, di stare muta (cosa che mi fa davvero arrabbiare, una donna non deve mai stare muta, mai).
Io credo che la situazione sia insostenibile.
La mia presenza lo infastidisce, mi detesta.
Tutti abbiamo difetti, ed io riconosco che ho pensato molto allo studio, ma se non ho creato un bel rapporto con lui è perché ho sempre incontrato un muro, un ragazzo uscito dalla mattina alla sera, sempre di fretta, le rare volte che è venuto a trovarmi con mia madre presso la città in cui studio ha dato a mia madre un tempo massimo di 1 ora perché "doveva tornare in paese per i suoi impegni".
Io non capisco questo odio così radicato, profondo e viscerale nei miei confronti.
Io mi reputo una persona seria e sincera.
Aiutatem. Grazie mille per il vostro lavoro immenso
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile ragazza,

Se Lei ritiene di aver fatto tutto quanto era in Suo potere per coltivare la relazione con Suo fratello
ma senza esito apprezzabile,
perchè angustarsi in tale modo?
I rapporti famigliari sono complessi,
talvolta rappresentano nodi purtroppo inestricabili,
nei quali non è l'odio il sentimento preponderante
- come Lei sembra credere -
bensì l'invidia;
verso una sorella maggiore "brava", diligente, studiosa, ecc.

E Sua madre che gli dà corda, come mai?

Ricordo F. Fornari, importante maestro psy, che parlando del *codice materno* utilizzava la definizione "il diritto del più debole",
intendendo con ciò lo sguardo preferenziale materno per quel figlio che
- nello sguardo della madre -
è il più bisognoso in quanto "mal riuscito".

Quando avrà un po' di tempo, faccia qualche colloquio psicologico con lo/a Psicologo/a del Consultorio dell'Azienda Sanitaria (accessibile anche alle piccole finanze di una studente),
nel passaggio verso l'età adulta è importante mettere ordine nelle proprie relazioni familiari, capirne le dinamiche, accettarne i fallimenti eventuali.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie per il consiglio, sono sincera, le parole che lui mi dice a me feriscono fino a un certo punto perché ho la coscienza pulita. Non sono di certo una persona perfetta, ma ciò che ho fatto nella mia vita è crearmi le basi per un futuro solido a differenza di cio che ha fatto lui, e non mi reputo affatto fallita, farò il possibile per realizzare i miei sogni. Ho sempre rispettato i miei che mi hanno mantenuta, non ho mai dato loro problemi. Mia madre lo ha rovinato, perché lo ha sempre assecondato. Muta davanti a frasi di mio fratello come: "ti auguro di morire riferite a me". Grazie ancora per il suo consiglio.
Il mio obiettivo è capire la fonte del problema e agire di conseguenza. Grazie ancora.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
"..capire la fonte del problema.."
La fonte sembra proprio stare nelle dinamiche intrafamiliari chiarite in #1, di cui non ci dà riscontro.

"Capire" ed *accettare* sono due realtà ben differenti;
per riuscire ad accettare talvolta occorre tutta la vita.
La disparità di trattamento da parte dei genitori (reale o percepita) può continuare a fare male per molti anni.
L'obiettivo dunque non è unicamente "..agire di conseguenza.."
bensì raggiungere quella (difficile) serenità interiore, che comprende anche la pacificazione interiore nei confronti della famiglia d'origine. E' una delle condizioni per diventare a propria volta bravi genitori, migliori
- si auspica -
di quelli ricevuti in sorte.

dott. Brunialti
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Utente
Utente
Grazie dottoressa, credo di aver capito. :)
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
... ne sono lieta.

Saluti cari.
Dott. Brunialti